• Non ci sono risultati.

Analisi ‘interna’ e analisi ‘sociologica’

2. Definizione di ‘genere’: princìpi di analisi

2.1. Analisi ‘interna’ e analisi ‘sociologica’

L’attribuzione di un testo a un genere cui si giunga soltanto attraverso l’isolamento di elementi distintivi (gattungsspezifisch), non offre, secondo Berger, una definizione suf- ficientemente univoca: nella maggior parte dei casi, in un genere dato si manifestano elementi che sono, nel contempo, propri anche di altri. Dalla presa di coscienza di questa eventualità, che induce a diffidare di schemi classificatori su base meramente empirica, non può esimersi lo studio dei generi letterari. Dati più significativi si rica- vano invece seguendo due direttive parallele: da una parte, distinguendo all’interno del testo (textimmanent) i tratti che ne suggeriscono l’affinità rispetto ad altri poten- zialmente congeneri: vi rientrano aspetti linguistici, retorici, strutturali; dall’altra, te- nendo presenti la situazione comunicativa in cui quel testo si inserisce (soziologisch), quindi il rapporto tra il testo e il suo pubblico, effettivo o implicito, l’ambiente cultura- le in cui esso si colloca e in generale le dinamiche della sua ricezione.38

È senz’altro uti- le, in questa prospettiva, richiamare alcuni dei princìpi euristici formulati da Berger, ai quali farò spesso ricorso:

1) Pur costituendo un punto di partenza ineludibile, la terminologia impiegata dagli autori antichi per designare diverse forme letterarie rappresenta un fattore da valutare con cautela a fronte dell’incoerenza nell’impiego delle denominazioni.

2) Giacché due o più generi possono condividere tratti molteplici, è necessario ba- sarsi, per quanto possibile, su elementi che siano attribuibili univocamente a un dato

_____________

37

Asper 2007, 23.

38

Berger 1984, 1038; cf. Taub 2017, 5. Dimter 1985 stabilisce quattro parametri di classificazione, ri- conducibili in sostanza ai due individuati da Berger: forma e contenuto [~ textimmanent]; situazione

comunicativa e funzione [~ soziologisch]. Nella teoria elaborata da Dimter, si intendono per ‘forma’

aspetti linguistici e semantici, mentre il ‘contenuto’ può essere a sua volta definito sulla base di tre va- riabili: la ‘relazione temporale’ tra momento di produzione e oggetto del testo, la ‘relazione di caso’ (a seconda che il contenuto del testo sia riferito ad una situazione specifica, ossia che accade una volta soltanto, o generica, ossia senza riferimento a un evento particolare) e la ‘relazione con la realtà’ (a se- conda che il contenuto del testo sia più o meno rispondente a fatti concreti). La ‘situazione comunicati- va’ è determinata da molteplici istanze: (1) mittente e destinatario, che possono trovarsi in grado di maggiore o minore anonimità l’uno rispetto all’altro; (2) canale che veicola il messaggio; (3) riuso ‘con- servativo’ del testo, ad es. nel caso di un discorso concepito per una determinata occasione, riprodotto e successivamente riproposto in altro contesto; (4) luogo e tempo di produzione/ricezione; (5) tipologia di contatto tra mittente e destinatario; (6) destinatario unico/destinatari molteplici. La ‘funzione’ del testo, infine, è definita come l’intento, da parte di chi produce un testo, di influenzare “the knowledge, the values, and the will of the person addressed” (p. 222).

genere.39

Tali elementi non sono da ricercarsi soltanto all’interno del testo, ma anche in relazione alla sua macrostruttura.40

3) Bisogna tener conto sia della situazione ‘personale’ (ad es. lode/biasimo) sia di quella convenzionale (ad es., la lode ritualmente rivolta a un sovrano) che nel testo si rispecchia.

4) Il testo va inserito in un più ampio ‘sistema’ di generi in cui alcuni risultano es- sere dominanti o in concorrenza rispetto ad altri.

