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4.3 L’annessione della penisola di Crimea alla Federazione Russa

4.3.1 Gli eventi

La Russia ha interpretato la separazione della Crimea dall’Ucraina come un processo a due fasi: la prima fase è costituita dal contesto in cui si è svolto il referendum in Crimea quando ancora era parte dell’Ucraina, mentre la seconda parte è rappresentata dalla successiva annessione avvenuta tramite un trattato tra la Russia e la Crimea.622

Il 6 marzo 2014 l’organo legislativo della Crimea ha adottato un decreto asserendo che di lì a poco si sarebbe tenuto un referendum per richiedere l’annessione della penisola alla Federazione. Le opzioni erano: “1) Sei a favore della riannessione della penisola di Crimea alla Federazione Russa? 2) Sei a favore del ripristino della Repubblica di Crimea così come nel 1992 e dello status della Crimea come parte dell’Ucraina?”. Immediatamente l’Ucraina ha dichiarato tutto ciò incostituzionale, mentre i diplomatici delle potenze occidentali si sono mossi nella speranza che attraverso un dialogo si sarebbe potuta evitare una completa invasione da parte russa.

Il 7 marzo il presidente dell’Ucraina ha sospeso il decreto che chiamava i cittadini a votare, dichiarando che un referendum avrebbe potuto essere indetto solo sotto giurisdizione ucraina. Anche la Commissione di Venezia, parte del Consiglio d’Europa, ha ritenuto il referendum incostituzionale, poiché rappresentava una violazione alla costituzione ucraina.623 Nonostante le dichiarazioni delle autorità, l’11 marzo 2014 la penisola ha adottato una dichiarazione d’indipendenza della città di Sebastopoli e dell’intera Repubblica Autonoma di Crimea. Il referendum in Crimea che chiamava ad esprimersi sulle due opzioni presentate si è tenuto il 16 marzo e si è concluso con il 96.7% dei voti a favore della prima opzione.

Nel campo riguardante prettamente il diritto internazionale, è assolutamente rilevante il fatto che nessuna negoziazione abbia preceduto né la separazione né la successiva annessione della Crimea. Anche per questo il referendum e la dichiarazione d’indipendenza sono risultati incostituzionali. Il 17 marzo, giorno seguente il referendum, il Presidente della Federazione Russa ha riconosciuto la Repubblica di Crimea, la quale premeva già per essere riconosciuta anche dalle Nazioni Unite.624 Inoltre, egli ha riportato alla Duma ed al Consiglio della Federazione la volontà della penisola e

622 T. D. Grant, Annexation of the Crimea, in “The American Journal of International Law”, Vol. 109, No. 1, American

Society of International Law, Washington, 2015, p. 68.

623 Ibidem, p. 69. 624

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delle sue istituzioni locali di unirsi alla Federazione. Il 18 marzo Vladimir Putin ha siglato un accordo con la Crimea nel quale quest’ultima è stata riconosciuta all’interno dei territori della Federazione. L’annessione è stata poi formalizzata il 21 marzo secondo la legge costituzionale federale, accompagnata da una cerimonia a Mosca, Sebastopoli e Simferopoli.625

La questione, che in questo elaborato è riportata senz’altro in maniera non dettagliata con il solo fine di avere un quadro degli eventi completo, è stata tuttavia abbastanza complicata. Un trattato di annessione comporta il trasferimento dei pieni poteri da parte del territorio annesso a chi ne acquista la sovranità. In questo caso quindi la Crimea ha teoricamente ceduto tali competenze alla Russia; tuttavia, per poterlo fare ufficialmente avrebbe dovuto possederle prima, e sotto la giurisdizione ucraina la penisola non possedeva i poteri in questione.

