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Le comunità tatare all’estero

E’ ancora viva la battaglia per la sopravvivenza ed il consolidamento della cultura tatara in Crimea. Alla vigilia del XX secolo il ritorno dei Tatari di Crimea nella penisola era ancora sotto arresto. Le condizioni economiche sommate agli ostacoli politici erano la maggiore causa di questa condizione. Comunità tatare esistono perciò ancora oggi nelle Repubbliche dell’Asia Centrale, quali Kazakhstan, Kyrgyzstan, Uzbekistan e Tagikistan. Molti di quelli che sono ancora considerati Tatari tra l’altro, sono nati in queste comunità estere e ne hanno adottato i modi di vita. Il compito principale cui essi sono sottoposti, oltre riuscire a mantenere viva la propria identità, è ricostruire la vita sociale in Crimea. Le maggiori comunità tatare oggi si ritrovano, oltre che nella già citata Asia Centrale, in Bulgaria, Romania, Turchia e negli Stati Uniti.

La maggior parte degli individui ha abbandonato la penisola dopo l’annessione russa del 1783 e questa scelta è stata il risultato della decisione presa individualmente di non sottostare ad una dominazione straniera. Senza esaminare nuovamente in questo capitolo le cause dei vari flussi emigratori che sono continuati ad intervalli fino al XX secolo, è sufficiente dire che la motivazione principale nascosta dietro ogni partenza è rappresentata dalla privazione della terra e della vita sociale che essi soffrivano.

4.1.1 Tatari di Crimea in Turchia

Tra le varie comunità stanziate nei diversi stati, una delle maggiori è quella tatara in Turchia. In particolare i Tatari sono stanziati nelle città di Ankara, Bursa, Istanbul, Konya ed altre e nel complesso sono ben integrati con la società turca. Secondo gli specialisti, la comunità tatara in

583 B. Jenkins, Crisis in Crimea. A historical lead up to the conflict between Russia and Ukraine, CreateSpace

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Turchia comprende più di 5.000.000 di individui, nonostante nessuna fonte ufficiale attesti la cifra. La questione principale è però capire chi e quanti tra questi si identifichino come Tatari di Crimea ed abbiano a cuore la causa tatara; dalle fonti risulta non più del 5%.584 Pare però che dall’inizio del XXI secolo la coscienza nazionale della gioventù si stia risvegliando e acquisendo un ruolo attivo nelle varie organizzazioni a supporto dei consanguinei in Crimea. Mantenere la propria identità risulta un’impresa non facile poiché sono sempre più frequenti i matrimoni misti e le interazioni sociali. Anche il ruolo del linguaggio tradizionale è vivo quasi solamente nelle aree rurali, dove si concentrano per la maggior parte i Tatari, poiché nelle città urbane essi ormai si esprimono utilizzando la lingua turca.

Oggi in Turchia sono presenti circa ventiquattro associazioni dei Tatari di Crimea, e con il risveglio della gioventù questo numero è destinato a crescere. Quelle maggiori pubblicano mensilmente delle newsletter, solitamente chiamate con nomi significativi per la comunità, quali “Bahčisaraj” o “Kalgay”, posizione assunta dall’individuo che affiancava il khan nella tradizione, e informano i membri a proposito degli avvenimenti e sviluppi in Crimea. L’attività di tutte queste associazioni è coordinata da due organizzazioni no profit, il Centro delle Associazioni Culturali in sostegno dei Turchi di Crimea e l’Istituto di Ricerca sulla Crimea ed il Caucaso.585

La Turchia ospita esponenti compresi tra la prima e la quinta generazione di emigrati, che è la più recente. Tra le diverse generazioni c’è un diverbio in atto: mentre i più anziani preferiscono riferirsi alla comunità tatara con l’appellativo di Turchi di Crimea, i più giovani preferiscono invece chiamarsi Tatari di Crimea.

4.1.2 Tatari di Crimea in Bulgaria

La Bulgaria e la Romania accolgono individui della terza, quarta e quinta generazione di emigrati. La comunità di Tatari in Bulgaria è quella di cui si conoscono meno cose, per il fatto che di essa fanno parte i discendenti degli emigrati nel XIX secolo, i quali oggi non si sentono quasi più parte della minoranza dei Tatari di Crimea.586 All’inizio del XXI secolo la Bulgaria accoglieva circa 20.000 Tatari di Crimea e la maggior parte di essi era, ed è tutt’oggi, stanziata in Dobrugia meridionale, area che la Bulgaria ha ricevuto dalla Romania nel 1940.

