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3.8 I Tatari di Crimea e la Seconda Guerra Mondiale

3.8.1 Il nuovo governo tedesco

Abbandonato il progetto hitleriano di trasformare la penisola in una colonia tedesca, la Crimea venne suddivisa in tre apparati, ognuno autonomo rispetto agli altri due. Manstein, a capo del commando militare, si sforzò di mantenere relazioni cordiali con i Tatari, ritenuti più affidabili degli slavi, cosicché potesse impiegare il minor numero possibile di truppe nel territorio. La sua politica, costruita con cautela e senza dimenticare che un quarto della popolazione del territorio da lui amministrato era tatara, fu tutto sommato un successo, anche se ancora una volta non stupisce il fatto che, così come venne lasciata libertà in campo religioso, non ne venne lasciata alcuna in campo politico o amministrativo. Riuscì comunque ad ottenere il supporto militare dei Tatari. Secondo le fonti tedesche e tatare tra i 15.000 e i 20.000 individui tatari vennero impiegati per sconfiggere le forze partigiane: ciò che stupisce è che proprio i Tatari di Crimea e i Calmucchi, che fornirono un numero relativamente basso di combattenti, subirono al termine della guerra gli orrori della deportazione, destino che invece evitarono totalmente i Tatari della Volga che fornirono il doppio di uomini.470

Le altre due sezioni comprendevano il commando politico e amministrativo, condotto dalle SS e controllato direttamente da Rosenberg a Berlino. La politica adottata da questo terzo apparato influenzò quella degli altri due, attuando una strategia che mirò all’eliminazione di quelli che i nazisti consideravano esseri inferiori. Sulla base di questa visione 130.000 individui vennero

467 A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 154.

468 P. R. Magocsi, This blessed land: Crimea and the Crimean Tatars, cit., p. 110. 469 Ibidem, p. 110.

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liquidati dalla penisola, librerie e musei vennero confiscati ed ogni traccia dell’ideologia sovietica venne eliminata.

Come accennato in precedenza, nonostante sia opinione diffusa che i Tatari di Crimea siano stati privilegiati durante il periodo di dominazione tedesca, le fonti spesso attestano il contrario. La denominazione di Untermenschen, termine con cui si fa riferimento ai Tatari nelle fonti tedesche, ne è una valida prova. Il fatto che i tedeschi nel 1941 abbiano tollerato la presenza tatara ed abbiano loro permesso di stabilire dei Comitati Musulmani, i cui membri erano Tatari appartenenti all’ex intellighenzia sovietica tornata in patria, fu soltanto un riconoscimento simbolico della loro autorità governativa locale. In realtà, come successo in passato, ai comitati non fu mai concesso nessun tipo di potere politico; il loro compito si esauriva con la risoluzione dei problemi economici e a volte nazionali. Pare proprio che tutti i collaboratori che in Crimea occuparono posizioni autorevoli durante l’occupazione tedesca appartenessero al gruppo slavo. Soltanto il Ministro degli Affari Culturali, Tohtaroğlu era un tataro.471 Questa concessione, tra l’altro, giovò ad entrambe le forze: i Tedeschi sperarono di solidificare la collaborazione con la minoranza tatara, mentre i Tatari ottennero il consenso di proseguire con l’attività clandestina del proprio partito, il Milli Firka, vietato dai sovietici e poco tollerato dagli invasori tedeschi.472 Al di fuori di questa, pare non ci sia stato nessun altro favoritismo. Discriminati in ambito religioso e comunicativo, le lingue utilizzate erano infatti il tedesco ed il russo, gli unici vantaggi cui si può far riferimento sono il fatto che ai Tatari venne permesso di riformare la Compagnia Nazionale di Teatro della Crimea e di riaprire il giornale Azat Kirim a Simferopoli, il quale nonostante fosse sottoposto ad una rigida censura riuscì in quegli anni a tenere informati i Tatari a proposito della situazione.473 Queste concessioni non possono però essere considerate fonte di beneficio per la comunità se comparate alle costrizioni cui essa fu sottoposta. A circa 85.000 individui con la qualifica di operai orientali, ostarbeiter, venne poi imposto di trasferirsi a lavorare in Germania ad alcuni progetti industriali.474 Questo fu il momento in cui i Tedeschi persero l’appoggio dei Tatari, che prelevati dalla Gestapo in Crimea vennero spediti a lavorare nel Terzo Reich, descritto negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale come un “vast slave workshop”.475

I piani inziali di Hitler, poi assestatisi in base alle esigenze politiche, prevedevano la realizzazione del Gotenland Project. La Crimea, di particolare interesse strategico per i Tedeschi, possedeva

