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2.7 Alcune conclusioni di carattere epistemologico

Giunti a questo punto della trattazione diviene doveroso, visto lo sviluppo che la riflessione ha assunto fin ora, soffermarsi e nel “tirare le fila” sul cammino percorso, avanzare delle precisazioni di carattere epistemologico.

Qualsiasi quesito sotteso ad un indagine è plasmato e sottoposto a pressioni derivanti da due tipologie di questioni. La prima concernete la comunità scientifica di ricerca, o meglio, la necessità di sottoporre ad esame quell’insieme di prospettive, panorami, punti di vista e legami che in essa hanno e vanno assumendo consistenza, conferendole un determinato aspetto, piuttosto che un altro. E, la seconda, riguardante la scelta paradigmatica che caratterizza l’indagine, ponendo l’accento sulla modalità con la quale l’adozione di un paradigma, nel definire problematiche e questioni cruciali per la comunità scientifica di ricerca, va cogliendo teorie, metodi, strategie e tecniche d’indagine considerate conformi a quanto avanzato e tematizzato. L’indagine qui condotta, nel porre come suo problema principale la relazione educativa fra Tv e adulti, facendo di due testualità televisive due ipotetiche risorse per l’educazione familiare, ha determinato non poche difficoltà, visto il suo configurarsi (per certi versi) come un campo “abitato” e “animato” da differenti sguardi disciplinari, sopratutto per ciò che concerne l’individuazione di un posizionamento scientifico e metodologico. Cogliere una relazione dotata di tale complessità ha determinato l’analisi della letteratura scientifica di riferimento, conducendoci al confronto sia con la teoria sorta in seno all’ambito pedagogico, sia a quella nata in campo mass mediale, nonchè a quell’insieme di riferimenti teorici che, nell’ascriversi all’interdisciplinarità, ne sanciscono l’incontro e il dialogo. In effetti,

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e si è cercato di cogliere e porre in evidenza quell’insieme di tendenze e di direzioni, sorte recentemente in entrambi i settori disciplinari, nonché su quei confini che ne segnano l’incontro, rendendo esplicito ciò che ha inciso sulla progettazione dell’indagine.

La presente, nel porre l’accento sul legame che connette Tv ed educazione familiare, si è, per certi versi, protratta oltre le più recenti ricerche, arricchendo tale legame con i caratteri dell’educazione degli adulti. Cioè, cogliendo la Tv come una risorsa educativa174 per la famiglia in cui, nel ribadire un rinnovato protagonismo delle figure genitoriali, l’accento è andato collocandosi, non sull’importanza di un consumo mediato per i minori175 ma bensì sulla performatività delle due programmazioni televisive nei confronti dei genitori-fruitori, nel tentativo di conferire un certo spessore a una possibile forma di sostegno alla genitorialità.

Pertanto, esprimendo l’importanza che, al giorno d’oggi, ricopre la formazione dei genitori dinnanzi a una famiglia che di continuo modifica le sue forme e rinnova i suoi argomenti, conducendoli a confrontarsi con situazioni particolari e complesse che, nel loro esigere comprensione, fanno appello a una grande responsabilità e consapevolezza educativa176; ponendo in evidenza le difficoltà per molti genitori a frequentare tali incontri; ribadendo la pervasività di una Tv che va divenendo sempre più coinvolgente177 e interattiva178 e scorgendo in “Sos Tata” e in Diario di famiglia

174

A questo proposito possiamo citare: Rivoltella P.C., Linguaggi televisivi e realtà familiari, op.cit.; Cigoli V. (a cura), Il vello d’oro. Ricerche sul valore famiglia, op.cit.; Gozzoli C., “Tv e famiglia: chi

educa chi?, La famiglia, 1997, pp.17-26; Casetti F., Fanchi M.G., Galimberti C., “Comunicazione

sociale, televisione e famiglia”, in Scabini E., Donati P., Nuovo lessico familiare. Studi interdisciplinari sulla famiglia, vol.14, Milano, 1995, pp.221-244

175

P.Bertolini, R.Massa, I bambini e la tv. La prima ricerca sull’esperienza televisiva dai 3 ai 6 anni, op.cit; P.Bertolini, M.Manini, I figli della tv, op.cit; P.Bertolini, I bambini giudici della Tv, op.cit; R.Albeman, “Sex Differences in parental Disciplinary pratices: A predictor of Television’s Impact of

