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ANALISI DEL CAMPIONE

Nel documento La psicopatia: una review di letteratura (pagine 58-62)

“VINCERE FACILE”

ANALISI DEL CAMPIONE

Il dato relativo al campione è stato raccolto in una tabella (Tab 1) sulle cui righe sono state riportate le scale del MMPI2 mentre sulle colonne è stato disposto il dato relativo ai pazienti.(Fig. 1). Il dato è stato processato con il software SPSS® mentre i grafici sono stati realizzati con l’applica- tivo Microsoft® Excel.

Per determinare i valori di “normalità” e per l’indi- viduazione dei range si è fatto riferimento al dato di validazione italiana dello stesso MMPI2. Una prima analisi dei soli indici di posizione della media, della mediana e della moda ha restituito valori sopra scala e sotto scala del campione com- plessivo poco significativi. In particolare, come si può facilmente ricavare dal grafico cartesiano avente per ascissa i riferimenti delle varie scale di cui si compone il MMPI2 e per ordinate gli indici

numerici da 0 a 80 ottenuti dai pazienti, con la tripartizione atta a suddivide il campione in sotto la media (Y<=39), nella media (40<=Y<=65) ed infine sopra la media (Y>=66) (Fig.1). Una prima analisi ha restituito quindi una realtà fatta di valo- ri medi nel range di validazione dello strumento psicodiagnostico (40<=Y<=65) fatta eccezione di quelli relativi alla “F=70” “D =66” “Pd=68” “Pa=68” Sc=67”(Tab.2). Al fine di trovare conferma nei primi risultati ottenuti attraverso lo studio delle medie lasche si è proceduto nel calcolo della devianza, della deviazio- ne standard, e dei valori minimi e massimi del dato. Il risultato emerso dall’analisi ha restituito però una distribuzione disomogenea del dato non armonico di cui si riportano i soli indici statistici (Tab.3).

Si è quindi ritenuto necessario procedere con l’analisi di tabelle di contingenza per individuare la reale in- cidenza statistica del dato tenendo conto delle reali sottoscale correlate alla particolarità del range ricom- preso (in media) tra due valori (40,65) raccogliendo il dato complessivo in una tabella numerico/statistica in cui lo stesso dato è stato inquadrato in 3 differenti in- dici attestanti (in ordine crescente) valore inferiore alla media, valore di normalità, valore superiore alla media da cui è emerso quanto riportato che in realtà le sole scale non inquadrabili nella media sono solo tre:“K- Pd-Pa” che analizzate nel dettaglio hanno disconfer- mato la tendenza della mera analisi delle medie lasche

Fig. 1 - grafico medie lasche

restituendo il quadro reale della distribuzione. (Tab. 4) In particolare sono stati riportati i dati tripartiti della mediana che hanno lasciato emergere una lieve varia- zione statistica rispettivamente nei valori K (sotto la media), Pd (sopra la media) e Pa (sopra la media) (Tab.4). Individuati i valori “sotto e sopra la media” si è pas- sati ad analizzarli nel dettaglio. Il primo elemento scomposto è stato quello relativo alla “simulazio- ne” - “K” che vede più della metà della popolazione

aver restituito risposte compiacenti. (Tab.5 - Fig.2). Il 2° valore esaminato è stato quello della devian- za psicotica /antisocialità che restituisce una real- tà statistica in cui più della metà del campione (il 58,5%) riporta un valore più alto rispetto alla me-

dia del gruppo di controllo. (Tab.6 - Fig.3).

In ultima analisi si è passato sotto la lente d’in- grandimento il valore della Pa (paranoia) la cui tendenza sembra accomunare i soggetti nella

Tab. 3 - analisi delle varianze e deviazione standard

Tab. 4 tabella riepilogativa numerico statistica devianza/deviazione standard

K_trip

Valido Frequenza Percentuale Percentuale valida Percentuale cumulativa 1,00 48 51,1 51,1 51,1 2,00 40 42,6 42,6 93,6 3,00 6 6,4 6,4 100,0 Totale 94 100,0 100,0

