Il mitreo dei Serpenti è installato in un edificio commerciale, inserito in un settore a est della Semita dei Cippi, compreso tra il Decumano Massimo a nord, via della Fortuna Annonaria a sud e via del Mitreo dei Serpenti e via del Sole rispettivamente a est e ovest428. L'area,
caratterizzata da una lottizzazione del terreno basata sulla misura di 1 actus, ha il lato breve allineato al decumano e i lati lunghi paralleli alla semita come le parcelle a est, contrariamente a quanto succede per i settori immediatamente a ovest, che affacciano sulla Semita dei cippi429
(fig. 57).
La storia edilizia dell'area è ricca di rimaneggianti delle strutture e della viabilità secondaria. Tutto inizia nel III-II a.C. con i primi muri, tra cui quello in opera quadrata di tufo di Grotta Oscura, che sembrano delimitare un passaggio che poteva essere la prosecuzione verso est della via dell'Invidioso. Risalenti alla seconda fase, datata all'età giulio-claudia invece sono i muri in tufo dell'Aniene e in opera reticolata visibili nel Caseggiato B e quello che poi sarà il muro orientale del mitreo. Di una fase leggermente successiva è il primo impianto nel settore del Caseggiato E, con muri in opera reticolata e laterizi gialli. Nella fase successiva avvengono i primi rimaneggiamenti a questa fabbrica con inserzioni in opera mista. Sempre risalente all'età flavia-traianea sono le prime attività edilizie che verranno inglobate nel Caseggiato del Sole. In età adrianea abbiamo invece la fabbrica degli ambienti del Caseggiato B che si doveva estendere fino al decumano massimo, ma che sarebbe stata interrotta dall'edificazione del Caseggiato A430, di prima età severiana (fig. 58). Contestualmente avviene la parziale riduzione
di via del Mitreo dei Serpenti, che sulla parte affacciata al decumano ha visto la costruzione di un passaggio coperto nella parte terminale. In età antonina è stato costruito il Caseggiato del Sole, diviso da un doppio muro dal Caseggiato B431.
Il caseggiato A risale quindi a una sesta fase di attività edilizia nel settore, all'inizio dei Severi, successiva alla costruzione della Sede degli Augustali (V vii, 1-2). Il rapporto tra le due strutture si verifica con il muro perimetrale occidentale della Sede degli Augustali e la parete esterna del passaggio coperto che ha portato alla riduzione della via del Mitreo dei Serpenti ad
428 BECATTI 1954,101-04;CIMRM294;BAKKER 1994;PAVOLINI 2006a,223-24;MARCHESINI 2012-13,279-84;
MELEGA 2017-18,152-57,313-18;VAN HAEPEREN 2019;VAN HAEPEREN,Ostia. Mithraeum des Serpents (V, VI, 6) https://books.openedition.org/cdf/6598.
429 Vedi BIANCHI 1998, 126, fig. 15. 430 BIANCHI 1998, 128.
431 Il caseggiato viene datato dal confronto con edifici recanti bolli laterizi dell'epoca di Antonino Pio. Per BIANCHI
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angiporto. Leggermente successive sarebbero la costruzione del Caseggiato D e i primi rimaneggiamenti del Caseggiato del Sole con la chiusura delle porte di comunicazione tra le varie tabernae. Nell'ultima fase, che va dall'età severiana alla fine del III sec. d.C., avvengono una serie di cambiamenti che interessano tutto il settore. Le pitture degli ambienti a sud-est del Caseggiato del Sole (AA 16, 18, 19) e dell'ambiente 38 del Caseggiato C sono di questo periodo. Il cortile A17 diviene una latrina. L'altro cortile, A20 aperto verso via del Mitreo dei Serpenti, viene chiuso da un muro. Parallelamente si interviene sui vani che affacciano sulla via del Sole, con la chiusura, probabilmente dovuta a un incendio, delle quattro tabernae a sud (AA 9-12). Si rinforza la facciata esterna del Caseggiato E, raccordandosi con la parete perimetrale delle Terme dell'Invidioso e perciò limitando l’accesso alla strada. L’abside stessa della piscina del frigidarium delle terme, aggiunta a un certo punto della storia edilizia del complesso termale, andando a occupare parte di via del Sole432. In questo momento il
Caseggiato del Sole perde tutte le connotazioni che ne hanno caratterizzato l’esistenza433. Non
sappiamo se i piani superiori continuassero a essere usati. A Ostia soprattutto dalla fine del III secolo, in alcune strade le colmate di detriti derivate dall’abbandono di alcuni edifici hanno portato a un innalzamento del livello stradale. Tale innalzamento raggiungeva i primi piani delle insulae, obliterando in questo modo tutti i piani terreni434.