Children”, Women Studies in Comunication, op.cit; P.Bertolini, M.Manini (a cura), I figli della tv,

op.cit; A. Oliviero Ferrarsi, Tv per un figlio, op.cit;

G.Carminati, V.Cigoli, L’ospite e l’invasore. Governo familiare e televisione, op.cit.; V.Cigoli, C.Gozzoli, “Il governo bambini-televisione: governo e non governo familiare”, Comunicazioni sociali, XVII, op.cit;

176

P.Milani, Progetto Genitori, Itinerari educativi in piccolo e grande gruppo, op.cit.; M.L.De Natale,

Adulti in Cerca di Educazione, Proposte di pedagogia familiare, op.cit.; A.M. Mariani, Educazione Adulta. Manuale per la formazione permanente, op.cit.; J.P.Pourtois, C.Barras, P.Nimal, Dal genitore qualificato al genitore competente, in E.Catarsi (a cura), L’animatore di educazione familiare: una nuova figura professionale?, op.cit.; S.D’Angela, Il genitore competente, op.cit.; F.Telleri, Essere genitori oggi, op.cit.; Sità C., Il sostegno alla genitorialità, op.cit.;

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e due tentativi televisivi di porre in scena due differenti forme di sostegno (alla genitorialità) in grado, a loro volta, appurate le potenzialità del mezzo televisivo179, di promuovere una qualsiasi forma di supporto educativo in chi la fruisce, si è promosso lo studio di una determinata testualità televisiva ipotizzandola quale risorsa educativa per la genitorialità. Di qui la scelta ad articolare l’indagine su due dimensioni, ribadendo come l’individuazione di una relazione impone l’attenzione a dispiegarsi su entrambi i contraenti, nonché sulle modalità con le quali, essi, vanno costruendo e conferendo forma a tale legame. In entrambe i casi, conformemente con la natura degli oggetti d’indagine e con le finalità perseguite, si è deciso di adottare una modalità di indagine di tipo qualitativo, in maniera particolare, per ciò che concerne, la “fase desk” far proprio un approccio di analisi semiotico testuale ha significato esplorare le due programmazioni ponendo in evidenza come entrambe hanno trattato la problematicità familiare attivando differenti processi comunicativi. Mentre, per quanto riguarda la “fase fiel”, nel tentativo di comprendere l’uso educativo che alcuni genitori-fruitori fanno di tale consumo televisivo, si è scelto, quasi obbligatoriamente, di adottare la tecnica dell’ intervista focalizzata. In sintonia con gli studi che mi hanno orientato, infatti, sarebbe stato più idoneo utilizzare (in questo secondo momento di ricerca) un approccio di tipo etnografico sfruttando, in questo modo, l’opportunità di “dipingere” un’immagine più articolata e complessa dell’esperienza televisiva colta nel suo contesto naturale ma, purtroppo, tutta una serie di motivazioni non lo hanno permesso.

177

Casetti F., Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore nei programmi della

neotelevisione, op.cit; Gasparini B., Ottaviano C., Cittadini N., Simonelli G., Confidarsi a voce alta. Televisione, radio e intimità, op.cit.; Casetti F., Dentro Lo sguardo. Il film e il suo spettatore, op.cit.;

Bettetini G, La conversazione Audiovisiva. Problemi dell’enunciazione filmica e televisiva, op.cit.

178

Scaglioni M., Sfardini A., MultiTv. L’esperienza televisiva nell’età della convergenza, Carocci, Roma, 2008

179

Wolf M., Gli effetto sociali dei media, op. cit.; Sorice M., I Media. La prospettiva sociologica, op.cit.; Capecchi S., Audience “attiva”. Effetti e usi sociali dei media, op.cit.; Lull J., In famiglia,

davanti alla tv, op.cit; Lazarsfeld P., Stanton F., Radio Research: 1942-43, op.cit.; Katz E., Gurevitch

M., Haas H., On the Use of the Mass Media for important Things, op.cit.; J.Fiske, J.Hartley, Reading

Telvision, op.cit.; D.Dayan, E.Katz, Le grandi cerimonie dei media, op.cit.; Meyrowitz J., Oltre il senso del luogo. Come i media elettronici influenzano il comportamento sociale, op.cit; D.Hobson, Women Audiences and Workplaces, in M.E.Brown (ed.), Television and Women’s Culture. The