Tab 5 - analisi scala correzione

PD_trip

Valido Frequenza Percentuale Percentuale valida Percentuale cumulativa 1,00 2 2,1 2,1 2,1 2,00 37 39,4 39,4 41,5 3,00 55 58,5 58,5 100,0 Totale 94 100,0 100,0

Tab.6 - analisi scala deviazione psicotica/antisocialità

Fig. 2 - grafico scala correzione

0 10 20 30 40 50 60 6,4 42,6 51,1

Fig. 3 - grafico scala deviazione psicotica/antisocialità

0 10 20 30 40 50 60 70 58,5 39,4 2,1

norma a quelli fuori range. Ciò evidenzia quanto nelle risposte il livello di paranoia sia presente nei giocatori. (Tab.7 - Fig.4).

RISULTATI

L’ipotesi alla base del presente articolo è incentra- ta sulla possibilità che ci potessero essere tratti comuni ai giocatori d’azzardo presi in carico dal servizio pubblico attraverso le storie dagli stessi riportate e l’analisi dei risultati ottenuti dallo stru- mento psicodiagnostico.

Quanto analizzato ha fatto affiorare però solo una leggera differenza nei punteggi ottenuti dal campione sperimentale messo a confronto con il gruppo di controllo restituendo una realtà stati- sticamente poco significativa.

È emerso infatti che, fatta eccezione di alcuni va- lori relativi alle scale di controllo sopra/sotto la media, quanto il paziente tipo non si discosti dalla normalità

Nel dettaglio, la lettura del dato ha messo in luce una tendenza, del giocatore patologico:

alla menzogna (scala K), così come riportato al punto 7) del DSM V, spesso dovuta al costante uso della falsità nella realtà quotidiana;

alla devianza psicotica/antisocialità (scala Pd), di certo correlata al pensiero magico della vincita che può accompagnare il giocatore verso una re- altà distorta e travisata che, così come riportato ai punti 2) e 6) del DSM V, che correntemente induco- no il giocatore ad allontanarsi da amici e familiari portandolo financo al ritiro sociale;

alla paranoia (Pa) la cui alterazione lascia trape- lare il conflitto tra il senso di colpa nel continua- re a giocare e l’impulso nel rifugiarsi in questa realtà artefatta sfuggendo quindi la vita reale, così come riportato ai punti 2) ed 8) del DSM V. Il tratto paranoideo riscontrato denota anche un sentimento di “sfortuna” rispetto al “gioco facile” pubblicizzato.

DISCUSSIONE

Le conclusioni a cui si è giunti non vogliono rap- presentare un risultato fine a sé stesso ma offrire un ulteriore spunto alla comunità scientifica sotto il profilo ermeneutico specie per l’interpretazio- ne di un quadro clinico rinveniente dall’analisi del percorso di cura sia in chiave clinica che psicote- rapeutica.

È evidente, infatti, che il colloquio clinico è parte imprescindibile ed integrante della formulazione di una corretta diagnosi e che non andrebbe mai sostituito dall’esclusivo uso di uno strumento psi- codiagnostico che dovrebbe fornire elementi di supporto al clinico.

Un ulteriore spunto di riflessione potrebbe foca- lizzarsi sul perché il soggetto possa cadere nella trappola del gioco patologico. Molti individui, fi- dandosi infatti della pubblicità che spesso viene trasmessa in fascia protetta, si affidano al pensie- ro magico che vede nella vincita e nel rito della gio- cata la risoluzione di una serie di problematiche. L’analisi economico/sociologica del campione ha lasciato emergere che la maggior parte dell’uten- za afferente il Servizio appartiene alla cosiddet- ta “fascia debole”: giovani, adulti con difficoltà a PA_trip

Valido Frequenza Percentuale Percentuale valida Percentuale cumulativa 1,00 3 3,2 3,2 3,2 2,00 44 46,8 46,8 50,0 3,00 47 50,0 50,0 100,0 Totale 94 100,0 100,0

Tab. 7 - tabella scala paranoia

Fig. 4 - grafico scala paranoia

0 10 20 30 40 50 60 70 58,5 39,4 2,1

reinserirsi nel contesto lavorativo, donne, famiglie poco abbienti. Per queste persone, quindi, il pen- siero magico è il solo “faro” verso una rotta che però li conduce, come dei false friends, a deraglia- re dal contesto sociale finendo per rovinarsi nel tentativo di fuga da una realtà troppo dolorosa, spesso fatta di insanabili debiti spesso affidati ad usurai senza scrupoli.