Con la democratizzazione della Bulgaria dopo il 1989 anche le condizioni delle minoranze sono state sottoposte a miglioramenti. Il gruppo etnico tataro è riuscito a riunirsi ed a far rivivere parte della propria vita sociale originaria. Per la prima volta, nel 1994, la comunità ha organizzato una

584 N. Eren, Crimean Tatar Communities Abroad, E in E. A. Allworth (a cura di), The Tatars of Crimea. Return to the

Homeland, Duke University Press, Durham and London, 1998., pp. 328-329.

585 Ibidem, p. 330. 586

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serie di dimostrazioni, avvenute contemporaneamente in diverse città, per commemorare il cinquantesimo anniversario della deportazione sovietica.

4.1.3 Tatari di Crimea in Romania

La comunità di Tatari in Romania è appena più grande di quella in Bulgaria, circa 30.000 individui, e per la maggior parte è stanziata in Dobrugia settentrionale.587 Che si ricordi, la minoranza tatara in Romania è la più attiva tra quelle estere, compresa quella in Turchia.

Dopo il 1989 la comunità tatara in Romania ha stabilito l’Unione Democratica dei Musulmani Tataro-Turchi di Romania che dall’inizio degli anni novanta si è dimostrata attiva nella pubblicazione del quotidiano “Black Sea” e del periodico “Colors”, che hanno sponsorizzato incontri culturali, cerimonie religiose e pubblicazioni di libri a promozione della cultura tatara. Nel 1994 è stata significativa la pubblicazione di un libro sulla poesia tatara risalente agli anni venti e scritto in lingua originale, al quale va il merito di aver riscoperto l’utilizzo di una lingua ancora parlata dalla generazione più anziana.588

4.1.4 Tatari di Crimea negli Stati Uniti

La comunità tatara in America è concentrata per lo più nell’area metropolitana di New York. La maggior parte dei Tatari che si trovano negli Stati Uniti sono rifugiati della Seconda Guerra Mondiale raggiunti più tardi da altri Tatari che risiedevano precedentemente in Turchia e Romania. L’Associazione Americana dei Turchi di Crimea, con base a Brooklyn, conta circa cinquecento membri e reputa che la popolazione tatara negli USA comprenda tra i 6.000 e 8.000 individui.589 L’Associazione ha un ruolo molto importante come centro sociale e religioso. Lavora al fine di attrarre membri appartenenti alla gioventù tramite la promozione di attività di coinvolgimento, anche se sembra non ottenere grande consenso. Altra associazione presente in loco è quella conosciuta con il nome di Fondazione di Crimea. Questa partecipa attivamente nelle questioni che riguardano gli aspetti politici della causa tatara e si occupa di diffondere le informazioni attraverso la propria rivista, “Crimean Review”.

In ogni stato le diverse comunità cercano di preservare la propria identità tramite la promozione di incontri, letture e commemorazioni. Anche i simboli quali il territorio, la bandiera ed altri aspetti del patrimonio tataro permettono alle varie comunità sparse per il mondo di identificarsi in un’unica nazione. In particolare però, è il concetto di patria che gioca un ruolo importante nella memoria

587 Ibidem, p. 332. 588 Ibidem, p. 333. 589

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degli individui, perché l’attaccamento tanto forte ad un luogo ed i ricordi da esso derivanti assicurano la continuazione dell’identità. La patria, la Crimea, o meglio Vatan Kїrїm.

Nelle varie comunità createsi i leader sono stati figure di riferimento per migliaia di persone, ed hanno quindi giocato un ruolo davvero importante. In particolare, a partire dal 1990, la cooperazione tra le comunità sparse nei diversi continenti e quella nella penisola è cresciuta. Le comunità organizzano raccolte di fondi per aiutare la costruzione delle abitazioni, come quella del 1992 dell’Associazione dei Tatari di Crimea in Turchia o quella del 1993 ad opera della comunità della Romania, organizzata per riuscire a comprare un edificio che diventasse la sede del Mejlis.590 In generale, comunque, la cooperazione è oggi più facile anche grazie all’evoluzione dei mezzi tecnologici, si pensi che subito dopo la deportazione l’unico modo perché i deportati rimanessero in contatto tra loro era tramite la lettura del Lenin Bayragi, il loro giornale nazionale.

Come nota l’autore E. A. Allworth i Tatari di Crimea non sono di certo l’unico popolo con una storia difficile alle spalle che comprende persecuzioni ed emigrazioni, ma sono però una delle minoranze più disperse al mondo, dall’Asia centrale agli Stati Uniti d’America. Fa poi un certo effetto pensare che il numero di coloro i quali vivono in terre diverse rispetto alla Crimea superi il numero di coloro i quali vivono invece nella penisola.