• Non ci sono risultati.

CAPITOLO IV: ANALISI TRADUTTOLOGICA DI PLASTILINA

4.1. Il traduttore e il regista

Il lavoro di collaborazione tra traduttore e regista è probabilmente la parte più innovativa di questo esperimento, ma anche quella più delicata in quanto è necessario mantenere un equilibrio tra le due parti e un dialogo costante. Questo fattore è inoltre variabile in quanto dipende molto dalle personalità e dagli approcci lavorativi del traduttore e del regista che devono trovare un modo per accordarsi onde evitare scontri. La prima chiamata si è basata sulla divisione dei compiti, alterati anche dalla situazione d’emergenza in cui ci siamo ritrovati, e su un confronto sui significati e la reciproca interpretazione di Plastilina. Inoltre, si è scelta la linea traduttiva dello spettacolo, come dove ambientare l’opera (se in Russia, in un non-luogo, o se trasportarla in una periferia italiana). In secondo luogo, abbiamo rivisto insieme la TD revisionando quelle battute che potessero avere problemi di dicibilità e sistemando, ove necessario, il ritmo dei dialoghi tramite l’inserimento di ripetizioni, connettivi, o altre questioni di carattere teatrale come la traduzione dei nomi dei personaggi. La prima differenza tra TD e TS si riscontra già nella lista dei personaggi, nella prima versione ho infatti voluto mantenere l’elemento antitetico voluto dall’autore, ma per una versione teatrale è utile e convenzione inserire tutti i personaggi in ordine di apparizione; anche solo questo elemento contribuisce a crare una versione teatralizzata della pièce. Inoltre, nel testo originale, basato semplicemente sulla contrapposizione tra Maksim e gli Altri, molti personaggi si chiamavano semplicemente Uomo, Donna o Ragazzo, ma nell’assegnazione dei ruoli era necessaria una maggiore specificazione; i nomi sono stati quindi modificati in base alle indicazioni fornite nelle didascalie descrittive, è così che, per esempio, Donna in TD diventa Donna con lo Scialle Nero in TS.

Nel corso della revisione della TD, il regista ha di volta in volta segnalato i punti che necessitavano di più ritmo e si sono quindi aggiunte ripetizioni o elementi che congiungessero gli attacchi tra le battute, come in questo caso:

TD: Fila via! TS: Che fila via, via!

Un altro elemento a cui abbiamo prestato particolarmente attenzione è la caratterizzazione dei personaggi cercando di conferire ad ognuno un’impronta vocale, in alcuni casi, come in Nataša che già aveva delle battute ripetute, è stato più semplice, in altri ho lavorato modificando le tipologie di insulti in base alla voce drammatica del personaggio, come si è visto prima, o dando un particolare

141

ritmo o espressività alle battute di quello specifico personaggio. Ad esempio, per restituire il senso di sfida nella voce di Vicino si è invertito l’ordine dei costituenti della seguente battuta in modo tale che suonasse più minacciosa:

TD: Ce li hai i fiammiferi? TS: I fiammiferi ce l’hai?

Per la Traduzione Spettacolare sono stati aggiunti anche degli elementi teatralizzati come ad esempio “l’io esco” al posto di “[personaggio] se ne va” oppure la decisione di lasciare delle parole in russo (Nikto!, Mamočka!), le quali nel corso della pièce acquistano valore simbolico non essendo importante il loro significato ma la forza espressiva che hanno all’interno dei dialoghi. Quasi la maggior parte dei cambiamenti sono stati apportati per favorire un ritmo dialogico più fluido e serrato e per delineare al meglio gli attacchi tra le battute (inversione e/o eliminazione di alcuni elementi delle battute per favorire la scorrevolezza e la naturalezza degli scambi).

Da queste considerazioni si può dunque capire che tra gli elementi più importanti per una traduzione che sia rappresentabile vi sono: ritmo, caratterizzazione dei personaggi, collegamenti per gli attacchi delle battute e, nel caso specifico delle pièce del ND, la teatralizzazione di alcuni elementi troppo letterari o cinematografici.

La prima versione della traduzione, presente nell’Appendice A, è dunque il risultato di queste prime due fasi di lavoro. Già in questa fase la collaborazione con Fabio Buonocore si è dimostrata utilissima e sono state inserite delle indicazioni di regia non presenti nell’originale ma necessarie in vista della rappresentazione italiana. Queste aggiunte possono essere fatte esclusivamente dal regista in quanto ciò non rientra nei compiti del traduttore ed è per questo che la collaborazione tra queste due figure è utile ai fini di una traduzione teatrale che sia veramente recitabile.

Il confronto con Buonocore è stato molto vivo soprattutto per la scrittura dell’adattamento in quanto ovviamente il regista aveva la sua interpretazione creativa della pièce ma era limitato dai “paletti” filologici che il traduttore in questo tipo di esperimento deve imporre in modo tale che la pièce russa, di cui solo il traduttore riesce a capire le sfumature e i riferimenti, non venisse travisata. Questa è stata essenzialmente la parte più complessa ma si è raggiunto un compromesso tramite la figura del Narratore che ha due compiti principali: veicolare il pensiero poetico del regista, così da non limitarne il lato creativo, e riassumere determinate parti dello spettacolo che non potevano essere realizzate in base al numero di attori, budget e una serie di questioni sceniche come la durata dello spettacolo. La traduzione e l’adattamento sono infatti leggermente diversi: la prima è più oscura in quanto non si potevano utilizzare gli effetti scenografici, l’adattamento è invece più grottesco ed

142

eccentrico ma allo stesso tempo violento. Sebbene sia quasi una versione definitiva è probabile che verranno ancora fatte delle modifiche quando finalmente si potrà vedere la pièce recitata su un palco.