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La spettacolarizzazione del sostegno alla genitorialità come risorsa pedagogica

La “mediatizzazione” del sostegno alla genitorialità Definizione dell’oggetto di indagine

2.3 La spettacolarizzazione del sostegno alla genitorialità come risorsa pedagogica

Cogliere la “spettacolarizzazione del sostegno alla genitorialità” come risorsa pedagogica per l’educazione familiare implica da una parte la chiarificazione di alcuni concetti sui quali lavorerà l’interna analisi, e dall’altra la rivisitazione di studi e di ricerche precedentemente condotti72 che, nell’assumere un atteggiamento non necessariamente preoccupato o diffidente nei confronti della televisione, fanno di essa un ipotesi pedagogica73.

Dal punto di vista formativo i media si configurano come delle preziose possibilità per gli adulti. La nostra attenzione si rivolge principalmente alla tv ma, allo stesso tempo, non è difficile comprendere come sia essa, sia altri media, o ancora, la loro connessione (programma televisivo dotato di sito internet) soddisfino i bisogni di autonomia tipici di un apprendimento adulto. La possibilità di fruire o di accedere in totale solitudine, riservatezza e tranquillità ad una certa programmazione, a forum di discussione, banche dati, …o a veri e propri corsi di formazione on-line, risponde perfettamente a quell’esigenza di autogestione che contraddistingue l’età adulta. Come ci ribadisce Rivoltella74, sempre per ciò che concerne l’educazione degli adulti, possiamo individuare tre tipologie di “uso formativo” dei media, alle

72

J.Lull (1990), In famiglia davanti alla tv, op.cit.; Jodelet D. (a cura), Le rappresentazioni sociali, Liguori, Napoli, 1992; R.Farr., S. Moscoviti (a cura), Rappresentazioni sociali, Il Mulino, Bologna, 1989;

73

P.C. Rivoltella, Televisione ed educazione familiare, p. 168, in C.Gozzoli (a cura), Linguaggi

televisivi e realtà familiari. Quali spazi d’incontro, Edizioni Unicopli, Milano 2002

74

P.C.Rivoltella, I media e l’educazione degli adulti, p.182, in A.M. Mariani, M. Santerini,

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e quali, a loro volta, si scoprono sottese altrettante e differenti idee di questi. Come supporto all’intervento formativo (quindi sia per la gestione-presentazione di informazioni, sia per la presentazione di documentazione relativa a realtà o esperienze non accessibili direttamente in aula, sia come stimolazione per il dibattito relativo ad un determinato argomento, sia come discussione di un caso), come oggetto di intervento formativo (e ad esso fa capo il campo dell’educational, quindi i media come possibilità formativa autonoma) e come spazio di formazione ( l’ambito delle nuove tecnologie in cui il media diviene ambiente esso stesso di formazione, favorendo il reperimento di informazioni e forme di comunicazione sincronica e asincronica). La presente ricerca si localizza, chiaramente, all’interno di tale dissertazione, facendo della televisione, o meglio di due prodotti mediatici come SoS Tata e Diario di famiglia, due trasmissioni d’intervento educativo per adulti, ma, allo stesso tempo, la tipologia di media in questione conduce la riflessione ad incanalarsi e scovare nuove diramazioni in quel sentiero già precedente abbozzato75, quando il rapporto tra televisione ed educazione, nonché quello tra televisione ed educazione familiare, è stato fatto a oggetto d’indagine privilegiato. Tale studio, infatti, ci offre un modello di declinazione del rapporto che caratterizza televisione e ambito educativo, fondamentale per la nostra indagine, in quanto ci permette di insediarci in una determinata prospettiva di analisi.

