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Yezid e la sua vita oggi.

Yezid tornò libero nel 2006 e dopo aver visto e analizzato i cambiamenti politici negli altri paesi latino-americani, primi tra tutti il Venezuela di Chavez e la Bolivia di Morales si convinse della possibilità di una via istituzionale alternativa alle armi per raggiungere i propri obiettivi politici. L'altro fattore che lo spinse ad abbandonare le armi fu il peggioramento della situazione di violenza venutasi a creare in Colombia a causa dell'efferatezza dei paramilitari. Così, nel 2007 Yezid Arteta Dávila arrivò a Barcellona come rifugiato politico.

Oggi è ricercatore presso la Escuela de Cultura de Paz dell'Università Autónoma di Barcelona, il centro spagnolo più prestigioso per l'analisi dei conflitti e l'educazione alla pace, inoltre è avvocato, sociologo e scrittore. Nel 2004 scrisse con Alfredo Rangel, Médofilo Medina e Carlos Lozano il libro “Que, Cómo, Cuando Negociar con las FARC”, pubblicato per Intermedio Editores.

Yezid Arteta Dávila è sempre stato un uomo coerente con la sua ideologia e i suoi obiettivi politici. Se in un primo momento, vedendo chiuse tutte le vie democratiche cercò rischiando anche la vita, di far valere le sue idee e i suoi principi attraverso la lotta armata, successivamente, dopo dieci anni passati in varie carceri colombiane, decise di combattere con l'uso della parola, senza mai rinunciare ai suoi ideali etici e politici che tutt'oggi porta avanti da Barcellona sperando in un accordo di pace tra le FARC-Ep e il governo colombiano così da permettergli di rientrare nel suo paese a fare politica legalmente.

Ho avuto modo e piacere di intervistare Yezid in due momenti. La prima intervista è avvenuta tramite Skype dal suo studio di Barcellona il 22 Marzo 2016 e la seconda nel “café Barbieri”, situato nel quartiere Lavapies a Madrid, il 15 Aprile 2016.

Conclusioni.

"No somos causa, sino respuesta a la violencia del Estado"1. Così affermò la delegazione delle FARC durante gli attuali accordi di pace riferendosi alla causa della loro nascita. La Repubblica di Colombia rappresenta un'eccezione rispetto agli altri paesi del subcontinente americano: la sua storia politica è caratterizzata da una larga tradizione «democratica», interrotta solo da un breve periodo dittatoriale. Perché? Semplicemente non c'era alcun bisogno di una dittatura. L'oligarchia colombiana, composta dai dirigenti dei due unici partiti del paese, Liberale e Conservatore, è sempre stata al potere e vicina alle politiche statunitensi, accettando di buon grado la loro ingerenza negli affari politici interni. Tutte le rivendicazioni sociali, i vari partiti politici e i movimenti di sinistra, sono state repressi nel sangue e le vie politiche legali chiuse.

Quando nel 1948 venne ucciso l'avvocato Jorge Elicier Gáitan, l'unico uomo in grado di cambiare le sorti del paese legalmente, poiché forte oppositore dell'oligarchia colombiana ma eletto segretario del Partito Liberale, scoppiò una vera e propria guerra civile che causò in soli 10 anni la morte di 300.000 civili. In ragione di quanto appena detto nacquero, a partire dagli inizi degli anni Sessanta, diversi movimenti armati di sinistra con obiettivi e ideologie differenti, ma vennero alla luce per una causa comune: la chiusura democratica e politica a tutte le organizzazioni e ai partiti politici che si opponevano al potere oligarchico.

Il primo gruppo armato a nascere in Colombia fu quello delle “Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia”, le FARC. Molti storici e analisti collocano l'anno della loro nascita intorno al 1964, anno della famosa offensiva militare dell'esercito colombiano denominata “Operación Marquetalia”. Il progetto politico iniziale della guerriglia era chiaro e ben definito nel «Programma Agrario Guerrigliero» del 1964 e prevedeva la confisca delle terre ai latifondisti e alle grandi imprese multinazionali per riconsegnarle ai contadini colombiani che le hanno sempre lavorate. Con la

1 http://www.redaccionpopular.com/articulo/farc-en-oslo-no-somos-causa-sino-respuesta-la- violencia-del-estado

seconda conferenza guerrigliera, il gruppo di guerriglieri assunse la denominazione FARC e si diedero un obiettivo politico più ampio rispetto a quello iniziale riguardante solo il problema agrario. Nel 1966 infatti allargarono la loro ambizione politica a tutto il paese colombiano, affermando di voler conquistare con la lotta armata il potere per il popolo, eliminando la presenza americana dal paese e il ruolo egemone dell'oligarchia, il quale, per troppo tempo, ha governato lo Stato creando situazioni di disuguaglianza, povertà e violenza.