5) Non va trascurato, infine, il ruolo identitario svolto da un genere per un gruppo di persone (una scuola o una comunità di culto, ad esempio).41

D’altra parte, la rico- struzione del milieu sociale – inteso nella maniera più ampia – in cui si colloca il mes- saggio e del tipo d’interazione tra mittente e destinatario rappresenta sovente un compito che può essere assolto soltanto in parte a causa della scarsità della documen- tazione. Una delle vie possibili in questi casi, osserva Berger, è l’analisi degli “elementi interni al testo” (textimmanente Elemente). In altre parole, sarà necessario identificare,

all’interno del testo stesso, quelle sezioni che esplicitamente rimandano a una realtà

esterna al testo: tipicamente, tutte le manifestazioni, implicite o esplicite, del rapporto che il mittente intrattiene o intende stabilire con il suo destinatario/con i suoi destina- tari (Appellstruktur).

Secondo queste linee di metodo si cercherà di inquadrare i testi compendiari pro- dotti all’interno del Κῆπος, per offrirne una nuova sistematizzazione in termini tipolo- gici. L’ipotesi è che i compendi filosofici di Epicuro, insieme con quelli composti dai suoi discepoli in consonanza più o meno forte con i princìpi comunicativi da lui per- seguiti, possano essere considerati come un corpus coerente la cui marca comune ri- siede, al di là delle differenze specifiche, nella loro funzione di mezzi di trasmissione,

memorizzazione e applicazione del sapere atti a fondare e preservare, attraverso

l’insegnamento dello Scolarca, il senso di appartenenza ad una comunità: da un lato, quindi, come strumenti pedagogici; dall’altro, come mezzi di rafforzamento e di diffu- sione dell’ortodossia. Ne consegue che il criterio di definizione di genere euristica- mente più fertile non è, in questo caso, quello basato sulla sola valutazione di elementi interni (vale a dire soprattutto linguistico-retorici), dei quali nessuno (a parziale ecce- zione, forse, del principio della συντοµία/brevitas) sembra avere carattere univocamen- te distintivo, ma piuttosto quello che ricorre al concetto di funzione comunicativa.42

Per questo motivo sarà necessario considerare il compendio come testo rispondente a precise esigenze di comunicazione attraverso l’impiego di strategie proprie e al di là dalla sua relazione di presunta subalternità rispetto al testo primario o al discorso dal quale trae origine (si parla sempre di compendio da o di).43

Guardare alla Kompendien-

literatur come a uno strumento di comunicazione autonomo vuol dire innanzitutto

_____________

39

Secondo la terminologia adottata in Dimter 1985, 219 (in cui il discorso si applica, tuttavia, al più circostanziato gruppo dei ‘testi d’uso’) si tratta di distinguere tra “necessary” e “conventionalized text class characteristics”. 40 Berger 1984, 1044-1045. 41 Berger 1984, 1042-1044. 42

Vd. Asper 2007, 245. 282; van der Eijk 1997, 81 e note.

43

indagarne, da un lato, le modalità di ricezione (a quali profili di destinatario si rivolge il compendio e attraverso quali mezzi); dall’altro, l’effettivo rapporto con le fonti (fino a che punto la struttura del compendio dipende da quella del testo o dell’insieme di nozioni da cui scaturisce?). Quest’ultimo punto riveste un’importanza cruciale nel ca- so degli scritti di Epicuro, poiché due dei tre compendi epistolari giunti attraverso la tradizione manoscritta medievale, le epistole indirizzate ai discepoli Erodoto e Pitocle, sono generalmente ritenuti derivati diretti, in tutto o in parte secondo le diverse ipo- tesi di datazione reciproca, dell’opera maggiore Sulla natura. Come tale presunta di- pendenza debba, in realtà, essere sottoposta a un ridimensionamento sulla base delle categorie interpretative appena descritte, sarà oggetto del Cap. 6.