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Coesistenza 152

Nel documento I luoghi di culto mitraico di Ostia (pagine 152-155)

A Ostia, il mitreo come luogo di culto dedicato a Mitra, ospita anche altre divinità, secondo una prassi che ritroviamo in altri contesti sacri della colonia. Partendo da quest’ultimi possiamo vedere come il Sacello del Silvano (I iii, 2) sia un esempio di luogo di culto in cui coesistono varie divinità. In fase iniziale l’unico dio presente nel sacello è Silvano; successivamente a esso si aggiungono le rappresentazioni pittoriche di altri soggetti, tra i quali sono stati riconosciuti un Lare, un imperatore della dinastia giulio-claudia, probabilmente Augusto, Iside e Arpocrate, Fortuna, Annona, una figura divina con un corno, forse un Genio e Alessandro Magno548.

Nel caso del sacello di Silvano, come nei casi di coabitazione549, ci troviamo davanti a divinità

che condividono gli stessi spazi in quanto la loro sfera d’azione ha dei tratti comuni. Quindi è naturale che si possano rivolgere a una stessa comunità. Questo aspetto è particolarmente evidente nel caso del piccolo luogo di culto dedicato a Silvanus: il sacello è accessibile solo dall’attiguo Caseggiato dei Molini e quindi dai lavoratori che lì erano impiegati. Per tutte le divinità presenti in questo contesto c’è il filo comune dell’approvvigionamento, che seppure in diverse forme, rimanda alle attività di molitura e panificazione del Caseggiato dei Molini550.

548 Sul Sacello del Silvano vedi BAKKER 1994, 156-63; STEUERNAGEL 2004, 43-8; VAN HAEPEREN 2011, 124-5,

con diverse interpretazioni.

549 A cui si rimanda nel capitolo successivo nel paragrafo dedicato con una serie di esempi dal territorio ostiense,

anche al di fuori dell’ambito mitraico.

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Ritornando al culto di Mitra, una dinamica simile di condivisione dello stesso luogo di culto si può ritrovare anche nei mitrei Aldobrandini e del cd. Sabazeo. In quest’ultimo, come già palesa la sua denominazione, è stata trovata una dedica a Giove Sabazio551 e una dedica da ricondurre

al Numen Caelestis552. In un’altra iscrizione abbiamo invece Mitra associato a Fortuna, i Lari

e Tutela553.

Nel mitreo Aldobrandini è stato ritrovato un piccolo rilievo in cui è Silvano viene ritratto entro un’edicola. La presenza di Silvano nei contesti mitraici ostiensi si verifica anche in una delle sale che conducono al mitreo del Palazzo Imperiale e nel mitreo della Planta Pedis. Quest’ultimo caso potrebbe essere considerato un esempio di reimpiego di una lastra marmorea iscritta (la dedica a Silvano è stata utilizzata come rivestimento di uno dei gradini dell’altare). Però, il legame onomastico tra il dedicante e la famiglia che ha dedicato due aree nel Serapeum e nelle Terme della Trinacria sembra testimoniare la presenza di un culto di Silvano o nelle vicinanze o comunque all’interno dello stesso gruppo familiare.

Come si evince dai dati fin qui analizzati, il culto di Mitra a Ostia si diffonde nell’ambito delle comunità e delle associazioni. A prescindere dallo statuto giuridico di queste forme d’aggregazione, è evidente come il culto sia un pretesto dal quale prendono le mosse questi gruppi, la cui spinta alla riunione è soprattutto la convivialità. La presenza entro lo stesso spazio sacro del cd. Sabazeo, di Mitra, Fortuna, Lari, Tutela si comprende proprio per il contesto in cui si trovano. Se la Fortuna, i Lari e la Tutela si ritrovano insieme in varie occasioni, questa è l’unica testimonianza in cui c’è anche Mitra. La Fortuna è una divinità spesso connessa agli

horrea, come anche, sebbene con minor frequenza, i Lari e la Tutela554. La presenza di queste

divinità si accorda quindi con il contesto. Anche la tipologia di devoti va ricercata all’interno della comunità dei lavoratori impegnati nel magazzino. Mitra invece non mostra alcun apparente legame con il contesto e con le altre divinità, ma testimonia la possibilità di scelta di una divinità tutelare esterna rispetto all’ambito professionale, come espressione della formazione di questi gruppi che si definiscono a prescindere dall’attività lavorativa555, oppure

oltre alla scelta del sive deus, sive dea in cuius tutela hic locus est si aggiungono altre divinità

