Se nel nostro Paese, la pedagogia della famiglia e l’educazione familiare rappresentano un ambito d’indagine nuovo, sconosciuto per molti aspetti e dagli innumerevoli interrogativi, in altri Paesi, come per esempio la Francia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra o il Belgio la sua rilevanza è stata percepita qualche tempo prima. La forma più comune assunta dagli interventi di educazione familiare, che possiamo definire in un certo senso, la forma d’intervento di educazione familiare per
Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e eccellenza e soprattutto la più antica, è la cosiddetta “scuola per genitori”. Furono diverse le esperienze di questo tipo ed iniziarono ad emergere quando i genitori, per dirla con Bettelhein, capirono che “genitori non si nasce, ma si diventa”37. Quando i genitori raggiunsero la consapevolezza che avere un figlio e sostenerlo nella crescita e nella maturazione, attraverso un’educazione finalizzata al raggiungimento della sua piena autonomia, libertà e responsabilità, significava imbattersi in difficoltà e problemi che la letteratura di riferimento o l’esempio dell’educazione a sua volta ricevuta, non erano in grado di superare o risolvere in maniera adeguata promuovendo lo sviluppo sia dei singoli individui coinvolti (genitori - figli) sia di quel particolare e profondo legame che li unisce reciprocamente. Si convinsero che solo la riflessione su se stessi, solo quel ripiegamento inquisitorio che il pensiero fa su se stesso, sulle parole, sulle azioni, … sulla quotidianità che scandisce quel rapporto, e lo rende tale, è in grado di dire qualcosa di utile e significativo. Tale consapevolezza e comprensione non individualistica, orientata sopratutto ad un ulteriore conoscenza pedagogica della famiglia, avrebbe potuto produrre risposte e soluzioni soddisfacenti38 ai singoli genitori.
Ma, accanto alla necessità del superamento di una concezione semplicistica e naturale della famiglia, si possono individuare altre motivazioni39, che hanno determinato lo sviluppo e il potenziamento delle scuole dei genitori e, dunque, di una pedagogia della famiglia, come l’esigenza di proteggere e potenziare la dimensione del privato familiare, luogo in cui quotidianamente avviene l’umanizzazione dell’individuo, la riappropriazione del proprio spazio educativo, soprattutto nei confronti della scuola, così come la necessità di riflettere sulla coppia: soffermarsi sull’armonia che dovrebbe connotarla, la definizione dei ruoli e dei compiti genitoriali o l’evoluzione dell’identità, sia essa riferita all’intera realtà familiare o ai singoli soggetti che la compongono.
In Francia, già nel 1860-70, si registrano delle particolari esperienze che, pur traducendosi in vere e proprie occasioni per fornire consigli o particolari regole, documentano, già in questo periodo, una sensibilità per la riflessione sui compiti e la
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Bettelhein B., Un genitore quasi perfetto, Feltrinelli, Milano, 1998, p. 30
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Peretti M., La pedagogia della famiglia, Istituto S.Gaetano, Vicenza, 1967, pp.19-20
39
De Natale M.L., Adulti in cerca di educazione. proposte di pedagogia familiare, Vita e Pensiero, Milano, 2001, pp. 144-146
Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e sollecitudine genitoriale40. Nel 1929, la prima scuola dei genitori sorge in Francia con la denominazione Ecole des Parents et des Educateurs41, proponendo la realizzazione di tutta una serie di attività, incontri e trasmissioni radiofoniche finalizzate ad accrescere le conoscenze e le competenze genitoriali ribadendo l’essenzialità di un educazione dei genitori. Oggi, la Scuola dei Genitori di Parigi dà vita a numerose attività, quali incontri, consulenze, trasmissioni, progetti di vario tipo, per un utenza diversificata come giovani coppie o vere e proprie famiglie con bambini, trattenendo, inoltre, un ottimo rapporto con la Facoltà di Medicina e con il corso di laurea di Pedagogia.
Un'altra nazione molto attiva sotto questo punto di vista è il Belgio dove, già dal 1948, si registrano esperienze di questo tipo, portate avanti e ulteriormente sviluppate negli ultimi tempi da Pourtois.
