2.7 Ismail Gaspirali
2.7.2 L’influenza delle sue teorie
Dalle idee di questo rivoluzionario emersero cronologicamente tre gruppi. Non tutti i suoi ascoltatori condivisero le risposte che egli diede ai problemi, ma perlomeno ognuno cercò a modo suo di riflettere sulle questioni evidenziate. Questi tre gruppi possono essere indentificati insieme come i componenti dell’ intellighenzia tatara: i seguaci di Gaspirali, i Giovani Tatari e i nazionalisti tatari.
I seguaci di Gaspirali rimasero sempre molto legati alle idee originarie del loro maestro. Essi non ebbero uno spirito rivoluzionario e lo appoggiarono nei suoi tentativi di cooperazione tra Musulmani e Russi.
298
Cit. in A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 103.
299 A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea. Return
to the Homeland, cit., p. 39.
300 Cit. in I. Gasprinskij, Documents about Forming a Modern Identity, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of
57 «Our ignorance is the main reason for our backwardness condition. […] We must be able to read in order to overcome our isolation; we must learn European ideas from European sources.»301
Così scrisse il loro mentore.
Apolitici e leali sudditi dello zar, gli sforzi di questi individui produssero, nel 1905, la creazione di 350 scuole nazionali in cui si insegnava tramite l’utilizzo della lingua sia russa che turca, la stessa usata nel giornale Terjűman. Molto spesso, inoltre, gli intellettuali che supportarono Gaspirali furono vicini o a capo di movimenti panturchi o panislamici, i quali premevano per uno sviluppo della comunità musulmana in Russia.302 Sviluppo che essi ritenevano assolutamente necessario perchè “contemporary Muslims are the most backwards people”.303 Così, anche i Tatari di Crimea che si prefissero la salvaguardia delle loro tradizioni storiche e culturali si appoggiarono all’Impero Ottomano, il solo stato islamico indipendente, per assumere, spesse volte, atteggiamenti poi sfociati in panturchisti.304 Tra il 1905 ed il 1906 vennero organizzati due congressi non autorizzati che videro il raduno di musulmani provenienti da ogni parte dell’Impero Russo, i quali decisero di rimanere compatti e formare un’unione chiamata Ittifak, per il supporto dei loro interessi reciproci. Durante il secondo congresso, i musulmani collaborarono perfino col partito dei Cadetti perché venissero eletti venticinque musulmani alla Prima Duma Imperiale.305 Questo gesto non può essere interpretato in altro modo se non come segnale della volontà di questo gruppo di lavorare assieme e non contro il sistema russo e di prendere parte alle istituzioni politiche. Nella realtà, sia la prima che la seconda Duma non ebbero molto influsso sul governo, perché il Consiglio dei Ministri rispondeva direttamente al sovrano, al quale come sempre spettava la decisione ultima.306 Lo zar, non solo infatti nel 1907 sciolse la Duma bramoso di riacquistare pieno potere, ma adottò anche delle misure atte ad ostacolare l’unificazione politica e culturale musulmana, riferite in particolare all’azione dei Tatari, considerati i maggiori responsabili del risveglio nazionale.307
Rimane tuttavia molto interessante notare come le idee di Ismail Bey Gaspirali non rispecchiarono soltanto una moda passeggera. Nel maggio del 1917 infatti, durante il congresso del Movimento Panrusso Musulmano, venne adottata una risoluzione che era sotto molti punti conforme alle idee diffuse e predicate dallo stesso Gaspirali fino a pochi anni prima.308 L’importanza delle idee di Gaspirali
301 Cit. in I. Gasprinskij, Documents about Forming a Modern Identity, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of
Crimea. Return to the Homeland, cit., p. 132.
302
A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 104.
303 Cit. in A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea.
Return to the Homeland, cit., p. 34.
304 G. Lenzi Castoldi, I Tatari di Crimea, i Tedeschi del Volga, le minoranze scomparse del Caucaso, cit., p. 23. 305
Ibidem, p. 28.
