• Non ci sono risultati.

I mitrei presso horrea 177

Nel documento I luoghi di culto mitraico di Ostia (pagine 177-182)

Tre mitrei sono stati installati in strutture adibite o connesse ad horrea: il mitreo delle Sette Porte nell’horreum IV v, 12, il mitreo della Planta Pedis in un edificio pilastrato (III vii, 2) con

649 BECATTI 1954, 59; MARCHESINI 2012-13, 222; PAVOLINI 2006a, 145 VAN HAEPEREN 2019, 86. 650 BECATTI 1954,27;HERMANSEN 1982, 125.

- 178 -

probabile funzione di stoccaggio o deposito merci e collegato all’horreum III vii, 1 e il cd. Sabazeo negli horrea V xii, 2. Quest’ultimo è l’unico di grandi dimensioni, ma del quale purtroppo non è possibile conoscere l’organizzazione interna perché è solo parzialmente scavato.

Si tratta in tutti i casi di magazzini non legati allo stoccaggio del grano come lascia intuire l’assenza di suspensurae. Sembra più corretto inserirli nell’ambito estremamente eterogeneo delle strutture di stoccaggio o commerciali del mondo romano651.

La stessa identificazione alcune strutture con gli horrea è particolarmente complicata. Si può basare solo sul confronto con edifici analoghi di cui è certa l’attribuzione a questa tipologia funzionale652 e si tratta, spesso, di magazzini per lo stoccaggio del grano. Ma a Ostia, come a

Porto, resta evidente la necessità di depositare beni di vario genere, sia per il fabbisogno della colonia sia per quello di Roma653. Secondo Heinzelmann, merci come marmo e grano erano

stoccate negli horrea pubblici di Porto, mentre a Ostia la maggioranza dei magazzini era di proprietà privata. A ciò si aggiunga la tendenza all’attività commerciale per i magazzini ostiensi, testimoniata dalla presenza di tabernae lungo il lato di ingresso, caratteristica assente negli horrea di Porto. Anche la distribuzione di questi edifici mostra una sostanziale differenza. A Portus, la collocazione degli horrea attorno al porto permette, dal punto di vista logistico, uno scarico più facilitato per le merci di grosse dimensioni. A Ostia invece la diffusione degli

horrea è più disordinata654.

La molteplicità di funzioni di questi depositi si potrebbe riscontrare a Ostia in taluni horrea in cui la monumentalizzazione degli ingressi e la decorazione architettonica, possono essere considerati un elemento di attrazione per compratori o mediatori655.

Se molti magazzini sono stati costruiti a nord del decumano e presso la parte nord di via della Foce per la prossimità al Tevere, altri sono invece collocati nei settori meridionali della città. In questo secondo gruppo rientrano quelli che prendiamo in esame per la nostra analisi topografica dei mitrei.

Seguendo come riferimento di carattere generale la divisione proposta da Rickman656 possiamo

inserire l’horreum IV xii (mitreo delle Sette Porte) e il III vii, 1 connesso all’edificio pilastrato

651 MEIGGS 1973, 282. 652 RICKMAN 1971, 15. 653 MEIGGS 1973, 282. 654 HEINZELMANN 2002, 113-4. 655 HEINZELMANN 2002, 114. 656 RICKMAN 1971, 77.

- 179 -

(mitreo della Planta Pedis) nella categoria dei magazzini a corridoio centrale. Quello del Sabazeo V xii, 2 è pertinente agli horrea di pianta quadrangolare con cortile interno circondata da celle657. In base all’analisi che intendo condurre, tale divisione tipologica è utile solo per

fare il punto sulle planimetrie di questi edifici, perché come già visto nel dossier ci sono vari aspetti da considerare a livello di funzione. Più legati agli aspetti funzionali e di insediamento urbano sono le proposte di classificazione di Bernardos Sanz e Virlouvet: una prima divisione viene fatta sulla tipologia di funzione, stoccaggio o uso misto (stoccaggio, vendita ed eventuale produzione). Si aggiunge a questa il criterio della collocazione spaziale: horrea costruiti sul luogo di raccolta delle merci, all’altezza di una tappa verso la distribuzione, sul luogo di distribuzione658.