Una ridefinizione della situazione familiari e so- ciale attraverso il percorso clinico spesso riattiva le risorse personali e familiari che consentono un recupero del sé ed una ridefinizione delle relazioni familiari.

Un ulteriore dato positivo emerso corrobora e giu- stifica un percorso di recupero “breve” che porta gli individui ad una quasi totale remissione dal sin- tomo anche grazie al tentativo di intervenire sulla scala dell’antisocialità attraverso la formazione di gruppi terapeutici, attivi presso la struttura sani- taria da qualche anno.

Va precisato che il lavoro di gruppo non va però a sostituire la terapia familiare, ma ad essa si affianca. È uno strumento molto utile, in quanto attiva “una sfida” a cui il giocatore è molto legato, cioè essere “vincente” nel gruppo stesso. Il gruppo diviene quindi contenimento e sfida perché la rica- duta è vissuta come un’ulteriore “perdita”. Questa volta però invece di parlare di denaro parliamo di tutte le dinamiche sottostanti il gio- co quindi ad esempio giocare dopo una lite con il partner. Mentre prima il giocatore non capiva le dinamiche che lo portavano allo scarico pulsionale del gioco, attraverso una lettura del sintomo e la

sua contestualizzazione, il paziente diviene sem- pre più consapevole delle dinamiche sottostanti il gioco.

Il lavoro terapeutico al di là delle differenti storie, rende quindi il giocatore più consapevole dei pro- pri stati emotivi e questo lo rende più forte rispet- to al sintomo e lo rende più capace di gestirlo. Naturalmente il lavoro terapeutico passa attra- verso le ricadute ma alla fine se la famiglia riesce a collaborare con il paziente si attiva una maggiore comunicazione che va a sostituire la rabbia, il do- lore e la confusione ed apre le porte ad una con- sapevolezza condivisa che rende la famiglia più forte e capace di risolvere le problematiche sot- tostanti che fino a quel momento erano rimaste sottostanti.

BIBLIOGRAFIA

Granieri A., (2007). Teoria e pratica del MMPI-2. Lettura clinica di un test di personalità. Editore: Frilli.

Abbate L., Roma P. (2014). MMPI-2. Manuale per l’interpretazione e nuove prospettive di utilizzo Folena U. (2014). L’ illusione di vincere. Il gioco

d’azzardo emergenza sociale - Editore: Ancora Donadeo, C. (2014). Gioco d’azzardo e ludopatia.

Dal divertimento alla dipendenza. Editore: Haze. Picone, F. (2010). Il gioco d’azzardo patologico.

Prospettive ed esperienze cliniche. Editore: Ca- rocci (2010).

American Psychiatric Association (2014). DSM- 5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali - Editore: Raffaello Cortina Editore.

RIASSUNTO

Il presente lavoro propone un approccio evoluzioni- stico all’indagine psicologica sul benessere soggetti- vo. Dopo una introduzione al concetto di benessere e agli assunti fondamentali della Psicologia Evolu- zionistica, vengono presentati i principali “ostaco- li di rilevanza evoluzionistica” al raggiungimento della felicità nella vita contemporanea, e si discute su come sia possibile superare tali ostacoli per mi- gliorare la qualità della vita e il benessere percepito. Partendo dalla teoria evoluzionistica delle emozioni, si definiscono alcuni importanti traguardi di natura sociale associati a emozioni positive, e si presen- tano i risultati delle ricerche che hanno evidenziato l’esistenza di una correlazione tra il raggiungimento di questi traguardi e il benessere soggettivo. PAROLE CHIAVE

Benessere soggettivo (SWB-Social Well-Being), qualità della vita, Psicologia Evoluzionistica, adat- tamento, emozioni.

Nel documento La psicopatia: una review di letteratura (pagine 58-62)

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