Di conseguenza il progetto politico delle FARC, inaugurato nel 1966 con la «Seconda Conferenza dei guerriglieri», ebbe un obiettivo ben più ampio rispetto al programma guerrigliero del 1964.

Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta aumentarono i gruppi armati di sinistra e alcuni di questi, M-19 primo tra tutti, compì azioni tanto audaci quanto importanti che lo portarono a essere uno tra i movimenti più forti e meglio organizzati del paese. Le FARC, nel frattempo, rimasero al margine della lotta, organizzandosi e strutturandosi come un esercito per intraprendere a partire dagli anni Ottanta una lotta armata che le vedrà protagoniste assolute fino ai giorni nostri. Infatti, con la Settima Conferenza avvenuta nel 1982, assunsero il nome di FARC-Ep, dove la sigla «Ep» sta a indicare «Esercito del popolo». Non fu semplicemente un acronimo, ma denotava una nuova forma di organizzazione.

Da questo momento il movimento armato, forte di almeno 1.000 uomini, si organizzò gerarchicamente con regole valide per tutti i suoi membri e una disciplina ben precisa, con diritti e doveri stabiliti dai comandanti delle varie strutture molto simili a quelle di un esercito regolare.

Le FARC-Ep, grazie ad azioni spettacolari come imboscate all'esercito e assalti bancari, iniziarono a prendere sempre più potere, guadagnare denaro e a controllare vaste porzioni di territorio. Iniziarono a finanziarsi anche con estorsioni e sequestri, questi ultimi molto spesso avevano anche una valenza politica, richiedendo come riscatto un loro prigioniero.

Un tema molto controverso e dibattuto, utilizzato dal governo colombiano e in particolare dall'amministrazione americana contro la guerriglia per giustificare qualsiasi offensiva nei suoi confronti, è quello del narcotraffico. La guerriglia

colombiana è vincolata al narcotraffico, oppure questa utilizza solo l'imposta del “gramaje” nei confronti narcotrafficanti ? Su questo tema, molte sono le analisi che relazionano il movimento al commercio di narcotici, dall'altra parte però, i massimi dirigenti delle stesse FARC hanno sempre negato ogni relazione con il narcotraffico. Con il passare del tempo, oltre ai dati di analisi forniti dall'UNODC, inerenti la connessione tra le coltivazioni di piante di coca e i territori sotto lo stretto controllo della guerriglia, non esistono prove certe di guerriglieri delle FARC che commerciano droga.

Una cosa è certa però, come diceva il guerrigliero brasiliano Carlos Mariguella nel suo libro del 1969 «Piccolo manuale della guerriglia urbana», la differenza tra un delinquente e un guerrigliero è che «il delinquente beneficia personalmente delle sue azioni e attacca indiscriminatamente senza distinzione tra sfruttati e sfruttatori e questo è il motivo per cui ci sono molte persone comuni tra le sue vittime. Il guerrigliero persegue uno scopo politico e attacca solo il governo, i grandi affari e gli imperialisti stranieri.

Il guerrigliero è nemico implacabile del regime e infligge sistematicamente danni alle autorità e a coloro che dominano il paese ed esercitano il potere. Il compito primario del guerrigliero è distrarre, consumare, demoralizzare il regime militare e le sue forze repressive, attaccare e distruggere la ricchezza e la proprietà dei dirigenti stranieri e della classe dominante»2. Con questa frase, a mio avviso molto significativa per l'argomento trattato in questo lavoro intendo rispondere alla domanda iniziale «che cosa sono le FARC-Ep? » Si tratta di un'organizzazione armata con degli scopi politici chiari e precisi come la lotta contro l'imperialismo, la dottrina economica neoliberista, l'oligarchia colombiana e ogni forma di discriminazione. Inoltre combattono per una migliore condizione di vita dei contadini, da sempre oggetto di soprusi da parte del governo colombiano, per la sovranità della Repubblica di Colombia e per una redistribuzione della ricchezza giusta e adeguata.

Queste sono le FARC-Ep. Con ciò inoltre intendo affermare che molti errori di natura etica e morale, spesso gravissimi, sono stati commessi dal movimento armato. Un esempio in merito è il massacro di civili avvenuto a Boyacà, nel dipartimento del

Chocò nel 2002, in cui, a causa di uno scontro con i paramilitari, morirono 79 persone3.

Concludo affermando che molto spesso le cose non sono come sembrano, indagarle, studiarle e analizzarle è molto più utile che giudicare frettolosamente e senza un'informazione corretta.