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CAPITOLO IV: ANALISI TRADUTTOLOGICA DI PLASTILINA

3.5. La traduzione delle didascalie

Le didascalie sono un elemento caratteristico della drammaturgia di Sigarev e presentano un periodare frammentato che a volte risulta ridondante a causa delle ripetizioni dei soggetti. Una delle maggiori particolarità delle didascalie sigareviane è il lavoro per contrasti, vengono infatti accostati elementi metaforici e lirici che vanno tradotti con estrema cura per restituire il doppio piano di significazione dell’opera, ed elementi osceni e scandalosi come in questo passaggio della scena 5:

Лёха убегает.

Максим смотрит в лужу слюней. Из носа у него падает капля крови. Он трогает нос рукой. На ней кровь. Он задирает голову. Смотрит в небо. Там кружат чёрные точки стрижей. Они суетятся, мечутся, охваченные какой-то своей птичьей тревогой.

Максим закрывает глаза. LECHA scappa via.

Maksim guarda la pozza di bava. Una goccia di sangue gli cade dal naso. Si tocca il naso con la mano. C’è del sangue. Si afferra la testa. Guarda il cielo, dove le rondini volteggiano in cerchio come piccoli puntini neri. Si agitano, si sparpagliano, avvolte da quell’aurea di angoscia di cui solo gli uccelli sono portatori.

Maksim chiude gli occhi.

302Slovonovo: http://www.slovonovo.ru/term/%D0%A5%D0%B0%D0%BB%D1%8F%D0%B2%D0%B0 (Data di

ultima consultazione: 02/07/2020).

303Chren si riferisce letteralmente all’organo sessuale maschile e nel mat tende a sostituire le forme più volgari di chuj e cher in quei contesti in cui è necessaria un’enfatizzazione ma non una volgarità estrema, è quindi una forma più

edulcorata, ma comunque avvertita come volgare. In questo è quindi più simile al termine fig, anch’esso sinonimo edulcorato di chuj. La forma ni chrena è sinonimica di ničego (“niente”). Pisdec! cit.: http://www.russki-

mat.net/page.php?l=RuEn&a=%D0%A5; Slovari:

http://slovari.ru/search.aspx?s=0&p=3068&cp=2&q=%u0445%u0440%u0435%u043d&r=1&w=1; Slovonovo: http://www.slovonovo.ru/term/%D0%A5%D1%80%D0%B5%D0%BD (Data di ultima consultazione: 02/07/2020).

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L’accostamento ossimorico tra elementi volgari (“la pozza di bava”) e lirici (“Guarda il cielo, dove le rondini volteggiano in cerchio come piccoli puntini neri. Si agitano, si sparpagliano, avvolte da quell’aurea di angoscia di cui solo gli uccelli sono portatori.), essendo tipica del modo di scrivere di Sigarev, va assolutamente restituita in traduzione ma senza inficiare la coerenza lessicale. Ad esempio, in alcuni passaggi si è preferito unire due frasi frammentate per non ottenere un’eccessiva ripetizione dei soggetti. Le didascalie sono narrate da un narratore focalizzato sul punto di vista di Maksim e quindi ci riportano le sue emozioni interiori ma riportano anche la weltanschauung dell’autore, creando dei passaggi molto suggestivi e per tale motivo questa tipologia di didascalie possono essere considerate come dei piccoli monologhi. Nell’adattamento è stata infatti inserita la figura del narratore, che ha proprio il compito di recitare questi passaggi. In traduzione si è dunque prestato attenzione sia all’elemento letterario che a quello recitativo, cercando di aumentare il senso di ritmo già parzialmente presente nel TP per facilitarne la recitabilità.

Riporto come esempio la didascalia della scena 27 che è uno dei passaggi più importanti di tutta la pièce in quanto racconta l’alienazione definitiva di Maksim che guarda il resto del mondo, gli Altri, come uno sciame di formiche intente a vivere la propria vita in un susseguirsi di azioni senza preoccuparsi del male che possono procurare con la loro violenza. È una descrizione simbolica dell’ipocrisia di una società priva di morale, orientata al tornaconto personale; è il conflitto tra l’Io e gli Altri presente fin dalla lista dei personaggi che qui si concretizza e viene portato all’estremo; è il momento in cui Maksim smette di subire passivamente e di tentare la vendetta, spinto a diventare un carnefice come tutti gli altri membri della società.

