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Il piano di sviluppo rurale

Nel documento Volume Rapporto 1999 (.pdf 3.8mb) (pagine 58-63)

3. LE POLITICHE REGIONALI PER IL SETTORE

3.2. Il piano di sviluppo rurale

Il Piano di sviluppo rurale (PSR), dopo una lunga discussione con le parti sociali, è stato approvato dal Consiglio regionale il 19 gennaio 2000, e tra-smesso alla Commissione europea, per la definitiva approvazione ai sensi del reg. (CE) 1257/1999 che dovrebbe intervenire nel corso del primo seme-stre 2000.

Il PSR si inserisce a pieno titolo tra gli strumenti adottati dal governo re-gionale per promuovere lo sviluppo agricolo. Nell’elaborazione del piano si è tenuto conto del contesto socio-economico regionale e della coerenza con le altre principali politiche regionali per il settore.

L’obiettivo principale è quello di accrescere la competitività delle impre-se, mantenendo la coesione e l’integrazione dei sistemi socio-economici ter-ritoriali, favorendo la salvaguardia delle risorse ambientali. A questo scopo esso intende promuovere un’evoluzione differenziata delle diverse realtà a-gricole presenti in regione valorizzandone i punti di forza specifici, favoren-do un’integrazione virtuosa fra tutela dell’ambiente e sviluppo socio-economico.

Le diverse realtà agricole dell’Emilia-Romagna a cui si fa riferimento nel PSR riguardano:

− Un’agricoltura intensiva specializzata, sviluppata soprattutto nelle aree di pianura, il cui successo dipende dalla capacità di mantenere sempre e-levata la produttività, grazie alla costante attenzione alle innovazioni tec-nologiche, ai continui adeguamenti strutturali e alla qualità del processo produttivo;

− Un’agricoltura orientata alle produzioni tipiche di pregio, che deve il suo vantaggio competitivo alla specificità territoriale delle risorse natura-li, fisiche ed umane, all’ambiente socio-culturale, tradizionale e istituzio-nale;

− Un’agricoltura a forte valenza ambientale, con rilevanza soprattutto nelle zone di montagna, ma con una incidenza notevole anche in zone pe-riurbane ed in altre aree della regione. Essa è caratterizzata prevalente-mente da aziende a carattere familiare, non professionali, in cui il reddito agricolo si intreccia di frequente con quello proveniente da altre attività e dove l’attività agricola è spesso svolta a tempo parziale.

Il Piano intende sostenere tutti e tre questi tipi di agricoltura, valorizzan-do i fattori di competitività ad essi connaturati. I fili conduttori che legano le diverse Misure previste dal Piano sono: qualità, adesione al decentramento amministrativo e continuità con gli interventi di successo della precedente programmazione (promozione dell’agricoltura biologica e integrata, soste-gno agli investimenti nella filiera dell’agroalimentare, aiuti ai giovani, inter-venti sul paesaggio).

Il Piano è articolato in tre Assi principali che rispondono alle seguenti priorità (tab. 3.1 e tab. 3.2):

− Ammodernamento e diversificazione della struttura produttiva. Si tratta di un obiettivo di evidente valore generale, che assume tuttavia particola-re rilevanza strategica per l’agricoltura intensiva;

− Promozione di attività agricole eco-compatibili. Questo obiettivo intende rafforzare in particolare l’area dell’agricoltura a forte valenza ambientale;

− Supporto allo sviluppo locale. Questa linea di azione intende cogliere, tramite interventi integrati, le esigenze dell’agricoltura tipica di pregio.

Asse 1: Sviluppo della competitività delle imprese

L’Asse persegue l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema delle imprese e l’evoluzione differenziata della realtà agricola. Esso com-prende Misure finalizzate ad innalzare la competitività sia delle imprese agricole, sia delle strutture di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Le imprese agricole dell’Emilia-Romagna attraversano una fase di gran-de cambiamento che richiegran-de una grangran-de necessità di investimenti e di im-prenditorialità. A testimonianza del fermento nel settore agricolo, vi sono le molte domande di investimento e di primo insediamento presentate nel pe-riodo 1994-99, non soddisfatte dalle risorse disponibili.

Importante è, poi, il sostegno all’industria agro-alimentare collegata alla produzione agricola. Il sostegno agli investimenti aziendali è cruciale anche per le aziende dei territori montani che si avviano a diventare pluriattive, dif-ferenziando le loro fonti di reddito. Il rafforzamento competitivo della strut-tura produttiva verrà perseguito anche tramite la crescita professionale degli addetti: oltre all’erogazione di aiuti ai giovani per garantire il ricambio gene-razionale complessivo del settore, sono previsti specifici interventi in campo formativo.

