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CAPITOLO III: ANALISI TEMATICA E STRUTTURALE D

3. ANALISI STRUTTURALE E TEMATICA

3.1. Analisi dei personaggi

In questo contesto, non sorprende che i ruoli femminili abbiano quasi tutti un’accezione negativa. L’unica figura, oltre alla nonna, che lo tratta con un po’ di gentilezza è Donna al Mercato 1 che si prende cura di lui dopo il suo svenimento. Maksim, tuttavia, non riesce più a riconoscere un gesto di generosità poiché offuscato dai traumi e dalla diffidenza: il crollo del mito di LEI, sommato alle continue affermazioni di Donna al Mercato 1 (“La mamma va aiutata”) fanno crollare la già labile psiche di Maksim che reagisce negativamente, allontanandola e urlandole contro.

MAKSIM: Cosa vuoi da me, eh? Donna al Mercato 1 si sorprende.

MAKSIM: (urla). Lontana da me, capito?! Che vuoi? Il tuo dolcetto? Tiè! (tira fuori il dolcetto, lo lancia

verso la donna). Stronzi, mi avete rotto, tutti quanti! Andatevene tutti affanculo! Vivetevi la vostra vita! stronzi!

Scappa via. La donna lo segue con lo sguardo, perplessa.

Tra i ruoli femminili troviamo due personaggi a tratti simili, Sposa e Donna Ubriaca, ognuna affiancata da un soggetto maschile, Sposo e Ragazzo Ubriaco. Entrambe usano il sesso per attirare Maksim, ma sono due episodi di violenza leggermente diversi. Il personaggio Donna Ubriaca è una denuncia all’atteggiamento di determinate donne sovietiche disperatamente alla ricerca di un marito che possa garantire loro un supporto economico. Per Donna Ubriaca il sesso è un’arma per adescare possibili pretendenti ed è un personaggio in realtà fortemente drammatico in quanto racconta la disperazione post-sovietica. Per quanto riguarda il livello dialogico le sue battute sono composte da una successione di brevi domande che ripete sia con Ragazzo che con Maksim (“Sono bella? Mi ami? Mi vuoi sposare?”). Tuttavia, come accade spesso nello spettacolo, nel momento in cui comprende di

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essere in una posizione di potere rispetto a Maksim, sfoga la sua rabbia repressa su di lui costringendolo a un rapporto orale che lo lascia ulteriormente sotto shock.

Sposa invece si trova in una posizione privilegiata rispetto a Donna Ubriaca, spostata con un uomo che tuttavia non ama. Se per Donna Ubriaca l’adescamento di Maksim è una necessità, per Sposa è un gioco. Il rifiuto del ragazzo provoca in lei una reazione esagerata dettata da un vero e proprio istinto animale provocando in lei una zoomorfizzazione segnalata dalla risata simile a un nitrito.169 La sua è una violenza psicologica che non si limita solo a Maksim ma coinvolge anche Sposo:

SPOSA: Slavik, colpiscilo cazzo! E tu, saresti un vero uomo? Dai fagliela vedere! Dagliele, cazzo!

Il marito tentenna un po’, poi tira un cazzotto in faccia a Maksim. La sigaretta vola da una parte, Maksim dall’altra. SPOSA: Fai fuori quel frocetto, Slavik! Prendila a calci quella puttanella!

Sposo lo prende a calci.

SPOSA: (Nitrisce. Si toglie una scarpa e lo colpisce). Finiscilo, Slavik! Fai l’uomo! Pestalo, dai!

SPOSO: Ferma! Va bene così! (Trascina via la moglie)

Nell’adattamento, per carenza di attori, si è pensato di unire le scene di Sposa e Donna Ubriaca, rendendola la stessa persona. Donna Ubriaca, dopo aver tentato di adescare Maksim, si sposerà proprio con Slavik, lo Sposo. Al loro ricevimento, notando Maksim al di fuori del locale, Sposa- Donna Ubriaca deciderà quindi di vendicarsi e di umiliarlo come lui aveva fatto con lei rifiutandola. Questa decisione altererebbe l’ordine delle scene e la timeline di due personaggi, ma creerebbe una continuità narrativa tra i due episodi, senza perdere le due tipologie di violenza.

