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CAPITOLO IV: ANALISI TRADUTTOLOGICA DI PLASTILINA

3.1. La traduzione dei culturemi

Plastilina, nonostante l’universalità del suo messaggio, è profondamente immersa nel contesto socioculturale della Russia post-sovietica e vi sono una serie di elementi tipici solo di quella cultura, come le immagini derivanti dal folklore o dalla superstizione russa. Nella didascalia all’inizio della Scena 2 si incontra il termine Chruščëvka, le palazzine popolari ideate da Chruščev per compensare alla mancanza di abitazioni negli anni Cinquanta-Sessanta, palazzine per lo più fatiscenti e di cui lo spettatore italiano non ha mediamente cognizione. Operando una generalizzazione, tecnica ampiamente utilizzata per la traduzione dei culturemi in Plastilina, si è preferito tradurre semplicemente con “palazzine popolari”, la cui unica caratteristica distintiva è la divisione in cinque piani. Non potendo accedere ad alcuni tipo di nota né rappresentazione visiva, si è infatti preferita una parafrasi che non estraniasse lo spettatore italiano. La connotazione rimane relativamente la stessa in quanto anche in Italia il termine “palazzina popolare” rimanda, per lo più, a case di quartieri periferici molto vecchie e danneggiate. Un problema simile si è verificato nella traduzione del termine avtoviška, tradotto con “gru” in quanto il suo equivalente più corretto, “piattaforma aera”, risultava troppo tecnico e interrompeva il ritmo dei dialoghi. Fortunatamente nello scambio di battute tra Ragazzo e Ragazza si chiede proprio il perché di questo strano mezzo e quindi il problema è stato facilmente arginato senza dover trovare soluzioni particolari. Altri culturemi specificatamente russi sono i prodotti alimentari nominati nel corso dello spettacolo, come il fagottino con la crema offerto da Donna al Mercato 1 a Maksim (pirog) o il macinato (faršč) richiesto dalla nonna. Più complessa è stata la traduzione della battuta di Lecha nella scena 5 :

Testo originale Traduzione Drammaturgica Traduzione Spettacolare

У меня пельмени. Погнали. Mamma ha fatto le lasagne. Ci si vede!

Vado che mamma ha fatto un pranzetto!

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Inizialmente si è pensato di sostituire la pietanza con qualcosa di simile ai pel’meni, come i tortellini o gli gnocchi, ma la struttura “vado che mamma ha fatto…”, molto colloquiale in italiano e quindi adatta per una versione teatrale, rimandava troppo al detto italiano “mamma ha fatto gli gnocchi”, che ha ormai assunto un’accezione comica non presente nella battuta originale. La versione della TS, pur generalizzata, mantiene comunque l’effetto di “acquolina in bocca” dell’originale, anche grazie all’utilizzo del vezzeggiativo “-etto”, e senza addomesticare eccessivamente la traduzione alla cultura italiana. Da questi esempi si comprende come talvolta le astrazioni e le generalizzazioni siano l’unica via per rendere la pièce comprensibile per lo spettatore italiano.

