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Analisi degli accessi 166

Nel documento I luoghi di culto mitraico di Ostia (pagine 166-171)

Una delle idee alla base di questa ricerca era comprendere quali fossero le dinamiche di accesso ai mitrei ostiensi. In corso d’opera, alla luce dell’analisi della documentazione in nostro possesso e dei sopralluoghi sul sito, è risultato estremamente difficile fare un discorso coerente.

616 CALZA 1953,64,94-8;MAR 1991;MEDRI DI COLA 2013;MEDRI FALZONE ET AL.2017.

617 Come precisa PAVOLINI (2006b, 176) nel caso di Ostia si opera una distinzione tradizionale tra insula (unità

pluriabitative con file di tabernae al pianterreno) e caseggiato, in cui quest’ultimo rappresenta il tipo dell’insula che nasce dall’unione di più insulae e che può comprendere anche al suo interno anche sedi collegiali, officine e luoghi di culto. Vedi. anche PACKER 1971

618 PAVOLINI 2006b, 177-83.

619 Sul declino di Ostia a causa dell’espansione di Portus, vedi MEIGGS 1973, 97. Contra LAVAN 2012. Per le fasi

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In questo paragrafo si tenterà però di ragionare sulla varia disposizione dei mitrei all’interno dei contesti architettonici di riferimento, evidenziando anche le criticità di questo tipo di analisi620.

Per facilitare l’analisi, si possono dividere i mitrei in base alle modalità di ingresso in tre gruppi: il primo in cui è presente un vestibolo e un ingresso in asse (m. di Fructosus, presso Porta Romana, m. del cd. Palazzo Imperiale, m. dei Serpenti, m. della Planta Pedis, m. di Lucrezio Menandro, m. delle Pareti Dipinte), il secondo con l’ingresso nella parete opposta a quella di fondo ma decentrato e privo di stanze di mediazione (m. delle Sette Sfere e M. delle Terme di Mithra, M. della Casa di Diana e il m. delle Sette Porte che ha la porta in asse, ma senza anticamera) 621 e il terzo gruppo in cui la porta di accesso è situata in uno dei muri laterali (m.

di Felicissimo, m. degli Animali, cd. Sabazeo).

Il primo gruppo prevede un ingresso in asse con un vestibolo o un ambiente di mediazione verso l’ingresso, che non è sempre pienamente ricostruibile, come nei casi del mitreo delle Pareti Dipinte, di Lucrezio Menandro e dei Serpenti. Questo espediente architettonico permette di celare l’interno della sala cultuale dallo sguardo di quanti passavano negli ambienti comuni dell’edificio in cui il mitreo è installato. È possibile, d’altra parte, che anche per chi facesse parte della comunità di devoti, la visione della parete di fondo con il signum del dio nell’atto della tauroctonia e l’altare, fossero preclusi, se non in occasione del banchetto o di altro rito ospitato nel mitreo.

Il mitreo dei Serpenti è stato installato in un larario adibito nel settore VI della regio V. Le vicende edilizie dell’area testimoniano una serie di cambi strutturali che modificano la viabilità interna del settore e defunzionalizzano alcuni ambienti. I cambiamenti contestuali all’impianto del mitreo sembrano indicare la forte connessione tra il luogo di culto e il resto dell’isolato622

(figg. 54-55). I due caseggiati, A e B, che fino a quel momento si configurano come indipendenti, durante il III secolo condividono le vicende edilizie, testimoniando un cambiamento nelle condizioni giuridiche delle fabbriche di questo quartiere.

620 Non si farà riferimento al mitreo Aldobrandini in considerazione dell’insufficiente documentazione

archeologica derivata dalla parzialità degli interventi di scavo.

621 Per i mitrei della Casa di Diana e delle Terme di Mithra sono necessarie delle precisazioni che verranno fatte

di seguito.

622 Vedi BIANCHI 1998,129. L’impianto del mitreo è contemporaneo alla costruzione dell’edificio voltato che lo

affianca, la cui edificazione ha comportato il cambio di orientamento degli ambienti del Caseggiato A prospiciente a esso, con la conseguente tamponatura degli accessi su quel lato.

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È difficile ipotizzare quale potesse essere il percorso d’accesso al mitreo.

