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La formazione di genitori competenti e l’educazione permanente

Il genitore qualificato è colui al quale viene riconosciuta una certa abilità nell’assolvimento del proprio compito educativo, e una certa capacità nel dare vita ad un ambiente familiare sereno e idoneo per lo sviluppo armonico della prole. La sua qualifica, dal punto di vista teorico, si fonda su una dimensione implicita del sapere, costituita da un complesso di convinzioni e di opinioni concernenti l’educazione e lo sviluppo del bambino, che va articolandosi in un’azione pratica strettamente connessa al contesto di riferimento. Ma l’essere (o il divenire) competenti si protrae oltre l’espletazione di una pratica imperniata nella staticità. Essa si fonda sull’esigenza di esercitare, sopra tali pratiche, un processo di analisi e di riflessione continua, per meglio comprendere i bisogni che insorgono in seno alla quotidianità, manifestandosi capaci di tracciare i contorni di un identità (familiare) dinamica, in continua evoluzione, conferendo di senso l’agire educativo. L’interrogazione che agisce sul vissuto familiare in tale contesto educativo, presuppone nel genitore uno scavo interiore che rimanda inevitabilmente alla rivisitazione di significati, di rappresentazioni, di valori; richiama emozioni e sentimenti profondi ma, soprattutto, promuove lo sviluppo consapevole di nuove competenze.

Il clima di complessità e di insicurezza, nel quale oggi risulta immersa la famiglia conduce ineluttabilmente alla sua democratizzazione53. Corsi54, nel ribadire

52

Pourtois J.P., Barras C., Nimal P., Dal genitore qualificato al genitore competente, in Catarsi E. (a cura), L’animatore di educazione familiare: una nuova figura professionale?, Istituto degli Innocenti di Firenze, Regione Toscana,

53

Pourtois J.P., Barras C., Nimal P., Dal genitore qualificato al genitore competente, in Catarsi E. (a cura), L’animatore di educazione familiare: una nuova figura professionale?, op.cit.

54

Corsi M., Il coraggio di educare. Il valore della testimonianza, Vita e Pensiero, Milano, 2003, p.158

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e l’importanza e l’esigenza della connotazione democratica delle relazioni familiari, coglie tale sistema (familiare) identificandolo come una vera e propria “palestra di democrazia”: ”un luogo e un tempo in cui ci si allena per ottenere dei risultati positivi, a partire dal riconoscimento dei propri limiti e delle proprie debolezze (…) dove le persone, gli atleti seguono un piano adeguato di interventi si impegnano a riflettere e infine a cambiare tutte le volte che è utile, con specifiche e opportune azioni di recupero quando non si sono raggiunti i naturali traguardi previsti e si è mancato un esito pure scontato e alla portata di mano”55.

Una particolare modalità dell’agire che, nel gettare le basi nel rispetto reciproco e intenzionale, si dispiega circolarmente nella dimensione temporale stimolando il ricordo, la riflessione critica, l’interrogazione interiore … definendo personalità mature e consapevoli, predisposte all’accettazione, propense al riconoscimento dell’alterità e in grado di prevedere e progettare il proprio futuro.

In questo senso la democratizzazione familiare presuppone la pedagogia della famiglia: l’esigenza di una teoria e una pratica educativa in grado di aiutare la famiglia a raggiungere un maggiore livello di consapevolezza e di flessibilità identitaria, affinché sia, per ognuno dei suoi membri, luogo di crescita e formazione di personalità sane e mature. Solo una famiglia democratica è in grado di forgiare la persona umana nella sua totalità.

Una pedagogia della famiglia, dunque, che è possibile cogliere sia a livello teorico che pratico all’interno di quella più ampia e particolare dimensione definita Educazione degli Adulti. Intendendo con questo termine quell’insieme di pratiche e di attività che vengono realizzate per migliorare la qualità della vita di chi vi partecipa, affinché ogni individuo trovi in esse e con esse, un supporto nel suo lungo e faticoso cammino di costruzione identitaria.

Nel56 Rapporto all’ONU, della Commissione internazionale dell’educazione per il XXI secolo, presieduta da Delors viene ribadito come “l’educazione ha oggi una tale molteplicità di compiti e di forme da coprire, tutte le attività che consentono alla persona, dall’infanzia alla vecchiaia, di acquisire una conoscenza dinamica del mondo degli altri e di se stesso. (…) essa per tanto assume un aspetto

55

Ivi, p.159

56

Dott.ssa Maria Francesca Ghiaccio, Programmazione televisiva e sostegno alla genitorialità. Strutture, processi e “multidimensionale” perché combina l’apprendimento non formale con quello formale, e lo sviluppo delle abilità innate con l’acquisizione di nuove competenze.”

Un’educazione che nell’accompagnare l’uomo nel corso della vita lo stimola ad essere e a percepirsi come protagonista consapevole della propria esistenza, immerso in una società in cui l’apprendimento diviene la condizione ultima per un agire autonomo e responsabile.

Nel nostro Paese, diversi studiosi hanno contribuito allo sviluppo dell’educazione degli adulti. Tra questi possiamo ricordare Duccio Demetrio57, che nel ribadire la differenza che sussiste fra un educazione in età adulta e l’educazione degli adulti, coglie quest’ultima come la dimensione pratica e concreta di un educazione permanente, finalizzata alla strutturazione di quell’insieme di bisogni e di tendenze conoscitive che ascrivono ai doveri educativi degli adulti. O ancora possiamo citare, Mariani e Santerini che definiscono la pedagogia degli adulti come quella particolare disciplina che guarda alla vita umana nella sua varietà e nel suo divenire58.

L’educazione degli adulti, pertanto, nel suo articolarsi in svariate attività, offre ad ogni individuo la possibilità di arrestarsi in un tempo, dove tutti corrono, e riflettere, per meglio comprendere e orientare la propria esistenza, attribuendo il giusto valore e significato, alle situazioni e alle azioni che connotano la quotidianità. Nella convinzione che lo scorrere del tempo porta con sé cambiamenti e innovazioni ai quali è opportuno e doveroso “conformarsi” nel pieno possesso della propria identità personale.