Giustificare la secessione dal punto di vista del diritto internazionale non è possibile, poiché non sussistono le condizioni e la stessa è da ritenersi come ultimum remedium quando tutte le altre soluzioni sono già state considerate. Nemmeno la violazione dei diritti umani da parte dell’Ucraina può essere considerata una motivazione valida, nonostante il tema sia stato più volte richiamato negli ultimi anni, in particolare a proposito del trattamento riservato ai Tatari di Crimea.626 Neanche la stessa Russia, e ciò appare piuttosto significativo, aveva avuto toni pesanti nei confronti del trattamento riservato alle minoranze da parte ucraina durante il Consiglio dei Diritti Umani tenutosi nel 2012. L’ambasciatore dell’OSCE inoltre, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, dopo una visita in Ucraina effettuata nel mese di marzo 2014 ha asserito che nessuna violazione dei diritti umani colpiva i cittadini, nemmeno quelli russi, abitanti in Crimea.627 E nemmeno l’utilizzo della forza, scenario nel quale si è svolta la successiva separazione della Crimea dall’Ucraina è conforme al diritto internazionale. Il presidente della Federazione ha giustificato la presenza dell’esercito russo nella penisola sulla base dei trattati stipulati in precedenza con l’Ucraina, come quello che permetteva alla marina militare di stanziare nel porto di Sebastopoli. Il 2 aprile la Federazione ha dichiarato in maniera unilaterale che ogni trattato siglato con l’Ucraina era ora da considerarsi invalido.628

Numerosi paesi, tra cui Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania, non hanno riconosciuto la secessione della Crimea. Il Presidente Obama ha definito il comportamento russo come “a clear violation of Ukraine’s sovereignty and territorial integrity which is a breach of international law

625 T. D. Grant, Annexation of the Crimea, cit., p. 71. 626 Ibidem, p. 73.

627 Ibidem, p. 75. 628

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[…].”629

Il Giappone ha dichiarato illegale l’annessione e prematuro il riconoscimento russo dell’indipendenza della penisola. Gli stati europei, nel tentativo di risoluzione della crisi, hanno intanto applicato delle sanzioni verso la Russia. Altri paesi invece, come per esempio la Cina, si sono astenuti dal non riconoscere l’annessione, ma ciò non significa che abbiano supportato il gesto russo.

Il 27 marzo 2014 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l’adozione della Risoluzione non vincolante 68/262, ha invitato tutti gli stati a riconoscere l’integrità territoriale dell’Ucraina e ritenere invalida l’annessione della Crimea nella Federazione. Ha inoltre esortato gli stati a non riconoscere nessuna azione atta a modificare la situazione riconosciuta internazionalmente o qualsiasi altro “unlawful means”. Questa espressione è comparsa per la prima volta in una risoluzione dell’Assemblea proprio in questa occasione. La risoluzione è stata adottata con 100 voti a favore, 11 contro e 58 astensioni. Gli 11 contro non rappresentano un vero ostacolo al riconoscimento della Risoluzione. Nonostante, quindi, di fatto la Crimea appartenga ai domini della Federazione, dal punto di vista del diritto internazionale l’Ucraina mantiene il potere su tutto il territorio.

La Russia, disapprovando la risoluzione, ha asserito che le circostanze per la separazione esistevano dal punto di vista del diritto internazionale e che il contesto in cui la Crimea ha esercitato il suo diritto di secessione era consono. Il referendum, tuttavia, è stato organizzato senza rispettare i tempi necessari per una discussione, come se ci fosse un’emergenza pubblica da risolvere, altro punto a dimostrazione del fatto che le procedure non sono state rispettate. Quando il presidente russo si è rivolto alla Crimea ha fatto riferimento al passato, sostenendo di avere una missione storica da compiere e di dover quindi rispondere alla maggioranza della popolazione che reclamava un’annessione. Le vittorie riportate contro l’Impero Ottomano nel XVIII secolo, la deportazione dei Tatari di Crimea avvenuta per mano staliniana e la conseguente immigrazione di slavi organizzata nella penisola, che ha comportato che la maggioranza della popolazione fosse costituita appunto da Russi, hanno probabilmente dato alla Federazione il diritto di reputare la Crimea una terra propria senza considerarla collegata all’Ucraina.630