L’horreum IV xii in cui è stato impiantato il mitreo delle Sette Porte è una delle testimonianze archeologiche su cui vale la pena ritornare alla luce di alcuni dettagli strutturali che fornisce, utili a una lettura più funzionale dell’edificio.

Torno quindi a sottolineare la presenza di almeno una soglia con scanalatura per il posizionamento a scorrimento di travi di legno, tra le tre non andate perdute. Come ho avuto modo di accennare questa tipologia è considerato come un indicatore di tabernae659. A ciò si

aggiunge la condivisione di tre dei quattro muri perimetrali con gli edifici adiacenti, che è un aspetto che mal si coniuga con le leggi e le pratiche edilizie riferibili agli horrea660.

Questo ci spinge a considerare in modo più ampio le possibili funzioni connesse a questa struttura. Possiamo riconoscere delle analogie a Roma, negli Horrea Agrippiana, parzialmente scavati, la cui planimetria ha portato gli studiosi a rivedere il concetto tradizionale di horrea. Sappiamo si tratta di horrea perché abbiamo la menzione della struttura su una base votiva ritrovata all’interno del cortile661. Intorno a una corte centrale si distribuiscono le celle poco

657 RICKMAN non analizza questi horrea probabilmente perché scavato in modo estremamente parziale. Come già

accennato nel dossier, il settore scavato è quello prospiciente il decumano massimo e la cella in cui è stato impiantato il cd. Sabazeo.

658 BERNARDOS SANZ,VIRLOUVET 2016, 59-81.

659 La soglia della cella di nord-est, che rispetto alla tipologia tradizionale che prevede l’apertura di due ante verso

l’interno dell’ambiente e corrisponde alla forma originale e che è visibile in tre delle altre soglie conservate, è stata modificata in un momento successivo, con la creazione di un canale per l’inserimento delle assi di legno come si riscontra nelle tabernae. Tale tipologia di soglia è considerata da alcuni studiosi come indicatore assoluto della presenza di botteghe - quindi stanze legate al commercio, ma anche alla manifattura - (GIRRI 1956,

SCHOEVAERT 2018) e da altri come un dettaglio strutturale connesso alle tabernae, però non in modo esclusivo e

non come indicatore primario (PACKER 1971, 21; RICKMAN 1971, 81, 81; MEIGGS 19723, 273; BAKKER 1994, 77). Bisogna tenere presente che sono state riconosciute anche tabernae che presentano soglie a doppio battente (SCHOEVAERT 2018, 29-32).

660 Cod. Theod. XV, 1, 38, RICKMAN 1971, 78-9, 190-92. 661 SCHNEIDER-GRAZIOSI 1915, 25-34.

- 180 -

profonde e larghe, dotate di un’ampia apertura (circa 5 m) con soglie scanalate662. Tale

planimetria trova riscontri più prossimi ai macella rispetto agli altri horrea romani, situati nell’area commerciale e portuale663. Effettivamente la collocazione all’interno del foro

repubblicano di un deposito di stoccaggio sembra lasciare spazio ad altre ipotesi664.

