3. LE POLITICHE REGIONALI PER IL SETTORE
3.1. Lo scenario regionale
Lo scenario regionale nel 1999 è caratterizzato da un’annata agraria non certamente favorevole, che vede la riduzione consistente del valore della produzione, ma allo stesso tempo si assiste, per il secondo anno consecutivo, ad un consolidamento dell’occupazione agricola. Nel corso dell’anno nume-rosi ed importanti sono stati i provvedimenti e le azioni a favore dell’agricol-tura.
La produzione lorda vendibile della regione Emilia-Romagna, nel 1999, si è attestata attorno ad un valore di 6.600 miliardi rispetto agli oltre 7.200 del 1998 (-9,4%). Nel corso degli anni novanta è la prima volta che nella re-gione si scende sotto il tetto dei 7.000 miliardi.
La riduzione del valore della produzione è stato solo in parte attenuato da una riduzione consistente dei costi di produzione, soprattutto con riferimento all’impiego di mezzi tecnici (mangimi -9,4%, e concimi -11,6%). La riduzio-ne dei costi e dell’impiego dei mezzi tecnici, già in atto da alcuni anni, de-termina una maggiore tenuta del valore aggiunto dell’agricoltura regionale.
La forte riduzione del valore della produzione è avvenuta per la drastica diminuzione dei prezzi in alcuni dei principali comparti nonostante un au-mento delle quantità prodotte. I settori maggiormente interessati sono il latte (-214 miliardi di produzione), la zootecnia da carne (-132 miliardi), le colti-vazioni arboree (-306). Da sottolineare la drastica riduzione dei prezzi negli ultimi tre anni del latte: da 111.000 l/q nel 1997 a solo 75.000 l/q nel 1999 per il Parmigiano Reggiano.
Anche per le coltivazioni arboree si sono verificate delle drastiche ridu-zioni nei prezzi, in particolare per pesche e nettarine, con quotaridu-zioni inferiori al 50% rispetto all’anno precedente.
L’occupazione agricola, per il secondo anno consecutivo, registra invece un leggero aumento (+0,9%) dovuto in particolare al lavoro autonomo,
men-tre quello dipendente, continua a ridursi. Si conferma quindi il consolida-mento dell’occupazione agricola regionale, con un rallentaconsolida-mento dei proces-si di aggiustamento e delle trasformazioni in corso nelle attività produttive.
Nell’occupazione agricola aumenta comunque la stagionalità e l’importanza dei servizi.
Nel corso del 1999 numerose sono state le iniziative legislative e pro-grammatiche approvate in Emilia-Romagna. Un rilievo particolare ha assun-to il Piano di Sviluppo Rurale, approvaassun-to dalla Regione, ed in corso di perfe-zionamento con l’Unione europea. Le caratteristiche del piano verranno illu-strate in dettaglio nel paragrafo 3.2. In generale il Piano si muove in linea con la precedente programmazione, accentuando alcune novità a favore dell’ambiente e della qualità. Le risorse previste sono oltre 1.700 miliardi per il periodo 2000-2006, di cui il 60% andranno alle misure agro-ambientali e alla forestazione, mentre il 30% sarà stanziato per gli investimenti a favore delle aziende agricole e dell’agroindustria; il restante 10% alle misure di svi-luppo locale integrato con l’agriturismo e per le infrastrutture.
Il Piano di Orientamento per la riorganizzazione del sistema ortofruttico-lo regionale, è stato approvato per far fronte alla crisi strutturale che attra-versa il comparto regionale. Le misure previste di breve e lungo periodo sno rivolte a dare competitività al settore, guardando più attentamente agli o-rientamenti dei mercati ed alla ristrutturazione del settore commerciale. Il fabbisogno finanziario previsto è di quasi 90 miliardi per i primi due anni (2000-2001) provenienti da finanziamenti nazionali, comunitari e regionali.
