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Fase Desk: strutture e process

3.2 Sos Tata

3.2.4 Modalità di enunciazione televisiva

L’osservazione che ora nasce spontanea dinnanzi a queste ultime riflessioni ricade sul legame che connette il modello comunicativo-educativo rappresentato e appena analizzato, rispetto al processo comunicativo-educativo attivato dall’intero programma. Ciò significa prestare attenzione al ruolo e alla posizione che esso conferisce allo spettatore e valutare la modalità con la quale va configurandosi l’asimmetricità che si crea tra enunciatore ed enunciatario, tra chi parla e chi ascolta.

Avendo già prestato attenzione al “mostrato” e avendo accennato l’esistenza di due livelli di temporalità e cioè la non coincidenza fra quanto viene enunciato e le condizioni di fruizione, ora diviene doveroso apportare alcune precisazioni e approfondire la questione, posando lo sguardo sulla messa in scena e i percorsi dello sguardo.

In che modo Sos Tata comunica il suo farsi e il suo darsi?

All’interno del testo si possono individuare fin da subito delle figure interne che in un certo senso simulano il rapporto comunicativo che in esso si va instaurando. In

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L. Bindi (a cura), P. Freire, L’educazione come pratica della libertà, Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1973,

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e maniera particolare, emerge in tutta la sua evidenza il ruolo ricoperto della Tata che assume le vesti di un vero e proprio narratore e ciò lo si evince, soprattutto, dalla voce over della Tata che “prende piede” sin da subito (inq.154). Si tratta di una voce che, nel commentare e analizzare ciò che si va vedendo e svolgendo nelle inquadrature, va protraendosi per l’intero programma. Una voce che, diverse volte all’interno dell’intera testualità (inq.221-246- 264-266-289-320-348-365-453-560- 570-576-579-668-775-791-850), acquisisce un volto: cioè si tratta di un primo piano della Tata all’interno di una camera dell’abitazione della famiglia di cui si parla, che volgendo lo sguardo in macchina narra e commenta la vicenda con voce pacata e sicura. Ciò che emerge, infatti, è il suo punto vista. Un punto di vista che nell’incarnare la logica sulla quale viene costruita sia l’immagine, sia il racconto dell’intera settimana di intervento, fa di lei un vero e proprio focalizzatore omo- diegetico. Un focalizzatore che incarna perfettamente il punto di vista di un Autore implicito che conferisce a lei, naturalmente facendo appello alla sua competenza, un incarico ben preciso quello di narratore,.

Per ciò che concerne le inquadrature invece, possiamo affermare che la voce over della Tata che accompagna quasi l’intera registrazione, le didascalie concernenti le diverse precisazioni temporali (l’orario, i giorni, l’orologio) le didascalie riguardanti le presentazioni con i nomi dei diversi protagonisti, o ancora le didascalie della “prova a metà settimana”, insieme agli sguardi in macchina della Tata sono tutti degli aspetti che nel rendere esplicite le istruzioni relative al progetto comunicativo, sotteso all’interno programma, danno luogo a delle interpellazioni. E questo, per l’appunto, ci permette di individuare la presenza di un Autore implicito, di un narratore che è la Tata e di due (o tre nel caso della famiglia Parisotto) narratari (i genitori) a cui l’intervento è rivolto e che, a loro volta, pongono in risalo i caratteri e le peculiarità di uno spettatore implicito che sta al di fuori dello schermo. Insomma si va realizzando un atteggiamento comunicativo che anziché posare la sua attenzione sulla diegesi si focalizza prevalentemente sul discorso che si va consumando.

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e 3.2.4.1 La costruzione del quadro comunicativo

Ma in che modo va costruendosi questo quadro comunicativo?