471 Ibidem, p. 158. 472

G. Lenzi Castoldi, I Tatari di Crimea, i Tedeschi del Volga, le minoranze scomparse del Caucaso, cit., p. 53.

473 P. R. Magocsi, This blessed land: Crimea and the Crimean Tatars, cit., p. 113.

474 G. Lenzi Castoldi, I Tatari di Crimea, i Tedeschi del Volga, le minoranze scomparse del Caucaso, cit., p. 54. 475 B. G. Williams, The Hidden Ethnic Cleansing of Muslim in The Soviet Union: The Exile and Repatriation of The

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anche un ruolo importante nell’ideologia nazista. Hitler aveva previsto di colonizzarla e stabilirvici Tedeschi provenienti dal Sud Tirolo, in modo da renderla una vera colonia chiamata appunto

Gotenland, o Terra dei Goti, in ricordo dell’antica presenza di questa popolazione germanica nella

regione. Nel suo progetto non erano ovviamente contemplati né gli slavi né i Tatari di Crimea, i quali sarebbero stati rimossi perché non facenti parte delle razze cui era permesso abitare la penisola.476

Passato l’impatto iniziale, i sentimenti che nutrirono i Tatari di Crimea nei confronti dei Tedeschi non furono di gratitudine. Tra le diverse fazioni tatare organizzate per combattere contro l’occupazione, la maggiore fu il movimento Tarhanov che riuscì a resistere fino al 1942, quando venne definitivamente sconfitto. Durante gli anni della guerra inoltre, come si evince da una serie di documenti dell’era sovietica, un numero non sottovalutabile di Tatari avrebbe partecipato ad azioni contro l’occupazione tedesca. Ed i partigiani sovietici ricevettero tra l’altro grande aiuto dalla popolazione locale, alla quale pagarono i favori ottenuti facendo, per esempio, pubblicare illegalmente un giornale anche in lingua tatara.477

Rimane comunque il fatto che le posizioni assunte dai Tatari di Crimea non furono omogenee. Ci fu anche chi servì la Germania, tra essi volontari, ex prigionieri sovietici rilasciati di cui 8.700 Tatari, e uomini comandati direttamente dalle SS e dalla polizia tedesca in Crimea.478 Secondo quanto riportato dallo scrittore tataro Edige Kirimal, i Tatari che indossarono l’uniforme tedesca e che passarono ufficialmente come volontari, non ebbero in realtà altra scelta. Accorpati in battaglioni di polizia, vennero utilizzati per mantenere l’ordine proprio nella penisola, dove ricevettero un trattamento migliore rispetto alle popolazioni slave.479 Circa 20.000 individui, rappresentanti il 10% del totale della popolazione che ammontava a 218.000 Tatari,480 scelsero invece di schierarsi dalla parte dell’Unione, tanto che tra i vari riconoscimenti ricevuti al termine della Guerra alcuni vennero insigniti del titolo di “Eroi dell’Unione Sovietica”. Nel frattempo in Crimea alcuni Tatari avevano organizzato delle forze partigiane anti tedesche, le quali però non si allearono con i sovietici a causa di diverbi avvenuti in precedenza. L’astio tra i Tatari ed i Russi crebbe in questo periodo, proprio a causa del fatto che i Tatari vennero considerati traditori per aver collaborato con i nemici.

476 P. R. Magocsi, This blessed land: Crimea and the Crimean Tatars, cit., pp. 110-111. 477

A. W. Fisher, The Crimean Tatars, cit., p. 161.

478 P. R. Magocsi, This blessed land: Crimea and the Crimean Tatars, cit., p. 113.

479 B. G. Williams, The Hidden Ethnic Cleansing of Muslim in The Soviet Union: The Exile and Repatriation of The

Crimean Tatars, cit., p. 328.

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A tal proposito cito le parole utilizzate da Genghis Dağci, tataro esiliato in Inghilterra ed autore di una serie di novelle che raccontano la vita della sua comunità durante l’occupazione tedesca, che in un’ intervista ha dichiarato:

«The tragedy did not start only after the war (deportation), it had its beginnings in the thirties. Thousands of Crimean Tatars were deported between 1930 and 1936. These people were not opposed to the regime, they were only interested in cultivating their land, their vineyards, and orchards. They were simple, innocent people living in an agricultural community […] The charge that the Crimean Tatars betrayed their Russian comrades during the war was nothing but a pretext, a deliberate slander. Among all the people of the Soviet Union, including the Russians, the Crimean Tatars collaborated the least.»481