Al mitreo delle Sette Sfere viene assimilato il materiale proveniente dallo scavo del Mitreo Petrini, di cui non abbiamo una collocazione precisa e che viene tradizionalmente fatto corrispondere al tempio mitraico appena analizzato275. Il lavoro di Giuseppe Petrini inaugurò
la stagione dei grandi scavi di Ostia, sotto l’egida di Papa Pio VII e Carlo Fea come Commissario delle Antichità, tra il 1801 e il 1805. Putroppo non abbiamo indicazioni precise su quali aree furono interessate dall’operato di Petrini276. Nel 1868 Visconti parla di un terzo
luogo di culto assimilabile ai mitrei del Palazzo Imperiale e degli Animali, accanto al teatro e verso il Capitolium. Lanciani scava l’area della domus di Apuleio e anche il mitreo delle Sette Sfere, nel quale non trova alcuna attestazione di arredo mobile o epigrafica. Paschetto ipotizza che, sebbene nella pianta di Holl redatta nel 1804 la zona dell’area dei Quattro Tempietti non risulti scavata, viene inserito qualche lacerto all’altezza del mitreo delle Sette Sfere. Questo fa pensare che Petrini possa aver condotto uno sterro anche in quell’area e che il materiale mitraico da lui ritrovato, e finito al Quirinale e poi ai Musei Vaticani, provenisse da questo mitreo277. L’ipotesi di Paschetto è stata generalmente accolta dagli studiosi successivi278,
sebbene rimanga un’attribuzione fortemente indiziaria. Come ha fatto giustamente notare Van Haeperen, una delle iscrizioni ritrovate da Petrini (CIL XIV, 61) parla di un aedes con pronao279. Per quanto riguarda il mitreo delle Sette Sfere, la presenza di un vestibolo è difficile
da ricostruire. Sempre la studiosa propone che, in caso di corretta identificazione del sito di Petrini con il mitreo delle Sette Sfere, il pronao dell’iscrizione possa fare riferimento al corridoio che divide i Quattro Tempietti. Questo corridoio, chiuso da mura280, dà ancora
275 BECATTI 1954, 123-24; MARCHESINI 2012-13, 55-59; VAN HAEPEREN, Ostia. Mithraeum Petrini (localisation
incertaine), https://books.openedition.org/cdf/6576 .
276 . Il Commissario delle Antichità Carlo Fea fece adottare a Ostia e al Foro romano una procedura di scavo che
non prevedesse solo il cavo di reperti di valore antiquario, ma anche la messa in luce degli edifici fino al livello del terreno. Dalle lettere di Fea a Papa Pio VII sappiamo che Petrini, scelto dal Commissario per presiedere i lavori a Ostia, aveva prediletto la già collaudata arte del cavo, provocandone il suo disappunto (MARINI 1998, 61-
68).
277 PASCHETTO 1912, 387.
278 BECATTI 1954, 47, 123-124; CIMRM245, lo collega, a proposito del rilievo con tauroctonia, al mitreo scavato
da LANCIANI nel 1886 (non precisando il riferimento al mitreo delle Sette Sfere); FLORIANI SQUARCIAPINO 1962,
43-44; BAKKER 1994, 112; MARCHESINI 2002-2003, 55-67.
279 VAN HAEPEREN, Ostia. Aire sacrée des Quatre petits temples (Quattro tempietti ; II, VIII, 2-4)
https://books.openedition.org/cdf/6592.
280 VAN HAEPEREN, Ostia. Aire sacrée des Quatre petits temples (Quattro tempietti ; II, VIII, 2-4)
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maggiore credibilità all’idea che il percorso d’accesso al mitreo avvenisse attraverso l’area di culto repubblicana.