306 A. Kappeler, La Russia. Storia di un impero multietnico, cit., p. 311.
307 G. Lenzi Castoldi, I Tatari di Crimea, i Tedeschi del Volga, le minoranze scomparse del Caucaso, cit., p. 29.
308 A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea. Return
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continua ad essere evidenziata dal ruolo che esse rivestono ancora oggi nella nostra società quando, un secolo dopo la sua morte, si conducono studi approfonditi sui Tatari. Nonostante, infatti, durante il periodo sovietico la figura di questo personaggio non sia mai stata considerata, tanto che nelle fonti storiche di quel periodo raramente la si incontra, rimane impensabile al giorno d’oggi cercare di capire la storia di un popolo come quello tataro senza menzionare la persona di Ismail Bey Gaspirali.309
I Giovani Tatari, anch’essi vicini ad atteggiamenti panturchisti, ebbero invece uno spirito più reazionario e rivoluzionario sia nella forma che nel contenuto delle loro credenze, tanto che si scagliarono addirittura contro l’inazione politica di Gaspirali stesso. Perfino durante la rivoluzione del 1905, il Terjűman rimase apolitico. Questa reazione non fu di certo quella che un cospicuo numero di giovani rivoluzionari si aspettava dal proprio leader. Abdurreşti Mehdi, figlio di contadini di Perekop, fu il portavoce delle critiche a Gaspirali in Crimea.310 Insegnante in una scuola russo tatara a Karazubazar, città fulcro di questa corrente,311 e non appartenente a nessun movimento panturco o panislamico, egli rivolse la sua attenzione ai problemi della popolazione tatara in Crimea conducendo una vera battaglia per “national, social and political liberation of the Crimean Tatar People”.312
Nella Duma egli ricoprì il ruolo di segretario dell’Unione dei Musulmani Russi e fu alla guida dei Giovani Tatari. Questo gruppo, attuato che con i metodi liberali non si erano ottenuti grandi risultati, trovò numerose affinità di pensiero con i Socialisti Rivoluzionari.313 Nel corso dei decenni, la delegazione di Crimea della Seconda Duma ed i membri tatari dei movimenti che riunivano i musulmani di tutta la Russia furono molto più consci dal punto di vista nazionalistico rispetto agli esponenti dei gruppi panislamici o panturchi. Una volta tornato in Crimea, con la dissoluzione della Duma, Mehdi fondò il giornale Vatan Hadimi, Servitore della Patria, attraverso il quale cercò di diffondere le idee sue e dei seguaci. Per tutta risposta, Gaspirali ne fondò un secondo, chiamato Millet, Nazione, con il quale cercò di ricatturare l’attenzione della gioventù tatara, fatto chiudere però dal governo nel 1910.314
Dopo il 1907 emerse l’ultima corrente ancora legata al pensiero di Ismail Bey Gaspirali. Questo movimento di nazionalisti tatari nacque a Costantinopoli e fu condizionato dalla presenza dei Giovani Turchi. Non era insolito, per la gioventù tatara dell’epoca, scegliere di continuare il proprio percorso di studi nella città di Costantinopoli dopo aver studiato nelle scuole russo tatare; in questo
309 Ibidem, p. 43. 310
A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 105.
311 P. R. Magocsi, This blessed land: Crimea and the Crimean Tatars, cit., p. 76. 312 A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 105.
313 G. Lenzi Castoldi, I Tatari di Crimea, i Tedeschi del Volga, le minoranze scomparse del Caucaso, cit., p. 31. 314
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luogo essi vennero travolti dal clima del momento che li portò a fondare una Società di Studenti della Crimea legalmente organizzata fino alla sua dissoluzione nel 1917.315 Da questa si distaccò, però, un ramo non legalizzato, che instaurò cellule nazionaliste nei vari villaggi e che si scagliò a partire dal 1910 contro la tirannia dello zar promuovendo l’introduzione dell’idea di “tatarizzazione”.316
Tatarizzazione che, in particolare sotto il profilo linguistico, non venne particolarmente ostacolata dall’impero poiché quest’ultimo non tese mai all’assimilazione linguistica.317 Coinvolti da questo clima di euforia generale, alcuni esponenti entusiasti abbandonarono addirittura i territori ottomani per tornare nella loro terra natia, la Crimea. Una volta arrivati lavorarono per perseguire l’obiettivo, distribuendo libri e manuali nelle scuole in cui era adottato il metodo promosso da Gaspirali.318 Tra gli esponenti del nazionalismo tataro viene oggi ricordato Shevki Bektöre, poeta nato in Dobrugia che dall’Impero Ottomano tornò nella terra dei suoi antenati svolgendo la professione di maestro presso una scuola elementare.319
A prescindere dalle diverse direzioni che presero i movimenti appena descritti, quando Ismail Bey Gaspirali morì, l’11 settembre 1914 a Bahčisaraj dopo quasi otto mesi di malattia e debolezza,320 molti dei maggiori giornali turchi, all’interno dell’Impero sia Russo che Ottomano, pubblicarono dei necrologi esprimendo dispiacere per quella che furono d’accordo essere una grande perdita per la società turca.321
Gaspirali fu la sorgente umana dalla quale nacque una rivoluzione in campo letterario, scientifico e sociale che coinvolse il mondo musulmano in Russia. Inoltre, egli influenzò anche le tesi future degli eurasisti, i quali non considerarono l’epoca in cui il Khanato di Crimea fu indipendente come negativa, ma al contrario videro nelle strutture che si formarono al tempo l’erigersi di una protezione che difese la Russia dagli attacchi e dall’influenza europei.322 In pratica, secondo gli eurasisti, la dominazione mongola era stata una parentesi positiva che non aveva privato la Russia della sua specificità, la quale si era consolidata proprio sotto l’ala protettiva dell’Orda.323
