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L’amministrazione tedesca della Crimea

A marzo del 1918 la Russia aveva firmato la pace di Brest-Litovsk con la Germania e l’Austro- Ungheria. Tra le clausole c’era il riconoscimento dell’Ucraina come stato indipendente e del suo parlamento stanziato a Kiev, la Rada, che accolse truppe austriache e tedesche affinché la aiutassero a mantenere l’ordine all’interno del neonato stato. In queste circostanze una delegazione di Tatari di Crimea si recò in Germania chiedendo a questa potenza che considerasse l’opzione di far rientrare la penisola all’interno della sua sfera d’interesse. La Germania rispose inviando un’armata che raggiunse l’Istmo di Perekop, assieme alla quale si mosse un insieme di Tatari esiliati e stanziatisi in precedenza nella regione della Dobrugia in Romania, comandata dal generale Sulkiewicz, tataro dalla Lituania.387 Nonostante il trattato non menzionasse la Crimea, la Rada inviò proprie brigate che entrarono nella penisola assieme alle armate tedesche. La Germania non accettò però una tale interferenza in una zona posta sotto il suo controllo e reagì rimandando indietro le truppe ucraine. Dal mese di aprile la Repubblica Sovietica di Tauride cessò di esistere ed ogni rappresentante del governo venne catturato e giustiziato a Yalta. La prima amministrazione bolscevica in Crimea durò quindi dal 27 gennaio al 25 aprile 1918. Quando i Tedeschi arrivarono in Crimea trovarono una zona provata dalle atrocità subite, che presentò città saccheggiate e villaggi rasi al suolo. I Tedeschi trovarono sul luogo anche diverse fosse comuni contenenti più di 1.500 corpi ciascuna: non

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essendoci giustificazione a questi massacri, gli storici sovietici nei loro manuali spesso li ignorarono.388

A questo punto i Tatari di Crimea accolsero i Tedeschi ed ottennero da questi il permesso di riformare il Kurultay, del quale Seydamet venne eletto Primo Ministro, ma non il proprio governo nazionale. Le truppe tedesche, guidate da Sulkiewicz, aiutarono a ripulire la Crimea dalle forze bolsceviche. Inizialmente i Tatari si illusero di poter ottenere una buona parte di indipendenza, idea in un primo momento rientrante anche nel piano tedesco. Tuttavia, quando i motti altamente nazionalisti promossi da Seydamet, quale “la Crimea per i Tatari di Crimea”, parvero ai Tedeschi troppo radicali, essi rivalutarono le loro posizioni.389 E’ naturale, comunque, che nonostante il reale impegno in Crimea anche i Tedeschi ragionassero in un’ottica opportunistica: essi consideravano la penisola un’area strategica ed una potenziale risorsa economica e perciò, quando si accorsero che le decisioni del Kurultay lasciavano poco spazio alle altre minoranze ed al governo tedesco, si mossero immediatamente e lo dissolsero.

Un governo nazionale di Crimea capitanato da Sulkiewicz venne invece istituito dopo una serie di negoziazioni tra i leader tatari e il commando tedesco. Le funzioni amministrative vennero affidate sia a Tatari che a Russi: V.I. Polivanov, russo, venne eletto Ministro della Giustizia, mentre, per esempio, Salomon Krym divenne Ministro delle Finanze.390 Nel corso della sua breve vita questo governo parve quindi “umano e democratico”.391

Nonostante l’istituzione di questo appartato sembrò inizialmente essere la soluzione migliore, esso venne smantellato poco dopo. La ragione principale della sua dissoluzione non va attribuita alla generale poca attenzione che il generale Sulkiewicz prestò ai bisogni socioeconomici e politici tatari, ma al fatto che i Tedeschi, con l’armistizio di novembre che poneva fine alle Prima Guerra Mondiale, rientrarono in Germania.392

Durante il suo ultimo governo Sulkiewicz tentò davvero di far prendere a questo una direzione che rispettasse ogni minoranza. Il progetto prevedeva l’utilizzo del russo come prima lingua, ma ogni affare governativo sarebbe stato pubblicato anche in tataro e tedesco, e l’adozione della bandiera innalzata dal Kurultay con annesso simbolo del partito Milli Firka. Inoltre, anche se la principale istituzione politica sarebbe stata rappresentata da un commissariato, questo sarebbe stato affiancato dalle dume e le assemblee rimaste uguali a quelle preesistenti al 1917. Nel complesso quindi, nonostante le fonti attestino che questo governo dipese comunque dal supporto tedesco, deve essere considerato lo sforzo effettuato nel ridare attenzione ai Tatari di Crimea.

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A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 121.

389 Ibidem, p. 122. 390 Ibidem, p. 123. 391 Ibidem, p. 124. 392

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Nel 1918 la situazione in Crimea era più tesa che mai. Nel mese di ottobre un’assemblea costituita in prevalenza da Russi e da rappresentanti dei partiti socialisti di Crimea si radunò a Simferopoli per chiedere un’inversione della politica tedesca.393 Non condividendo l’idea di una Crimea indipendente, l’assemblea rifiutava in sostanza la struttura del governo di Sulkiewicz, ritenendo che fosse schierato contro gli elementi ucraini e russi nella penisola. Accettando in questo contesto le lamentele russe, i Tedeschi sperarono di ottenere supporto in vista di un’invasione minacciosa da parte delle forze bianche provenienti dal Caucaso del nord, le quali non avevano solo l’obiettivo di sconfiggere i bolscevichi, ma anche quello di combattere gli invasori tedeschi che occupavano territori di appartenenza russa. Nel mese di novembre venne allora creato un nuovo governo capitanato da esponenti liberali russi, in particolare membri del partito dei Cadetti e guidato dall’ebreo caraita Salomon Krym. L’obiettivo da raggiungere non era più la realizzazione di una Crimea indipendente come sognato da Sulkiewicz; la penisola era ora considerata parte di una Russia unica ed indivisibile.394 Inoltre, i Tatari assistettero anche ad un calo di considerazione nei loro confronti, in quanto non solo venne rigettato l’invito di Sulkiewicz a richiamare in patria tutti i Tatari esiliati ed ora abitanti all’estero, ma si cercò anche, cosa che tuttavia non accadde, di annettere alla Crimea tre distretti ucraini in modo da diminuire l’influenza tatara nella zona.395