Per rispondere a questo quesito e rendere l’analisi del processo comunicativo attivato da Sos Tata ancora più chiaro, diviene necessario utilizzare le categorie modali utilizzate per i ruoli narrativi. A questo proposito vanno ripescati il mandato, la competenza, la performance e la sanzione. I genitori infatti chiedono aiuto, avanzano una domanda di sostegno che giunge all’apparato televisivo, il quale a sua volta conferisce il proprio mandato alle Tate: correre in aiuto della famiglia. La sfera d’azione, il ruolo comunicativo riservato allo spettatore ne fa di lui uno spettatore mandante: in esso il pubblico diviene il principio ispiratore di un agire dei protagonisti, della costruzione e dell’andamento delle trasmissioni198 . Il mezzo televisivo si pone al servizio del telespettatore identificandosi come un mezzo o un ambiente che va commisurandosi con i bisogni, le esigenze e i desideri del proprio pubblico. La fiducia del telespettatore viene riposta in colui che esegue il mandato, la Tata fa quello che il pubblico sembra chiederle e lo fa esibendo la sua competenza, il suo saper fare, il suo ruolo di esperto. La Tv diviene uno “strumento d’uso” atto a facilitare il contatto quotidiano. In Sos Tata l’assunzione del mandato che la Tv prende in carico è reso palese e forte soprattutto nella terza serie, quando nella sigla del promo al suono della sirena segue la rappresentazione dell’allarme che arriva alle Tate attraverso lo schermo del cellulare (T.Francesca), per mezzo dello schermo del navigatore satellitare (T. Renata) e attraverso lo schermo del portatile (T. Lucia) e, ciò che in essi compare è sempre la medesima cosa: uno sfondo rosso con al centro il logo di Sos Tata in bianco e dei cerchi concentrici, sempre bianchi, attorno ad esso che nell’illuminarsi a intermittenza accentuano l’urgenza e la necessità dell’intervento. Un elemento vicario emblema dell’emissione, del farsi del programma che nella nuova serie (4 stagione) viene ridimensionato e sostituito dal monitor del computer presente nella centrale delle Tate, a sua volta deputato a segnalare i messaggi (su uno sfondo azzurro una scritta rossa dice messaggio) e tramite il collegamento alla stampante, visualizzare l’immagine (attraverso la foto) della famiglia in difficoltà. Sempre nella nuova serie, inoltre, un altro emblema

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Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e dell’emissione televisiva compare nella “prova a metà settimana”, quando la Tata nel sottoporre ad esame uno o entrambi i genitori segue il loro operato da un furgone, all’interno del quale viene riprodotta una sorta di saletta regia, in cui quattro schermi televisivi riprendono ciò che accade al di fuori. Le immagini della Tata che osserva e valuta attraverso questi schermi oltre che a ribadire il ruolo giocato dal mezzo televisivo inteso come strumento di contatto umano atto a rispondere alle esigenze del suo pubblico, pongono in evidenza anche il ruolo giocato dalla Tata stessa: cioè l’espletamento di un mandato relativo alla sua capacità di orientare e di gestire l’azione educativa e comunicativa dentro e fuori il testo. In un certo senso, il suoi occhi che guardano i monitor sembrano suggerire allo spettatore “vedete ciò che vi faccio vedere io, sono e saranno i miei occhi a guidarvi”.

La Tata, abile narratario figura vicaria del mezzo televisivo, dunque, riceve il mandato di aiutare i genitori a gestire la propria genitorialità o meglio aiutarli nell’acquisizione di quelle competenze educative relative all’assolvimento del proprio ruolo. Riceve il mandato e in quanto esperto e competente, guida l’azione educativa e comunicativa (portare parola). Così va compiendo la sua performance che si esplica in quell’insieme di azioni e di parole che rispettivamente, realizza e pronuncia durante il programma, e sulle quali prende forma l’intervento educativo- comunicativo. In altri termini, assume un comportamento con il quale invita lo spettatore a mantenere una certa attenzione affinché lui possa, in questo modo, partecipare al programma. L’agire della Tata si fonda sul suo “saper far fare”, sulla sua solidità professionale, cioè essa, in un certo senso, costruisce il suo personaggio accentuando il suo “saper fare”.