Sulla parte dei lotti che vanno sulla via del Mitreo dei Serpenti si interviene con la creazione di un piccolo edificio con copertura a crociera A29 che sembra indipendente rispetto ai caseggiati. La sua parete occidentale sarà contermine a quella dell'ambiente che ospita il mitreo dei Serpenti, installato in questa fase. Parallelamente potrebbe essersi verificata la tamponatura dell’accesso all’ambiente A28, prospiciente il nuovo ambiente voltato, comportando anche il nuovo orientamento dei vani interni435.
L'installazione del luogo di culto mitraico ha portato anche alla chiusura della porta
sulla parete di fondo, che funzionava da collegamento con gli edifici a sud, tamponata con una muratura di rozzi tufelli (figg. 59-60).
432 POCCARDI 2006,181. In età tardoantica si verificano vari casi di costruzione di absidi in aggiunta a piscine o
vasche già esistenti che vanno a occupare la sede stradale; Poccardi fa l’esempio dell’abside della piscina nord del frigidarium delle Terme del Foro che va su via della Forica, o l’occupazione dell’ambitus tra le Terme di Mitra e gli Horrea dei mensores con un bacino per l’acqua fredda.
433 Ostia I,162, il muro che ha chiuso gli ingressi delle tabernae del Caseggiato del Sole, avrebbe avuto funzione
di chiusura dei detriti per lasciare libera la strada.
434 PAROLI 1993,166-68;GERING 2004;PAVOLINI 2016,387-88. 435BIANCHI 1998,130.
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Il mitreo rispecchia le numerose vicende edilizie del settore, perché sfrutta tre muri preesistenti di fasi diverse. L'unico muro costruito contestualmente, è quello della parete nord sulla quale è ricavato l'ingresso ed è in opera laterizia. Il muro opposto invece è sempre in laterizio, datato al II secolo. La parete est è in opera mista con rimaneggiamenti in laterizia di età adrianea. Il muro più antico è quello occidentale, in opera reticolata tra pilastri di tufo a cui si addossa il muro perimetrale del Caseggiato del Sole. È stato mantenuto l'apparato decorativo delle pareti preesistenti all'impianto: il tema figurativo sembra indicare che l'angolo sud-est fosse stato adibito a larario. In questo angolo sono ancora visibili due pezzi di intonaco a fondo bianco su cui sono raffigurate figure di serpenti e Geni. Sulla fascia superiore ci sono delle ghirlande rosse a festone, legate insieme da nastri frangiati, sulle quali arrivano le altezze di piccoli alberelli con foglie lanceolate. Sul muro sud si riconosce un serpente con tre spire in posizione eretta, rivolto verso sinistra. Il dorso del corpo è rosso-bluastro, con una fascia gialla laterale, mentre la parte del ventre è verde con squamature in nero, come nella parte dorsale, e con una fascia rosacea con squamatura rossa. La testa del rettile è blu-verde, con la bocca di colore rosso e una cresta anch'essa rossa, che ne denota il genere maschile. Sul muro est c'è la stessa decorazione di sfondo e della fascia superiore. In questo caso si riconosce l'ultima spira di un serpente femmina, in quanto non dotato di cresta, che si rivolge verso destra, dove c'è una figura maschile stante in cui si riconosce il Genio del pater familias. Indossa una tunica bianca, con ombreggiature giallastre e rossastre e una toga rossa che gli copre il capo coronato da una ghirlanda di foglie. È visibile l'avambraccio destro che doveva tenere una patera, mentre nella mano sinistra, che è mancante, tiene una cornucopia gialla, rigogliosa di frutti e foglie.
