CRONICO OSTRUTTIVA dott.ssa Viviana
SESSUALITÀ E ASPETTI PSICOLOGICI IN BPCO La sessualità è fonte di grande soddisfazione e au-
tostima, poiché permette all’individuo di rimarcare
il suo ruolo all’interno della coppia. Tale appaga- mento risulta però carente in pazienti con Bron- co-Pneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO), a cau- sa della pervasività dei sintomi respiratori. Essa diviene una significativa fonte di disabilità per l’individuo che ne è affetto ed impone conseguen- ze sia sul funzionamento della vita quotidiana che sulla qualità della vita sessuale (Bendtsen P., et all, 2003).
Le evidenze sperimentale, infatti, suggeriscono un’alta prevalenza di disfunzioni sessuali in uomi- ni con BPCO, con gravi implicazioni anche a livello psico-emotivo.
La “disfunzione sessuale” è definita come la pre- senza di eventuali problemi sul funzionamento sessuale o sulla perdita di godimento durante l’at- tività sessuale. Tale condizione è considerata come problematica o indesiderabile dalla persona colpita (Levack WMM, et all, 2014).
In generale, sembrerebbe che tali disfunzioni, in uomini con BPCO, siano il risultato di vari fattori: ormonali, fisiologici, psicologici, sociologici e far- macologici.
In particolare la grande maggioranza di questi pa- zienti, fra le principali disfunzioni sessuali, presen- ta soprattutto una Disfunzione Erettile (DE). Se- condo il Criterio A del DSM 5, per DE si intende una marcata difficoltà di ottenere e mantenere un’e- rezione fino al completamento dell’attività ses- suale e marcata diminuzione della rigidità erettile (APA, 2014). La prevalenza di disfunzione erettile negli uomini con BPCO moderata e grave, è sta- ta stimata tra il 72% e l’87% (Collins 2012); (Kahra- man 2013); (Karadag 2007); (Köseoglu 2005). Essa potrebbe essere causata dall’eccessivo utilizzo di fumo di sigaretta, dalla gravità dell’ostruzione polmonare e dalla somministrazione di particolari farmaci, volti ad alleviare i sintomi respiratori. In aggiunta, la maggior parte dei pazienti con DE, ri- porta una riduzione dell’attività sessuale e della sua frequenza, definendosi come “troppo vecchi” o “troppo malati”.
In particolare, alla base di questo progressivo ab- bandono dell’attività sessuale, vi sono due possibi- lità (Collins, E.G, 2012):
• la disfunzione erettile può essere considerata come un importante fattore che condiziona e de- termina l’ attività sessuale in uomini con BPCO; • le limitazioni fisiche percepite e associate al di-
sturbo respiratorio, inducono i pazienti ad adot- tare un approccio negativo alla sessualità o evi- tarla completamente (Timms RM,1982).
In definitiva, uomini con malattia respiratoria, pre- sentano meno aspettative legate all’attività ses- suale, a causa di vari fattori che possono entrare in gioco:
1. La consapevolezza della permanenza dei sinto- mi respiratori (Kaptein AA, et all, 2008)
2. La perdita di un’immagine positiva del corpo (Vincent EE, Singh SJ, 2007);
3. La paura di affrontare la dimensione fisica dell’atto sessuale (Vincent EE, Singh SJ, 2007). L’insorgenza della Bronco-pneumopatia Cronico Ostruttiva non interessa esclusivamente uomini, ma può colpire anche pazienti donne. Alcuni studi suggeriscono, infatti, che le donne siano più su- scettibili degli uomini agli effetti nocivi del fumo (Foreman MG, et all., 2011). Così come gli uomini la- mentano gravi difficoltà a livello sessuale, anche la
sfera sessuale ed erotica della donna sembra esse- re coinvolta e danneggiata.
