PARTE I: LA COLOMBIA
3. La “Narcotics Control Policy” del Dipartimento di Stato nelle Ande
3.3 Programmi e strategie specifiche per Colombia e Perù, due “vicini” problematici
Per controllare la produzione ed il traffico di eroina, cocaina e marijuana, il Dipartimento di Stato americano entrò in un accordo cooperativo internazionale con altri 28 governi continentali nel 1988. Particolarmente importanti erano le politiche da intraprendere nelle Ande143. In Colombia, gli obiettivi principali del Bureau of International Narcotics Matter erano l’eliminazione delle coltivazioni di marijuana e coca e l’immobilizzazione delle principali organizzazioni di narcotraffico. Inoltre, riteneva necessario che il sistema legale e penali venisse rafforzato attraverso programmi d’assistenza mirati. Più specificatamente, nel 1988 erano in corso programmi volti ad assistere la polizia nazionale nello sviluppo dei sistemi d’intelligence, nelle eradicazioni e nelle interdizioni; ad estendere i programmi per la debellazione aerea della marijuana verso nuove coltivazioni; a sviluppare una ricerca di erbicidi capaci di distruggere i raccolti di coca; a rafforzare le misure di sicurezza per proteggere i beni e le attività coinvolte nelle operazioni di polizia (in particolare i campi coltivati e le aree industriali); a sviluppare una maggiore cooperazione tra la polizia nazionale ed il personale del Ministero della Difesa, promuovendo operazioni regionali multi-agency; ad assistere il paese nel rafforzamento del sistema legale e penale, compresi metodi di sicurezza per le corti più efficaci. In Perù, il principale obiettivo era quello di persuadere il governo locale a stabilire una presenza permanente delle forze di sicurezza nelle aree di coltivazione, procedendo con le operazioni di eradicazione, ed avvicinarsi a molte organizzazioni multilaterali per il finanziamento di progetti in grado di permettere guadagni alternativi, legali, per incoraggiare la popolazione contadina ad abbandonare le piantagioni di coca. Inoltre, per smantellare le reti della coca e creare aree libere dalla corruzione del narcotraffico, offrendo addestramento, promuovendo la cooperazione regionale, sviluppando una strategia che permetta l’utilizzo di risorse aeree in modo più efficiente ed implementando i programmi volti all’educazione civica dei cittadini attraverso una campagna di sensibilizzazione.
In sintesi, l’ambiente politico e gli obiettivi degli Stati Uniti e dei paesi latinoamericani era cambiato notevolmente da quando il Bureau of International Narcotics Matters fu istituito nel 1978. Allora, il principale target statunitense era rappresentato dall’eroina asiatica; dieci anni dopo, le risorse erano tutte rivolte verso la cocaina e la marijuana in America Latina. Il pensiero predominante nel corso degli anni ’70, negli Stati Uniti, era che la cocaina fosse glamour e non creasse dipendenza; nel 1988 la ricerca aveva mostrato che la cocaina era, in realtà, un tra le droghe con maggior tasso di dipendenza. La situazione sociale, politica ed economica in America Latina stessa era ben più precaria rispetto al decennio precedente, mentre i governi locali cominciavano a realizzare i pericoli della produzione e del traffico sui vari strati sociali della popolazione.
143 Ho deciso di concentrarmi su Colombia e Perù in relazione all’ampiezza dei
71
Anche il governo americano, in dieci anni, aumentò le spese in materia di narcotici, sebbene non abbastanza, passando da 1 miliardo di dollari nel 1978 a 3 miliardi dieci anni dopo.
Durante i dieci anni intercorsi, avvennero anche molti cambi di direzione programmatica, insieme con un certo numero di successi. In particolare tra 1986 e 1988 una serie di nuovi sviluppi misero le fondamenta per la politica antidroga che avrebbe caratterizzato l’amministrazione Bush, fino almeno al 1994.
In dieci anni, inoltre, anche il controllo antidroga internazionale subì una vera internazionalizzazione. I fondi delle Nazioni Unite per il Drug Abuse Control incrementarono le risorse per i paesi dell’America Latina, anche l’Organization of American States creò uffici destinati al controllo, l’Inter-American Drug Abuse Contrl Commission (CICAD), e la questione arrivò ad essere discussa in molti summit economici e incontri fra i ministri degli esteri. L’azione statunitense non era più isolata, ma, col riconoscimento della propria vulnerabilità, molti paesi d’origine e di transito si associarono nella ricerca di una risoluzione internazionale del problema.
La politica di controllo internazionale arrivò, nell’arco di un decennio, ad incorporare gli obiettivi di sviluppo ed educazione pubblica volta a mobilitare le élite politiche dei paesi verso una maggior sensibilizzazione alla comprensione della natura, dell’estensione e degli impatti nei paesi del problema della droga. Più specificatamente, l’obiettivo dell’INM fu di mobilitare i centri d’influenza latini e le organizzazioni non governative per influire sulle abitudini pubbliche e sviluppare efficaci e coinvolgenti programmi antidroga.
Un passo importante, tra 1978 e 1988 è stato compiuto identificando erbicidi efficaci e sicuri da poter utilizzare con successo sui raccolti di coca. I testi cominciarono in Colombia, per poi essere completati in Perù nel 1989. Ancor più significativo fu l’avvio di programmi di costituzione di gruppi paramilitari rurali e capaci di muoversi sul territorio. Nel corso di 10 anni essi furono protagonisti di alcuni dei più importanti arresti di trafficanti e di sequestri di laboratori e carichi in Perù e Bolivia. La necessità di rinforzi aerei nacque soltanto dalla seconda metà degli anni ’80, in relazione alla possibilità di permettere operazioni di eradicazione manuale più sicure. L’aumento di supporto aereo portò con sé anche un aumento delle infrastrutture nell’emisfero.
Considerando anche i problematici fattori ambientali che avvicinarono narcotrafficanti e guerriglieri, addestratori e consiglieri militari statunitensi lavorarono fianco a fianco con i gruppi paramilitari sudamericani nel tentativo di riguadagnare le porzioni di terreno che negli anni erano sfuggite al controllo delle autorità statali. L’utilizzo di personale americano nella guerra internazionale alla droga rappresentava però una novità che avrebbe portato con sé nuovi problematici sviluppi, sia a livello di effettiva cooperazione internazionale, che nelle reazioni dell’opinione pubblica statunitense e sudamericana.
D’altro canto, è necessario ammettere che, fino al 1988, ancora non molti risultati concreti erano ancora alla portata, piuttosto, nell’arco di un decennio, si gettarono le basi internazionali per l’applicazione di politiche antidroga che avrebbero comunque dovuto affrontare un continuo rimodellamento.
72
All’epoca, infatti, se le operazioni di eradicazione erano già cominciate, esse erano ancora sperimentali e non erano ancora operative nelle aree dove i tassi di coltivazione erano più elevati. Inoltre, gli stessi progetti di controllo internazionale dovevano ancora essere integrati nell’ambito dei vasti interessi politici dell’intero continente americano. Per esempio, andava ancora sviluppata, a livello continentale, una profonda percezione di quanto il narcotraffico influenzasse la democrazia e la saluta economica dei paesi latinoamericani. Decidere di intervenire contro il traffico di droga, per paesi con scarsa stabilità politica e ristrettezze di bilancio, significava spesso assumersi enormi rischi, sfidando un business del quale ancora non si conoscevano del tutto le proporzioni.
73
4. Sicurezza nazionale e droghe: le relazioni “monotematiche” tra Colombia e