Passiamo dunque a uno dei personaggi principali di questa pièce: Ljudmila Ivanovna. Sia nella rappresentazione di Serebrennikov che nel nostro adattamento è stata sfruttata l’inversione del sesso per ottenere una resa grottesca del personaggio. In questo modo è stato possibile giocare con le battute e creare dei sottotesti comici come in questo caso: “Maksim: Per le norme in vigore alle donne non è concesso entrare nel bagno degli uomini”.

Ljudmila Ivanovna è un personaggio che divide, in quanto non ci permette di essere né totalmente a favore, né totalmente contrari.170 Da un lato Maksim e Lecha sono effettivamente dei ribelli che fumano e fanno degli scherzi goliardici agli insegnanti, ma quale quattordicenne non fa

169 Nell’adattamento abbiamo voluto mettere in luce questo dettaglio dotando anche Madre di Lecha di un elemento

animalesco. Durante il tentativo di corruzione, nei momenti più opportunistici e crudeli del suo discorso, Madre di Lecha abbaia. La scelta del collegamento al cane è stata pensata sulla base della battuta di Ljudmila Ivanovna presente in quella stessa scena: “Lo butteremo fuori a calci quel cane rognoso”. Di questa scelta traduttiva se ne parlerà più in dettaglio nel capitolo dedicato agli aspetti traduttivi.

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delle marachelle o non è fissato con il sesso? Ognuno di noi è stato un po’ Maksim, senza considerare i traumi che lo hanno portato ad assumere questo tipo di atteggiamento ribelle, a costruire un muro. Non a caso Maksim per essere il protagonista ha pochissime battute, spesso monosillabiche: il suo è il linguaggio di un ragazzino che si suppone possa soffrire di un disturbo post-traumatico d’abbandono, presenta inoltre tratti di personalità antisociale come si denota dalle limitate ma aggressive interazioni sociali. Tuttavia, la natura ribelle è caratteristica del lato oppositivo del suo carattere che tende ad emergere in presenza di figure autoritarie (Preside, Ljudmila Ivanovna, Vicino), ma anche dai numerosi litigi, richieste, divieti, rimproveri e minacce di cui è satura l’opera e che portano inevitabilmente a una reazione necessaria per lo scoppio e il progresso del conflitto drammatico.

Ljudmila, mossa dalla vendetta personale, tenta di farlo espellere sebbene il vero colpevole sia il nipote ladruncolo, con il quale ha sviluppato un rapporto morboso. È inoltre subito pronta ad accettare il tentativo di corruzione di Madre di Lecha in cambio di un abbonamento per la piscina comunale per lei e il nipotino. La violenza di questa donna è sostanzialmente verbale, le sue battute sono ricche di insulti e offese violentissime a Maksim che non ha fatto niente di così grave per meritarsele. Gli insulti a lui rivolti sono frutto di un diffuso preconcetto sugli orfani, che gli abitanti della cittadina vedono come un imminente pericolo per la società in quanto da loro si formerà la criminalità del futuro. Il punto di crudeltà più alto toccato da Ljudmila Ivanovna avviene però in completo silenzio, quando assiste soddisfatta al pestaggio di Maksim.171

LJUDMILA IVANOVNA: Non ce ne sarà bisogno. Lo butteremo fuori a calci quel cane rognoso.

MADRE DI LECHA: Ljudmila Ivanovna, non punisca mio figlio. Potrei procurarle un abbonamento per la piscina. Sa, la gestisco io.

LJUDMILA IVANOVNA: Capisco. Che motivo c’è di rovinare la vita a un ragazzino, un ragazzino così bravo, sempre così educato….

MADRE DI LECHA: Al diavolo quello lì, cacciatelo pure fuori a calci. Staremo tutti meglio senza di lui. Ma guarda te se doveva capitare proprio a noi, ‘sto piagnone d’orfanello. È come una zecca, ti si attacca e non te la scrolli più di dosso.

LJUDMILA IVANOVNA: Beh, tanto ormai il suo destino è segnato.