Già nel 1991 il sindaco di Mosca Popov aveva espresso i suoi dubbi a proposito della giurisdizione dell’Ucraina sulla Crimea. Perplessità avanzate anche dal sindaco di San Pietroburgo, Sobčak, che aveva sottolineato il rischio per la minoranza dominante, quella russa, di essere “ucrainizzata”.631

629 Cit. in B. Jenkins, Crisis in Crimea. A historical lead up to the conflict between Russia and Ukraine, cit., p. 60. 630 I. Bremmer, The Politics of Ethnicity: Russians in the New Ukraine, in “Europe-Asia studies”, Vol. 46, No. 2,

Taylor&Francis ltd, Oxford, 1994, p. 265.

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Il 17 aprile i rappresentanti dell’Unione Europea, Ucraina, Russia e Stati Uniti si sono riuniti a Ginevra con la volontà di stipulare un accordo che avrebbe dovuto riportare la situazione ad una condizione di calma e normalità. Tuttavia a fine mese né la Russia né gli Stati Uniti erano stati in grado di rispettare le disposizioni e l’ostilità tra la Russia e l’Ucraina aumentava. Ogni incursione russa nel territorio ucraino è stata considerata una vera e propria invasione alla quale l’esercito ha contrattaccato con la forza. Il primo maggio il Presidente ucraino Turčinov ha dichiarato lo stato di allerta mentre gli scontri riprendevano a pieno ritmo. Gli scontri a mano armata hanno provocato quarantadue morti anche nella città di Odessa e secondo quanto riportato dalla NATO, nessun segnale di ritirata da parte russa è stato riscontrato.632

Il 25 maggio 2014 in Ucraina si sono tenute le elezioni presidenziali nonostante molti seggi siano rimasti chiusi per ovvi motivi. Porošenko, vincitore, ha promesso di portare la pace in un paese libero e unito, ed ha iniziato le operazioni per scacciare i ribelli pro russi. Il 3 giugno la NATO ha rafforzato la propria azione in risposta agli attacchi russi, non abbandonando però la speranza di riuscire a trovare un accordo con il governo di Mosca. La verità è che la situazione di disordine è continuata incessante fino al 26 giugno quando, durante l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Porošenko ha dichiarato che le relazioni tra la Russia e l’Ucraina non si sarebbero stabilizzate fino a quando la Russia non si sarebbe fatta da parte in Crimea e avesse riconsegnato la penisola all’Ucraina.633

Oggi de facto la Crimea appartiene alla Federazione Russa ed ha senza dubbio rappresentato il punto cruciale della crisi ucraina. Stando ai dati del censimento del 2001 la penisola ospitava una popolazione di circa due milioni di abitanti, dei quali circa il 58% erano di etnia russa, 24% ucraina e 12% tatara. I Tatari di Crimea, nonostante il numero relativamente basso, hanno supportato la direzione filo occidentale del governo cercando di allearsi con gli attivisti anti Janukovyč.634

Il governo russo ha definito le posizioni delle autorità ucraine come anti russe, in particolare quando l’Ucraina ha espresso la sua volontà di far parte della NATO e dell’Unione Europea, nonostante gli sforzi del Presidente Juščenko nello spiegare le motivazioni di questo desiderio. Questi motivi, cui si aggiungono altre questioni tra cui il conflitto riguardante i rifornimenti di gas del 2009, hanno portato la Federazione Russa a definire l’Ucraina una potenza ostile che ha preferito allearsi con i nemici della Russia.635

632 B. Jenkins, Crisis in Crimea. A historical lead up to the conflict between Russia and Ukraine, cit., p. 63. 633 Ibidem, p. 67.

634 Ibidem, p. 71. 635

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