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Un’analisi economica e strutturale delle industrie alimentari in Emilia-Romagna

Nel documento Volume Rapporto 1999 (.pdf 3.8mb) (pagine 169-175)

7. L’INDUSTRIA ALIMENTARE

7.4. Un’analisi economica e strutturale delle industrie alimentari in Emilia-Romagna

Il settore dell’industria alimentare in Emilia-Romagna sta subendo negli ultimi anni dei profondi cambiamenti sia di tipo economico che strutturale.

Un approfondimento di questi aspetti per i principali comparti del settore a-limentare e per le province dell’Emilia-Romagna, è fornito dallo studio dei bilanci di 837 industrie alimentari (Società di capitale) presenti sul territorio regionale tra il 1996 e il 1998.

Il grado di copertura dei dati Cerved sui bilanci delle imprese per le pro-vince dell’Emilia-Romagna rispetto al Censimento Intermedio dell’Industria

e dei Servizi del 1996 è riportato nella tabella 7.1. In termini di addetti si ha oltre il 52% del totale, fino ad avere il 70% a Forlì e oltre il 64% a Modena;

mentre in termini di numerosità delle imprese la copertura è di molto inferio-re (quasi il 12%) con un massimo del 27% circa nella provincia di Bologna.

Le imprese da noi analizzate sono quindi sicuramente le più grandi, in ter-mini di addetti, della media regionale (tab. 7.1). Nell’anno 1996 di queste industrie 558 avevano meno di 20 addetti mentre 186 avevano tra 20 e 100 addetti e solo 68 avevano più di 100 addetti (per 25 imprese il dato è man-cante).

L’analisi dei bilanci ha permesso di calcolare alcuni tra i più significativi indicatori della situazione economica e patrimoniale per le industrie alimen-tari. Avendo a disposizione tre anni di bilanci, è stata considerata la media aritmetica per i tre anni 1996, 1997 e 1998. Gli indicatori che abbiamo con-siderato sono:

− il R.O.I. calcolato come il rapporto tra il reddito operativo e il capitale investito (moltiplicato per 100);

− la Produttività del lavoro calcolata come il rapporto tra il valore aggiun-to e i dipendenti;

− il Rapporto d’indebitamento calcolato come il rapporto tra il totale del-le passività e il capitadel-le netto.

Questi indicatori sono stati calcolati sia per i diversi comparti (tab. 7.2), sia per le province della regione e sia per classi dimensionali, considerando le imprese con meno di 20 addetti, quelle tra 20 e 100 addetti e quelle con Tab. 7.1 – Bilanci di industrie alimentari per provincia rispetto al Censimento dell’Industria del 1996

Addetti % Imprese % Bilanci

1996-98 CIIS

1996 Copertura Bilanci

1996-98 CIIS

1996 Copertura Piacenza 1.240 2.927 42.4 82 415 19,8 Parma 9.524 17.802 53.5 27 1.313 2,1 Reggio E. 2.431 7.278 33.4 48 964 5,0

Modena 6.955 10.796 64.4 180 1.204 15,0 Bologna 4.977 10.043 49.6 251 937 26,8 Ferrara 491 2.433 20.2 36 498 7,2 Ravenna 2.852 5.647 50.5 31 700 4,4 Forlì (a) 6.529 9.298 70.2 179 1.136 15,8 Emilia-Romagna 34.999 66.224 52.8 837 7.167 11,7

(a) La provincia di Rimini è compresa in quella di Forlì.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Cerved (Bilanci) e su dati del Censimento Intermedio dell’Industria 1996 (CIIS).

oltre 100 addetti (tab. 7.2).

Per quanto riguarda la lettura del R.O.I., e quindi dell’efficienza operati-va delle aziende indipendentemente dalla composizione delle fonti di finan-ziamento, si può notare una decisa variabilità del valore tra i diversi compar-ti. Risalta immediatamente il valore più basso e pari ad 1,2% del comparto lattiero-caseario, seguito da quello dell’ortofrutta con 1,9%, decisamente in-feriori alla media regionale di 4,5%. Il comparto lattiero caseario presenta, dall’analisi di questi indicatori, anche una difficile gestione economico-finanziaria, confermata dall’altissimo rapporto d’indebitamento (539,7) che mostra un pesantissimo ricorso a finanziamenti esterni all’impresa che risul-tano scarsamente impiegati in modo redditizio (tab. 7.2). La bassa redditività di questo comparto, non è però legata alle dimensioni aziendali più piccole, infatti nella classe sotto i 20 dipendenti c’è un’elevatissima redditività pari circa il 92% (calcolato su 303 aziende) il valore scende invece a 0,4% nelle 5 imprese con oltre 100 addetti del comparto. Anche per il comparto orto-frutticolo la situazione è piuttosto difficile, infatti la bassa redditività degli investimenti è aggravata dall’alto rapporto di indebitamento pari a 16,4.