Politics of the Popular, op.cit; M.E.Brown, Soap Opera and Women’s Talk. The Pleasure of

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e Inoltre, configurandosi questa breve dissertazione conclusiva come una nota di carattere epistemologico, diviene necessario chiudere, approntando qualche parola sul paradigma di riferimento che in tale contesto ha guidato l’elaborazione dei quesiti sottesi alla ricerca, nonché influenzato pesantemente l’adozione della metodologia d’indagine appena accennata e sopra descritta. In un certo senso, nonostante non ci sia stata inizialmente nessuna precisazione paradigmatica, da quanto affermato e delineato, comprendere l’orizzonte in cui ci muoviamo non è difficile.

La scelta di metodi d’analisi qualitativi, ritenuti maggiormente idonei a cogliere l’essenza del mondo umano, facendo di questo, un mondo di significati in cui la quantificazione diviene sterile e improduttiva a favore di una forma di comprensione che, nell’invocare e dispiegare azioni interpretative, coglie i fenomeni e le situazioni nella loro unicità e nella loro profondità. Promuovere procedure di selezione sia dei partecipanti, così come degli altri “oggetti della ricerca” in base alla loro significatività, andando oltre la mera generalizzabilità e spogliandosi di teorie forti e di schemi di raccolta dei dati precisi e dettagliati, protraendosi verso una procedura di indagine induttiva e promuovendo, in questo modo, la formulazione di conoscenze che, nel fare propri i caratteri della contestualità e della specificità, si mostrano in grado di fornire interpretazioni esaurienti e spiegazioni approfondite, dà a intendere di aver “giocato” con le componenti di una modalità di fare ricerca che s’inscrive nella naturalistc inquiriry180.

La scelta paradigmatica è fondamentale in una ricerca, in quanto essa influenza pesantemente l’attività epistemica, facendo propri determinati presupposti ontologici, gnoseologici ed epistemologici. Il paradigma naturalistico, come il termine stesso lo indica, promuove una modalità di fare ricerca in cui l’accento cade sulla significatività della relazione che connette ciascun fenomeno, oggetto d’indagine, al suo contesto naturale. Da ciò si evince la complessità insita ad una realtà che, all’interno di tale “svolta paradigmatica”, nell’acquisire i caratteri dell’evoluzione continua, della relazionalità e della sistemicità, scova la sua identità nella particolarità e nella specificità che scorga dalle dinamiche relazionali che le conferiscono forma e spessore. Una realtà composita ed eterogenea, una realtà educativa, come nel nostro caso, che nel suo costituirsi come un gioco di relazioni

180

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e intenzionali strutturanti un contesto, và nel tempo modificando le sue forme e assumendo nuove sembianze, rendendosi avversa ad una qualsiasi forma di standardizzazione o di matematizzazione. La razionalità ecologica sorge in seno all’impianto relazionale sopra il quale si struttura il fenomeno oggetto di studio, perseguendo un’oggettività che diviene insieme, prodotto e peculiarità di una procedura conoscitiva che fa del dialogo il suo stimolo privilegiato. “L’oggettività che le scienze umane oggi vanno cercando è il frutto di una negoziazione fra più soggetti […] Laddove la ricerca si occupa di comprendere i mondi di significato si avverte la necessità di superare un’oggettività che, anziché fondarsi sull’assunzione della possibilità di una conoscenza isomorfa rispetto al reale, viene concepita come una misura viva da ridefinire continuamente attraverso una dialogicità ermeneutica, che attualizza il principio rortyano di una continua conversazione sul valore di ciò che si va cercando181”.

La ricerca educativa che qui cerchiamo di promuovere, pertanto, in sintonia con il paradigma ecologico (o naturalistico) si configura come una procedura di indagine desiderosa di apportare risultati in grado di migliorare le condizioni di esistenza dell’uomo e, nel discostarsi dalla pretesa positivistica di dominio, si prefigge il raggiungimento di nuove conoscenze, nonché di originali prospettive pedagogiche, abbracciando, in questo modo, la necessità ecologica dell’aver cura.

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Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e

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APITOLO

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I programmi e la loro fruizione.