comune di Fasano
IL TRATTAMENTO RI-ABILITATIVO
Una volta condotta la valutazione neuropsicologica il terapista orienterà il suo progetto di intervento tenendo ben presenti i presupposti teorici alla base delle scelte metodologiche che intenderà operare sul singolo caso. Obiettivo primario sicuramente il raggiungimento di un buon adattamento dell’indi- viduo rispetto alle richieste dell’ambiente ovvero lo sviluppo di funzioni adattive col maggior grado di flessibilità possibile da parte del terapista. Lo sco- po della ri-abilitazione è intimamente connesso a tali funzioni così da promuovere per il bambino e la sua famiglia una migliore qualità di vita possibile. Le strategie cognitive suggerite da parte del terapista saranno dunque formulate in modo che il bambi- no possa selezionare e dare significato a qualsiasi esperienza in atto, considerandola e confrontando- la con precedenti analoghe così da realizzare una modalità attiva (stimolo - ambiente - risposta con- sapevole) che rimanda ai principi della metacogni- zione. Importante che ogni trattamento preveda la definizione di misure d’esito mediante risommini- strazione testologica specifica dopo mesi di inter- vento atta a identificare le acquisizioni avvenute, le competenze emergenti per le quali ottimizzare l’intervento e quelle ancora deficitarie che saranno oggetto di particolare riflessione.
In linea generale il progetto di terapia riprenderà lo schema adottato nella valuta- zione tramite il protocollo APCM e punterà sulle seguenti aree:
funzioni di base (ricettività sen-
soriale, respirazione e controllo, atteggiamento posturale, movi- menti fini)
Schemi di movimento (equilibrio
statico e dinamico e coordina- zione; oculomozione ovvero durata fissazione, movimenti di inseguimento sx/dx e viceversa, alto/basso con controllo autono- mo e auto comando, movimenti schematici o saccadici per rag- giungere estremità del cam- po visivo in tutte le direzioni,
2-3
anni anni3-6 6.1-8 anni
Schemi di movimento
Equilibrio e coordinazione Oculomozione
Sequenzialità Movimenti mani e dita Funzioni cognitivo-adattive (Prassie) Coordinazione dinamica Abilità grafo-motorie Abilità manuali Gesti simbolici Abilità prassico-costruttive
movimenti rotatori in senso orario e antiorario con auto comando; lavoro sulla tonicità, tensione mu- scolare, fluidità, precisione e sequenzialità; esercizi di pianotages, dita delle mani, rotazione del polso)
Funzioni adattive (abilità grafo motorie, disegno su
copia, prassie costruttive con modelli bi e tridimen- sionali, prassie dell’abbigliamento, abilità manuali, gesti transitivi, intransitivi, simbolici)
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RIASSUNTO
Introduzione
La neoplasia mammaria influenza negativamente la salute psicologica della donna, ma si conosce an- cora poco rispetto ai fattori di rischio predisponenti all’eventuale sviluppo di sintomatologia e alla sua evoluzione temporale.
Materiali e metodi
Il campione comprende 60 donne operate di neo- plasia mammaria in situ. La somministrazione di SAS, SDS, SCL-90-R è avvenuta su gruppi di donne operate entro 1 mese, tra 2 e 6 mesi, tra 7 e 18 mesi, oltre 18 mesi.
Risultati
Più della metà del campione presenta vissuti di ansia e depressione. Il 58,4% manifesta valori ele- vati alle scale Disturbi del sonno e Psicoticismo. Lo status di single, età inferiore a 42 anni e più alta scolarità si associano a livelli significativamente più elevati di psicopatologia. La sintomatologia e la ri- chiesta di supporto si evidenziano maggiormente dal secondo mese successivo all’intervento e a 12 mesi.
Conclusioni
i risultati orientano verso percorsi di supporto psi- cologico mirati.
PAROLE CHIAVE
Neoplasia mammaria, Psicopatologia, Supporto psicologico, Età, Cultura.
INTRODUZIONE
La diagnosi di cancro al seno altera il mondo psico- logico della donna e della rete relazionale nella qua- le è inserita. Ricerche condotte sulla popolazione mondiale hanno dimostrato che la diagnosi di can- cro e il relativo trattamento influenzano negativa- mente la qualità di vita della donna provocando di- sagio psicologico (Purkayastha et al., 2017; Carreira et al., 2017; Reem et al, 2017; Gritti et al, 2011). Diversi studi hanno dimostrato che, come avviene anche per altre patologie organiche importanti, il cancro al seno fa esperire stati di allarme e ansia, con manifestazioni post traumatiche, in riferimento per esempio all’interruzione della routine quotidia- na o al dolore (Arnaboldi et al., 2017).
Le donne sperimentano livelli elevati di stress