171 Questo tipo di insegnante ricorda molto il professore responsabile della detenzione dei ragazzi ribelli del liceo in The Breakfast Club. Non è da escludere una possibile citazione considerando l’interesse sviluppato dai giovani

dell’underground sovietico per la cultura americana, come in Klavdiev che prende dichiaratamente ispirazione dai film di Quentin Tarantino e dalle arti marziali, tanto da intitolare una delle sue pièce Boevye iskusstva (Arti marziali).

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MADRE DI LECHA: Giusto così!

LJUDMILA IVANOVNA: Magari tra poco lo mettono sotto, e via. Almeno ci sarà un farabutto in meno in questo mondo.

MADRE DI LECHA: Giustissimo. Lei ha assolutamente ragione.

LJUDMILA IVANOVNA: Sa che le dico, mi farebbe comodo un abbonamento anche per mio nipote, sa.. ci andremmo insieme.

MADRE DI LECHA: Ma che domande, professoressa Ivanovna! Certo! Tutto per una brava donna come lei.

In questa scena è presente anche un altro personaggio molto interessante, Madre di Lecha, che rappresenta la denuncia all’opportunismo e alla dilagante corruzione caratteristica della Russia pre e post-sovietica. La donna infatti insulta Maksim solo per ottenere i favori della professoressa ed evitare che il figlio venga espulso.172

Tutti i personaggi finora analizzati sono sostanzialmente delle macchiette che non evolvono nel corso della storia, ma questa caratteristica si nota in particolar modo nel personaggio di Nataša che viene addirittura caratterizzato tramite due “tormentoni”173 (“Maksim, andiamo a pisciare” e “Bene. Affare fatto!”), che cristallizzano il personaggio impedendo qualsiasi tipo di evoluzione drammatica.174 Tuttavia, è la conferma dell’uomo sovietico che Sigarev sta denunciando, una figura egocentrica che non si preoccupa delle conseguenze che le sue azioni hanno sugli altri. È un personaggio fuori dalle righe, grottesco, esplosivo, eccentrico che incute terrore proprio per il suo disinteresse verso le emozioni altrui. Infatti, nella scena finale, quando Sedoj sta prendendo a pugni Maksim, cerca di fermarlo non per empatia, ma perché non vuole avere problemi con la polizia. Tuttavia, Nataša è in parte una vittima delle circostanze in quanto è succube di Sedoj e Cadetto che in un certo senso la possiedono. Nella scena dello stupro non sono solo Maksim e Lecha a subire i soprusi dei due galeotti ma anche Nataša il cui corpo viene utilizzato da Cadetto come strumento di tortura psicologica e sessuale contro Lecha. I tre personaggi presentano una scala gerarchica ben definita che vede Sedoj a capo del gruppo, Cadetto come suo braccio destro e Nataša in fondo alla catena alimentare. Nella scena dello stupro (scena 22) Sedoj è più sadico e diretto e non si creerà alcun problema a uccidere Maksim a mani nude; Cadetto, nonostante il lato buffo convogliato dai

172 Nello spettacolo è interpretata dall’attrice Federica Modafferi.

173 È un’etichetta utilizzata dal nostro regista per indicare delle battute caratteristiche di un determinato personaggio. In

particolare, per l’adattamento Fabio Buonocore ha voluto dare una resa più teatrale dell’espressione “Maksim, andiamo a pisciare” modificandola in “Maksim, andiamo dietro le quinte”, edulcorando leggermente la battuta ma inserendola nello spazio teatrale.

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suoi errori grammaticali e dal tono comico (“Manco io volevo ma però mamma m’ha spinto fuori lo stesso. Che stronza, eh?”), è tra i tre quello che maggiormente gioca con la psiche di Lecha mentre Nataša ride isterica.175

Spira rappresenta l’astrazione del subconscio traumatico di Maksim e quel poco di innocenza che gli rimane. Spira appare sotto forma di strane visioni che potrebbero essere in realtà allucinazioni dal momento che ripete sempre la stessa battuta (“Max, andiamo…”). Spesso nei soggetti affetti da PTSD si verifica l’intrusione di esperienze traumatiche come visioni e brevi flashback che rimandano al trauma e Spira potrebbe dunque esserne un sintomo. Le frequenti emicranie, associate al sanguinamento dal naso, potrebbero essere un ulteriore segno della somatizzazione del disagio psichico. 176