Specificatamente la maggior parte delle pazienti con malattia polmonare, lamenta (Abd-Elsalam, F.G. et all., 2015): difficoltà respiratorie durante il rap- porto sessuale; interruzione prematura del rappor- to a causa di una rapida stanchezza; insorgenza di insufficienza respiratoria durante il raggiungimento dell’orgasmo; sensazione di incapacità respiratorie in determinate posizioni sessuali, con conseguen- te impossibilità di completare l’attività sessuale in modo soddisfacente; ridotta mobilità fisica con conseguenti limitazioni corporee; riduzione dell’at- tività sessuale e fisica.
La malattia ha un impatto anche a livello psicologi- co, come conseguenza di una totale riorganizzazio- ne sia della vita quotidiana che di quella sessuale. Infatti, l’inevitabile progressione della BPCO e le conseguenti disfunzioni sessuali, sembrano com- promettere in breve tempo l’abilità lavorativa, la capacità di socializzare e di credere nella vita. Tutti questi fattori portano il paziente ad un progressivo isolamento sociale, alla perdita di indipendenza e ad una scarsa autostima, per poi giungere alla ma-
nifestazione di disturbi depressivi e/o ansiosi (Ame- rican Lung Association, 2003).
In particolare l’ansia sembra colpire il 75% dei pa- zienti con diagnosi di BPCO (Yohannes AM, et all, 2010), (Mikkelsen RL, et all, 2004), (Maurer J, et all, 2008). L’ansia può essere intimamente legata alla paura di attacchi di dispnea acuta, al senso di sof- focamento e alla paura per la morte (Smoller JW, et all,1996), (Klein DF., 1993), (Dudley DL, et all,1980). In aggiunta, è presente un collegamento fra l’in- sorgenza dei disturbi d’ansia, una ridotta capacità funzionale e frequenti ricoveri ospedalieri (Kim HF, et all,2000). Le spiegazioni più comuni per giusti- ficare questa associazione, riguardano il fumo e la dispnea:
1. Fattori legati al fumo: alti livelli di ansia sono stati identificati come fattori di rischio per l’av- vio dell’abitudine tabagica (Patton GC, et all, 1996), (Breslau N, et all, 1992). Così, le persone che sviluppano la BPCO, come conseguenza del fumo, probabilmente sperimentano livelli elevati di ansia rispetto alla popolazione generale. Inol- tre, questi individui possono avere una maggiore tendenza alla dipendenza da nicotina, associata con maggiori sintomi di ansia (Acri JB, Grunberg N., 1992), (Parrott AC., 1995), (Thornton A, Lee P, Fry J.,1994);
2. L’evidenza suggerisce anche rapporti fisiopato- logici tra la dispnea, l’iperventilazione e l’ansia (Smoller JW, et all, 1996). Diverse ricerche hanno dimostrato che la frequenza respiratoria au- menta in seguito al peggioramento dei sinto- mi ansiosi, come rapida conseguenza. Il circolo vizioso di mancanza di respiro e di ansia, con- cettualizzato come “ciclo di dispnea-ansia-disp- nea”, suggerisce che la risposta emotiva dei pa- zienti circa il loro affanno, aggrava la percezione che gli individui hanno dell’affanno stesso (Bai- ley PH., 2005). Questo ciclo può essere illustrato tramite il modello cognitivo-comportamentale della dispnea-iperventilazione e ansia (Smoller JW, et all, 1996). Tale ciclo di feedback positi- vo, conferma che i pazienti con BPCO possono interpretare erroneamente sensazioni fisiche (come la dispnea), causando: ansia, un’ulterio-
re eccitazione del sistema nervoso autonomo e una maggior dispnea (Porzelius J, et all, 1992), (Howard C, et all, 2009).
I pazienti bronco-patici, inoltre, sembrano esse- re caratterizzati da specifici disturbi d’ansia: fobia specifica, disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale), disturbo di panico e disturbo d’ansia generalizzato (DAG).
