Il mitreo Fagan è un luogo di culto non localizzato, scavato dall’artista e scavatore inglese Robert Fagan nel 1798499. Nel corso di varie campagne di scavo, tra Portus e Ostia, durante la
quarta stagione, che ebbe luogo nel 1797, Fagan proseguì i suoi scavi in una zona di Ostia più alta del resto della città, riconosciuta in Tor Boacciana500.
In questa occasione all’interno di un mitreo sono stati ritrovati materiali scultorei attribuibili al contesto mitraico, ma non solo. I reperti vennero venduti all’allora Reverenda Camera Apolostica e conservati oggi nei Musei Vaticani, presso la Galleria Clementina501 e la Galleria
Lapidaria502. Si tratta di una scultura503, in antichità dipinta di rosso di una figura con corpo
umano e testa leonina stante, nudo, con il corpo avvolto da sei spire di serpente. Questo appoggia la testa su quella del leontocefalo. Sono riconoscibili i resti di quattro ali dietro la schiena, con attributi relativi alle stagioni. Nelle mani, alte sul petto, tiene una chiave (nella destra) e una chiave e uno scettro (nella sinistra). Nella parte destra della base ci sono una tenaglia e un caduceo, attributi riferibili a Vulcano e a Mercurio504. Sul pilastro di supporto è
scolpita l’iscrizione CIL XIV 65:
C(aius) Valeri/us Heracles, pat(er), / et C. Valerii / Vitalis et Nico=me<de>s sacerdo/tes s(ua) p(e)c(unia) p(o)s(ue)r(unt). / D(e)d(icatum) <:signum> Idi(bus) Aug(ustis), Imp(eratore) / Com(modo) / VI et / 10 Septi/miano / co(n)s(ulibus.
È stato ritrovato anche un rilievo, raffigurante sempre una figura metà leone, metà uomo. Questa volta il soggetto si trova sopra un cratere, sempre nudo e avvolto da due spire serpentiformi505. La testa del serpente è rivolta verso il basso, quasi dentro il cratere. La testa
499 La data è quella proposta da BIGNAMINI (1996, 361). C’è incertezza sull’anno di ritrovamento del mitreo, in
quanto alcuni hanno riportato la data del 1794 (Lajard, Visconti, Cumont), altri quella del 1800 (Fea e Nibby) (vedi BECATTI 1954, 119). La campagna dell’inglese durò effettivamente sei anni, dal 1794 al 1800, ma attraverso
un riesame degli scritti di Zöega – che attribuisce al 1997 la data di ritrovamento del mitreo – Bignamini ricostruisce gli eventi storici che avrebbero bloccato la campagna di scavo del 1798. In ogni modo, si tratta del primo mitreo venuto alla luce a Ostia. La lunghezza della concessione di scavo, peraltro non rinnovato per il 1801, e l’incertezza per la data di ritrovamento del mitreo, sono dipese in larga parte per le interruzioni dovute all’occupazione francese e l’istituzione della Repubblica Romana, proclamata nel febbraio del 1798 (BIGNAMINI
2003, 59).
500 L’ipotesi è di Fea in C.FEA, Relazione di un viaggio a Ostia e alla villa di Plinio detta Laurentino, Roma 1802,
come riporta BIGNAMINI 2003, 62.
501 CIL XIV 65 = ILS 4212 = CIMRM 312-313 = EDR143957 (R. Marchesini). 502 CIL XIV 64 = ILS 4228 = CIRMR 310-311 = EDR143956 (R. Marchesini). 503 CIMRM 313; LIVERANI 2000, 196, n° 20; BORTOLIN 2012, 201 n°7. 504 Torneremo sull’argomento nel paragrafo 3.5.
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di leone ha le fauci spalancate con lingua che fuoriesce e quattro ali di piccole dimensioni. Ciascuna mano tiene una chiave, sempre all’altezza del petto. La superficie riporta segni di diversi colori.
Un’altra scultura invece rappresentata la scena di tauroctonia. Sulla base è stata aggiunta posteriormente CIL XIV 64506:
Sig(num) imdeprehensivilis Dei `L(ucius) Sextius Karus et´ G(aius) Valerius Heracles, sacerdos, s(ua) p(ecunia) p(osuerunt).
In un’altra iscrizione, CIL XIV 66, andata perduta507,
C(aius) Valerius Heracles pat[e]r e[t] an[tis]/tes Dei iu[b]enis inconrupti S[o]lis Invicti Mithra[e] / [c]ryptam palati concessa[m] sibi a M(arco) Aurelio / [-ca. 5]
si ritrova lo stesso personaggio delle precedenti, Caius Valerius Heracles, sacerdos e pater et
antistes.
