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Gli ortofrutticoli

Nel documento Volume Rapporto 1999 (.pdf 3.8mb) (pagine 188-199)

9. LE PRODUZIONI VEGETALI

9.1. Gli ortofrutticoli

Prima di analizzare la situazione produttiva e di mercato degli ortofrutti-coli nel 1999, è bene evidenziare il segnale politico fornito dall’ammi-nistrazione regionale, anche alla luce delle difficoltà in cui versa da tempo il settore, con la presentazione del Piano ortofrutticolo regionale. I principali elementi che lo contraddistinguono sono i seguenti: richiesta di revisione dell’OCM per superare le inadeguatezze fino ad ora evidenziate; concerta-zione e coordinamento dei piani operativi presentati dalle Organizzazioni di Produttori; ristrutturazione del settore commerciale; iniziative per l’analisi dei mercati di sbocco e delle modalità di svolgimento della commercializza-zione, compresa la gestione dei marchi; controllo del costo del lavoro, ge-stione del rischio produttivo; accordi interprofessionali con l’industria; elar-gizione e gestione dei finanziamenti.

Frutta. I dati relativi agli ettari investiti dalle principali colture frutticole evidenziano una contrazione del 2,3% rispetto al 1998. Essa ha interessato soprattutto pesco, melo, pero e ciliegio (tab. 9.1). Su tale andamento non si deve esprimere un giudizio necessariamente negativo nel caso ad esso corri-sponda una qualificazione degli impianti ed un rinnovo varietale. Da indagi-ni svolte presso l’Assessorato all’Agricoltura si evidenzia che le piante mag-giormente estirpate appartenevano a “Golden delicious” e “Imperatore” per le mele; “Abate fétel”, “Conference” e “William” per le pere; “Redhaven”

per le pesche e “Stark redgold” per le nettarine.

La produzione frutticola nel 1999 si è attestata sui 15,8 milioni di quinta-li. Il clima, nel complesso favorevole, ha presentato un’estate povera di pre-cipitazioni tanto da costringere numerosi agricoltori all’uso continuo dell’irrigazione di soccorso. La siccità si è avvertita soprattutto in alcune a-ree collinari della provincia di Ravenna investite ad actinidia e pesco. Vio-lente piogge accompagnate in alcuni casi grandine hanno colpito la provin-cia di Ravenna, quella di Ferrara e la collina bolognese. Per quanto concerne gli attacchi delle principali virosi si continua a segnalare la diffusione dell’Erwinia Amylovora. In merito è stata varata la L.R. 35/99 sulla preven-zione delle malattie da essa provocate: sono previsti, tra l’altro, incentivi per

Tab. 9.1 - Superfici e produzioni delle principali colture arboree da frutta fresca in Emilia-Romagna

1998 1999 Var. % 1999/98

Coltivazioni Superficie (ha) Produzione

raccolta Superficie

(ha) Produzione

raccolta sup.

totale sup. in

produz. prod.

raccolta totale in produz. (100 kg) totale in produz. (100 kg)

Melo 8.603 7.787 2.017.984 8.389 7.689 2.156.060 -2,5 -1,3 6,8 Pero 29.628 26.325 6.602.933 28.956 26.074 5.129.741 -2,3 -1,0 -22,3 Pesco 16.980 14.894 2.203.057 16.534 14.504 2.946.283 -2,6 -2,6 33,7 Nettarine 15.789 13.838 2.261.367 15.640 13.712 3.191.440 -0,9 -0,9 41,1 Susino 4.763 4.081 484.772 4.763 4.042 688.523 0,0 -1,0 42,0 Albicocco 5.235 4.122 242.440 5.240 4.292 669.079 0,1 4,1 176,0 Ciliegio 3.025 2.766 166.853 2.586 2.341 204.604 -14,5 -15,4 22,6 Actinidia 3.552 3.292 571.167 3.489 3.218 644.230 -1,8 -2,2 12,8 Loto 1.303 1.243 174.685 1.276 1.216 171.037 -2,1 -2,2 -2,1

TOTALE 88.878 78.348 14.725.258 86.873 77.088 15.800.997 -2,3 -1,6 7,3 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura.

la prevenzione, finanziamenti alle aziende che hanno subito danni, la parte-cipazione della regione ai fondi di solidarietà già operanti (consorzi fitosani-tari, consorzi di produttori) ovvero organismi appositamente costituiti. Con-tinuano i provvedimenti per limitare la diffusione della malattia, impedendo da marzo ad ottobre il trasferimento degli alveari in alcune zone, fornendo un servizio di monitoraggio e di controllo continuo.

