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PARTE III: LA DOCUMENTAZIONE STATUNITENSE

10. Ripensare la questione della droga

10.5 Fornitura e domanda

La vendita di droga è un atto di vendita economicamente motivato, e come tale è sensibile alle oscillazioni e gli incentivi del mercato. La domanda rimane: come questi elementi economici operano nel contesto del traffico? La Strategy del 1989 risconosceva che “despite interdiction's successful disruptions of trafficking patterns, the supply of illegal drugs entering the United States has, by all estimates, continued to grow”374. Perché è

accaduto? Una ragione è che, come in ogni teoria economica, la domanda genera produzione e fornitura. L’elevata domanda di droga dei paesi occidentali ha fatto si che, dagli anni ’80, il business della cocaina in Colombia e Perù fosse arrivato a livelli di produzione e coltivazione internazionali375. Una crescita della produzione determina una crescita della fornitura, con un calo dei prezzi. Ciò rinvigorisce ulteriormente la domanda, che stimola di nuovo l’intero ciclo.

10.5.1 I fornitori efficienti: la sopravvivenza dei più adatti

Nella strategia del 1989 si spiega:“As we have expanded our interdiction efforts, we have seized increasing amounts of illegal drugs. Stepped up interdiction has also forced drug traffickers to make significant operational changes.... Every time we disrupt or close a particular trafficking route, we have found that traffickers resort to other smuggling tactics that are even more difficult to detect”376.

Più di recente, la Strategy del 1992 riportava una serie di successi. Nel Maggio 1991, gli ispettori della U.S. Custom avevano sequestrato 1.080 libbre di eroina in un container in arrivo a San Francisco. Nel Luglio 1991, la U.S. Navy intercettò la “Lucky Star” nel Pacifico. La nave fu scortata fino a Pearl Harbor, dove gli agenti della U.S. Custom procedettero al sequestro di 73 tonnellate di hashish. Nel Novembre 1991, agenti della DEA e U.S. Custom misero le mani, nel secondo più grande sequestro di cocaina nella storia statunitense, su 23.641 libbre di cocaina nascoste nel cemento, spediti dal Venezuela verso Miami.

Questa serie di sequestri dovrebbe essere considerata un compimento della missione o una preoccupazione?

374Office of National Drug Control Policy, “National Drug Control Strategy 1989”,

Executive Office of the President, U.S. Government Printing Office, Washington, D.C. 1989, p. 73.

375 Sebbene in Perù non si sia mai registrata la presenza di veri e propri cartelli; piuttosto

il sistema è stato centralizzato e gestito sia dai colombiani che dai guerriglieri di Sedero Luminoso.

376Office of National Drug Control Policy, “National Drug Control Strategy 1989”,

Executive Office of the President, U.S. Government Printing Office, Washington, D.C. 1989, p. 73.

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Se interpretassimo queste operazioni come un taglio alla fornitura di droga negli Stati Uniti, allora dovrebbero essere considerati un trionfo. Se crediamo, tuttavia, come fanno peraltro anche molti agenti preposti al servizio, che sono stati interdetti appena il 10-20% dei carichi di droga verso il paese, allora questi risultati possono mostrare pure l’enormità della fornitura di droga e la relativa efficienza organizzativa che caratterizza i fornitori. Dal momento, inoltre, che questi efficienti produttori esercitano un grande controllo sul mercato, essi possono operare anche un controllo monopolistico nella gestione dei prezzi. Alcuni ufficiali delle forze dell’ordine interpretano erroneamente la crescita dei prezzi in strada come il risultato di un’efficace strategia d’interdizione. In realtà, i prezzi al rialzo possono portare profitti ancor più grandi ai fornitori. Approssimativamente, il 60% della cocaina mondiale cresceva, all’alba degli anni ’90, nelle Ande peruviane e veniva lavorata in Colombia. Alla fine del 1991, gli Stati Uniti assistettero il governo peruviano nel rivendicare il controllo sui cieli e le rotte aeree, introducendo nuove stazioni radar e piste d’atterraggio ad Andoas e Iquitos, due città fluviali nella vasta regione amazzonica. Nei primi mesi del 1992, nove aerei furono intercettati, forzandone sei all’atterraggio e tre precipitati. Eppure si calcolava che sei aerei al giorno lasciassero il Perù portando coca verso nord377. Così solo nove aerei su più di 1000 significa che le intercettazioni si attestavano appena all’1%. Praticamente, l’interdizione “introduce another level of risk to the individual drug smuggler”378. Eppure, pur difendendo l’interdizione, la Strategy del 1989 ammetteva che “interdiction alone cannot prevent the entry of drugs or fully deter traffickers and their organizations”379. Dati alla mano questo era un eufemismo. In realtà,

