• Non ci sono risultati.

Fase Desk: strutture e process

3.2 Sos Tata

3.2.3 La struttura narrativa

Come ci suggerisce Gremais ogni racconto, ogni storia è caratterizzata da una grande struttura sintagmatica costituita da quattro fasi fondamentali che sono il contratto (mandato), la competenza, la performanza e la sanzione. In fatti qualsiasi tipo di narrazione si costruisce su un compito da svolgere, un compito essenziale per conquistare un oggetto che possiede un certo valore per colui che attraverso tutta una serie di azioni, cerca di conquistarlo. Ogni racconto in pratica scova la sua origine in una missione da realizzare ma prima che questa missione possa assumere le forme concrete di gesti, comportamenti o parole (performanza), rispettivamente eseguiti o pronunciati da chi tale missione è chiamato a svolgere, occorre che costui acquisisca delle competenze e delle conoscenze necessarie spesso implicitamente concordate durante il mandato. Ma il racconto non si può affermare concluso solo con la realizzazione dell’azione compiuta, esso terminerà nel momento in cui tale azione

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e verrà riconosciuta come tale. Detto questo la struttura narrativa di Sos Tata emerge prepotentemente: i genitori disorientati e disperati nell’assolvere il ruolo educativo che sono deputati a svolgere nei confronti dei propri figli, invocano l’aiuto della Tata per riuscire a colmare questa mancanza. La Tata si reca a casa loro, oramai il contratto è stato stipulato e per due giorni osserva la famiglia, durante il primo giorno cerca di individuare le modalità con le quali i due genitori si relazionano ai propri figli tenendo in considerazione la problematiche da questi sollevate durante la richiesta e soprattutto le modalità con le quali, in famiglia, si svolgono i pasti e ci si dispone per la notte. Il secondo giorno è anch’esso di osservazione ma solitamente in questo secondo momento la Tata cerca di mettere a fuoco le prassi connesse all’intera famiglia che vanno oltre la dimensione domestica (per esempio per quanto concerne la famiglia Parisotto abbiamo la bambina Elisabetta che mangia dalla nonna o l’uscita dei due coniugi con Pietro il bambino più piccolo) e la sera, dopo cena terminata l’osservazione la Tata si trattiene con i due genitori (riunione con i genitori) ed espone loro le sue considerazioni sull’intero andamento famigliare(inq.366-446). Questa fase dell’intervento di sostegno si caratterizza come un momento molto importante e significativo in quanto in esso emerge prepotentemente la direttività dell’incontro. La Tata, infatti, solitamente siede nel divano, o nel tavolo davanti ai genitori e inizia il suo discorso. Già dalla distribuzione della Tata e dei genitori nello spazio si evince come da un lato ci sia chi sa, chi insegna o comunque chi espone e chi dall’altro ascolta e accoglie in silenzio, azzardando ogni tanto un cenno con la testa, un espressione di perplessità o qualche lacrima quando il giudizio diventa duro. La Tata assume un atteggiamento pacato ma allo stesso tempo è molto determinata e sicura di sé e ciò si evince anche dalle forme verbali utilizzate, come per esempio l’imperativo (inq. 394 “ .. tu devi essere”; ) dalla quasi assenza di locuzioni o preposizioni anteposte alle frasi per comunicare la possibilità di una affermazione, o ancora la presenza nel linguaggio della Tata di espressioni che nell’enfatizzare la lacuna o l’errore osservato, lo rendono certo, presente e insopportabile ( inq. 413, “… ma per carità”; inq.430 “ … ma quando mai”). Alla parola dei genitori viene lasciato un piccolo spazio ( “2 a Daniele; “8 a Fabio e “24 a Giorgia che piange ferita dalle parole della Tata) rispetto ai quasi ‘3,”28 della riunione totalmente dedicati alla parola e all’opinione della Tata. Il terzo