Le caratteristiche architettoniche sembrano essere quindi più pertinenti alla vendita al dettaglio invece che allo stoccaggio di beni665. Una mediazione tra le due funzioni potrebbe essere

proprio il caso dell’horreum del Mitreo delle Sette Porte, in cui in una fase successiva, una delle celle parebbe essere adibita al commercio al minuto666. Nel confronto con gli Horrea

Agrippiana c’è sicuramente una sostanziale differenza nella planimetria, in quanto l’edificio del foro repubblicano ha una pianta con corte centrale, mentre l’horreum del Mitreo delle Sette Porte ha un corridoio con tre celle su ciascuno dei due lati. Probabilmente però la diversità nell’impianto è da riferire all’uso finale e all’utenza che si intendeva raggiungere. Si noti anche che la cella centrale sul lato che dà verso il Cortile del Dioniso, sembra funzionare da corridoio tra i due spazi. L’ingresso monumentale sul lato sud è di pertinenza dell’insula IV v, 4 di epoca adrianea e sembra aver rappresentato la via d’accesso principale, anche se non sappiamo quale fosse la situazione nella parte a sud di questo settore perché non ancora indagata attraverso scavi archeologici.

Il cosiddetto Sabazeo è invece l’ultimo di tre horrea lungo la parte orientale del decumano massimo. La parte prospiciente l’asse viario è occupata da sei tabernae, in mezzo alle quali si apre un vicolo che determina l’ingresso al magazzino. Lo scavo parziale dell’edificio non permette grosse interpretazioni sul contesto topografico. Un dato evidente è l’adattamento della parete occidentale degli horrea all’orientamento di questo settore della regio V. Tale allineamento si riflette anche nel posizionamento degli adiacenti Horrea di Ortensio, la cui forma irregolare, si deve essere modulata su una viabilità preesistente667, sebbene questi sono

i magazzini ostiensi di più antica edificazione (fig. 61). La parte orientale degli horrea del

662 RICKMAN 1971, 89-97; ASTOLFI,GUIDOBALDI,PRONTI 1978, 40-3. 663 RICKMAN 1971, 95; VIRLOUVET 1995, 114.

664 L’ipotesi che questi horrea avessero su tre piani le celle per il deposito delle merci (ASTOLFI,GUIDOBALDI,

PRONTI 1978, ASTOLFI in LTUR, Horrea Agrippiana) è rigettata da Virlouvet che sebbene ritiene che in questo caso si tratterebbe di un edificio perfetto per le frumentationes, la mancanza di altri edifici per rispondere a un fabbisogno del genere nel centro della città, non rende possibile tale lettura (VIRLOUVET 1995, 116-17).

665 BERNARDOS SANZ,VIRLOUVET 2016 inseriscono gli Horrea Agrippiana tra i magazzini con funzione mista

(stoccaggio e vendita) costruiti sul luogo di distribuzione.

666 L’indicatore della vendita al minuto è la soglia di travertino che è stata modificata per diventare una soglia

scanalata.

- 181 -

Sabazeo invece ha un allineamento più regolare e costeggia la via detta del Sabazeo. La presenza tra i due horrea di uno stretto vicolo, forse un ambitus, lascia ipotizzare che si tratti di due proprietà indipendenti. Per quanto riguarda gli Horrea di Ortensio, le grandi dimensioni e l’antichità della struttura possono indicare una pubblica proprietà668. È difficile proporre una

lettura funzionale degli horrea del Sabazeo perché conosciamo veramente pochissimo di questa struttura e attualmente sono visibili solo le tabernae sul decumano. Però è bene considerare che proprio le sei tabernae, che a gruppi di tre si aprono ai lati dell’ingresso del magazzino, hanno un collegamento diretto con l’interno dell’edificio. Forse anche in questo caso ci troviamo davanti ad horrea con una funzione mista di deposito e vendita669.

Era consolidata la pratica dell’affitto di horrea, pubblici o privati, a un locatario che a sua volta subaffittava alcuni settori della struttura a terzi670. Tale dinamica è la dimostrazione di ciò che

si riscontra sul piano epigrafico in riferimento per esempio alla diversità sociale presente nei

collegiati degli horrea Galbana671. Il microcosmo sociale degli horrea è estremamente

eterogeneo e non vincolato a una sola merce, né tantomeno a una sola categoria professionale. Tran ipotizza che lo sfondo che ha portato al concepimento del sodalicium dei lavoratori degli

horrea Galbana sia nato più su un piano di condivisione sociale e conviviale che economico.