ogni operazione d’intercettazione doveva affrontare il cosiddetto “Darwinian Trafficker Dilemma”. Queste operazioni, infatti, colpivano perlopiù i trafficanti meno efficienti, che portavano avanti affari marginali, mentre i più abili – con la miglior organizzazione, i più alti livelli di corruzione di autorità, i più scaltri – sopravvivevano. Come Stephen Trujillo (ex Army Ranger, berretto verde e specialista nell’Operation Snowcap della DEA) scrisse nelle sue memorie circa gli eventi successivi alla sospensione della costituzione peruviana da parte dell’allora presidente Alberto Fujimori: paradossalmente la distruzione di dozzine di laboratori della cocaina da parte delle forze statunitensi e peruviane aveva soltanto incoraggiato i produttori ad essere più scaltri. Costruirono laboratori più piccoli, decentrati, perlopiù nell’impenetrabile giungla380.

377 Brown, James, “Fighting the Drug War in the Skies Over Peru”, The New York

Times, 28 Marzo 1992.

378Office of National Drug Control Policy, “National Drug Control Strategy 1989”,

Executive Office of the President, U.S. Government Printing Office, Washington, D.C. 1989, p. 74.

379Office of National Drug Control Policy, “National Drug Control Strategy 1989”,

Executive Office of the President, U.S. Government Printing Office, Washington, D.C. 1989, p. 73.

380Stephen G. Trujillo, “Corruption and Cocaine in Peru”, The New York Times, 7 Aprile

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10.5.2 Rafforzamento della droga e sostituzione della domanda

Quando l’amministrazione Nixon riuscì a ridurre la fornitura della (leggera) marijuana messicana verso la California agli inizi degli anni ’70, gli imprenditori agricoli della droga svilupparono un’industria della marijuana molto potente (sensimilla) nel Nord California, generando un mercato per una droga cinque volte più potente. Questo esempio, secondo Skolnick, dovrebbe ben illustrare ciò che viene chiamato “The Drug Hardening Paradox”. Maggiore è il successo delle forze dell’ordine nel tagliare la fornitura, maggiore è l’incentivo dei trafficanti a crearne una più potente – “hardening drugs”, ovvero lo sviluppo di varietà più potenti, portabili e pericolose.

Così, se gli agenti della narcotici, all’inizio degli anni ’80, riuscirono a ridurre la fornitura al mercato di marijuana californiano, il crack emerse sostituendo la marijuana, meno costosa e più facilmente reperibile nelle strade californiane. In sostanza, è più volte capitato che le tattiche delle forze dell’ordine altro non facessero che creare più gravi problemi di salute pubblica generando una nuova domanda ed una nuova produzione di droghe più potenti e pericolose.

Un paradosso strettamente collegato al rafforzamento della droga, può essere chiamato “The Demand Substitution Paradox”. Coloro che sono interessati a una vita di corsa attraverso la chimica a volte ci riescono sostituendo una droga con un’altra – considerando anche che molti tossicodipendenti spesso consumano più di una droga. Così, l’aumento di prezzi o la scarsa disponibilità di un prodotto possono attivare i consumatori a cercare droghe alternative meno costose.

Negli anni ’70, la marijuana era la droga più popolare fra gli studenti. Negli anni ’90, e ancora oggi, è probabilmente l’alcol. Nel 1991, il 30% degli studenti delle scuole superiori riportavano di aver bevuto pesantemente almeno una volta nelle precedenti due settimane. Dal momento che l’alcol è illegale per gli under 21, essi avevano tutti violato la legge. Trenta o quarant’anni fa, l’eroina era il “problema” di droga della società americana. Più recenemente, il crack, oggi meno popolare. Allo stesso tempo, secondo la Strategy del 1992, “the price of heroin has dropped, the purity has increased, seizures by law enforcement officials have increased, and there has been an upsurge in heroin emergency room mentions in the first two quarters of 1991?all, it would seem, indicative of a resurgence in drug use”381. Sebbene I consumatori di eroina tendessero ad essere piuttosto

anziani, essi erano ancor più pericolosi per la salute pubblica. L’eroina, infatti, viene immessa endovena, ed i suoi consumatori sono così maggiormente soggetti al contagio di HIV.

381Office of National Drug Control Policy, “National Drug Control Strategy: A Nation

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Già Skolnick, nel 1992, prevedeva che un eventuale successo nella distruzione della droga “per coltivazione” in Perù, Bolivia e Colombia, avrebbe portato allo sviluppo di droghe alternative, sintetiche, più potenti e distruttive382. Tra queste il Fentanil (un narcotico analgesico ed un sedativo con effetti peggiori dell’eroina), 100 volte più potente della morfina e 20 volte più dell’eroina. Medicinali simili, il Sufetanil e l’Alfetanil, sono da 2.000 a 6.000 volte più forti della morfina. Queste droghe producono effetti tossici imprevedibili, bizzarri e distruttivi. Inoltre, fino agli anni 2000, non venivano rilevate attraverso i drug- test.