Il finanziamento al settore agricolo, con il 2000, assumerà nuovi aspetti che rappresentano una vera rottura con il passato. Infatti, con la fine dei fon-di strutturali 1994-1999 i finanziamenti comunitari verranno gestiti dal FEOGA-Garanzia, e solo in minima parte transiteranno nel bilancio regiona-le. Inoltre, con l’attuazione delle leggi “Bassanini” e del decentramento cambiano i rapporti fra Regioni ed Enti delegati nella spesa regionale. Inol-tre, con il 2000, si introducono nuove norme più flessibili per consentire va-riazioni di bilancio ed adeguamento anche in corso d’anno.
Le risorse complessive disponibili nel bilancio regionale hanno superato i 471 miliardi, nel 1999, con una riduzione dovuta quasi esclusivamente alle minori risorse provenienti dallo Stato. Continua l’aumento dei mezzi finan-ziari messi a disposizione dalla Regione a favore dell’agricoltura, che nel 1999 superano il 42% del bilancio: ben oltre il 50% in termini di risorse nuove aggiuntive.
Nel corso del 1999 la regione Emilia-Romagna ha stanziato per l’agricoltura 21 miliardi in più. Queste risorse aggiuntive andranno ad au-mentare la dotazione di spesa per investimenti e serviranno per finanziare le
fasi transitorie dei Programmi comunitari 5a e 5b (con 17,7 miliardi) e inter-venti nel campo della bonifica (3 miliardi). I circa 17,7 miliardi saranno ri-partiti per 7 miliardi a favore del “progetto giovani” e alla valorizzazione dei prodotti agricoli e trasformati, 1,5 miliardi ai progetti per lo sfruttamento delle risorse idriche. I restanti 7 miliardi saranno destinati alla concessione di contributi per l’adeguamento degli impianti di trasformazione industriale e per il sostegno ai piani di miglioramento aziendale.
Quasi 5 miliardi di fondi comunitari saranno destinati dalla Regione per incentivare le aziende zootecniche alla protezione e al miglioramento dell’ambiente, a ridurre i rischi di inquinamento delle acque in relazione all’impiego agricolo dei liquami. Il contributo potrà essere massimo il 45%
della spesa ammessa. In questo ambito si è creata una certa confusione a causa di una sentenza del Tar di Parma che ha sospeso la circolare regionale 2645 del 1996 per lo smaltimento di reflui zootecnici. Una sentenza che ha creato una situazione di incertezza per gli allevamenti bovini e avicunicoli finiti fuori legge, mentre per quelli suinicoli non ci sono problemi.
Nell’applicazione della legge regionale 28/98 sui servizi di sviluppo al sistema agroalimentare, è stato deciso di escludere i progetti delle imprese che riguardano l’utilizzo di tecniche di ingegneria genetica e che fanno uso di biotecnologie.
La Regione ha approvato un disegno di legge per la rinegoziazione a tassi correnti dei vecchi mutui stipulati da imprese e singoli cittadini e sui quali la Regione versa un contributo sugli interessi pagati. La legge prevede diverse possibilità: si possono rinegoziare solamente i tassi, mantenendo il contribu-to nella stessa misura
La maggioranza degli 86 miliardi di lire destinati alle pratiche di rotta-mazione per mezzi agricoli, stabilite col Decreto 25/5/1998, sono stati assor-biti dalle regioni del Nord, con l’Emilia-Romagna in testa che ha ottenuto oltre 19,6 miliardi (il 23% circa).
Nel periodo 1999-2003 la Regione investirà circa 18 miliardi per combat-tere gli incendi boschivi che tra il 1982 e il 1997 hanno divorato circa 800 ettari in media all’anno.
Sarà dato un sostegno finanziario alle aziende che aderiranno al piano di interventi contro l’Erwinia amylovora che negli ultimi tre anni ha fatto stra-ge di peri e meli in diverse province della regione. Il sostegno regionale an-drà così ad aggiungersi ai risarcimenti statali per le spese di abbattimento e reimpianto dei frutteti contaminati.
Un elemento di rilievo riguarda il complesso degli interventi legati alle politiche agricole dell’Unione europea. Nel corso del 1999 in Emilia-Romagna questi interventi hanno superato i 995 miliardi di lire, di cui 785
miliardi per interventi di mercato e 210 per interventi strutturali. Il contributo finanziario dell’Unione europea ha superato gli 805 miliardi, mentre il con-tributo della Regione e dello Stato ha riguardato poco meno di 190 miliardi.