In merito alle singole specie coltivate si registra un aumento della produ-zione di ciliegie che sfiora il 23% rispetto alla scorsa campagna, nonostante le superfici investite si siano ridotte di oltre il 14%. Ciò è dovuto al verifi-carsi di un’annata favorevole da un punto di vista climatico. La ridotta pio-vosità nei mesi di maggio e giugno ha facilitato il raggiungimento di un buon livello quantitativo e qualitativo, anche se non generalizzato per tutte le partite. I prezzi sono stati influenzati da un’offerta che in alcuni momenti si è mantenuta superiore alla domanda. La riduzione delle quotazioni medie ri-spetto al ‘98 è stata di poco inferiore al 32% (tab. 9.2). Quotazioni più eleva-te sono staeleva-te oteleva-tenueleva-te per le pezzature maggiormeneleva-te richieseleva-te, in particolare per i classici “duroni” di buona qualità. Permane la tendenza di alcuni pro-duttori delle aree più tradizionali a preferire la vendita diretta in azienda per spuntare prezzi più interessanti. Gli operatori del settore auspicano un ri-cambio varietale per ampliare l’offerta e corrispondere alle esigenze del mercato.

La campagna delle albicocche è stata caratterizzata da produzioni in for-te aumento rispetto al 1998. I quantitativi raccolti sono tornati ai livelli di un’annata media, attestandosi intorno ai 669 mila quintali. In alcuni casi le piogge verificatesi poco prima della raccolta hanno provocato uno scadimento qualitativo del prodotto. L’incremento di offerta, non supportato da un aumento della domanda ha portato ad un crollo dei prezzi alla produzione rispetto alla campagna scorsa di oltre il 63%. Al verificarsi di questa situazione di mercato ha contribuito l’atteggiamento dell’industria, che è intervenuta nel momento della raccolta fissando le quotazioni intorno alle 250 lire/Kg, sfruttando il timore dei produttori di non riuscire a collocare la merce. La domanda è indirizzata verso pezzature medio grosse e di lunga tenuta che sono le uniche ad aver ottenuto apprezzamenti soddisfacenti. Le prospettive di sviluppo per l’albicocco sono rivolte alla ricerca di varietà atte ad allungare il periodo di disponibilità e verso un consolidamento della coltura nella fascia collinare.

La produzione di susine si è attestata su 688 mila quintali, in crescita ri-spetto al 1998 del 42%. Anche per tale coltura valgono le considerazioni svolte nella premessa: si è trattato di un anno “normale” nel quale le produ-zioni rientrano nella media con superfici tendenzialmente stabili e livello

Tab. 9.2 - Prezzi di alcuni prodotti ortofrutticoli rilevati in Emilia-Romagna (lire/kg) (a) Produzioni 1998 1999 Var. %

1999/98 Produzione 1998 1999 Var. % 1999/98 Pesche: a pasta gialla, precoci 1.250 500 -60,0 Albicocche: 2.325 850 -63,4

a pasta gialla, medie 1.000 325 -67,5 Susine: Stanley 650 450 -30,8 a pasta gialla, tardive 1.100 325 -70,5 President 925 550 -40,5 Nettarine: precoci 1.350 775 -42,6 Gruppo Black 1.100 700 -36,4 medie 1.300 440 -66,2 Ciliegie: Durone Nero I 5.500 3.750 -31,8 tardive 1.400 330 -76,4

Pere: William 430 650 51,2 Kiwi: 900 900 0,0

Max Red Bartlett 600 680 13,3

Abate Fétel 750 1.100 46,7 Meloni: 315 370 17,5

Conference 650 730 12,3 Cocomeri: 257 230 -10,5

Decana del Comizio 800 1.000 25,0 Fragole: in cestini 2.000 2.650 32,5 Mele: Ozark Gold 350 380 8,6

Delicious Rosse 400 365 -8,8 Cipolle: Ibridi 175 100 -42,9 Golden Delicious 330 280 -15,2 Dorata 80 133 66,3 Imperatore 220 240 9,1 Patate: in natura 210 227 8,1 (a) Prezzi alla produzione, franco azienda produttore per merce di 1° scelta selezionata in casse del compratore.

qualitativo dei frutti medio-buono. I raccolti non sempre hanno trovato facile collocamento sul mercato in funzione di una domanda non adeguata. I prezzi alla produzione si sono quindi contratti mediamente del 35%. Anche in que-sto caso sono le produzioni di maggior pregio ad aver spuntato quotazioni più elevate, questo conferma ulteriormente la richiesta da parte del mercato per il prodotto di pezzatura extra.

