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Alcune pronunce antecedenti alla riunificazione del 1990.

Parte SECONDA

LA TRANSIZIONE TEDESCA POST-UNIFICAZIONE E L’APPLICAZIONE DELLA FORMULA DI RADBRUCH AL DIRITTO PENALE.

2. La Transizione Post-Unificazione: I processi per gli “omicidi al muro di Berlino”.

2.2 I processi per gli omicidi dei fuggitivi al muro di Berlino 253

2.2.1 Alcune pronunce antecedenti alla riunificazione del 1990.

Nella Repubblica Federale di Germania il problema circa la rilevanza penale delle uccisioni di cittadini della DDR che fuggivano verso il “mondo occidentale” è emerso ben prima del 3 ottobre 1990, quando cioè, è entrato in vigore il Trattato di Unione tra le due Germanie. Va citata soprattutto la sentenza Landgericht Stuttgart dell’ 11 ottobre

1963257 dove viene per la prima volta esclusa la possibilità che una guardia di frontiera

potesse dirsi “giustificata” per l’omicidio di un fuggitivo dalla DDR mediante l’uso di armi da fuoco. Nel caso di specie, il Trib. di Stoccarda, si trovò a giudicare il giovane appuntato Hanke che durante la caccia ad un fuggitivo ventenne era stato invitato, in quanto tiratore scelto, a sparare per uccidere quella che sarebbe divenuta la sua vittima, venuta poi a morte nel territorio della Germania Orientale.258 La questione in rito, con ad oggetto la giurisdizione, fu liquidata attraverso l’inquadramento della DDR come una

1961 ed il 9 novembre 1989 nel tentativo di oltrepassare il Muro di Berlino, sia sotto i colpi della polizia di frontiera, che aveva l'obbligo di sparare, sia in seguito ad incidenti. ci furono almeno 138 vittime, di cui 98 fuggitivi, 30 che ebbero incidenti mortali o furono colpiti dalla polizia pur non avendo intenzione di fuggire e 8 soldati della polizia di frontiera in servizio. Tra le vittime non vengono conteggiate quelle che morirono di cause naturali durante i controlli - solitamente d'infarto - di cui sono conosciuti almeno 251 casi. Fu incaricato a indagare sulle circostanze degli incidenti il Ministero per la Sicurezza di Stato (la Stasi). Davanti ai suoi membri ed all'opinione pubblica, la Stasi cercava di coprire la verità sugli incidenti: i documenti ufficiali venivano falsificati, le prove oscurate ed alla stampa venivano date informazioni deviate. Dopo la riunificazione della Germania i soldati della Grenzpolizei, nonché i vertici militari e politici, furono processati: ci furono 131 procedimenti contro 277 persone, che per la metà circa si conclusero con sentenze di condanna. la storia dei caduti al Muro di Berlino cominciò nove giorni dopo l'inizio della sua costruzione con la morte di Ida Siekmann. La donna morì per le conseguenze delle ferite che si era procurata saltando dalla finestra del suo appartamento in Bernauer Straße (edificio a Berlino Est) sul marciapiede sottostante, che apparteneva invece a Berlino Ovest. Due giorni dopo si ebbe invece il primo caduto per arma da fuoco, allorché Günter Litfin, agente della Transportpolizei fu colpito presso il ponte Humboldthafenbrücke. Cinque giorni dopo, nello stesso modo fu colpito Roland Hoff. Negli anni successivi caddero altre persone nel tentativo di fuggire dalla RDT. Alcuni casi, come la morte di Peter Fechter, divennero di dominio pubblico. Altri restarono ignoti fino alla riunificazione della Germania. Fonte: Centro di ricerca sulla storia contemporanea dello Stato tedesco.