E in ultimo, arriva anche il momento della sanzione: una lettera che la Tata ha scritto per la famiglia e che viene letta mentre sullo schermo compare la Tata che oramai è già via, è già distante dall’abitazione. La lettera in sé, cela diversi significati, si configura come un momento prettamente cognitivo denso di pensieri, di sentimenti e di propositi con i quali apparentemente la Tata, in quanto la voce è la sua, sanziona la famiglia riconoscendone gli sforzi, i pregi e naturalmente la sua vittoria ma allo stesso tempo quella medesima lettera diviene uno strumento di giudizio finale che implicitamente coinvolge anche la Tata segnandone la sua vittoria, il suo essere riuscita nel suo mandato: cioè aver sostenuto e condotto due

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e genitori nell’acquisizione di un minimo di competenza educativa, nonché aver accompagnato lo spettatore fino alla conclusione del programma.

In ultima battuta, dunque, non ci rimane che aggiungere qualche parola sulle forme di debrayage e embrayage di enunciazione presenti all’interno della testualità. La loro presenza, infatti, si propone di realizzare una forma di apertura e di partecipazione maggiore, stimolando la creazione di momenti di condivisione e di coinvolgimento, di uno spettatore che viene continuamente interpellato affinché stia lì fermo ad ascoltare ciò che la Tata ha da dirgli e da insegnargli.

Da quanto detto, pertanto, si evince come anche a questo livello d’analisi si vada realizzando una forma di comunicazione-educativa a senso unico. Una Tv che mette in scena un intervento di sostegno alla genitorialità dal quale, a casa, genitori in crisi o disperati possono attingere conoscenze, informazioni, significati o strategie che un esperto comunica loro attraverso il mezzo televisivo. Ciò che va realizzandosi è una sorta di racconto commentativo che la Tata esplica durante il programma. S’innesca un meccanismo di determinazione della realtà, cioè la costruzione di un mondo differente rispetto a quello in cui si instaura la comunicazione audiovisiva nonostante tale mondo vada costituendosi di pari passo con quest’ultima. Un mondo che il narratore conosce fino in fondo e al quale conferisce un immagine precisa e determinata letta in questo caso attraverso una chiave di lettura interpretativa che è quella di una pedagogia comportamentale. La narrazione, infatti, ripropone, una determinata concezione visiva delle strategie di conoscenza. La Tata diviene un soggetto commentatore che nell’intraprendere un racconto, interessante ma denso di giudizio, rende ancora più difficoltoso il comportamento critico del destinatario, al quale non rimane che seguire inerme il racconto. La comunicazione in un certo senso ricade sul destinatore199 e va sviluppandosi come l’esplicitazione di un punto di vista dal quale viene mostrata la realtà. Una comunicazione emotiva in cui acquista importanza la modalità e l’intenzione con la quale essa si esplica, in quanto ciò che conta non è la realtà in sè ma la capacità della Tata di mostrare l’intervento che ha promosso e comunicato. Quindi lo scopo è mantenere attivo uno scambio comunicativo che dal punto di vista pedagogico fa propri i caratteri della mera trasmissione .

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Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e 3.2.4.1 Promo

I promo sono degli spot, come il termine stesso lo indica, atti a promuovere il programma per il quale sono stati creati, nonché ad alimentare la curiosità e l’interesse nel telespettatore. Un paratesto televisivo funzionale allo scambio comunicativo che si realizzerà nel momento della trasmissione del programma pubblicizzato. O ancora, il luogo in cui la sollecitazione dell’interpretazione e dell’accettazione del destinatario acquisisce le forme di una vera e propria proposta contrattuale. Una proposta che può conoscere diversi livelli di esplicitazione200, a seconda di come si distribuiscono le informazioni in essa contenute, nonché differenti strategie di valorizzazione. Per ciò che concerne il promo di Sos Tata esso assume le forme di un esplicitazione progressiva della proposta in quanto una voce off, accompagnata da una musica atta a enfatizzare le immagini rappresentate, fornisce tutta una serie d’informazioni concernenti sia i protagonisti, sia i contenuti della nuova serie del programma. Mentre, viene adottata una strategia di valorizzazione che possiamo definire d’attesa in quanto in esso il destinatore veicola l’immagine di un destinatario immerso momentaneamente in una situazione d’attesa, per ciò che concerne l’oggetto da valorizzare, ma che a sua volta genera nel telespettatore la presupposizione di una sanzione positiva. Solitamente questa tipologia di promo tende ad alimentare questo meccanismo di aspettazione costruendo la suo interno immagini vicarie: quella dello spettatore, che è il destinatario e quella del destinatore che nel nostro caso sono le Tate.