L’altro aspetto interessante è la concessione di una cripta di un palazzo al pater citato da parte di Marcus Aurelius. Secondo Marchesini è da rigettare l’idea che vi si debba riconoscere Commodo, perché assenti i titoli di Imperator Caesaris e perché il prenome alla nascita di Commodo era Lucius e non Marcus508, bensì un liberto imperiale. La citazione di una cripta e
di un palatium potrebbe indicare una residenza imperiale. Per questo Becatti aveva ipotizzato che si potesse trattare del Palazzo Imperiale, peraltro non distante dalla Tor Boacciana, scavato da Visconti e all’epoca ritenuto effettivamente una residenza dell’imperatore509. L’uso del
termine crypta è stato invece ridimensionato recentemente, perché a Ostia non si trovano mitrei sotterranei a eccezione del mitreo delle Terme di Mithra510. Se è vero che per cripta non si
intende necessariamente un vano sotterraneo, ciò nonostante, si deve considerare che la scelta di ambienti ribassati per installare i luoghi di culto mitraici sembra essere una tendenza
506 CIL XIV 64 = ILS 4228 (2) = CIMRM 310-311 = EDR143956 (R. Marchesini). 507 CIL XIV 66 = ILS 4227 (2) = CIMRM 315 = EDR143958 (R. Marchesini).
508 MARCHESINI 2012-13, 93; VAN HAEPEREN Ostia. Mithraeum Fagan (localisation incertaine)
https://books.openedition.org/cdf/6538. L’identificazione con l’imperatore era stata accolta da BECATTI 1954, 120-21 (vedi per bibliografia precedente) e FLORIANI-SQUARCIAPINO 1962, 54.
509 BECATTI 1954, 120-21; FLORIANI-SQUARCIAPINO 1962, 54 510 MARCHESINI 2012-13, 94-5, MELEGA 2017-2018, 172.
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maggioritaria511. Soprattutto alla luce della presenza di un mitreo in una residenza imperiale512
non sembra inverosimile pensare che si sia predisposto un luogo negli ambienti di servizio, frequentato forse dai lavoratori del palatium. L’indicazione dello scavo, che si sarebbe spinto a cinquanta palmi sottoterra, secondo l’affermazione di Bonstetten, può essere ritenuta un’esagerazione ma indicativa della profondità dello scavo513.
In ogni modo, un altro aspetto interessante sono le notizie sul posizionamento di alcuni reperti nel momento della messa in luce del mitreo riportati da Zöega 514 e riportati da Becatti. Il
leontocefalo è stato ritrovato all’ingresso del lungo adytum, sul lato destro del mitreo515. Sul
lato opposto invece giaceva la scultura con tauroctonia. Come nota giustamente Becatti, la posizione della tauroctonia è inusuale, perché tale scena si trova sempre sulla parete di fondo. Si può pensare che gli scavatori siano entrati dalla parete di fondo e non dall’ingresso. In base alla descrizione di Zöega abbiamo anche una collocazione, seppure approssimativa dei due leontocefali, che erano situati all’interno e posti l’uno difronte all’altro516.
511 Vedi infra e soprattutto paragrafo 3.1.
512 Come giustamente nota Marchesini, nei ritrovamenti fatti da Fagan rientrano varie sculture di imperatori o
membri della famiglia imperiale che potrebbero indicare si tratti effettivamente di un palatium per o dell’imperatore (MARCHESINI 2012-13, 94-95)
513 BIGNAMINI 1996, 361.
514 ZÖEGA 1817, Abhandlungen, Göttingen, (non vidi). 515 BECATTI 1954, 119-20.
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Cap.3: Il luogo e lo spazio del culto
In questo capitolo procederemo all’analisi del mitreo come spazio e come luogo di culto. Le modalità di impianto di questi piccoli templi sono fortemente dipendenti dalla struttura che li ospita. Per questo può essere utile approfondire quali siano stati i mezzi tecnici per adattare la sala cultuale, e gli eventuali spazi dedicati alle attività propedeutiche e collaterali, agli ambienti preesistenti. In questo modo si può capire la volontà di creare un luogo che doveva rispondere a caratteristiche necessarie a ospitare il dio Mitra.
Un paragrafo è anche dedicato a uno specifico aspetto della topografia mitraica ostiense. Ovvero la coesistenza. Si tratta della condivisione di uno stesso spazio cultuale tra diverse divinità. Tra tutte abbiamo dedicato un approfondimento al leontocefalo. Tale scelta è avvenuta per l’importanza delle testimonianze ostiensi su questo tema e perché è una figura controversa, ma che sembra inevitabilmente connessa e dipendente al culto di Mitra.