Nel comparto delle carni, il valore del R.O.I, 4,3%, è quello più vicino al-la media regionale. Buona redditività presentano i comparti delle granaglie, dell’alimentazione animale e degli altri alimentari, con valori compresi tra 6 e 6,5% con rapporti d’indebitamento abbastanza contenuti rispetto agli altri comparti (compresi tra 7 e 10). In situazioni di buona redditività dell’impresa (R.O.I>6%), l’azienda potrebbe sfruttare la leva finanziaria per espandere l’attività con finanziamenti esterni sempre maggiori, impiegati in questo caso in modo efficiente e produttivo.

Tab. 7.2 – Redditività, produttività e quoziente di indebitamento per i comparti delle industrie alimentari dell’Emilia-Romagna – Medie 1996-1998

Addetti Imprese ROI Produttività Rapporto indebitam.

15.1 Carne 13.125 233 4,3 110,3 20,7 15.2 Pesce 454 12 3,0 88,2 13,2 15.3 Ortofrutta 4.373 48 1,9 113,9 16,.4 15.4 Oli e grassi vegetali e

animali 131 7 9,8 171,4 5,5 15.5 Lattiero-caseario 3.474 329 1,2 99,4 539,7 15.6 Granaglie e amidacei 1.216 31 6,5 171,3 8,6 15.7 Alimentazione animale 2.507 48 6,0 168,3 7,3 15.8 Altri alimentari 9.719 104 6,8 141,8 9,9 Totale 34.999 812 4,5 127,5 181,7 Fonte: nostre elaborazioni su dati Cerved (Bilanci).

Mentre il comparto più redditivo risulta quello degli oli e grassi vegetali con 9,8% che ha anche il più basso rapporto d’indebitamento, pari a 5,5 pre-sentando così una solida situazione economico-finanziaria (i dati per questo comparto fanno riferimento a solo 7 imprese).

I valori di produttività del lavoro mostrano anche in questo caso una forte variabilità: i valori più bassi si hanno per i comparti della trasformazione del pesce (88,2 milioni per dipendente) e in quella lattiero casearia (99,4) mentre Tab. 7.3 – Redditività e produttività per classe dimensionale nelle industrie ali-mentari delle province dell’Emilia-Romagna – Medie 1996-1998

Addetti Imprese ROI Produttività Rapporto indeb.

Bologna 4.977 82 3,9 138,7 18.1

Fonte: nostre elaborazioni su dati Cerved (Bilanci).

il valore più elevato ancora una volta nel comparto degli oli e grassi vegetali (oltre 171 per dipendente).

L’analisi degli stessi indicatori per le province e per classi dimensionali evidenziano in Parma la provincia con maggiore redditività media 7,5% ma anche con maggior rapporto di indebitamento (345,5) probabilmente dovuto alla forte presenza in provincia del comparto lattiero caseario (tab. 7.3). Il valore del R.O.I. più alto è nella classe dimensionale maggiore (11 imprese) ed è pari a 8,3%. Mentre la media regionale vede nelle piccole imprese (me-no di 20 dipendenti) quelle più redditive. La provincia che presenta più bassa redditività media (2,4%) e minore produttività del lavoro (86,3) è quella di Rimini, ma in questa provincia si hanno solo 14 imprese nel settore alimen-tare.

La produttività del lavoro invece mostra una variabilità inferiore tra le province da un massimo di 154 milioni per dipendente a Parma e quasi 139 di Bologna a 108 milioni di Modena. La produttività risulta invece partico-larmente omogenea nelle diverse classi dimensionali.

8. LA REDDITIVITA’ DEL SETTORE

Nel documento Volume Rapporto 1999 (.pdf 3.8mb) (pagine 169-175)