Come ci ricorda la De Natale, riprendendo Levenstein, la Scuola dei Genitori belga, … si propone scopi tanto informativi quanto formativi, conferendo la massima importanza a quelle attività che costituiscono per i genitori argomento di discussione e autocritica e strumento d’accesso a una maturità personale integrale.42 Articolando il proprio operato in attività: informative e formative dei genitori e degli educatori, attività riguardanti le relazioni umane, gruppi di studio.
Il Paese che, primo fra tutti, percepì l’esigenza di un’educazione alla genitorialità sono stati gli Stati Uniti, le prime esperienze, infatti, risalgono al lontano 1815 quando alcuni gruppi di genitori, spinti dall’esigenza di approfondire le proprie conoscenze, per meglio operare in qualità di educatori dei propri figli, diedero origine alle “Associazioni materne”43. Nel corso degli anni, tali associazioni sono andate modificandosi, conoscendo periodi di maggiore espansione e strutturazione (ventennio 1920 -1940 e il secondo ventennio 1945 – 1965) e momenti di stallo, fino ad assumere oggi chiare ed esplicite connotazioni.
Per ciò che concerne i contenuti possiamo notare che se inizialmente nelle “Scuole per Genitori” l’attività era finalizzata alla trasmissione di particolari conoscenze, quali nozioni di psicologia dello sviluppo, di igiene, puericultura,
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Ivi, p148
41
Isambert A., L’education des parents, PUS, Paris, 1960, p.20
42
De Natale M.L., Adulti in cerca di educazione, op.cit., p.153
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Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e economia domestica, ecc… Con il passare degli anni, ci si rese conto della riduttività di cui tali interventi andavano connotandosi, mostrandosi, spesso, non in grado di produrre una comprensione autentica e un cambiamento funzionale nelle dinamiche familiari. Fu così che non solo l’attività informativa venne affiancata da quella formativa, ma si pose l’accento sull’importanza che le relazioni sociali detengono per il buon funzionamento dell’intero sistema familiare. Le Scuole dei Genitori, quindi, divengono officina di educazione continua, di formazione permanente, dove i genitori trovano supporto attivo, ascolto, occasioni di riflessione e d’incontro reciproco, luogo di incontro/scontro con problematiche simili o opposte alle proprie, con difficoltà lievi o grossi handicap, con particolari questioni morali e considerevoli problemi sociali. Promuovere la riflessione sui principi, sui valori che orientano ogni giorno quell’azione educativa che, nel tradurre concretamente la modalità con la quale le responsabilità genitoriali vengono percepite e gestite, richiede una rivisitazione continua e attenta affinché ogni genitore educhi in maniera consapevole il proprio figlio e, soprattutto, in modo consono al suo essere e alla situazione socio- culturale in cui è immerso. Uno spazio di confronto dinamico, un’occasione di crescita e maturazione collettiva che sostiene e stimola lo sviluppo delle potenzialità che ogni genitore o ogni coppia possiede spesso inconsapevolmente. Il modello inglese, infatti, guardando alla famiglia nella sua totalità, articola le differenti attività proponendosi di svilupparne le competenze e le abilità, operando soprattutto su quelle risorse implicite e incosciamente presenti, rendendo la coppia genitoriale maggiormente consapevole della sua capacità e della sua forza. Il benessere della famiglia e il suo buon funzionamento, identificandosi quale ambiente idoneo di crescita e di sviluppo, viene percepito intrinsecamente connesso alla maturazione identitaria e di ruolo di chi, in quell’ambiente, assolve il compito educativo. In queste Scuole, dunque, l’accento viene posto sulla necessità formativa ed educativa di chi svolge il ruolo genitoriale. Tali attività, pur identificandosi quali ottime occasioni di supporto informativo, concretamente fanno leva sul bisogno di potenziare le competenze parentali, operando sia sul potenziamento personale del singolo individuo sia sull’apertura e l’intenso collegamento che ogni sistema familiare dovrebbe possedere con il tessuto sociale. Le scuole inglesi ribadiscono il principio
Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e secondo il quale per educare è necessario conoscere e conoscersi44. Principio che articola l’attività di tali iniziative su tre livelli: la divulgazione del sapere pedagogico, il potenziamento della funzione parentale, e la discussione collettiva di tematiche e problematiche, concernenti la vita familiare.