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Essere pensosamente presenti rispetto al divenire dell’esperienza

Le riflessioni conclusive dovrebbero condurre ogni lettore verso una sintesi delle differenti tematiche affrontate nel capitolo, abbozzando un riepilogo dell’indagine

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Demetrio D., Manuale di educazione degli adulti, Laterza, Bari, 1997

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Mariani A.M., Educazione Adulta. Manuale per la formazione permanente, Edizioni Unicopli, Milano, 2002, p.19

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e speculativa intrapresa, corredata degli esiti che tale processo ha prodotto o stimolato. Giunti, dunque, a questa fase, diviene doveroso “tirare le somme” individuando le premesse sottese all’indagine, nonché i differenti quesiti che la animano.

La questione che ha dato origine all’intero esame è stata la constatazione di uno stato di “disorientamento educativo” in cui, al giorno d’oggi, riversa la famiglia, intesa come implicita esigenze/domanda di sostegno che essa, rispettivamente, manifesta e invoca, all’intera società. Una richiesta, possiamo affermare, accolta da più versanti, basti pensare, per esempio, a quello politico e di qui l’analisi dei differenti interventi promossi dalla legiferazione, prima accennata. Anche se, uno sguardo accorto, inevitabilmente, ne pone in luce le loro deficienze in termini di esiguità numerica e di orientamento ideologico.

In tale sede, l’attenzione è andata, giustamente, dirigendosi sul versante pedagogico, cogliendo, da una parte la riflessione che in tale disorientamento ha visto il suo maggiore sviluppo e dall’altra, la tipologia e la modalità con la quale essa è in grado di tradursi in azione pratica.

Il quadro delle peculiarità che contraddistinguono la famiglia odierna, mostra un sistema debole e in preda allo smarrimento, in gran parte privato, dell’esempio educativo che tradizionalmente veniva tramandato dalla generazione precedente. Un sistema solo, per certi versi, diffidente nei confronti delle istituzioni e dotato di una forte instabilità che, spesso, nell’oltrepassare l’aspetto istituzionale, si dirige verso l’interno, concentrandosi nell’assenza di dialogo, nelle difficoltà quotidiane, nella radicalizzazione delle attese soggettive e nell’inconciliabilità dei tempi professionali con quelli educativi. Un sistema familiare che abbisogna di una relazionalità che può scovare, solamente, nella costruzione di un contesto dotato di condivisione e di reciprocità. Nella costruzione di uno spazio in cui scambiare e negoziare significati autentici, sia con se stessi che con il proprio partner .

Essere all’altezza del ruolo che si incarna, essere genitore e quindi educatore dei propri figli, “detentore” e costruttore di un agire educativo in grado di rispondere adeguatamente alla specificità delle esigenze della propria prole, significa imbattersi con sè stessi: con ciò che si è fatto, ideato, detto, costruito, promosso … sia consapevolmente che inconsapevolmente. Significa riprendere in mano (o in mente) il proprio vissuto familiare e investirlo di senso.

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e Solo attraverso la riflessione il vissuto familiare diviene specifica e singolare esperienza relazionale. E’ la capacità, nonché la possibilità, di “essere pensosamente presenti rispetto al divenire dell’esperienza”59 che promuove lo sviluppo di quella competenza che l’agire educativo esige.

Spesso, anche le piccole difficoltà inducono numerosi genitori ad arrestare lo sguardo. Percepire la sua presenza, vederla, coglierla, sentirla … e soprattutto affrontarla, impone necessariamente la discussione di un fare che, nel suo cadere nella consuetudine e nella routine sospende il pensiero e innesca la meccanicità. Ogni imprevisto, ogni novità sia essa connotata positivamente o negativamente, conduce verso l’impensato. Conduce a una riflessione che, nel dirigersi fuori dall’abituale, produce senso: l’elaborazione di nuovi significati in grado di orientare un’azione rinnovata, adeguata e promozionale per l’intero sistema.

La formazione parentale, in questo senso, si configura come un’occasione offerta ai genitori di acquisire l’attitudine alla pensosità: “educarsi” al pensiero critico. Essa si configura come un vero e proprio “laboratorio riflessivo”60 in cui ognuno è stimolato a ri-pensare il proprio vissuto (relazionale familiare) con l’obiettivo di accrescere la propria conoscenza e competenza. Una riflessione retrospettiva e problematizzante che scava nel proprio passato cogliendo dinamiche, situazioni, questioni, riscoprendo valori e obiettivi, decisioni e pregiudizi, dai quali assume la dovuta distanza per “criticarli”, avanzando, al medesimo istante, interrogativi di senso.

Attraverso tale pratica riflessiva il soggetto si discosta da quella particolare modalità di agire e di pensare che possiamo definire scontata, gia data, assodata e che fa di lui, all’interno della propria famiglia e della propria società un genitore con determinati diritti e precisi doveri, per dirigersi verso una comprensione e una relazione autentica e significativa con il soggetto (il proprio figlio) a cui è indirizzato il suo agire.

