PARTE III: LA DOCUMENTAZIONE STATUNITENSE
6. La politica antidroga statunitense nelle Ande – “Andean Initiative”
6.1 Background
6.1.1. “Andean Initiative” come parte di una strategia più complessa
Nel Settembre 1989, il presidente Bush delineò una strategia antidroga globale e sfaccettata di dimensione sia nazionale che internazionale. Essa si concentrava sulla riduzione sia della domanda che della fornitura, con trattamenti, prevenzioni, ricerca e sviluppo delle forze di polizia anche a livello internazionale come componenti principali. Un obiettivo importante era la riduzione della quantità di droga in entrata negli Stati Uniti almeno del 15% in 2 anni e del 60% nell’arco di 10 anni. Questa strategia fu affinata e presentata al Congresso il 25 Gennaio 1990212. Nel Gennaio 1992, le percentuali precedentemente fissate vennero però eliminate e gli obiettivi per il 1994 ed il 2002 divennero: “Reduction below a (to be established) baseline level in estimated amounts of cocaine, marijuana, heroin, and dangerous drugs entering the United States”213.
La strategia del 1989 conteneva una serie di elementi internazionali che differivano dai precedenti anni. Queste componenti, innanzitutto, prevedevano una limitata assistenza economica ai paesi che fossero fra i maggiori produttori di cocaina; inoltre, concentravano gran parte delle attività distruttive non sull’eradicazione rurale, quanto sulle attività di traffico delle organizzazioni (guardando soprattutto ai laboratori chimici e alle infrastrutture); incoraggiavano un maggior coinvolgimento militare nell’area andina; infine prevedevano un aumento dell’assistenza militare statunitense nei vari paesi.
La strategia del presidente Bush si concentrava sui trafficanti, i carichi e le operazioni di valore più alto (“high value”); richiamava ad un maggior supporto dell’intelligence; cercava di migliorare i sistemi di comando, controllo e comunicazione degli operativi; insisteva per l’aumento dei finanziamenti in materia antidroga da parte del Dipartimento della Difesa, per interventi lungo il confine messicano.
212 U.S. Office of National Control Policy (US-ONDCP), “National Drug Control
Strategy: A Nation Responds to Drug Use” Government Printing Office, Washington D.C., Gennaio 1990, pp. 49-52-120-121.
213 U.S. Office of National Control Policy (US-ONDCP), “National Drug Control
Strategy: A Nation Responds to Drug Use” Government Printing Office, Washington D.C., Gennaio 1992, p. 26.
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6.1.2 Elementi della “Andean Initiative” – obiettivi ed approcci
Uno delle principali componenti della strategia antidroga promossa dall’amministrazione era la “Andean Initiative”, di cui si stimò un costo intorno ai 2.2 miliardi di lire per gli anni fiscali 1990-1994. L’iniziativa era indirizzata ad aiutare le nazioni principalmente coinvolte nella coltivazione di coca, nella lavorazione e nel trasporto – Bolivia, Colombia e Perù – per ridurne le attività illecite. La strategia statunitense prevedeva anche un aumento dell’assistenza economica, militare e della polizia, aprendo inoltre a trattate commerciali favorevoli.
Gli obiettivi a breve termine potevano essere così sintetizzati:
1) Aiutare queste tre nazioni a rafforzare le condizioni politiche ed economiche e le capacità istituzionali per poter effettivamente operare contro le organizzazioni del traffico;
2) Assisterle nell’aumento d’efficacia delle forze militari e poliziesche assistendole nell’isolare le aree di coltivazione, nel distruggere i laboratori e nel bloccare il contrabbando di prodotti chimici;
3) Danneggiare le organizzazioni significativamente attraverso la cattura dei principali esponenti e dei loro beni214;
4) Rafforzare e diversificare le economie nazionali legali delle nazioni andine permettendo loro di superare gli effetti destabilizzanti dati dall’eliminazione della cocaina215.
L’assistenza statunitense fornita con la “Andean Initiative” era condizionata dai risultati antidroga e dall’esistenza di determinate condizioni politico-economiche nei rispettivi paesi. Nel caso del Perù, inoltre, perseguire specifici criteri inerenti ai diritti umani era un fattore fondamentale.
