• Non ci sono risultati.

La Octava Conferencia, 3 aprile 1993.

Nel 1989 crollò il muro di Berlino. Nel 1991 la URSS implose. La Guerra Fredda tra USA e Unione Sovietica finì e molti pensarono alla fine del comunismo e alla morte delle ideologie. Approfittando di questi eventi, il governo colombiano cercò in tutti i modi di convincere le varie guerriglie presenti nel paese ad abbandonare le armi per entrare nel mondo politico istituzionale. In buona parte ci riuscì: EPL, M-19, PRT e Quintin Lame, abbandonarono la lotta armata e si incorporarono alla vita civile durante quegli anni.

Le FARC e l'ELN invece proseguirono nella lotta armata rivoluzionaria. In particolare le FARC, durante gli anni Ottanta si erano rafforzate sotto un punto di vista organizzativo e numerico: si pensi che se i guerriglieri nel 1983 erano circa 1.500, nel 1991 erano cresciuti fino a contarne 5.800127.

Il 3 aprile 1993, le FARC organizzarono a La Uribe una delle loro conferenze più importanti, la “Octava Conferencia Nacional de Guerrilleros”.

Durante questa conferenza venne effettuata un'analisi del periodo, del contesto politico e sociale colombiano e vennero introdotte modifiche alla struttura e alla stategia del gruppo. I membri del Segratariato aumentarono da 5 a 7 (Manuel Marulanda, Ivan Marquez, Timoleón Jiménez, Efraín Guzmán, Raúl Reyes, Jorge Briceño e Alfonso Cano) e i Fronti aumentarono a 60, compresi quelli urbani. Venne criticata fortemente la stategia militare statale che si concentrò sulla “Guerra Integral”, nei confronti di tutti i gruppi e i movimenti di sinistra del periodo. La Dichiarazione Politica della conferenza infatti si concentrò sul neoliberismo e sulle politiche economiche colombiane le quali portarono alla privatizzazione di importanti settori economici del paese. Le direttive del FMI imposero al governo di Gaviria di aprire il paese alle multinazionali statunitensi, le quali causarono danni ambientali e sociali di enorme portata per lo stato colombiano. Migliaia di lavoratori rimasero disoccupati, vaste zone della selva furono disboscate per impiantarvi industrie straniere. Queste si servirono di paramilitari e narcotrafficanti per uccidere i

loro oppositori e membri di movimenti per i diritti umani. La critica delle FARC verso il modello economico neoliberista colombiano riguardò l'aumento delle disuguaglianze, della disoccupazione, del peggioramento generale delle condizioni di vita causato dallo sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali estere che portò 18 milioni di colombiani a vivere sotto la soglia della povertà. Le multinazionali sfruttavano la manodopera concedendo ai lavoratori salari bassi e nessun tipo di copertura assicurativa causando gigantesche manifestazioni e proteste nel paese, che alimentarono le fila delle FARC. Il presidente Gaviria, tramite l'esercito e la polizia nazionale soffocò le proteste nel sangue e represse gli oppositori con il carcere.

Agli inizi degli anni Novanta si ruppero i rapporti tra le FARC e il PCC, a causa «di due concezioni strategiche differenti, appartenenti alla stessa ideologia», come affermò Manuel Marulanda128. Infatti, la divisione arrivò per diversi motivi: la morte di Jacobo Arenas, i diversi omicidi perpetrati dai paramilitari ai danni di vari esponenti del PCC, e gli effetti della Perestroika fecero sì che il PCC abbandonasse come metodologia la formula «la combinazione di tutte le forme di lotta»129. Inoltre, a riprova di quanto appena detto, il Partito Comunista Colombiano invitò le FARC a partecipare all'Assemblea Nazionale Costituente, invito che le FARC rifiutarono preferendo continuare con la lotta armata130. Obiettivi e principi politici uguali, ma differenti strategie e visioni del contesto politico colombiano, queste era la situazione inerente al rapporto tra FARC-Ep e PCC.

Con il proposito di modificare lo stato delle cose in Colombia, le FARC-Ep progettarono la “La Plataforma para un Gobierno de Reconstrucción y Reconciliación Nacional”131, punto centrale della conferenza che ebbe lo scopo

essenziale, attraverso la dicitura di 10 punti, di arrivare a un governo nazionale democratico che si impegni a132:

128 Ivi, p. 139. 129 Ibidem. 130 Ibidem. 131 http://www.farc-ep.co/octava-conferencia/plataforma-de-un-gobierno-de-reconstrucción-y- reconciliación-nacional.html 132 http://www.farc-ep.co/octava-conferencia/plataforma-de-un-gobierno-de-reconstrucción-y- reconciliación-nacional.html

1. Una soluzione politica al conflitto armato presente nel paese.

2. L'esercito nazionale dovrà essere “bolivariano”, nel senso di patriottico, garantendo l'indipendenza del paese, la difesa dei cittadini colombiani e il rispetto dei diritti umani. L'esercito del nuovo governo dipenderà solo dal Ministero dell'Interno Colombiano.

3. Partecipazione nazionale, regionale e municipale. Le minoranze etniche e politiche dovranno avere diritto di voto e di elezione, la stampa dovrà essere libera e il Parlamento unicamerale.

4. Lo Stato dovrà essere il principale proprietario e amministratore dei settori energetici, delle risorse naturali, dei servizi pubblici, delle comunicazioni e in questo modo potrà apportare benefici a tutto il popolo colombiano senza distinzioni etniche e sociali.

5. Il 50% del bilancio statale dovrà essere investito nel benessere nazionale, facendo riferimento a salari, alloggi, educazione riguardante tutte le fasce della popolazione. Un 10%, invece, dovrà essere investito nella ricerca scientifica.

6. Imposte più alte a chi possiede più ricchezza e la IVA sarà imposta solo a beni e servizi suntuari (di lusso).

7. Riforma agraria che prevederà l'abolizione del latifondo e la redistribuzione delle terre, che stimoli la produzione e l'industria agricola nazionale.

Protezionismo statale di fronte alle disuguaglianze tecniche con altri paese industrializzati.

8. Lo sfruttamento delle vaste risorse del sottosuolo dovrà essere effettuato da industrie nazionali e i profitti economici dovranno essere divisi tra Stato e dipartimenti.

9. La Colombia dovrà intrattenere relazioni internazionali con tutti gli altri paesi del mondo sotto il principio di autodeterminazione dei popoli e del beneficio reciproco. Dovrà promuovere l'integrazione latinoamericana e dovrà inoltre rinegoziare il debito estero con un pagamento in 10 anni.

10. Soluzione ai fenomeni di produzione, commercio e consumo di droga che non prevedessero vie militari ma accordi e dialoghi con la comunità nazionale

e con quella internazionale, in special modo quella statunitense, dove è presente la maggior quantità di consumatori di droga al mondo.

1994, l'arrivo di Ernesto Samper alla presidenza della