Vi sono poi i riferimenti al folklore e alla superstizione russa nella scena del funerale (Scena 1), in cui, secondo la credenza popolare, tutti gli specchi devono essere coperti per evitare che l’anima del defunto ne venga intrappolata. Nello spettacolo la tovaglia di velluto rosso con le nappe cade, Maksim si sofferma a guardarsi allo specchio e Donna con lo Scialle Nero lo rimprovera: essendo impossibile dare una spiegazione all’interno della didascalia in quanto avrebbe inficiato sulla sua liricità, è stato fondamentale dare alla battuta di Donna con lo Scialle Nero un tono minaccioso che facesse comprendere il pericolo dell’azione compiuta da Maksim. Per tale motivo, il “ma che combini?!” nella TD è poi diventato “che fai?! Non si fa!”. Questo è un esempio perfetto di quanto sia importante la traduzione degli elementi paralinguistici (in questo caso l’intonazione della battuta) all’interno dei dialoghi teatrali. Molto farà la fisicità e la mimica degli attori per far comprendere al pubblico italiano il sottotesto di questa battuta, ma nell’adattamento, disponendo di una maggiore libertà, si è cercato di trovare una soluzione per spiegare questo dettaglio. Nel coro dei Chiangimorti, inserito dal regista all’inizio della scena, è infatti riportato “coprite tutti gli specchi, occhio agli occhi, occhio all’inganno”. Inoltre, questa tradizione è nota anche in Sicilia e l’inserimento dell’elemento siciliano dei chiangimorti potrebbe riportare la mente dello spettatore a questa tradizione folcloristica. Un altro elemento che fa parte della superstizione russa si ritrova nella didascalia alla fine della scena 7 in cui Donna con le Buste, dopo aver visto un gatto nero, attende che Maksim attraversi la traiettoria tracciata dal gatto. Questa tradizione fa parte anche del nostro sistema di superstizioni e non ha dunque creato problemi, ma nell’adattamento abbiamo voluto dargli maggiore spazio utilizzando la canzone sovietica Černyj kot dei Bravo, la colonna sonora dell’omonimo cartone animato in cui vi è una scena molto simile a quella descritta nella didascalia e da cui Sigarev potrebbe aver (inconsciamente) tratto ispirazione.

Anche la visione del film erotico “Caligola” in un cinema di tardo pomeriggio può essere giustificata dal grande successo che il film riscosse anche tra i più giovani. È noto che negli anni Novanta, ancor prima della diffusione di internet, molti adolescenti ebbero un improvviso libero

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accesso al cinema erotico e alla pornografia, anche grazie alla televisione commerciale, dove non agiva alcuna sorta di censura.

E così anche la scena 25, in cui la Nonna chiede a Maksim di andarle a comprare del macinato alle elezioni, può essere compresa solo nel contesto di povertà della Russia post-sovietica in cui, in occasione delle elezioni, si distribuiva cibo a prezzi scontatissimi per accaparrarsi dei voti. In questo caso è stato necessario inserire una nota intratestuale affinché la scena fosse fruibile anche allo spettatore italiano; l’inserimento, in ogni caso, non inficia in alcun modo il tono della battuta o il suo ritmo dialogico. Lo scambio di battute, estrapolato dalla TS, risulta dunque nel modo seguente:

БАБУШКА. Максима, сходи на выборы, фаршику купи. NONNA: Maksim, va’ a comprare il macinato, ci sono le elezioni. МАКСИМ. Куда?

MAKSIM: Dove?!229

БАБУШКА. Во дворец. Выборы там. Фаршик дешёвый дают. Сходишь?

NONNA: Al comune. Ci sono quelli della campagna elettorale che danno il macinato scontatissimo. Mi ci vai?

МАКСИМ. Щас? MAKSIM: Ora?

БАБУШКА. Лучше бы. Разберут.

NONNA: Eh, sarebbe meglio. Prima che lo finiscano tutto.

Un ulteriore esempio di culturema è la marca di sigarette fumate da Maksim, le “Prima”, molto economiche e di scarsa qualità e fondamentalmente sconosciute in Italia. Si è trovato un corrispettivo italiano nelle “MS”, note ai più come le peggiori sigarette italiane. Trovare un equivalente di bassa qualità era importante per far comprendere alcuni scambi, come quello tra Lecha e Maksim nella scena 20:

ЛЁХА (достал пачку). На, блин. «Кэмел». (Сунул пачку Максиму). Бери всю. Чё будешь «Приму» что ли перед телками трескать? Меня маминская щас нормально подогревает бабцами.

LECHA: (tira fuori il pacchetto). Dai, cazzo, ho le “Camel”. (Molla il pacchetto a Maksim). Prendilo. Che fai ti fumi le “MS” davanti alle fighe? Mia madre ultimamente mi sta mollando un sacco di soldi.