Le pitture sono state datate da Becatti alla metà del II sec. d.C., mentre Van Essen le data all'età di Gallieno e le considera in fase con l'impianto del mitreo436.
In questa fase sono state costruite le due banchine con materiali di risulta, che si estendono per una lunghezza di 9, 75 m lungo le pareti est e ovest. Solo per il podio del lato ovest è stato costruito un gradino in laterizio, all'attaccatura dello stipite della larga porta di ingresso. Al centro dei podia ci sono due piccole nicchie ricavate nella rozza muratura e prive di rivestimenti. Il pavimento del corridoio è un battuto di terra.
Addossato alla parete di fondo, sul lato sud, c'è un altare a gradoni in muratura, con ricorsi di tufelli e laterizi, anche in questo caso costruito con tecnica abbastanza approssimativa. L'altare,
436BECATTI 1954, 103; VAN ESSEN 1956-58, 176-7, in cui non considera l'esistenza di diverse fasi edilizie, ma
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che Becatti riteneva essere un esempio di thronus437, ha due ante laterali che ne delimitano lo
spazio, di cui solo quella destra raggiunge la parete di fondo. A sinistra infatti rimane un piccolo spazio, risparmiato per non coprire la pittura preesistente438, o per lasciare possibilità di
movimento accanto all'altare. Questa soluzione potrebbe avere un carattere rituale e la troviamo in altri casi a Ostia439. Davanti ai due gradini c'era poi un'ara, sempre con una muratura di tufelli
e laterizi, con una base che su tre lati è più ampia della superficie.
Durante le operazioni di scavo è stata ritrovata una piccola aretta in travertino, con due pulvini abbozzati che incorniciano una cavità della superficie superiore.
L'accesso al mitreo avviene attraverso la parete nord, prima della quale si deve superare A29 per giungere a un piccolo piazzale aperto. Sembra che l'unica via percorribile per potervi accedere fosse la strada che ne prende il nome. È interessante notare che la costruzione di A29 avviene in fase con quella del mitreo. Potrebbe rappresentare la necessità di un ambiente di supporto alle attività rituali, essendo anche l'unica stanza dalla quale è possibile accedere. Si noti anche che questo vano, come il mitreo, ha un livello pavimentale più basso dei vani adiacenti, con i quali si raccorda attraverso un gradino di circa 20 cm.
Il caseggiato che ospita il mitreo ha una funzione commerciale/artigianale, secondo quanto si suppone dalla dimensione degli ambienti e dalla presenza di una struttura che potrebbe essere interpretata come un forno440.
Data l'esiguità del materiale archeologico e della tipologia delle tecniche murarie è difficile proporre una datazione per questo mitreo, che Becatti data alla metà del III sec441.
Per capire meglio il contesto topografico sono necessarie alcune considerazioni sulla distribuzione degli interventi che vanno dall’età severiana alla fine del III secolo (fig. 61). La costruzione dell’ambiente voltato a crociera A29 sembra funzionale al cambio di funzione dell’edificio in cui viene impiantato il mitreo. Inoltre, la tamponatura degli accessi di A28 verso
437 BECATTI 1954, 102. 438 BECATTI 1954, 102.
439 Abbiamo altri casi in cui accanto all’altare ci sono delle porte o degli spazi lasciati liberi. Non possiamo sapere
se si tratta di scelte intenzionali dovute a scopi pratici o rituali, per permettere forse una maggiore mobilità intorno alla parete di fondo. A Ostia abbiamo uno spazio o un passaggio vicino l’altare anche nei mitrei degli Animali, di Lucrezio Menandro, delle Terme di Mitra e forse delle Pareti Dipinte.