551 CIL XIV 4296, MARCHESINI 2012-13, 348-51.

552 CIL XIV 4318, MARCHESINI 2012-13, 381-85. Sull’identificazione del Numen Caelestis, vedi paragrafo 2.16

sul Sabazeo.

553 CIL XIV 4309, MARCHESINI 2012-13,304-7. 554 Cfr. VAN HAEPEREN 2010.

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a completare o arricchirne la sfera d’azione556. Sempre dallo stesso contesto, si registra la

presenza di una dedica a Giove Sabazio, forse titolare del luogo di culto in una fase precedente all’adattamento a mitreo557. È probabile che in una stessa fase il luogo di culto, diventato

mitreo, abbia continuato a ospitare anche la divinità frigia. Un caso analogo è forse quello del mitreo dei Serpenti, dove al posto di un larario è stato installato il mitreo. Il mantenimento delle pitture del lararium potrebbe indicare una coesistenza tra i diversi culti558.

Clauss, che si è dedicato soprattutto all’analisi delle evidenze provenienti dall’area germanica e pannonica, ritiene invece che la presenza di altre divinità in contesti mitraici, come all’interno della narrazione mitica delle vicende di Mitra, sia riconducibile alla formazione del culto. Questa fase sarebbe avvenuta durante le prime fasi del Principato per raggiungere uno stato di maturità a ridosso del II secolo559.

Inoltre riconosce varie tipologie di divinità che sono collegate a Mitra: innanzitutto quelle di carattere solare (Sol, Apollo, Fetonte e Phanes), poi le divinità indigene e poi quelle del

pantheon greco-romano. La loro presenza in contesti mitraici sarebbe da ricollegare

principalmente alle caratteristiche teologiche, soprattutto per gli déi psicopompi e legati all’idea di salvazione, uniti al dio di origine iranica da un sincretismo basato su tali aspetti560.

In realtà, al di là delle attestazioni di coesistenza che ritroviamo in territorio ostiense e che possiamo ricondurre anche ad altre divinità, sembra che la scelta di ospitare in un medesimo luogo di culto più divinità sia collegabile alla loro sfera d’azione, che coincide con la tutela divina al settore di riferimento delle aggregazioni che qui si riuniscono.

Altre figure divine o meno, come il già citato Sol o Luna, o Cautes e Cautopates rappresentano delle divinità comprimarie che completano il culto di Mitra e soprattutto la sua vicenda mitica e in quanto tali non possono essere considerate ospiti all’interno del mitreo.

556 VAN HAEPEREN 2014, 141.

557 Non si fa riferimento alla dedica somno monitu del Numen Caelestis perché è probabile che vada a identificarsi

con Mitra stesso (CIL XIV 4315).

558 Un caso simile è attestato a Roma, a via Giovanni Lanza, dove un piccolo mitreo è stato predisposto in una

domus. Accanto al sacello mitraico era predisposto un larario con una statua di Iside-Fortuna e statuine di Ercole, Serapide, Arpocrate, Ecate, Venere e altre divinità. (CIMRM 356; Ensoli in S.ENSOLI –E.LA ROCCA (EDS.), Aurea Roma: dalla città pagana alla città cristiana. Guida alla mostra, Roma, 2001, 31 e ss.).

559 CLAUSS 2001, 167. 560 CLAUSS 2011, 148-62.

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Nel documento I luoghi di culto mitraico di Ostia (pagine 152-155)