Per rafforzare la strategia, il governo americano fece affidamento sulle risorse di numerose agenzie, insieme ad una combinazione di aiuti stranieri, benefici commerciali e iniziative d’investimento. I principali attori furono il Bureau of International Narcotics Matters (INM) del Dipartimento di Stato, la Drug Enforcement Administration (DEA) ed il Dipartimento della Difesa. Ruoli secondari furono giocati, invece, da Border Patrol, guardia costiera e Customs Service. Ruoli di maggior rilievo ed attività furono svolti dal Dipartimento di Giustiza, dal Dipartimento del Tesoro e dalle agenzie d’intelligence.
214 U.S. Office of National Control Policy (US-ONDCP), “National Drug Control
Strategy: A Nation Responds to Drug Use” Government Printing Office, Washington D.C., Gennaio 1990, p.50.
215 Originariamente aggiunto come punto separato, appare nella strategia del 1991.
U.S. Office of National Control Policy (US-ONDCP), “National Drug Control Strategy: A Nation Responds to Drug Use” Government Printing Office, Washington D.C., Gennaio 1991, p.79.
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Dal momento in cui la stabilità economica regionale divenne un motivo di crescente preoccupazione, anche la Agency for International Development (AID), lo Office of the United States Trade Representative (USTR) ed il Dipartimento del Commercio ebbero successivamente maggior importanza. Le richieste dell’amministrazione per l’anno fiscale 1993 circa la strategia andina di assistenza erano di circa 176.6 milioni di dollari alla Bolivia, 163.5 milioni al Perù e 138.6 alla Colombia, per un totale di 478.7 milioni. Sull’assistenza per l’anno 1993, circa 109.6 milioni di dollari erano per l’assistenza delle forze dell’ordine e della DEA; 110.6 milioni per l’assistenza militare; 258.5 milioni per l’assistenza economica. Nelle ripartizioni, è interessante considerare che l’assistenza militare richiesta per l’anno fiscale 1993 era quasi uguale a quella delle forze di polizia, ed il loro totale era poco meno di quanto richiesto per l’assistenza economica216. Chiave per
il pacchetto economico dell’iniziativa era lo Andean Trade Preference Act217. La legge,
proposta dal presidente Bush nel Novembre 1989 e passata, pur in forma ridotta, due anni dopo, riduceva le tariffe statunitensi su una cifra stimata di 325 milioni di dollari sulle importazioni dai paesi andini. I prodotti ad aliquote ridotte erano fiori, borse di pelle, valige e vegetali. I prodotti esclusi includevano, invece, beni in lana alpaca e rum. Come risultato la legge prevedeva anche che il valore in dollari delle esportazioni verso gli Stati Uniti sarebbe aumento più del triplo nell’arco del successivo decennio. Alcuni critici, però, come Thurston, criticavano il fatto che l’accordo escludesse alcuni prodotti andini fondamentali come il tonno, lo zucchero, le scarpe, i tessili ed il petrolio dalle vie d’accesso preferenziale verso i mercati statunitensi, e che ciò non avrebbe potuto portare alcuna rapida diversificazione delle esportazioni dalla coca verso commerci legali218. Un altro veicolo per implementare gli obiettivi economici della strategia era rappresentato dalla “Enterprise for the Americas Initiative”. L’impresa cercava di promuovere piani di riduzione del debito, il commercio e opportunità d’investimento nella regione. Gli accordi sul commercio e gli investimenti furono firmati con le tre nazioni della “Andean Initiative” e dall’Ecuador219.
216 Circa queste cifre, bisogna considerare che dal 5 Febbraio 1992, il Congresso non
passò completamente i piani di bilancio per le operazioni estere, intraprendendo una politica di riduzione dei finanziamenti che si ripercosse anche nell’anno fiscale 1993. Vedi: Office of National Drug Policy, “Authorized Program by Fiscal Year-Budget Authority”, 1 Marzo 1992, in appendice a Perl, Raphael F., “United States Andean Drug Policy: Background and Issues for Decisionmakers”, Journal of Interamerican Studies and World Affairs, Vol. 34, N. 3, 1992, pp. 13-35.