Tab. 3.1 - Struttura del Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006 (proposta presentata alla Commissione Europea)

ASSE 1 – Sostegno alla competitività delle imprese Misura 1.a – Investimenti nelle aziende agricole Misura 1.b – Insediamento dei giovani agricoltori Misura 1.c – Formazione

Misura 1.g – Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei pro-dotti agricoli

ASSE 2 – Ambiente - Sotto-asse – Agroambiente

Misura 2.e – Indennità compensative in zone sottoposte a svantaggi naturali AZIONE 1 - Indennità compensativa nelle zone soggette a svantaggi naturali

Misura 2.f – Misure agroambientali per la diffusione di sistemi di produzione a basso impatto ambientale e conservazione degli spazi naturali, tutela delle biodiversità, cura e ripristino del pa-esaggio

AZIONE 1 - Produzione Integrata AZIONE 2 - Produzione biologica

AZIONE 3 - Colture intercalari per la copertura vegetale nel periodo autunnale e invernale AZIONE 4 - Incremento della materia organica nei suoli

AZIONE 5 - Inerbimento permanente delle colture da frutto e vite

AZIONE 6 - Riequilibrio ambientale dell’allevamento zootecnico specializzato da latte AZIONE 7 - Pianificazione ambientale aziendale

AZIONE 8 - Regime sodivo e praticoltura estensiva

AZIONE 9 - Ripristino e/o conservazione spazi naturali e del paesaggio agrario AZIONE 10 - Ritiro ventennale dei seminativi per scopi ambientali

AZIONE 11 - Salvaguardia della biodiversità genetica ASSE 2 – Ambiente - Sotto-asse – Foreste Misura 2.h – Imboschimento dei terreni agricoli AZIONE 1 - Boschi permanenti

AZIONE 2 - Arboricoltura specializzata da legno a fini produttivi

AZIONE 3 - Impianti con essenze arbustive ed arboree ai fini di protezione dal dissesto e dall’erosione e di consolidamento di pendici instabili

AZIONE 4 - Alberature, boschetti e fasce arborate di collegamento o frangivento, comprese aree a radura purché ritirate dalla produzione a fini ambientali

Misura 2.i – Altre misure forestali

AZIONE 1 = Imboschimento di terreni non agricoli

AZIONE 2 = Interventi di miglioramento eco-morfologico delle aree forestali AZIONE 3 = Interventi selvicolturali sostenibili

AZIONE 4 = Meccanizzazione forestale AZIONE 5 = Associazionismo forestale

Misura 2.t – Tutela dell’ambiente in relazione alla selvicoltura AZIONE 1 = Realizzazione di strumenti di conoscenza e prevenzione ASSE 3 - Sviluppo locale integrato

Misura 3.m – Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità

Misura 3.o – Rinnovamento e miglioramento di villaggi e protezione e tutela del patrimonio rurale Misura 3.p – Diversificazione delle attività del settore agricolo e delle attività affini

Misura 3.q – Gestione delle risorse idriche in agricoltura

Misura 3.r. – Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura

Fonte: Regione Emilia-Romagna – Assessorato Agricoltura.

Asse 2: Ambiente

L’Asse concorre all’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile che faccia della tutela dell’ambiente un servizio rivolto al benessere della collet-tività ed un’opportunità di valorizzazione dell’agricoltura e dello sviluppo rurale.

Sono previsti interventi per la diffusione di sistemi di produzione a basso impatto sull’ambiente, ovvero caratterizzati da bassi consumi intermedi (con particolare riferimento all’agricoltura biologica), ma anche il sostegno ad at-tività di cura del paesaggio e dello spazio rurale, di tutela della biodiversità e di rimboschimento dei terreni agricoli. Al recupero, alla salvaguardia e al miglioramento delle foreste e della filiera del bosco si intende dedicare un gruppo di interventi specifici, in considerazione del ruolo particolarmente ri-Tab. 3.2 - Piano regionale di sviluppo rurale (risorse finanziarie in milioni di Euro)

Totale % sulla

Misure

Contri-buto UE Spesa

pubblica spesa pubblica ASSE 1 – Sostegno competitività imprese

1.a – Investimenti aziendali 53,62 178,73 20,0 1.b – Insediamento giovani agricoltori 27,31 91,02 10,6