La scena in cui gli elementi culturo-specifici sono stati più complessi da tradurre è sicuramente quella dello stupro in cui Sedoj e Cadetto obbligano i due ragazzi a giocare a duročka, un gioco d’azzardo tipicamente russo e comparabile alla briscola poiché entrambi basati sulla regola del seme

229 Il punto esclamativo e la relativa intonazione in fase di rappresentazione suggeriranno allo spettatore che anche

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regnante. Per rispettare il riferimento alla briscola, il “sei” di šestёrka230, che nel gioco originale sarebbe la carta con minor valore, appunto un sei, è stato sostituito con il carico tipico della briscola. In TS sono state inserite anche delle indicazioni per far sì che si percepisse la tensione tra gli stupratori, che stanno tentando di barare così da averla vinta sui ragazzi, operando dunque sul sottotesto e sul tratto prosodico dell’intonazione. In questo modo sembrerà che Torso Nudo stia cercando di circuire Maksim nel tentativo di ottenere un carico che il ragazzo non vorrebbe cedere.

Testo originale Traduzione

Drammaturgica

Traduzione Spettacolare

ГОЛЫЙ : Чё, Алексей, шпильнём в картиши? В

дурочка

TORSO NUDO: Aleksej, una briscoletta, ti va?

TORSO NUDO: Aleksej, una briscoletta, ti va?

ГОЛЫЙ. Шестёрка у кого? TORSO NUDO: Qualcuno ha un carico?

TORSO NUDO: Qualcuno ha un carico?(con fare

minaccioso)

Un ultimo termine che può essere inserito in questa sezione è chajzer, che indica un luogo tipico delle periferie russe, una sorta di casa abbandonata nella quale i giovani, e spesso tossici, prostitute, e così via, si riuniscono per fare festa con droghe, alcool e altro ancora come in un rave.231 Non esistendo un equivalente italiano, si è dovuto optare per una perifrasi che seguisse il ritmo e l’esagerazione tipica dei discorsi di Lecha:

ЛЁХА. Тёлку, прикинь, снял. У неё хайзер. Всё такое.

LECHA: Allora, ho rimorchiato questa. Calcola, sta in una casa aperta, o una cosa così, insomma si fa bordello.

230 Tale termine indica nel linguaggio colloquiale “un gruppo di sei elementi”, da ciò per esempio deriva una tipologia di

barca da competizione che può ospitare solamente sei vogatori, o più comunemente, e come in questo caso, una carta da gioco che vale sei punti. Come si legge nel Tolkovyj slovar’ russkogo jazyka Dmitrieva, questo termine indica anche un “uomo disprezzato da tutti, uno spione, ecc..”. Tuttavia, vi è un’ulteriore accezione che potrebbe indicare un possibile doppio senso all’interno della battuta in questione, in quanto šestёrka fa anche riferimento a un “complice, uno scagnozzo” (J.P. Dubjagina, A.G. Bronnikova, Tolkovyj slovar’ ugolovnych žargon, Moskva, Inter-Omis, 1991, pp. 23/104/200; V.

Leonov, Slovar’ “Vorovskogo žargona”, Biometrika, Tomsk, 1997-2020:

http://www.biometrica.tomsk.ru/ftp/dict/slang/jargon.htm; Slovonovo:

http://www.slovonovo.ru/term/%D0%A8%D0%B5%D1%81%D1%82%D0%B5%D1%80%D0%BA%D0%B0 – Date di ultima consultazione: 28/06/2020). Nel lessico criminale tale termine indica inoltre “qualcuno che a causa della propria debolezza diviene succube di qualcuno più autoritario e forte”. (D.V. Dmitriev, , Tolkovyj Slovar’ Dmitrieva, Akademik: https://dic.academic.ru/dic.nsf/dmitriev/5915/%D1%88%D0%B5%D1%81%D1%82%D1%91%D1%80%D0%BA%D0 %B0 – Data di ultima consultazione 28/06/2020).

231 Un chajzer viene descritto come “un appartamento dove si può bere, ballare, passare la notte”, quindi genericamente

come un posto dove fare festa. (V.M. Mokienko, T.G, Nikitina, Bol’šoj slovar’ russkich pogovorok, Akademik: https://dic.academic.ru/dic.nsf/proverbs/9824/%D0%A5%D0%90%D0%99%D0%97%D0%95%D0%A0 – Data di ultima consultazione 28/06/2020).

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