I risultati produttivi di pesche e nettarine sono più che soddisfacenti, con aumenti rispetto alla scorsa annata di quasi il 34% per le prime e del 41% per le seconde. La superficie investita continua a contrarsi anche se in maniera meno marcata rispetto agli anni passati. In realtà nel valutare tale aumento delle produzioni va considerato che negli ultimi anni le gelate pri-maverili avevano ridotto le rese e l’entità dei raccolti si era attestata su valori inferiori alla media. Da un punto di vista della qualità si è registrata un’alta incidenza delle piccole pezzature in seguito ad un non sempre adeguato di-radamento. Per le produzioni più precoci, a maggio e giugno il grande caldo ha portato ad un anticipo di maturazione senza che il frutto raggiungesse un buon grado brix; per le varietà medio-tardive si è registrata una carenza nella colorazione dovuta ai mancati sbalzi termici e ad una insolazione ridotta.

Per quanto concerne l’andamento di mercato, le particolari condizioni climatiche hanno fatto sì che i “naturali” calendari di maturazione e di com-mercializzazione non siano stati rispettati, provocando una carenza d’offerta all’inizio della campagna, che successivamente si è tramutata in eccesso per la contemporanea maturazione del prodotto nelle aree del Nord e del Sud Italia ed in regioni europee come la Spagna e la Francia. L’effetto di tale si-tuazione si è amplificato quando l’acquisto di frutta estiva sui principali mercati di riferimento era frenato dalle basse temperature. Di conseguenza i prezzi sono risultati notevolmente al di sotto delle quotazioni registrate nel 1997 e 1998. Analizzando i dati medi si evidenziano contrazioni che hanno raggiunto, per le varietà tardive di pesche e nettarine, valori elevati rispetti-vamente del 70% e il 76%. Una certa tenuta si è registrata solo per l’offerta più pregiata per qualità e calibro, produzione che però secondo stime ha rap-presentato solo il 5-6% dell’offerta totale. Lieve rialzo delle quotazioni si è verificato nelle fasi finali della campagna, quando il perdurare di temperatu-re superiori alla norma ha stimolato la domanda.

Sul fronte delle azioni promozionali è da rilevare che nel 1999 è partita la prima campagna della “Pesca e nettarina di Romagna - IGP” (riconoscimento ottenuto a fine ‘97). Tale prodotto è controllato da Check Fruit e le azioni di valorizzazione vengono gestite dal CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli di Fer-rara) che ha creato un marchio di riconoscimento ed ha effettuato attività di promozione rivolta al consumatore presso la Grande Distribuzione.

La campagna delle mele è stata caratterizzata da produzioni in crescita (+6,8% rispetto al 1998), da superfici che si sono ridotte del 2,5% e tendenze di mercato non certo positive nonostante la qualità buona dei raccolti. Le produzioni abbondanti, i consumi stagnanti e lo scarso interesse della distri-buzione anche estera hanno mantenuto le quotazioni intorno alle 300 lire/kg.

In particolare le verietà del gruppo “Golden delicious” e “Red delicious”

hanno subito le maggiori contrazioni dei prezzi alla produzione. Rispetto al 1998 alcuni gruppi varietali hanno registrato un incremento dei valori, ciò non è significativo in virtù dei livelli bassissimi evidenziati in quell’anno.

Per quanto concerne le prospettive si rileva la tendenza alla diversificazione varietale con abbandono delle cultivar tradizionali a favore di varietà emer-genti come “Fuji”, “Braeburn”, “Gala” e “Pink Lady”.