L’elaborazione di Rivoltella si articola su due livelli d’indagine che focalizzano la loro attenzione ora sulla modalità con la quale cogliere la Tv, e cioè intenderla risorsa dell’intervento educativo o soggetto di educazione essa stessa; e ora sulle peculiarità da privilegiarne, prestando maggiore attenzione al medium sia come mezzo di comunicazione, sia come dispositivo in grado di veicolare precisi valori. Lo schema che ne viene è il seguente:

Punto di vista Prospettiva

Educazione televisiva Televisione educativa

Strumentale Educazione alla televisione Educazione metatelevisiva

Valoriale Educazione con la televisione Educazione attraverso la televisione

75

P.C.Rivoltella, Televisione ed educazione familiare, pp.167-202, in C.Gozzoli, Linguaggi televisivi

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e Quindi, possiamo affermare di muoverci in una prospettiva di educazione televisiva nel momento in cui l’attenzione và focalizzandosi sia sull’individuazione dei linguaggi utilizzati o dei contenuti veicolati, sia sui valori che emergono nel processo educativo con essa attivato. Per quest’ultimo punto basti pensare, per esempio, a quanto tematizzato in proposito dalla Buonanno76 in merito alla funzione modellizzante della fiction o l’elaborazione di Hoekstra77: per entrambi infatti la moralità si esprime, rispettivamente, attraverso la tipizzazione psicologica dei personaggi di fiction e attraverso la verbalizzazione degli ospiti presenti negli altri programmi.

Mentre, nel momento in cui la televisione con la sua programmazione, si configura come un vero e proprio soggetto capace di stimolare educazione, andremo ad imbatterci nell’ambito di una televisione educativa privilegiando o la riflessione sul linguaggio utilizzato e sui contenuti trasmessi, e per quest’ultimo, soprattutto, diviene basilare prendere in considerazione la modalità di presentazione adottata, o come nell’educational, dove la programmazione non concede a chi si occupa di formazione di individuare in essi stimoli importanti per l’intervento ma diviene, essa stessa, una televisione educativa.

Nel rivisitare le motivazioni che animano la presente ricerca, l’importanza della schematizzazione proposta da Rivoltella, emerge in tutta la sua evidenza consentendoci di individuare lo spazio in cui posizionarci. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di valutare in che modo questi due programmi delineandosi come oggetti di intervento educativo (quindi come una spettacolarizzazione del sostegno alla genitorialità, definibile una Tv pedagogica), possono, in qualche modo, sostenere la genitorialità di chi ne fruisce. In altri termini rivisitare quel legame che connette l’attuale Tv all’educazione familiare, intendo con questo termine, non l’educazione esercitata dai genitori sui propri figli ma, principalmente, quell’insieme di interventi di supporto formativo che vengono espletati nei confronti di chi detiene responsabilità educative. Occuparci di televisione pedagogica e di educazione familiare non percorrendo il cammino tracciato da numerose indagini in cui viene

76

M.Buonanno, Il reale e l’immaginario: la fiction italiana, l’italia nella fiction, Eri, Torino, 1991

77

H. Hoekstra, “Linguaggio audiovisivo, cultura e formazione etica”, in R. Giannatelli, P.C.Rivoltella (a cura di), Le impronte di Robinson. Massa media, cultura popolare ed educazione, Ldc, Torino, 1995

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e ribadita l’esigenza del governo familiare del mezzo televisivo78, e quindi della possibilità di avere genitori accorti in grado di identificarsi, per i propri figli, come dei “mediatori” nei confronti dei programmi da loro seguiti. Ma bensì, tratteggiare un nuovo percorso nel quale assume consistenza quel legame che, al giorno d’oggi, unisce la Tv ad un’educazione degli adulti che si sostanzia nel sostegno alla genitorialità.

Quanto detto, naturalmente, ci conduce a delle chiarificazioni preliminari. Fin’ora, infatti si è fatto riferimento alla Televisione e, soprattutto, ad una Tv pedagogica senza soffermarsi; si è parlato di educazione familiare, di formazione parentale e di sostegno alla genitorialità indistintamente; si è presupposto implicitamente un legame tra Tv e famiglia.

Insomma, il discorso che ha animato questa prima parte del secondo capitolo ha fatto proprie un insieme di assunzioni, momentaneamente indispensabili per una prima delineazione dell’oggetto e dell’ambito d’indagine ma che, giunti a questo punto, esigono definizione.