L’epigrafe CIL XIV, 60281:
A(ulus) Decimius A(uli) f(ilius) Pal(atina) Decimianus s(ua) p(ecunia) restituit
è stata ritrovata incisa in otto frammenti di marmo pavonazzetto a formare una corona circolare. Lo stesso personaggio si ritrova in CIL XIV, 61282
A(ulus) Decimius A(uli) fil(ius) Pal(atina tribu) Decimianus aedem / cum suo pronao ipsumque Deum Solem Mithra(m) / et marmoribus et omni cultu sua p(ecunia) restituit.
L’iscrizione su lastra di marmo bigio in due frammenti, si riferisce al restauro operato da Decimiano, a proprie spese. Il rifacimento con marmi ha interessato l’apparato decorativo (omni cultu), l’intero ambiente (aedem cum suo pronao) e la statua raffigurante la divinità (CIMRM 245, su cui torneremo a breve).
A. Decimius Decimanus è attestato ad Ostia solo in queste due iscrizioni. Nonostante l’impegno
evergetico del personaggio, non abbiamo alcuna indicazione su quale fosse il ruolo di Decimiano nel culto di Mitra.
Becatti ipotizza che queste due iscrizioni completassero l’installazione del rilievo circolare con tauroctonia, di cui CIL XIV, 60 avrebbe fatto il coronamento semicircolare superiore e CIL XIV, 61 la copertura della base su cui poggiava la scultura283.
Il rilievo in marmo pavonazzetto raffigura il dio che veste un mantello con un crescente lunare. Sono presenti il cane nell’atto di avvicinarsi al pugnale che sta per affondare nel collo del toro, lo scorpione che ne pizzica i testicoli. Nella parte inferiore c’è il serpente. La porzione superiore a destra del rilievo, in cui ci sono le metà superiori di Mitra e toro, sono trattate a tuttotondo. La datazione proposta, su base stilistica, è alla seconda metà del II secolo e si accorda al dato paleografico.
281 CIL XIV 60 = EDR143952 (R. Marchesini);MARCHESINI 2012-13, 55-8
282 CIL XIV 61 = CIMRM 275 = EDR163029 (R. Marchesini); MARCHESINI 2012-13, 59-60. 283 BECATTI 1954, 123.
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Sempre riferibile alle attività di Petrini è l’iscrizione CIL XIV, 62, su lastra quadrangolare di marmo bianco ricomposta da otto frammenti284. Potrebbe trattarsi di una lastra di rivestimento
di un altare, ritagliata e con grappa posta in età moderna:
L(ucius) Tullius Agat̂ĥo / Deo Invicto Soli / Mithrae aram d(ono) d(edit) / Ea⌜n⌝ dedicavit ob / honore(m) Dei, M(arco) Aemilio / Epaphrodito patre.
La dedica si riferisce al dono di un’ara in onore del dio Mitra da parte di L. Tullio Agatho, mentre era pater M. Emilio Epaphrodito. Il gentilizio del dedicante è attestato ad Ostia su epigrafi di tipo funerario, o menzionato in iscrizioni relative a collegi professionali tra II e III sec. d.C285.
M. Aemilius Epaphroditus viene ricordato anche in CIL XIV 63 come pater e sacerdos286:
M(arco) Aemilio / Epaphrodito, / patre et sacerdote.
L’iscrizione, su una piccola lastra di marmo bianco, potrebbe essere parte di un rivestimento, o la faccia laterale di un altare o una base di statua.
Del gentilizio Aemilius abbiamo diverse attestazioni ostiensi nell’ambito collegiale tra la metà del II e il III sec. d.C. Il cognomen potrebbe indicare un liberto.
Per entrambe le epigrafi è stata proposta una datazione alla prima età severiana su base paleografica e per la concentrazione degli Aemilii nelle iscrizioni collegiali ostiensi287.
284 CIL XIV 62 = CIMRM 248 = EDR143954 (R. Marchesini). 285 MARCHESINI 2012-13, 61-4.
286 CIL XIV 63 = CIMRM 249 = EDR143955 (R. Marchesini). 287 MARCHESINI 2012-13, 66.
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