La produzione di pere si è ridotta rispetto al 1998 di oltre il 22%, mentre gli ettari investiti hanno registrato una contrazione del 2,3%. La riduzione ha interessato soprattutto “William”, in maniera meno accentuata “Conference”

e “Abate Fétel”. Per quanto riguarda l’andamento climatico il non verificarsi di ritorni di freddo e di grandinate hanno limitato attacchi particolarmente virulenti di E. Amylovora. In merito alla virosi si registra una crescita della superficie interessata, evidenziando come la malattia non sia affatto debella-ta ma si trovi allo sdebella-tato latente. Sul piano della qualità le temperature inferio-ri alla norma registrate a luglio hanno permesso ai frutti di accrescersi ade-guatamente e l’umidità notturna ha favorito un sufficiente accumulo di zuc-cheri. La produzione non elevata e una richiesta sostenuta da parte del mer-cato hanno fatto sì che i risultati commerciali possano essere definiti soddi-sfacenti. La campagna ha preso avvio con un buon andamento delle varietà estive. Per “William”, dopo un avvio molto vivace, si è registrata una con-trazione delle quotazioni dovuta ad una riduzione delle richieste da parte dell’industria di trasformazione; per le altre varietà i prezzi si sono mantenu-ti su livelli medio-almantenu-ti con incremenmantenu-ti rispetto al 1998 che vanno dal 12,3%

per “Conference”, al 46,7% per “Abate Féetel”. Per il futuro si prevede un consolidamento delle varietà tradizionali, mentre la ricerca è indirizzata all’introduzione di cultivar resistenti alle principali avversità.

L’actinidia è, insieme alle pere, la produzione che nel 1999 ha registrato una certa tenuta dei risultati commerciali: produzioni crescenti sia a livello nazionale, che regionale, buona qualità dei raccolti sia per le pezzature otte-nute, sia per la ottima conservabilità e una certa tenuta dei prezzi.

L’incremento di produzione registrato in regione ha sfiorato il 13% rispetto al 1998, anche se si deve ricordare che in quell’anno l’andamento climatico sfavorevole aveva decimato i raccolti. Gli ettari investiti sono rimasti ten-denzialmente stazionari (con una lieve contrazione dell’1,8%). La maggiore

concentrazione si registra nelle aree vocate pedocollinari, nonostante anche quest’anno in alcune di tali zone si siano verificati dei problemi per l’approvvigionamento idrico. Le quotazioni si sono mantenute stabili nono-stante l’aumento dei quantitativi raccolti, attestandosi in media sulle 900 lire /kg. In merito alle tendenze in atto che stimolano una qualificazione dell’offerta, deve essere evidenziato un accordo sottoscritto da diversi pro-duttori e commercianti nel quale viene previsto il rispetto di un parametro minimo di 6,2 °Brix alla raccolta, il divieto di immettere nei canali commer-ciali prodotti con meno di 9,5 °Brix, l’obbligo di considerare il 15 novembre come data iniziale della commercializzazione e l’impegno di non avviare verso i canali esteri frutti di peso inferiore ai 70 grammi. Accanto alla ricerca della qualità prosegue lo studio verso varietà nuove che possano diversifica-re l’offerta.

Ortaggi. La superficie investita a pomodoro è aumentata di quasi il 12%

rispetto al 1998, con un incremento dei raccolti del 9,7% (tab. 9.3). Sul ver-sate del mercato i prezzi si sono assestati su livelli bassi. Si ricorda che per la campagna 1999-2000 si assisterà ad una riduzione dei prezzi minimi del 3%

in euro (-11,4% in lire). Le rese medie si sono invece contratte anche in rela-zioni agli attacchi di peronospora verificatesi in alcune aree (Ferrara e Ra-venna) dopo la seconda decade di agosto. L’andamento climatico è stato ge-neralmente favorevole anche per la mancanza di gelate. Si è però assistito ad una accelerata maturazione delle bacche e di conseguenza ad una fine anti-cipata della campagna. Tranne che nelle aree indicate in precedenza non so-no stati registrati attacchi significativi di virosi e di ragnetto rosso. In genera-le il livello qualitativo dei raccolti non ha mostrato particolarità di rilievo.

L’industria di trasformazione ha però lamentato per il prodotto a maturazio-ne precoce un livello qualitativo inferiore alle attese. L’accordo interprofes-sionale è stato firmato solo a luglio; ciò evidenzia una mancanza nella pro-grammazione che potrebbe invece essere un valido strumento per razionaliz-zare il mercato.