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Citiamo a riguardo Giovannangelo De Francesco secondo il quale nelle sentenze emanate nel 2001 dalla Corte EDU (con riguardo al caso Krenz ed altri) “Ha trovato riscontro l’intento di fondo - di sottolineare una configurazione in chiave garantista del principio di irretroattività - perseguito dalla Convezione europea(…) che è da considerarsi la massima fonte normativa preposta a tutela dei diritti umani”. Parafrasando G. DE FRANCESCO, Diritto Penale. I Fondamenti, Giappichelli, Torino, 2008, p.131.

257 Landgericht Stuttgart, 11.10.1963 in Neue Juristische Wochenschrift, 1964, p.63 ss. 258G.VASSALLI, op.cit., 2001, p.80.

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“entità irrilevante”. Infatti, qualora vi fossero dubbi su quale tribunale dovesse processare l’imputato arrestato nella Germania Occidentale, il Landgericht di Stoccarda affermò che il fatto era, sì, avvenuto nella zona Est di occupazione sovietica, ma pur sempre appartenente all’unico Stato tedesco da intendersi “als Ganzes” e dove vigeva il diritto penale federale. I principi che vennero applicati furono dunque quelli del ccdd “diritto interlocale” non potendosi, alla luce di tale impostazione, seguire i principi di diritto penale internazionale.

Nel merito, la Corte d’Assise escluse l’esistenza di qualsiasi causa di giustificazione che si rivolgesse a considerare “non criminosa” l’uccisione compiuta da parte della guardia della DDR.259 Vassalli riporta il passaggio chiave della pronuncia: “L’uccisione di

persone solo per impedire che esercitassero la propria libertà di residenza è del tutto incompatibile con la Costituzione della Germania federale ed urta contro la dignità dell’uomo, che attraverso quel divieto diventa un prigioniero nel proprio paese.” Oltre al

dolo dell’autore, viene riconosciuta la piena colpevolezza in quanto l’”ordine del superiore” è stato impartito – secondo la Corte – “in nome di una krasses Unrecht” e non può valere per tale come causa di esclusione della colpevolezza.260

La sentenza però, fu al tempo fortemente criticata – sia per le scelte in rito che per quelle in merito – dai giuristi della “parte Orientale” che la “etichettarono” come “tipica espressione dell’asservimento della giustizia tedesco-occidentale alla politica di divisione e di preparazione all’aggressione da imputarsi al governo della Repubblica Federale in contrasto coi principi del diritto internazionale e con lo spirito di comprensione e pacificazione tipico della Germania orientale”.

La polemica non venne sedata e nel 1975 vi fu il caso Weinhold che aveva, rispetto al precedente una rilevante differenza di fondo. Nello specifico, infatti, l’imputato era un disertore delle guardie della DDR che aveva deciso di fuggire ad Ovest, ma nel farlo si era preventivamente rifornito di armi e munizioni. Sorse dunque il problema sul se si potesse applicare il “precedente” del Landgericht di Stoccarda visto che in quel caso il principio di fondo era che non potesse ritenersi giustificata l’attività omicida delle guardie di frontiera che sparavano contro civili disarmati. Il soggetto fu inizialmente posto in libertà dal Landgericht di Essen, ma ne fu successivamente riordinato l’arresto dal pubblico ministero della Corte d’Appello che Hamm e la pronuncia

Oberlandesgericht Hamm dell’ 11 giugno 1976 venne motivata affermando che:

259

E.M.AMBROSETTI, op.cit in RIDPP, 1994, p.600.

260 L’omicidio viene inoltre qualificato come Totschlag di cui al paragrafo 212 e non come Mord di cui al

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“l’invocato precedente del Landgericht di Stoccarda non si attagliava al caso in alcun modo”.261

Tale fase del diritto “interlocale” può considerarsi chiusa dal 1973, in virtù del reciproco riconoscimento dei due Stati tedeschi sulla base del Grundlagenvertrag del 21 dicembre

1972 che aprirà alla fase del “diritto penale internazionale della BRD” (rif. al § 7

principio di personalità) fallita per le ragioni sopra richiamate. Molto diversa fu invece la situazione successiva al Trattato di unificazione del 1990.

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