217 Promosso al Congresso il 26 Novembre 1991, firmato il 4 Dicembre 1991.
US Congress, Congressional Record, House of Representative, H-10641, US Government Printing Office, Novembre 1991.
218 Thurston, C., “Andeans Hope to March Caribbean Export Growth”, Journal of
Commerce, 16 Gennaio 1992.
219 US Agency for International Development (US-AID), “Andean Counterdrug Initiative:
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Le iniziative multilaterali rappresentavano una parte integrante della strategia nel tentativo di supportare la Comunità Europea nella riduzione di droghe illecite nei paesi sorgente e nei paesi di transito. La cooperazione multilaterale era volta a frenare sia il riciclaggio di denaro che le spedizioni di prodotti e additivi chimici necessari per la produzione220. L’approccio multilaterale fu incrementato dal primo summit andino sulla droga tenutosi a Cartagena in Colombia il 15 Febbraio 1990. Durante l’incontro, Bush si soffermò con i colleghi di Bolivia, Perù e Colombia sull’importanza di un’operazione coordinata. In un comunicato, tutti i presidenti s’impegnarono a cooperare fra loro in un attacco concertato contro ogni aspetto del narcotraffico e di provvedere allo scambio d’informazioni circa i flussi del riciclaggio di denaro e dei prodotti chimici. Nel “Documento di Cartagena” le parti concordarono sia sul bisogno di ridurre la domanda, sia sull’agire in un framework che rispetti i diritti umani, sia sul lavorare insieme per incrementare lo scambio, lo sviluppo ed il mercato di nuove esportazioni. Gli Stati Uniti s’impegnarono nella volontà di finanziare le attività che avrebbero favorito economie sane, inclusi programmi alternativi e sostituzioni di raccolti. Gli U.S.A. concordarono nel facilitare gli investimenti privati in aree con condizioni economiche favorevoli. Le parti riaffermarono la propria volontà di determinare una netta riduzione delle coltivazioni di coca. I partecipanti firmarono anche accordi laterali designati a promuovere la cooperazione fra le forze dell’ordine e l’incremento della sensibilizzazione pubblica sia durante che dopo il meeting. Fu infine fissato un successivo incontro previsto per il Febbraio 1992 a San Antonio, Texas, al quale avrebbero partecipato anche Ecuador, Messico e Venezuela.
Esiste un cablogramma dell’ambasciata americana a Bogota in cui si riferiva di un’intervista all’agenzia spagnola “EFE” il 6 Febbraio di Fabio Ochoa Restrepo, patriarca del clan di trafficanti Ochoa, il quale, provocatoriamente, afferamva che al summit di Cartagena avrebbero dovuto essere invitati anche i sei principali kingpin221. Il giorno
successivo i quotidiani di Bogota riportarono diverse versioni dell’intervista e non era chiaro se Ochoa avesse fatto una simile proposta direttamente o ciò fosse stato estrapolato e strumentalizzato dall’agenzia di notizie. Secondo EFE, Ochoa disse: “Their (sic) would be no sense to holding the Cartagena summit without the participation of some of the narcotics trafficking chiefs […] The Presidents are not going to solve anything without the participation of those who know and control the business”. Ochoa disse che la partecipazione del boss di Medellin, Pablo Escobar, “who has made public his willingness to achieve peace”, sarebbe stata particolarmente importante. Infine affermava che avrebbe inviato una lettera alle ambasciate colombiane partecipanti al summit per proporre formalmente la partecipazione dei trafficanti (non è dato sapere se fu inviato qualcosa).
220 US Agency for International Development (US-AID), “Andean Counterdrug Initiative:
Economic Cooperation 1 Aprile 1991-31 Marzo 1992”, Washington D.C., 1992, pp. 49- 62.
221 US Embassy, “Narcos Reportedly Seek Invitation to Cartagena Summit”, Bogota,
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