In merito alla qualificazione del prodotto è da rilevare che nell’accordo interprofessionale per l’area del Nord Italia, complementare a quello nazio-nale, è prevista per le produzioni integrate l’applicazione di un unico disci-plinare che regoli i parametri qualitativi, viene sollecitata l’attenzione all’ambiente e viene inoltre stimolata l’adozione di Sistemi Qualità nelle im-prese. Per quanto concerne gli altri aspetti legati alla OCM, ad aprile la Commissione ha fissato le quote produttive per le diverse nazioni, in partico-lare per l’Italia si sono raggiunti i 35,4 milioni di quintali (+1,9% rispetto al 1998). Tale quantitativo non copre certamente l’entità dei pre-contratti

Tab. 9.3 - Superfici e produzioni di ortaggi e legumi freschi in Emilia-Romagna

1998 1999 Var. % 1999/98 Var. % 1998/97

Coltivazioni Superfici (ha) Produzioni raccolte

(100 kg) Superfici

(ha) Produzioni raccolte

(100 kg) colt. in piena

aria colt. in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra sup. prod. sup. prod.

aria aria aria aria

Aglio e scalogno 349 - 34.759 - 329 - 30.885 - -5,7 -11,1 - - Asparago (a) 1.010 12,1 55.455 845 1.071 11,1 64.022 775 6,0 15,4 -8,3 -8,3

Basilico 11,0 2.150 - 10,0 2.000 -9,1 -7,0

Bietola 210 28,6 83.159 12.514 211 28,7 76.780 12.289 0,5 -7,7 0,3 -1,8

Carciofo 147 - 5.200 - 153 - 6.070 - 4,1 16,7 - -

Cardo 70 - 15.600 - 71 - 15.958 - 1,4 2,3 - -

Carota 527 3,9 306.980 1.486 2.012 4,6 1.003.600 1.840 281,8 226,9 17,9 23,8

Cavolfiore 175 - 49.257 - 169 - 44.030 - -3,4 -10,6 - -

Cavolo capuccio 127 - 53.220 - 124 - 58.665 - -2,4 10,2 - -

Cavolo verza 72 - 22.216 - 59 - 17.870 - -18,1 -19,6 - -

Cetriolo da mensa 51 72,1 17.370 54.136 52 26,5 20.950 55.049 2,0 20,6 -63,2 1,7

Cipolla 3.696 - 1.288.066 - 3.263 - 1.287.489 - -11,7 0,0 - -

Cocomero 2.259 102,0 1.061.997 32.630 2.348 101,0 970.965 30.330 3,9 -8,6 -1,0 -7,0 Fagiolo 2.495 17,5 222.530 4.277 3.039 18,7 271.470 4.474 21,8 22,0 6,9 4,6

Fava per legume fresco 20 - 896 - 21 - 921 - 5,0 2,8 - -

Finocchio 345 15,4 81.950 4.564 353 0 78.433 0 2,3 -4,3 -100,0 -100,0 Fragola 1.236 197,2 254.202 48.025 1.202 195,1 259.101 46.430 -2,8 1,9 -1,0 -3,3

Tab. 9.3 - Continua

1998 1999 Var. % 1999/98 Var. % 1998/97

Coltivazioni Superfici (ha) Produzioni raccolte

(100 kg) Superfici

(ha) Produzioni raccolte

(100 kg) colt. in piena

aria colt. in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra sup. prod. sup. prod.

aria aria aria aria

Lattuga 1.242 267,5 335.455 71.716 1.656 273,8 409.029 72.320 33,3 21,9 2,4 0,8 Melanzana 99 54,6 47.510 32.985 101 55,6 47.640 34.045 2,0 0,3 1,8 3,2 Melone 2.114 233,1 606.368 67.217 1.909 193,1 512.038 53.323 -9,7 -15,6 -17,1 -20,7