La quotidianità dell’esperienza familiare connotata dalla ripetizione dei differenti gesti, del susseguirsi delle molteplici norme, dalle svariate abitudini che si ripropongono giornalmente, rinforzando l’identità del sistema (familiare) rischia

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L.Mortari, Apprendere dall’esperienza, op.cit., pag.17

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Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e d’innanzi all’asservimento totale e incondizionato dei suoi membri, di diventare una trappola routinaria generatrice di anonimia.

Accondiscendere a priori a un sapere e a una pratica che fa di quella famiglia la mia, rispondendo al mio bisogno di radicamento e di adesione, significa dirigermi a priori verso una forma di meccanicità e di automatismo privo di vita e di senso.

Qualsiasi forma di sostegno alla genitorialità dovrebbe fornire ad ogni genitore l’occasione di affinare quella capacità critica che, giornalmente, nell’espletamento della propria competenza e responsabilità educativa, gli consente di riaffermare e rinnovare quotidianamente il senso del suo essere e fare famiglia.

Questo, naturalmente, impone l’individuazione condivisa, del proprio ruolo all’interno del proprio sistema familiare, interrogando le capacità di autodistanziamento e di autotrascentimento, dalla situazione concreta in cui si riversa, affinché insieme, entrambi i genitori, siano in grado di individuare significati adeguati a fornire di senso e a orientare l’azione pratica, che alimenta la quotidianità educativa.

In sintesi, dunque, possiamo affermare che la nostra attenzione va rivolgendosi ad un sostegno alla genitorialità che, nell’acquisire differenti forme, si configura atta ad accompagnare la normalità delle transizioni familiari, presupponendo il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

• Valorizzare le capacità educative dei genitori

• Rassicurare e aumentare la fiducia e la stima in se stessi • Apprendimento di nuove conoscenze

• Aumentare la consapevolezza circa il loro ruolo, i propri atteggiamenti e i modelli che influenzano il proprio agire

• Promuovere la loro autonomia rendendoli capace di risolvere e gestire i conflitti e i disagi

• Attivare nuove capacità di analisi

• Attivare nuove capacità di ascolto e di dialogo, soprattutto per ciò che concerne la risoluzione dei problemi

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e Se, fino a questo punto della trattazione, l’attenzione si è concentrata sul bisogno educativo, che colpisce la famiglia odierna, e sulla modalità pedagogica con la quale poter soddisfare tale carenza, l’introduzione di un'altra tematica, che diverrà argomento principale d’analisi, s’impone dinnanzi al fatto che non sempre i genitori riconoscono l’esigenza di una formazione, pur vivendo l’inadeguatezza, e non tutti, comunque, hanno la possibilità di accedervi, per diversi motivi.

Porsi in discussione e, soprattutto, aprirsi all’altro manifestando un problema e chiedere aiuto o semplicemente un consiglio, al giorno d’oggi, non né semplice. E, solitamente chi lo fa, frequentando, per esempio, un corso di educazione familiare è già sulla “buona strada”, in quanto manifesta non solo di possedere la consapevolezza dell’importanza del ruolo che ricopre ma esprime la sua capacità a riconoscere la fallibilità e la possibilità come peculiarità dell’agire umano.

Al giorno d’oggi, tantissimi genitori hanno bisogno di un supporto attivo in grado di valorizzare quelle risorse che spesso si disperdono nelle difficoltà o nelle problematiche quotidiane ma la maggior parte di essi si trovano ai margini della formazione parentale.

Si ha la percezione di un’esigenza che, la spontaneità e la normalità con la quale si diviene genitore, affranca dall’ambito educativo ma per la quale si cercano, consapevolmente o inconsapevolmente, risposte.

La riflessione fin ora condotta ha svolto un ruolo cruciale e specifico: configurarsi quale sfondo empirico (per ciò che concerne l’analisi della famiglia italiana) nonchè teorico-pratico (per quanto riguarda lo stato dell’arte della pedagogia e dell’azione educativa che sorge e prende forma in seno all’educazione genitoriale) nel quale hanno avuto origine gli stimoli e quesiti che hanno animato la seguente ricerca facendo, di una specifica programmazione televisiva prima, e di un gruppo di fruitori dopo, rispettivamente gli oggetti e i soggetti di due distinti momenti del presente lavoro.

Già da alcuni anni, infatti nel nostro Paese si producono e vengono mandati in onda due programmi televisivi che, nel proporsi finalità educative più o meno esplicite, mettono in scena due differenti interventi di sostegno alla genitorialità. In altri termini, ciò potrebbe essere letto come la realizzazione di due forme di sostegno

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e alla genitorialità che passano attraverso il mezzo televisivo e che, nel rispetto dei caratteri e delle sue potenzialità comunicative che la Tv ci offre, non può lasciare inerme chi ogni giorno si occupa di educazione familiare. Pertanto diviene quasi inevitabile chiedersi: quale ruolo educativo gioca tale programmazione televisiva in un epoca di disorientamento educativo?

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e

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APITOLO

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La “mediatizzazione” del sostegno alla genitorialità.