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e giorno ha inizio con la riunione della famiglia, tutta la famiglia, infatti, viene riunita solitamente in salotto per la consegna delle nuove regole. Anche in questa circostanza impera la direttività dell’intervento sia nella disposizione delle persone nello spazio, cioè la Tata da una parte e di fronte l’intera famiglia pronta ad accogliere il suo verdetto, sia dal fatto che le regole arrivano vengono calate dall’alto, o meglio fuoriescono dalla borsa della Tata prive di qualsiasi forma di negoziazione o condivisione con chi quelle regole dovrà farle proprie. Nei giorni successivi (il 4° e il 5° giorno) la Tata supervisiona la modalità con la quale i genitori rispettano e fanno rispettare le regole, affiancandoli e supportandoli là dove nascono delle difficoltà o nel momento in cui scorge qualche incongruenza e, anche in questo caso, gi interventi si configurano come degli ammonimenti dal tono dolce (inq. 528- 559 confronto tra Giorgia e Tata Lucia, t.’1,”97 ). Il quarto giorno è anche il giorno della prova a metà settimana che la Tata decide e assegna al genitore che ha presentato maggiori difficoltà (la prova di Giorgia) una prova che successivamente la Tata valuterà dando, al genitore, un voto (Giorgia: 5). Nei giorni successivi (5° e 6° giorno) la situazione inizia a prendere una buona piega, i genitori iniziano a dimostrarsi capaci di mettere in atto gli insegnamenti della Tata, e quindi in un certo senso abili nel gestire determinate situazioni manifestando quell’autorevolezza che l’istanza educativa esige. Il sesto giorno è il giorno in cui tutta la famiglia trascorre insieme alla tata dei momenti felici e spensierati, solitamente fuori a contatto con la natura. In un certo senso si ha la creazione di quello stato di quiete e di serenità che sia i genitori nella richiesta d’aiuto, che le urla e gli strilli della presentazione iniziale, consideravano e dimostravano oramai perduta. Il settimo giorno infine è il giorno dei saluti, la Tata ha prestato il suo aiuto all’eroe (i genitori) ha fornito loro delle conoscenze e delle competenze (competenza), ha aiutato loro a mettere in pratica tali competenze promuovendo e accompagnando il loro divenire educatori responsabili (performanza) e ora terminata la sua missione lascia una lettera di sanzione.

Riprendendo il discorso di Gremais, infatti i genitori si configurano come due Soggetti (S1 e S2) educativamente disorientati ma consapevoli del proprio dover essere e dover fare (quindi in loro la Manipolazione è interna in quanto sono

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e Destinanti essi stessi di se stessi) che per raggiungere la competenza educativa (oggetto di valore O) e compiere il proprio piano narrativo, chiedono aiuto ad una Tata. La tecnologia che impera nel processo di avviso e richiesta di una Tata non fa che presagire l’intervento di mediazione compiuto dal mezzo televisivo. Sembrerebbe che è proprio il mezzo televisivo ad accogliere la domanda d’aiuto e a rigirarla alla centrale delle Tate. E, così la Tata (S3) diviene un prezioso e abile aiutante, un esperto in grado di accompagnare i Soggetti nel tortuoso cammino di conquista dell’oggetto di valore, promuovendo l’attualizzazione del piano narrativo (Schema Narrativo Canonico). La Tata si configura come un personaggio attivo, un influenzatore, un modificatore positivo della situazione. Simboleggia la competenza, il saper fare che incontra e si scontra con il disorientamento, l’incompetenza, con il non saper fare dei genitori.

Quindi descrivendo la modalità del saper fare su una struttura logica basata su rapporti di contrarietà e contraddizione fra i termini (Percorso Generativo), possiamo individuare le seguenti posizioni modali:

Soggiacente a questo livello superficiale, semio-narrativo che più o meno corrisponde al livello dello Schema Narrativo Canonico, è possibile individuare un livello di strutture profonde deputate a conferire una base logico-semantica alle operazioni narrative, in altri termini si ha il quadrato semiotico che non è altro che

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e una rappresentazione logica nel quale dei termini qualsiasi S1 e S2 si trovano rappresentati in relazione di contrarietà (S1 vs S2), di sub-contrarietà (non S1 vs non B1) e di contraddizione (S1 vs non S1; S2 vs non S2);.