440 BAKKER 1994, 103.
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sud sembra essere correlata proprio alla costruzione dell’ambiente A29442, nonostante il primo
appartenga al Caseggiato A.
Questo settore della regio V, è contraddistinto dalla presenza del decumano massimo che definisce gli allineamenti dei vari lotti. Questi, almeno nella progettualità originaria, sembrano seguire una parcellizzazione dei terreni. I lati brevi sono paralleli al decumano massimo verso nord e a via della Fortuna Annonaria verso sud. I lati lunghi delle fabbriche invece corrono lungo la via del Mitreo dei Serpenti e la via del Sole. Secondo questa divisione spaziale, la prima fase edilizia avrebbe previsto che il Caseggiato B fosse pressoché identico al Caseggiato del Sole. Solo in un momento successivo c’è stato il frazionamento in due unità (Caseggiato A e Caseggiato B).
Si deve anche considerare che in tarda epoca severiana si registra a Ostia una contrazione economica che si manifesta soprattutto a livello urbanistico. Per quanto riguarda questo settore, sappiamo che la via del Sole è rimasta aperta al passaggio almeno fino alla metà del IV secolo. La strada sgombra è mantenuta sgombra anche dopo l’incendio che nell’ultimo quarto del III secolo ha interessato un gruppo di tabernae sulla strada443.
È probabile dunque una contrazione della spinta commerciale dell’area in questo settore, nella quale probabilmente continuano le loro attività gli ambienti affacciati sul decumano e la via della Fortuna Annonaria, mentre altri subiscono una rifunzionalizzazione o un precoce abbandono.
Originariamente, l’ambiente in cui è stato installato il mitreo, doveva essere aperto sul lato nord. Considerando il posizionamento delle pitture dei Lares presso l’angolo sud-est del vano, si può pensare che questo spazio fosse adibito alla funzione di larario per le persone che abitavano o lavoravano negli ambienti prospicienti sia il lato nord sia il lato sud.
442 Sulla temporaneità di questi interventi vedi BIANCHI 1998, 130.
443 Ostia I, 162; GERING 2004, 337-38 e GERING 2018, 56. La viabilità “interna” di questo settore della regio V,
era caratterizzata in origine da tre angiporti, concentrati nella parte orientale, che servivano per collegare la via del Sole con gli edifici più interni (A51) e poi con via del Mitreo dei Serpenti (A37) e la via della Fortuna Annonaria (A47). Nella parte occidentale invece, la presenza della via del Mitreo dei Serpenti collegava tutti i complessi, nonostante, la riduzione dovuta alla creazione dell’angiporto A27. Il collegamento con il decumano massimo era limitato a questo, e occupato dalle tabernae che sfruttavano la principale arteria stradale. Nella fase che va dall’età severiana in avanti, si registra la parziale occupazione di via del Sole, con le strutture che contraffortano le Terme dell’Invidioso e l’abside della piscina del frigidarium di questo complesso e l’abbandono della parte meridionale delle tabernae del Caseggiato del Sole.
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La distinzione dei due complessi è, non serve dirlo, moderna e di facilitazione all’analisi. Considerate però le parallele vicende edilizie, è verosimile che siano sempre appartenute alla stessa proprietà.
Alla luce di questa lettura si potrebbe ipotizzare che la presenza del mitreo sia stata dettata da un avvicendamento, o forse un inserimento, di un nuovo luogo di culto, dove prima era stato predisposto un lararium. La comunità di vicinato, o nata sul posto di lavoro, che vi si incontrava era pertinente ai caseggiati A e B. Possiamo escludere il Caseggiato del Sole, la cui divisione dall’edificio che ospita il mitreo è dettata dalla chiusura di tutti gli spazi di collegamento e dal doppio muro che ne caratterizza la diversa proprietà.
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