Voce off: “Ogni giorno una mamma si sveglia e sa che i bambini la metteranno a dura prova, ogni giorno un papà si sveglia e sa che la sua giornata non conoscerà

200

Cfr. Ivi, pp.178-182

Per quanto riguarda i diversi livelli di esplicitazione Casetti evidenzia: − Esplicitazione rinviata della proposta

− Esplicitazione progressiva della proposta − Esplicitazione anticipata della proposta Per quanto riguarda le strategie di valorizzazione:

− Strategia di racconto: le informazioni vertono sulla costruzione dell’oggetto e sul suo consumo; − Strategia di testimonianza:testimonianza avanzata da un portaparola del destinatore e del

destinatario;

− Strategia d’attesa:quando l’attesa viene vissuta da una figura del destinatario e alle volte accompagnata da una figura del destinatore.

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e riposo, ogni giorno un bambino si sveglia e sa che i genitori saranno il suo bersaglio, non importa se siete genitori o bambini una Tata pronta a tutto sta arrivando … Bambini terribili, famiglie allagate, genitori incompatibili, situazioni delicate … Sos Tata stagione quattro .. quando il gioco si fa duro”

Come si evince dalle ultime parole pronunciate questo è il nuovo promo della quarta serie di Sos Tata. Nella sua analisi, naturalmente, giocano un ruolo fondamentale oltre alle parole emesse, le inquadrature, la modalità con le quale queste ultime sono state messe in serie e la musica. Infatti, seguendo quanto trascritto nella tavola n° concernente alla trascrizione grafica del promo le prime inquadrature seguono la voce e mettono in scena l’immagine di alcune mamme che già dal primo mattino si dimenano con in propri figli. In maniera particolare abbiamo la mamma della famiglia Zanisi, della famiglia Pillin, della famiglia Graziani e della famiglia Procacci, della seconda e della quarta, si odono anche le voci nonostante il tutto sia accompagnato da una musica atta ad enfatizzare la presenza in queste famiglie di uno stato di allarme, di preoccupazione, … di profondo disagio. Così come quelle successive, nelle quali viene dato un volto ai papà inquieti e smarriti (inq. 6: papà della famiglia Tassinari, inq.7 papà della famiglia Pillin, inq.8 papà famiglia Graziani, inq.9 papà della famiglia Tassinari, inq.10 papà della famiglia Pillin) e un volto ai bambini vivaci e capricciosi (inq.11-20 diversi bambini delle famiglie della nuova serie vengono ritratti mentre combinano qualche marachella, urlano o piangono). In questa prima fase avviene la presentazione di un destinatario (mamme e papà insieme ai loro bambini: una famiglia) atta promuovere una sorta di identificazione con lo spettatore, immerso in una situazione di attesa per ciò che concerne l’oggetto da valorizzare: l’intervento di una Tata affinché l’armonia e la serenità imperino nuovamente sovrane nella quotidianità famigliare. Successivamente, cambia la musica e finalmente si conferisce un volto anche alle Tate, i destinatori (inq. 21-28). Anche in questo caso l’obiettivo della musica è quello di enfatizzare ed accentuare quanto messo in scena dalle immagini, infatti, la presentazione delle Tate viene accompagnata da una pezzo che presagisce una sfida, una missione, … un mandato che implica anche una certa difficoltà. Ma le Tate allo stesso tempo si mostrano pronte a tutto (arrivare in canoa e quindi pronte a remare

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e duro, arrivare con un fuoristrada e oltrepassare corsi d’acqua e terreni rocciosi, o ancora viaggiare in gondola) a confrontarsi con ogni situazione e con ogni difficoltà.

Prendendo in considerazione le informazioni in esso contenute, tale promo potrebbe essere diviso in due parti: una prima parte riguardante la presentazione dei protagonisti, quella appena commentata, e una seconda in cui viene fatto appena accenno ai contenuti che in un certo senso differenziano questa quarta serie dalle precedenti, rendendo l’impresa delle Tate più dura e, allo stesso tempo, più interessante la modalità con la quale si giungerà alla sanzione positiva.