Figura n°2

Quindi nella formula S1∩O (nel saper fare) si realizza la congiunzione di un Soggetto con l’Oggetto di valore, e il Soggetto dunque è colui per il quale l’oggetto ha valore, mentre in S1∪O si realizza una disgiunzione del Soggetto con l’Oggetto di valore. Gli Attanti scovano il valore della loro esistenza nel rapporto che li lega alle operazioni di valorizzazione in quanto i valori iscritti nel quadrato divengono i valori per un soggetto, con i quali investe gli oggetti di valore e con i quali si trova in congiunzione o in disgiunzione. E il risultato che quell’insieme di atti conseguono (cioè che possibili rapporti fra attanti o fra attanti e oggetti di valore conseguono) determina una variazione strutturale195. Nel nostro caso abbiamo due Soggetti che si trovano in un rapporto di disgiunzione con il saper fare che il loro ruolo esige, con una forma di competenza educativa che l’essere genitore richiede ma che essi non hanno (S1∪O) ma poi attraverso l’intervento di sostegno con il quale la Tata alimenta la loro competenza, raggiungono la congiunzione con il proprio Oggetto di valore (S1∩O) determinando un vero e proprio rovesciamento rispetto alla situazione iniziale A (A→ ¬ A).

195

Le variazioni strutturali sono:

− Saturazione narrativa dato uno stato iniziale A della narrazione a termine di essa si perviene comunque al medesimo stato iniziale (A→A);

− Inversione quando si verifica il rovesciamento simmetrico della situazione di partenza (A→ ¬ A)

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e 3.2.3.1 “Narrazione forte” e Intervento di sostegno alla genitorialità

Da quanto detto fin’ora sulla dimensione narrativa di Sos Tata ciò che emerge è un quadro ben disegnato e puntuale di elementi ben connessi e intrecciati tra loro tra i quali acquista un importanza fondamentale l’azione. Un azione che fa propri i caratteri del cambiamento e dell’alterazione, un azione che congiunge situazioni e particolari momenti, un azione totalmente immersa in un contesto fisico e sociale che insieme la contiene e l’alimenta. Ma oltre all’enfasi posta sull’azione ciò che emerge in tale quadro narrativo è uno schema assiologico duale in cui da un lato scoviamo i Genitori e il loro disorientamento, e dunque il loro rammarico per l’ “incapacità” che essi avvertono nel svolgere il proprio ruolo insieme alla fatica che la rivisitazione personale determina e il confronto con la Tata alimenta. E, dall’altro, la Tata con il suo saper fare, … con la sua competenza: due posizioni opposte che nel programma si incontrano e si scontrano fino a colmare il gap che inizialmente le divide, segnando le fasi che definscono il percorso diegetico.

L’intervento di sostegno alla genitorialità messo in scena da tale testualità televisiva si configura come un vero e proprio approccio formativo all’educazione196 che fa proprie le modalità di scelta e di selezione dinnanzi a un educando bisogno e carente. Una forma di supporto che nel prescindere dall’ascolto di chi si va formando (infatti nonostante i genitori inizialmente descrivono la loro famiglia e i propri figli è consuetudine enunciativa corredare tale presentazione da immagine in un certo senso atte a denigrare quanto si sta affermando, o spesso la Tata in riunione spesso contraddice quanto sostenuto dai coniugi a priori senza alcuna precedente riflessione insieme) si configura come un processo lineare e cumulativo in cui diviene fondamentale il raggiungimento degli obiettivi di comportamento fissati dall’esperto. Il rapporto educativo che emerge fra genitori e Tata è un rapporto che nasce in seno ad una pedagogia fondata e coerente con una psicologia comportamentista come mostrano le forme assunte dall’intervento, la formazione delle Tate, nonché, in alcuni casi le loro parole. Un rapporto cioè in cui si ha la realizzazione di una comunicazione educativa a senso unico in cui gli obiettivi, le attività e i mezzi vengono scelti da colui che sa, … si progetta per qualcuno e non con qualcuno. La

196

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e visione d’uomo sottesa al comportamentismo è essenzialmente quella di un essere passivo, di un uomo plasmato dall’ambiente in cui vive, di un uomo il cui comportamento è l’esito delle sollecitazioni ambientali, nonchè delle gratificazioni o frustrazioni connesse alle risposte espletate.

Insomma in “Sos Tata” emerge una forma di sostegno alla genitorialità basata su un’educazione che Paulo Freire definirebbe bancaria197 in cui i contenuti veicolati si sbiadiscono nella trasmissione passiva trasformandosi in un sapere d’archivio cumulativo. Il docente, l’esperto, colui che sa trasferisce il proprio sapere a chi ascolta e la conoscenza nell’disgiungersi dalla dialogicità va soffermandosi alla mera trasmissione facendo propria la categoria della direttività. Un modello comunicativo- educativo che in un certo senso alimenta ed esprime il prototipo di una società “oppressiva”.