Patata comune 7.518 - 2.392.953 - 7.480 - 2.426.174 - -0,5 1,4 - -

Peperone 133 26,9 39.910 12.174 132 26,9 37.971 12.455 -0,8 -4,9 0,0 2,3 Pisello fresco 3.392 4,5 292.897 1.125 3.179 6,5 254.198 1.325 -6,3 -13,2 44,4 17,8 Pomodoro 25.358 79,1 14.123.646 58.440 28.355 71,5 15.489.572 55.550 11,8 9,7 -9,6 -4,9 Prezzemolo 29 3,0 6.380 1.150 30 3,2 6.615 1.230 3,4 3,7 6,7 7,0 Radicchio 745 4,7 130.710 1.452 807 4,8 156.375 1.492 8,3 19,6 2,1 2,8 Ravanello 67 28,5 18.410 10.975 33 28,7 9.240 9.446 -50,7 -49,8 0,7 -13,9 Sedano 240 22,3 111.097 10.954 241 20,1 91.080 10.660 0,4 -18,0 -9,9 -2,7 Spinacio 694 3,4 103.002 795 519 3,6 90.889 1.187 -25,2 -11,8 5,9 49,3

Valeriana - 11,0 1.175 11,0 1.950 0,0 66,0

Lischi - 2,2 880 2,2 900 0,0 2,3

Zucche e zucchine 815 59,4 178.311 25.318 807 59,3 177.689 21.362 -1,0 -0,3 -0,2 -15,6

Altre in serra - 18,3 8.525 - 28,5 13.550 - - 55,7 58,9

(a) Impianti in produzione.

giunti a Bruxelles, pari a quasi 53 milioni di quintali (+49,5%). Si vuole i-noltre ricordare il dibattito che attualmente si è aperto sulle modifiche previ-ste per l’OCM in merito alla possibile sostituzione della quota di produzione con una soglia e sui destinatari degli aiuti (trasformatori o produttori).

Buona annata per la patata che ha registrato una sostanziale stasi negli ettari investiti, mentre la produzione si è incrementata dell’1,4% rispetto al 1998. Per quanto concerne l’andamento climatico, a fine maggio la coltura manifestava una buona vegetazione sviluppata dalle frequenti piogge; la scarsa umidità e le elevate temperature registrate nelle fasi precedenti la rac-colta hanno permesso di escavare nel momento ottimale a vantaggio della buona qualità dei raccolti. Il mercato ha apprezzato il prodotto registrando una certa tenuta dei prezzi anche nei momenti di maggiore concorrenza da parte delle produzioni del Nord-Europa. In particolare si sono registrate quo-tazioni elevate all’inizio della campagna; mentre in seguito il mercato si è andato normalizzando per poi registrare un momento di crisi quando a luglio è stato immesso il prodotto proveniente dalla Campania. Passato il momento difficile si è assestato sulle 250 £/kg; nelle fasi finali della campagna le quo-tazioni si sono rialzate fino a sfiorare, secondo i dati rilevati dalla “borsa pa-tate” le 700 lire/kg. L’andamento abbastanza favorevole porta ad affermare che le scelte orientate alla diversificazione dell’offerta e alla qualità intrapre-se da tempo per questo prodotto iniziano a dare i primi frutti.

A maggio è stato siglato l’accordo interprofessionale per le patate desti-nate all’industria, con aumenti dei prezzi rispetto a quello precedente di circa 15 lire al kg. In merito alla qualificazione e diversificazione della produzio-ne si evidenziano due iniziative di un certo interesse: la commercializzazio-ne della “patata al selenio”, gestita dal “Consorzio per la Patata Tipica di Bologna” e il progetto qualità dell’UNAPA (marchio SQU). La prima ha in-teressato quest’anno 200 mila quintali di prodotto che ha trovato completa collocazione sul mercato spuntando prezzi alla produzione di almeno 700 li-re/kg e all’ingrosso di 100 lili-re/kg in più rispetto alle altre patate. Il progetto qualità UNAPA prevede un accordo tra le diverse aree di produzione italiane per la copertura del mercato con prodotto fresco per 7-8 mesi, sfruttando la scalarità di raccolta.

Per la cipolla l’annata è stata buona sia da un punto di vista quantitativo, sia qualitativo. Si è registrato una stazionarietà delle produzioni nonostante la contrazione di circa il 12% delle superfici. La domanda si è mantenuta su livelli buoni anche se è risultata essere particolarmente influenzata dalla di-sponibilità di altre specie. Si sono registrate difficoltà di collocamento so-prattutto per le varietà precoci che hanno trovato sul mercato consistenti quantitativi della produzione dall’anno precedente e una domanda fiacca. I