Oltre ai sintomi ansiosi, la BPCO sembra avere stretti legami con l’insorgenza della depressione, la quale ricopre l’80% dei casi (Yohannes AM, et all 2010), (Mikkelsen RL, et all, 2004), (Maurer J, et all, 2008). La depressione nei pazienti con malattie respiratorie, è spesso segnata da sentimenti di disperazione e pessimismo, riduzione del sonno, diminuzione dell’appetito, aumento della letargia, difficoltà di concentrazione, ritiro sociale, compro- missione delle capacità funzionali e l’esecuzione di attività di vita quotidiana, una valutazione povera circa il proprio stato di salute e una compromessa autogestione delle riacutizzazioni della malattia (Kim HF, et all,2000), (Dowson CA, et all,2004), (Emery CF, et all,2008), (Graydon JE, Ross E.,1995), (Weaver TE, et all,1997), (Johnson G, et all,2005), (Leidy NK,1995), (Wagena EJ, et all, 2004).
Studi recenti suggeriscono che la depressione, nei pazienti con BPCO, sia un’entità eterogenea, con più fattori eziologici: predisposizione genetica, eventi stressanti e danni diretti al cervello (Norwood RJ, 2007).
La vulnerabilità genetica, in particolare, gioca un ruolo nell’eventuale sviluppo della Bronco-pneu- mopatia Cronico Ostruttiva in adolescenti e giova- ni adulti, che sono depressi o hanno una storia di depressione, in quanto sono più propensi a progre- dire nell’uso e nella dipendenza da nicotina (Patton GC, et all,1996), (Breslau N, et all, 1992), (Ferguson DM.,1996).
Fumo, BPCO e depressione formano un modello di- namico di causalità circolare: la depressione gioca un ruolo nel mantenere la dipendenza da nicotina, quest’ultima porta allo sviluppo della BPCO e la malattia respiratoria, a sua volta, contribuisce alla genesi della depressione (Norwood RJ.,2007). In definitiva la relazione fra BPCO e disturbi psichi-
ci, in particolare ansia e depressione, sembra essere bidirezionale (Atlantis E, et all, 2013): la depressione e l’ansia influenzano negativamente la prognosi della malattia respiratoria, conferendo un maggior rischio di esacerbazione e di mortalità. Al contrario, la BPCO aumenta il rischio di sviluppare depressione e ansia. La condizione psicologica del paziente, alterata da ansia, depressione e peggioramento della qualità di vita, può influenzare notevolmente la sua percezio- ne della malattia e delle caratteristiche sintomatolo- giche della BPCO. A tal proposito, C.Luthy e colleghi nel 2013, hanno condotto uno studio su trentadue pazienti con BPCO grave, con l’obiettivo di racco- gliere i dati sull’impatto che la malattia cronica ha sul funzionamento psicologico e la percezione che i pazienti hanno della dispnea. È stato chiesto loro, infatti, di rappresentare il loro corpo e le conseguen- ti difficoltà legate ai deficit respiratori attraverso un disegno (fig.1). La mancanza di respiro, ad esempio, è stata rappresentata dall’oscuramento degli orga- ni malati o dalla chiusura del flusso d’aria (paziente
11). L’enfasi sulla mancanza di respiro, inoltre, può indurre i pazienti a disegnare il loro corpo come uno spazio vuoto e immobilizzato (paziente 22). Il corpo può essere rappresentato, anche, come smembrato (paziente 10) o semplicemente ridotto alle sue parti più danneggiate (paziente 3 e 12). La mancanza di respiro può essere, inoltre, percepita dal paziente come un blocco, in cui non vi è nessuna possibilità di sfuggire dalla malattia (paziente 27); oppure può essere percepita come l’arrivo del paziente alla “fine della fine” (paziente 21).
I disegni, quindi, catturano un’espressione specifi- ca dell’esperienza della malattia, associando fat- tori emotivi e psicologici, come il disagio causato dalle conseguenze della malattia.
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