Максим забежал в подъезд. Быстро поднимается по лестнице. Прошёл мимо своей квартиры. Достиг последнего этажа. Лезет на чердак. По чердаку заметались испуганные голуби. Выскочили на улицу. Полетели. Максим через окно на серую шиферную крышу. Подошел к краю. Смотрит вниз. Там подобно муравьям копошатся люди. Идут по своим делам и опаздывают. Приветствуют друг друга и тут же прощаются. Бросают в урны сигаретные окурки и промахиваются. Рассказывают друг другу анекдоты и сами же смеются. Спотыкаются на левую ногу и плюют через левое плечо. Спотыкаются на правую и улыбаются. Сморкаются на землю и сами же наступают на это. Находят копейки и теряют рубли. Бегут за автобусами и не успевают. Встречаются и расстаются. Радуются и грустят. Любят и ненавидят. Но никто из них не смотрит вверх. Туда, где танцуют в небе голуби. Туда, где рождается дождь. Туда, где на самом КРАЮ стоит Максим. МАКСИМ (закрывает глаза). Обломайтесь…

Maksim entra di corsa dal portone, sale velocemente le scale, supera il suo appartamento e raggiunge l’ultimo piano. Si arrampica fino in soffitta.

In soffitta i piccioni spaventati lo notano. Si lanciano in strada. Volano via.

Maksim esce sul tetto grigio d’ardesia passando dalla finestra. Si avvicina al bordo e guarda in basso.

Laggiù è pieno di persone intente a cibarsi come formiche. Vanno per la loro strada e ritardano. Si salutano e si dicono subito addio. Buttano mozziconi di sigaretta nei cestini senza centrarli. Si raccontano aneddoti e ridono da soli. Inciampano sulla gamba sinistra e sputano dalla spalla sinistra. Inciampano sulla destra e sorridono. Si soffiano il naso per terra e calpestano il moccio. Trovano spicci e perdono contanti. Corrono dietro agli autobus

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e li perdono. Si incontrano e si separano. Sono felici e tristi. Amano e odiano. Ma nessuno di loro guarda in alto, lì dove i piccioni danzano nel cielo. Lì, dove nasce la pioggia. Lì sul BORDO dove si trova Maksim.

MAKSIM: (Chiude gli occhi). …Fottetevi tutti…

Per rappresentare il ritmo della corsa, nella prima parte si è deciso di sostituire il periodare frammentato con una struttura asindetica, mantenendo le frasi brevi e concise per il resto del passaggio. Un punto su cui mi sono particolarmente focalizzata è la sonorità delle parole, dovendo essere recitate, si è cercato di mantenere le frasi della stessa lunghezza dell’originale per non spezzare il ritmo. Le frasi, come si può osservare, hanno una struttura antitetica che permette di creare un crescendo che arriva al suo massimo nelle ultime tre frasi “si incontrano e si separano. Sono felici e tristi. Amano e odiano”. L’anafora di “Lì” nelle ultime tre frasi crea un ulteriore gioco ritmico e pone maggiormente il focus sulla contrapposizione tra Maksim e il resto del mondo. Il riferimento al bordo indica sia un pensiero suicida sia l’instabilità emotiva del ragazzino che deve prendere una decisione per reagire, come simboleggiato dal catartico “Fottetevi tutti” che urla dall’alto del palazzo.

Nella maggior parte delle didascalie si è comunque cercato di mantenere la frammentazione in quanto è una particolarità di Sigarev che aumenta ulteriormente il senso di suspence e va quindi riportata. Un esempio è la scena 19 in cui il disturbo post -traumatico da stress viene rappresentato tramite l’immagine molto potente e simbolica della stanza che si restringe divenendo una bara, preannunciando così la sua morte. Questo passaggio è caratterizzato da un ritmo serrato dato proprio dalla frammentazione, inoltre la descrizione passo per passo delle modifiche della stanza crea una dimensione di ansia che ci permette di empatizzare con Maksim. A livello traduttivo è stato necessario prestare particolare attenzione alle sonorità delle parole in quanto è questo che ci fa percepire la stanza come viva. Ночь. Комната. Кровать. Максим держится за голову. Тихонько воет. Смотрит стеклянными глазами в потолок. Вдруг стены начинают пульсировать. Комната сжимается. Потолок надвигается на Максима. Всё становится живым, подвижным. Всё дышит. Шепчет. Живёт. Движется. Пульсирует. Смеётся. Комната становится всё меньше и меньше. И вот это уже не комната, а маленькая шкатулка, с обитыми черной материей стенками. Это уже не комната – это гроб. Максим кричит…

Notte. Camera di Maksim. Maksim è sul letto e si tiene la testa. Singhiozza silenziosamente. Fissa il soffitto con occhi vitrei.

All’improvviso i muri iniziano a pulsare e la stanza si restringe. Il soffitto si abbassa verso Maksim. Ogni cosa si anima, si muove, respira, sussurra, vive, vortica, pulsa, ride.

La stanza si fa sempre più piccola. Ed ecco che non è più una stanza, ma una scatoletta con le pareti rivestite da un materiale nero. Non è più una stanza, è una bara.

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Per restituire il senso di angoscia crescente, il movimento e i rumori della stanza si è optato per un elenco di verbi molto brevi costruiti sull’allitterazione della “S”, per restituire i sussurri, (“si anima si muove, respira, sussurra, pulsa”) e della “V” (“vortica, vive”). Si sono inoltre cercati gli equivalenti più espressivi, traducendo dvigat’sja, che indica un movimento generico, con “vortica” per aumenta il senso di smarrimento di Maksim.