prezzi si sono contratti del 43% per gli ibridi ed in generale si è giunti a ri-sultati insoddisfacenti per numerosi agricoltori. Il mercato ha apprezzato maggiormente le varietà rosse, è stato manifestato un certo interesse per le varietà bianche, mentre le dorate risultano in ripresa dopo il crollo verifica-tosi nel 1998. I prezzi per quest’ultimo gruppo hanno registrato un incremento di poco superiore al 66%. In merito alle prospettive future si punta alla qualificazione territoriale dell’offerta attraverso la richiesta di marchi IGP. La fragola ha visto contrarsi la superficie investita sia per gli impianti in piena aria, sia per quelli in serra. La produzione ha registrato un leggero in-cremento (+1,9%) per quella ottenuta in pieno campo, mentre si è ridotta del 3,3% per quella protetta. Nelle prime fasi della stagione si è verificato un buon sviluppo vegetativo e il frutto ha raggiunto una pezzatura e una qualità più che soddisfacenti. Nella fase terminale della raccolta si sono verificate temperature elevate che hanno portato a scarsa tenuta dei frutti e ad una rac-colta leggermente anticipata. L’andamento di mercato ha evidenziato, nel momento della disponibilità della produzione sotto tunnel, un livello dei prezzi basso in quanto si è risentito fortemente della produzione proveniente dalla Spagna e dal Sud Italia; la situazione si è poi assestata e i prezzi sono leggermente aumentati. Per la produzione in pieno campo, fino alla terza set-timana di maggio i risultati commerciali sono stati tendenzialmente buoni, in seguito però si è assistito ad un crollo delle quotazioni a carico soprattutto delle varietà più tardive che hanno così fornito risultati economici insoddi-sfacenti. In media i prezzi alla produzione hanno però registrato un incre-mento del 32,5% rispetto al 1998. Non si sono ancora trovati gli strumenti atti a far uscire la coltura dalle difficoltà divenute oramai strutturali: gli ele-vati costi di produzione non trovano un’adeguata copertura nei prezzi in un mercato dove sempre più forte è la concorrenza delle produzioni provenienti da altre aree (Spagna in primo luogo). Tale situazione spinge verso una con-tinua riduzione degli impianti.

prezzi si sono contratti del 43% per gli ibridi ed in generale si è giunti a ri-sultati insoddisfacenti per numerosi agricoltori. Il mercato ha apprezzato maggiormente le varietà rosse, è stato manifestato un certo interesse per le varietà bianche, mentre le dorate risultano in ripresa dopo il crollo verifica-tosi nel 1998. I prezzi per quest’ultimo gruppo hanno registrato un incremento di poco superiore al 66%. In merito alle prospettive future si punta alla qualificazione territoriale dell’offerta attraverso la richiesta di marchi IGP. La fragola ha visto contrarsi la superficie investita sia per gli impianti in piena aria, sia per quelli in serra. La produzione ha registrato un leggero in-cremento (+1,9%) per quella ottenuta in pieno campo, mentre si è ridotta del 3,3% per quella protetta. Nelle prime fasi della stagione si è verificato un buon sviluppo vegetativo e il frutto ha raggiunto una pezzatura e una qualità più che soddisfacenti. Nella fase terminale della raccolta si sono verificate temperature elevate che hanno portato a scarsa tenuta dei frutti e ad una rac-colta leggermente anticipata. L’andamento di mercato ha evidenziato, nel momento della disponibilità della produzione sotto tunnel, un livello dei prezzi basso in quanto si è risentito fortemente della produzione proveniente dalla Spagna e dal Sud Italia; la situazione si è poi assestata e i prezzi sono leggermente aumentati. Per la produzione in pieno campo, fino alla terza set-timana di maggio i risultati commerciali sono stati tendenzialmente buoni, in seguito però si è assistito ad un crollo delle quotazioni a carico soprattutto delle varietà più tardive che hanno così fornito risultati economici insoddi-sfacenti. In media i prezzi alla produzione hanno però registrato un incre-mento del 32,5% rispetto al 1998. Non si sono ancora trovati gli strumenti atti a far uscire la coltura dalle difficoltà divenute oramai strutturali: gli ele-vati costi di produzione non trovano un’adeguata copertura nei prezzi in un mercato dove sempre più forte è la concorrenza delle produzioni provenienti da altre aree (Spagna in primo luogo). Tale situazione spinge verso una con-tinua riduzione degli impianti.

Nel documento Volume Rapporto 1999 (.pdf 3.8mb) (pagine 188-199)