1.c – Formazione 3,54 11,80 1,4

1.g – Investimenti per la trasformazione e

commercializ-zazione 23,41 78,02 9,1

Subtotale 107,78 359,57 41,0

ASSE 2 – Ambiente

2.f – Misure agroambientali 177,35 354,70 41,3

2.h – Imboschimento dei terreni agricoli 16,75 33,50 3,9

2.i – Altre misure forestali 9,97 19,94 2,3

2.t – Tutela ambiente selvicoltura 0,62 1,24 0,1

2.e – Indennità compensativa 7,10 14,20 1,7

Subtotale 211,79 423,58 49,4

ASSE 3 - Sviluppo locale integrato

3.m – Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità 6,62 14,71 1,7 3.o – Rinnovamento, miglioramento villaggi, protezione e

tutela patrimonio rurale 6,04 13,42 1,6

3.p – Diversificazione delle attività agricole e affini 6,13 13,63 1,6 3.q – Gestione risorse idriche 5,51 12,24 1,4 3.r. – Sviluppo, miglioramento infrastrutture rurali

con-nesse sviluppo agricoltura 11,23 24,96 2,9

Subtotale 35,53 78,96 9,2

Valutazione 1,75 3,50 0,4

TOTALE 356,94 865,61 100,0

Fonte: Regione Emilia-Romagna – Assessorato Agricoltura.

levante che queste svolgono in termini di preservazione degli equilibri am-bientali.

Nelle misure di questo Asse la qualità dei prodotti agricoli non può esse-re disgiunta dalla qualità del territorio sul quale essi sono esse-realizzati. Ciò è al-la base del nuovo patto sociale fra agricoltura e società, che prevede al-la ride-finizione di agricoltura intesa come attività che produce, oltre ad alimenti e materie prime, anche ambiente, paesaggio e servizi per il tempo libero.

Per la montagna e la collina, si tratta soprattutto di mantenere e ripristina-re sia territori e paesaggi cripristina-reati dall’attività agricola, sia ambienti foripristina-restali.

La presenza dell’uomo, ed in particolare dell’agricoltore, è fondamentale:

per questo la Misura “indennità compensativa per zone svantaggiate” è stata compresa nell’Asse Ambiente.

L’obiettivo di sostenere una agricoltura intensiva di pianura ad alto reddi-to e rispetreddi-tosa delle risorse ambientali, e che ricostituisca un paesaggio rurale gradevole, è di fatto una sfida che richiede di essere sostenuta con grande impegno.

Asse 3 Sviluppo locale integrato

L’Asse riconosce il ruolo polifunzionale dell’agricoltura, e concorre ad attuare una strategia integrata per le zone rurali. Esso si articola su due fronti complementari: quello della diversificazione delle attività economiche e quello della valorizzazione del territorio. Quanto al primo, si intende riserva-re una particolariserva-re attenzione alle Misuriserva-re per lo sviluppo di attività di servizio ed integrative del reddito agricolo, nonché alla promozione di strutture e di circuiti agrituristici. Per quanto attiene alla valorizzazione delle specificità locali, verranno favorite azioni per la commercializzazione di prodotti agri-coli di qualità legati al territorio. Inoltre, verrà accordato un supporto alla re-alizzazione di infrastrutture rurali e di opere di salvaguardia del patrimonio rurale.

La grande parte delle risorse comunitarie disponibili sarà concentrata nel-le zone di montagna e nel basso ferrarese, che rientreranno nelnel-le aree delimi-tate come “Obiettivo 2”.

L’autorità responsabile dell’attuazione del Piano regionale di sviluppo rurale è la Regione Emilia-Romagna. L’organismo incaricato dei pagamenti è l’AGEA (ex AIMA), fino alla costituzione di un organismo pagatore re-gionale riconosciuto secondo la procedura prevista dal reg. (CE) n. 1663/95 e dal Decreto Legislativo 165/99.

L’attuazione del programma competerà, ai sensi della Legge Regionale 15/97, “Norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di

agricol-tura”, alle Amministrazioni Provinciali e alle Comunità Montane, ad ecce-zione della Misura relativa agli interventi per la trasformaecce-zione e commer-cializzazione dei prodotti agricoli, che sarà gestita dalla Direzione Generale Agricoltura e degli interventi per la selvicoltura che saranno gestiti dalla Di-rezione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica.

Nell’ambito delle disposizioni regionali di attuazione, le Amministrazio-ni Provinciali e le ComuAmministrazio-nità Montane apriranno i termiAmministrazio-ni per accettare le domande o pubblicheranno bandi per accogliere e selezionare progetti; effet-tueranno la fase istruttoria; determineranno l’ammissibilità; formeranno le graduatorie; emetteranno le richieste di pagamento all’Organismo pagatore.

Questi enti eserciteranno, oltre alla funzione di attuazione delle misure previste dal Piano, attraverso la definizione di vincoli o priorità legati alle peculiarità del loro territorio, anche la funzione di “autorizzazione dei paga-menti” che il regolamento (CE) n. 1663/95 prevede sia tra quelle proprie dell’Organismo pagatore.

Nel documento Volume Rapporto 1999 (.pdf 3.8mb) (pagine 58-63)