3.2.4.3 Nuovo e vecchio promo a confronto

Le differenze del promo appena preso in esame rispetto al promo che ha pubblicizzato le altre serie non sono sostanziali ma un breve accenno a quest’ultimo mostra come effettivamente il cambiamento in esso sia sintomo di un rinnovamento di più ampia portata e cioè riconducibile ad un processo che per diversi motivi, ha coinvolto il programma stesso. Oramai il pubblico conosce già Sos Tata, sa già in che cosa consiste la mission delle Tate e pertanto potrebbe manifestarsi maggiormente interessato a scoprire le particolarità delle situazioni famigliari che nel contraddistinguere la nuova stagione, la caratterizzano come un gioco piuttosto duro.

Voce off: “Il peggiore incubo di ogni genitore, bambini completamente fuori controllo che rendono la casa un inferno, queste famiglie hanno raggiunto il limite hanno un disperato bisogno di aiuto e hanno una sola opportunità chiamare Sos Tata. Ogni settimana un team di Tate specializzate e molto competenti riceverà la telefonata di una famiglia in crisi e deciderà quale tata è la più adatta risolvere i loro problemi … la Tata avrà una settimana di tempo per ristabilire l’ordine in famiglia e restituire la serenità … queste famiglie possono essere salvate? Ce la farà la nostra Tata? Genitori d’Italia la Tata sta arrivando da voi”

Questo “vecchio” promo costruito con le stesse modalità del precedente, e quindi corredato dalle immagini delle famiglie protagoniste della stagione di riferimento che

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e vivono in modo caotico la propria quotidianità familiare, dalle immagini delle Tate, da una musica che enfatizza il disordine e la necessità di un intervento, offre però, a differenza dell’altro, una descrizione sommaria dell’intervento (la Tata avrà una settimana di tempo per ristabilire l’ordine in famiglia e restituire la serenità) e due quesiti che, nel segnarne l’interruzione, si configurano atti a stimolare quella condizione di attesa precedentemente tematizzata. Ad incuriosire e sollecitare nei telespettatori la fruizione di un qualcosa che quasi sicuramente avrà una sanzione positiva ma che di fatto è un impresa.

Da quanto detto si evince come il promo non sia altro che una storia, una descrizione, … una durata interrotta, ed è proprio a causa di questa interruzione che viene generata un attesa. Infatti in entrambi i casi, prevedendo l’inserimento all’interno dei due discorsi di un soggetto osservatore che percepisce lo svolgimento temporale sulla base dei parametri di inizio, durata e conclusione (strumento semiotico dell’aspettualizzazione) è possibile individuare una temporalità sottesa alla strutturazione di un processo, nonché le tensioni che in esso si possono creare tra la durata iniziale, quella centrale e quella conclusiva. Tensioni che, naturalmente, creano attesa. Ritornando al nuovo promo infatti possiamo dire che alla presentazione della famiglia e delle Tate che si configurano come i due momenti iniziali e alla descrizione delle problematiche concernenti le nuove famiglie, che contraddistinguono la fase centrale e che segna la cifra della sua evoluzione, segue un momento conclusivo che accenna la novità lasciando i telespettatori dinnanzi ad un vero e proprio stato d’attesa: “Sos Tata stagione quattro …quando il gioco si fa duro! Una tensione che nel primo promo invece, viene giocata completamente sull’esito della missione, “… queste famiglie possono essere salvate? Ce la farà la nostra Tata?”

Un promo che entrambi le serie (le prime tre e l’ultima, la quarta) inviano o subito prima della sigla (La7) al punto da sembrare totalmente unita a essa, o dieci o cinque minuti prima che abbia inizio la nuova puntata (Fox life)

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e 3.2.4.4 La sigla

La sigla del programma che andiamo esaminando, a mio avviso, ricopre un significato particolare per ciò che concerne la tipologia del processo comunicativo da lui attivato. La sigla infatti, che poi va a influenzare quell’insieme di didascalie o