315 Ibidem, p. 107. 316 Ibidem, p. 107. 317
A. Kappeler, La Russia. Storia di un impero multietnico, cit., p. 149.
318 P. R. Magocsi, This blessed land: Crimea and the Crimean Tatars, cit., p. 77. 319 Ibidem, p. 77.
320 E. J. Lazzerini, Ismail Bey Gasprinkii (Gaspirali): The Discourse of Modernism and the Russians, in E. A. Allworth
(a cura di), The Tatars of Crimea. Return to the Homeland, cit., pp. 50-51.
321 A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea. Return
to the Homeland, cit., p. 30.
322 A. Ferrari, La Foresta e la Steppa, cit., p. 105. 323
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Oggi non si ricorda nessuna personalità dell’Impero Russo che sia stata per i musulmani tanto importante quanto Ismail Bey Gaspirali,324 il quale spese tutta la sua vita adulta al servizio della sua nazione e della sua gente.
«Who was Ismail Bey? We don’t yet have an answer to this question. In Russia, in Turkey, in Egypt, in Arabia, in India, in Afghanistan, in Iran, in Turan, everywhere his name was known and beloved. Ismail Bey was everything, everyone, our all, the entire nation. Ismail Bey was the genius and the conscience of our modern language, our heart, our literature, our writers, our readers, our press, our maktabs, our medresse, our pupils and students, the entire being of all of us.»325
Così scriveva Saifi Ibrahimov, un giornalista azeri, nel giornale Iqbal a dimostrazione che la sua influenza si propagò ben oltre i confini dell’impero.326
Nonostante in questo scritto la figura di Ismail Bey sia esaltata a tal punto da sembrare più una guida spirituale che un leader rivoluzionario pacifico, la descrizione che ne viene data ben sottolinea l’importanza che la sua presenza ebbe per questi popoli. E’ essenziale riuscire a collocare le idee di Gaspirali nel contesto in cui si diffusero, sia nelle comunità islamiche dell’Impero Russo, all’interno delle quali egli visse ed operò attivamente, sia nel resto del mondo islamico del suo tempo.327
E ancora, scriveva Yusuf Akchuraoghlu in Tűrk Yurdu, ad Istanbul:
«Ismail Bey was a good teacher, a skillful journalist, a distinguished editor, a social and political intellectual, and an active member of our national societies and institutions. […] But Ismail Bay was unique -tek adam- who belongs among a handful of persons in the Islamic and Turkic world over the last several centuries to be singled out for especial praise.»328
Nonostante nei manuali prodotti durante gli anni dell’Unione Sovietica non ci sia traccia della persona di Gaspirali, e questo molto probabilmente a causa delle omissioni che gli autori, compresi gli studiosi di storia tatara del tempo, furono costretti a fare, ogni lavoro prodotto in epoca post sovietica sull’argomento dedicò alcune pagine alla figura di questo personaggio. Tra i più completi secondo l’autore E. Allworth si trova l’elaborato di tesi svolto da Gustav Burbiel, che si focalizza sul linguaggio utilizzato da Ismail Bey in Terjűman, e quello di Edward Lazzerini, sul pensiero di Gaspirali.329
324 I. Gasprinskij, Documents about Forming a Modern Identity, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea.
Return to the Homeland, cit., p. 128.
325 Cit. in A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea.
Return to the Homeland, cit., p. 30.
326 E. J. Lazzerini, Ismail Bey Gasprinkii (Gaspirali): The Discourse of Modernism and the Russians, in E. A. Allworth
(a cura di), The Tatars of Crimea. Return to the Homeland, cit., p. 50.
327 A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea. Return
to the Homeland, cit., p. 33.
328 Cit. in A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea.
Return to the Homeland, cit., p. 30.
329 A. W. Fisher, A Model Leader for Asia, Ismail Gaspirali, in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea. Return
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