È più che probabile che gli ambienti prospicienti l’ingresso (l’ambiente aperto con funzione vestibolare su tutti e poi forse A28) e l’edificio voltato a crociera sul lato A29, fossero pertinenze del mitreo. L’erezione del muro opposto all’ingresso verso il decumano sembra chiudere i collegamenti con gli ambienti che affacciano sulla strada. A livello architettonico quindi, il nucleo di attività pertinenti al mitreo si sposta verso la via del Mitreo dei Serpenti, che è una via di traffico limitato alla fruibilità interna del quartiere, sebbene mantenga la funzione almeno pedonale di collegamento tra il decumano massimo e via della Fortuna Annonaria.

Un dato interessante, per la comprensione delle dinamiche topografiche del quartiere, è l’impianto del mitreo in uno spazio adibito a larario, la cui parete nord è stata chiusa contestualmente alla creazione del mitreo. È verosimile che originariamente il larario si riferisse agli occupanti l’edificio in cui è stato predisposto623.Con l’impianto del mitreo e le

variazioni strutturali che hanno interessato anche il blocco verso il decumano si potrebbe essere ampliata anche la frequentazione al resto del vicinato. Non possiamo sapere se l’installazione del luogo di culto mitraico abbia obliterato il larario o i due culti abbiano avuto un periodo di coesistenza.

Il mitreo delle Pareti Dipinte, la cui analisi è limitata dall’inaccessibilità dell’area causa cantiere, è installato in un settore dell’isolato I della regio III, il cui unico accesso è aperto su via della Foce. Sul lato opposto è stato impiantato questo mitreo, la cui fruizione è limitata ai frequentatori dell’area a vocazione artigianale. L’accesso al mitreo avviene attraverso il cortile nel quale e intorno al quale sono predisposte strutture legate alle attività produttive.

L’ingresso al mitreo della Planta Pedis è chiaramente indicato dall’impronta di piede posta lungo l’accesso lungo la via del Serapide624. La presenza dell’ingresso in asse con la parete di

fondo è una variante nell’assetto architettonico dei luoghi di culto di Mitra che prediligono un accesso deviato.

623 Si può fare riferimento sia ai lavoratori sia ai residenti, tenendo a mente che molto spesso i luoghi di lavoro

coincidevano con quelli di dimora.

624 Abbiamo due testimonianze di questa planta pedis, pertinenti alle due fasi della pavimentazione del mitreo. La

prima in terracotta e la seconda musiva, indicano anche che nonostante i vari rimaneggiamenti alla struttura muraria, l’ingresso è rimasto sempre lo stesso.

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A Ostia in tutti i casi in cui l’ingresso è in asse abbiamo però la presenza di una stanza con funzione vestibolare alla quale si accede secondo un altro orientamento625. L’unico caso che fa

eccezione è quello del mitreo delle Sette Porte e su cui torneremo più avanti.

Tornando al mitreo della Planta pedis, attraverso il riscontro con la pianta di Ostia di Gismondi-Visca e le foto d’archivio, è stato possibile ricostruire un’anticamera all’accesso che occupava la parte finale di Largo del Serapide. Attualmente è conservata solo una minima parte del muro di questo ambiente, nel punto in cui incrociava il muro destro del complesso lungo la parte occidentale di via del Serapide. Nonostante la documentazione planimetrica a nostra disposizione permangono dei dubbi riguardo la possibilità che questa anticamera non fosse accessibile se non direttamente dal mitreo. Dalla pianta pubblicata su Ostia I l’accesso verso nord risulta infatti chiuso, ma la planimetria di Gismondi-Visca, precedente a essa, riporta un’apertura (fig. 41)626. Nel 1957 al momento dei lavoratori di scavo e restauro dell’area, una

fotografia sembra confermare la presenza di una soglia, verosimilmente marmorea, su questo lato (fig. 42).

I mitrei presso Porta Romana, di Fructosus, quello del cd. Palazzo Imperiale e quello di Lucrezio Menandro hanno la porta d’accesso lungo la parete opposta a quella di fondo. In tutti questi casi l’ingresso è mediato da un vano intermedio, una sorta di vestibolo. Per quanto riguarda il mitreo di Lucrezio Menandro abbiamo già accennato alla possibilità che il percorso d’accesso prevedesse il passaggio attraverso gli ambienti del caseggiato e la via dei Balconi. Il secondo gruppo invece pone dei quesiti importanti. Nel caso dei mitrei della Casa di Diana e delle Terme di Mithra, il posizionamento della porta di ingresso è sulla parete opposta a quella di fondo, risultando però decentrato. Inoltre in entrambi i casi, i mitrei sono divisi in due sezioni mediante muri sporgenti dalle banchine. Non sappiamo però se la parte con l’accesso possa essere considerata un vestibolo o parte del mitreo vero e proprio. Decentrato è anche l’ingresso del mitreo delle Sette Sfere, che è spostato verso ovest. Il decentramento è mantenuto anche rispetto al corridoio che divide in due i Quattro Tempietti repubblicani e che era il passaggio principale che conduceva al mitreo (vedi fig. 29).