È probabile che lo stesso sia successo per gli horrea Agrippiana, le cui celle del pianterreno potrebbero essere state affittate per la vendita al dettaglio a diversi locatari672. Riguardo a questi

ultimi magazzini abbiamo l’attestazione archeologica della presenza di un sacello al centro del cortile dedicato al Genius degli horrea, la cui statua era situata sulla parete di fondo e di cui rimane solo la base, che riporta anche i nomi dei dedicanti. Intorno alla divinità patrocinante il luogo si poteva riunire la comunità degli horrearii, nata in seno allo stesso ambiente di lavoro ma caratterizzata da attività professionali differenti.

668 RICKMAN ritiene sia plausibile sia un granaio di proprietà statale (1971, 69), seguito da MEIGGS 1973, 276,

mentre Virlouvet a causa dell’assenza di suspensurae rigetta l’idea che la struttura possa essere idonea allo stoccaggio del grano, ma ne ipotizza comunque la proprietà pubblica rigettando la tesi della proprietà di L. Hortensius Heraclida, che avrebbe solo donato il mosaico del sacello alla destra dell’ingresso degli horrea (VIRLOUVET 1995, 93-4).

669 Un confronto può essere fatto, con le debite distinzioni con i Grandi Horrea, in cui le tabernae sui lati sud e

ovest non hanno collegamenti diretti con le celle retrostanti e che sembrano indicare che la vendita diretta fosse disgiunta dall’attività di stoccaggio.

670 RICKMAN 1971, 194-209. 671 TRAN 2008, 302-5.

672 I dedicatari della statua del Genio di questi horrea sono definiti negotiantes, testimoniando l’utilizzo degli

- 182 -

La presenza del sacro è uno dei migliori indicatori di associazioni volontarie o comunità673;

soprattutto in assenza di epigrafi esplicite o di albi collegiali è l’unica testimonianza che possa portare al riconoscimento di tali organizzazioni e dei loro luoghi di riunione. A Ostia abbiamo attestazioni di culti, all’interno di horrea o edifici con funzione più varia, nella forma di nicchie o edicole presso gli Horrea Epagathiana, il Piccolo Mercato, i Grandi Horrea e gli Horrea III ii, 6 e gli Horrea d’Ortensio674.

Le stesse modalità di sfruttamento degli horrea viste a Roma dovevano essere presenti anche a Ostia. Negli specifici casi ostiensi analizzati, si sarebbero formate delle comunità di lavoratori che condividevano gli spazi dei rispettivi magazzini, sulla spinta di una sociabilità non dettata dal fattore economico.

Si può riflettere sulla tendenza dei lavoratori di horrea e magazzini di Roma ad avere le proprie sedi collegiali, o perlomeno i luoghi di riunione, presso il posto di lavoro, diversamente da quanto possiamo considerare a Ostia per altre categorie professionali e su cui torneremo nel paragrafo dedicato675. Abbiamo infatti i casi della schola del collegium salutare dei villici degli

Horrea Galbana, nella Regio XIII (CIL VI, 30983) e della schola del collegium Liberi Patris et Mercuri, della sede dei commercianti di vino presso le cellae vinariae nova et Arruntiana

(CIL VI, 8826) e l'iscrizione che attesta l'erezione di un sacello per il genio degli Horrea Agrippiana da parte dei negotiantes degli horrea (CIL VI, 39417). A Ostia abbiamo la sede e il tempio dei mensores (I xix, 1-3) attigui all’omonimo deposito (I xix, 4). In questo senso il mitreo, come luogo di convivialità formato materialmente intorno al culto di una divinità, diventa spazio sociale di una comunità e non solo luogo predisposto di un’associazione formalmente costituita.

Nel documento I luoghi di culto mitraico di Ostia (pagine 177-182)