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La grandezza dell’industria illegale ed i suoi effetti economici sul paese

PARTE I: LA COLOMBIA

2. Droghe illegali in Colombia: Sviluppo e consolidamento dell’economia informale

2.3 La grandezza dell’industria illegale ed i suoi effetti economici sul paese

La grandezza è uno dei fattori determinanti per studiare gli effetti di un’attività illegale sul paese. L’illegalità dell’industria, d’altro canto, comporta delle difficoltà nello stabilirne tale grandezza. Ogni valutazione richiede diversi presupposti circa le variabili come la quantità di cocaina nelle foglie di coca, le abilità chimiche, i costi di smercio, ed altro.

Non deve sorprendere che le stime disponibili mostrino una grande varietà a seconda delle ipotesi fatte101. I calcoli più rigorosi stimavano il valore totale dei guadagni dalla droga introno ai 2-4 miliardi di dollari a metà anni ’80. Durante gli anni ’90, queste stime consideravano valori attorno ai 2.5 miliardi di dollari l’anno, ma non includevano possibili profitti rimpatriati all’estero dai trafficanti colombiani.

Nella prima metà degli anni ’80, il PIL colombiano si aggirava attorno ai 36 miliardi di dollari. Durante gli anni ’90 era cresciuto sostanzialmente fino ai 68.6 miliardi nel 1994 e 96.3 miliardi nel 1997102. Secondo questi calcoli, il valore aggiunto generato dall’industria della droga nei primi anni ’80 era intorno al 7-10% del PIL, ma alla fine degli anni ’90, scese al 3-4%. Ciò mostra come la relativa importanza dell’industria illegale nell’economia colombiana fosse andato declinando. Dunque è giusto chiedersi: quale fu l’effetto di tale industria sull’economia colombiana?

Non ci sono dubbi che l’impatto fu abbastanza vasto. I capitali del settore privato durante gli anni ’80 crebbero a 2.8 miliardi all’anno. Inoltre, qualsiasi organizzazione criminale esportasse 50 o più tonnellate di cocaina all’anno poteva avere profitti che competessero con i più grandi conglomerati finanziari del paese. Ogni stima della grandezza e dei profitti dell’industria illegale non faceva che sottolineare la sua capacità di cambiare la struttura del potere economico del paese103.

Gli effetti delle entrate e dei profitti illegali sull’economia colombiana, d’altro canto, si sono evoluti nel tempo. Durante gli anni ’70-’80, generarono un vero e proprio boom immobiliare in alcune aree del paese, rivalutarono il peso colombiano ed incoraggiarono le importazioni di contrabbando.

101 Stainer Roberto, “Los dolares del narcotrafico. Cuadernos de fedesarrollo”, N. 2.,

Tercer Mundo Editores, Bogota, Colombia, 1997 e Thoumi, Francisco E., “Political *economy and illegal drugs in Colombia”, Boulder, colombia, 1995.

102 Dati forniti da Inter-American Development Bank.

103 Thoumi, Francisco E., “Political economy and illegal drugs in Colombia”, Boulder,

CO, 1995;

Orejula, Javier, “Narcotrafico y politica en la decade de los ochenta. Narcotrafico en Colombia. Dimensiones politicas, economicas, juridicas e internacionales”, Tercer Mundo, Bogota, Colombia, 1991.

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La crescita delle esportazioni illegali fu salutata con entusiasmo dalla maggior parte dei colombiani che, per decenni, dovettero confrontarsi con stretti vincoli di cambio104. Si può dire che l’industria della droga penetrò l’attività economica, in particolare nel settore immobiliare urbano e rurale; tuttavia, una gran parte dell’economia colombiana, incluse le sue più moderne imprese, furono piuttosto isolate dal potere industriale illegale. La moderna economia colombiana era stata controllata da una serie di conglomerati finanziari che includevano il settore della finanzia, ovviamente, della manifattura, dell’agricoltura, del marketing e dei media.

Questi gruppi tendevano ad essere autonomi ed avevano solo da perdere nell’intrecciare legami e partnership con gli imprenditori illeciti. Inoltre, il mercato azionario è sempre stato piuttosto magro e la maggior parte delle società quotate sono spesso controllate da questi colossi finanziari105.

Non dovrebbe sorprendere, inoltre, che poche fossero le attività nelle quali grandi somme di denaro illecito potessero essere riciclate in Colombia; come sosteneva Francisco Thoumi nel 1999, “la lavanderia a gettoni era piuttosto piccola”106. Mentre l’industria illegale è stata

importante, non si può certo dire che le performance economiche colombiane siano migliorate con i suoi proventi.

I tassi di crescita del PIL, infatti, dagli anni ’90 in poi si aggirava intorno al 5.5%, mentre superava il 5.5% nei trent’anni precedenti. Tale declino non può essere spiegato con la crisi del debito straniero dell’America Latina negli anni ’80, che la Colombia peraltro evitò, né dalle condizioni negative del mercato, né da elementi esterni107. Dopo il 1995, le performance dell’economia colombiana precipitarono, con perdite nel PIL fino al 5% (nel 1999, anno in cui per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale le entrate crollarono). Quando l’industria illegale cominciò a crescere, i suoi effetti a breve durata sull’economia tesero ad essere positivi ma nel medio e lungo raggio, questi divennero altamente dannosi. L’industria della droga agì, infatti, come un catalizzatore che accelerò il processo, chiamato da Thoumi, di “delegittimazione del ragime”, che contribuì alla stagnazione.

104 Bushnell, David, “The making of Modern Colombia: a nation inspite of itself”,

University of California Press, Oxford, 1993.

105 Bushnell, David, “The making of Modern Colombia: a nation inspite of itself”,

University of California Press, Oxford, 1993.

106 Thoumi, Francisco E., “La realcion entre corrupcion y narcotrafico: Un analisis

general y alguna referencias a Colombia”, Revista de Economia del Rosario 2, 1999.

107 Thoumi, Francisco E., “Political economy and illegal drugs in Colombia”, Boulder,

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Tale processo produsse un calo della fiducia che indusse ad un aumento dei costi di transazione, contribuendo ad accrescere la violenza e l’impunità che portarono alla fuga dei capitali puliti e a più elevati costi di sicurezza, promuovendo aspettative di rapido accumulo di benessere con investimenti speculativi ed un relativo aumento delle bancarotte e delle appropriazioni indebite. L’aumento della criminalità ebbe un significativo impatto nel declino dei tassi di crescita del paese; secondo Mauricio Rubio (1996) i costi del crimine in termini di perdite di crescita eccedevano il 2% l’anno, senza includere gli effetti a lungo termine sui fattori di produzione e la formazione di capitale108.

Durante gli anni ’90, gli effetti negativi divennero sempre più evidenti nel momento in cui le droghe illegali divennero le sorgenti dei finanziamenti ai gruppi di guerriglieri sia di estrema sinistra che di estrema destra. In ogni caso, questi minavano enormemente l’economia legale e lo stato. L’industria illecita così divenne una delle più immediate cause della crisi sociale colombiana e contribuì alla distruzione delle attività produttive, nonché alla fuga di capitali.