625 Gli altri casi, su cui torneremo anche nel corso di questo paragrafo, sono il mitreo di Porta Romana, di Lucrezio

Menandro, dei Serpenti, di Fructosus e quello del Palazzo Imperiale.

626 Ringrazio il Parco Archeologico di Ostia Antica per l’accesso all’Archivio Disegni. Vedi anche

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Proprio nel corridoio si potrebbe considerare un vestibolo, attraverso la chiusura dei lati nord e sud del passaggio centrale dei tempietti repubblicani627.

Tra i mitrei aventi accesso in asse, ma di cui non abbiamo attestazioni di un pronao, c’è anche il mitreo delle Sette Porte. Le sue peculiarità sono proprio la mancanza di un ambiente come un vestibolo e l’accesso dal corridoio principale dell’edificio nel quale è inserito. Allo stato attuale delle nostre conoscenze è impossibile trarre qualsiasi conclusione; è però un’eccezione alla regola secondo la quale il mitreo deve rimanere escluso dalle vie di passaggio e il suo interno non essere raggiungibile dagli sguardi degli avventori delle strutture ospitanti. L’ipotesi che tutto l’edificio, o metà di esso628, fosse stato defunzionalizzato e servito per le diverse

attività legate al rito potrebbe essere la chiave di lettura che risponde ai nostri dubbi, ma non ci sono tracce che possano indicare questa condizione. Forse è più verosimile pensare che questo edificio avesse una frequentazione limitata a chi aveva accesso per motivi professionali e non è stato necessario creare una situazione di riservatezza per il luogo di culto.

Al terzo gruppo appartengono i mitrei con accesso laterale.

Il mitreo degli Animali si trova nell’angolo sud-orientale dell’insula II della regio IV, a ridosso del muro perimetrale del Campo della Mater Magna. Allo stato attuale delle ricerche e della conservazione in situ non è possibile definire con certezza quale fosse la funzione dello spazio che divide il mitreo dal retro delle Terme del Faro. Come si vede in pianta (fig. 48) quest’area era però direttamente connessa al corridoio di accesso al mitreo e occupata da altri ambienti solo in modo limitato. È verosimile che l’accesso, veicolato da questo spazio, fosse aperto a quanti frequentavano gli ambienti connessi al retro delle Terme del Faro e alla costruzione di incerta funzione documentata nel secolo scorso. La collocazione del mitreo nell’angolo estremo dell’isolato, attraverso un passaggio articolato, che ne limita totalmente l’accesso casuale, potrebbe giustificarsi proprio in luce dell’installazione del mitreo a ridosso di uno spazio, aperto, anche se non di passaggio. Forse possiamo considerare questo mitreo come luogo di culto nato in un contesto di vicinato, similmente a quanto possiamo fare per il mitreo dei Serpenti. In entrambi i casi infatti sembrano configurarsi i presupposti di un contesto che potremo definire eterogeneo, in cui non c’è una chiara connotazione dell’area, ma nella quale,

627 VAN HAEPEREN 2011, 118; VAN HAEPEREN, Ostia. Mithraeum des Sept Sphères (II, VIII, 6)

https://books.openedition.org/cdf/6592 .

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la posizione assunta dai due luoghi di culto sembra quella di accoglienza per le persone impegnate in un settore dell’isolato o dell’insula.

Per quanto riguarda il cd. Sabazeo e il mitreo di Felicissimo, l’ingresso viene posto lungo la parete laterale: ciò sembra comportare che la stanza adiacente fosse un ambiente annesso con funzione di anticamera o vestibolo. In entrambi i casi, in fase con l’impianto del mitreo è avvenuta la tamponatura di un precedente ingresso sulla parete in opposizione a quella di fondo. Nel caso del mitreo di Felicissimus l’ingresso originario aveva un accesso direttamente sulla strada che ne prende il nome, mentre nel cd. Sabazeo invece si apriva sul corridoio centrale degli horrea. In questi casi è molto evidente la volontà di chiusura e alienazione del luogo di culto rispetto al traffico e alle attività circostanti.

Sebbene con ogni tutela, queste dinamiche invitano a riconsiderare la configurazione del mitreo delle Sette Porte e dell’edificio che le ospita.

Nel documento I luoghi di culto mitraico di Ostia (pagine 166-171)