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Elementi socioculturali e comunicativi

1. Oggetto

1.2. Elementi socioculturali e comunicativi

Quali sono i fattori che determinano, in un dato ambiente, l’emergere di prodotti lette- rari riconducibili latamente alla tipologia del compendio? L’attuazione consapevole di procedimenti di condensazione dell’informazione nasce per lo più da una riflessione sul grado di accessibilità, per chi intenda farne uso, di un corpus consolidato di informazio- ni di varia natura, che si tratti – per citare due opposti– di una tradizione in forma di narrazione epica o di un sapere tecnico-scientifico. Una riflessione che implica diversi fattori:

… there was an audience out there that had certain beliefs, needs and expectations that had to be met, sometimes a patron who commissioned the work and who had to be sat- isfied …, an occasion for which the work was produced and an objective the author, by writing, was trying to achieve. Writing a compilation was a move on the chess-board, so to speak, of the literary, intellectual and socio-cultural field.20

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Su Oribasio come autoepitomatore vd. Buzzi 2017. Piuttosto singolare tra gli esempi di autoepito- mazione il caso di Efestione (II sec. d.C.), che secondo la testimonianza del grammatico bizantino Che- robosco rimaneggiò in tre fasi il suo Περὶ µέτρων (48 libri) ricavandone prima 11, poi 3, infine un libro solo – l’unica versione tuttora conservata, sotto il titolo Ἐγχειρίδιον: Choerob. in Heph. p. 181 Consbruch. Cf. Broccia 1979, 26-30; Dickey 2007, 104-105. Si potrebbe ancora aggiungere il caso dei Βίοι τῶν φιλοσόφων e dell’Ἐπιδροµὴ τῶν φιλοσόφων di Diocle di Magnesia; cf. Holwerda 1962. Su Diocle v. ora Zac- caria 2017.

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Inglebert 2010. Cf. già Opelt 1962, 967 e in part. 969: “Bei Laktanz hingegen ist direkte Wörtlichkeit selten” e Dammig 1957, 211-223. Per il caso di Varrone, autore di diverse autoepitomi, cf. Wölfflin 1902, 336. 339 (ancora su Lattanzio). 17 Cf. Asper 2007, 330; vd. Introd., 1 e n. 2. 18 Cf. Opelt 1962, 944 e Gärtner/Eigler 1997, 1175. 19

Boter 1999, xiii; cf. anche Boter 2007, xii e Brandt 2015, 16 e n. 32.

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Un apporto decisivo a una migliore comprensione di tali interrelazioni, nato da un confronto tra diversi ambiti, metodologie di ricerca ed epoche della letteratura antica hanno fornito negli ultimi anni le ricerche condotte da Horster e Reitz (vd. Introd., 3.1), che hanno indagato le condizioni di possibilità di una ‘cultura della condensazio- ne’, ossia secondo quali dinamiche venga progressivamente sviluppandosi, in un dato assetto sociale, l’esigenza di tipologie di testo destinate a veicolare informazioni in forma più concisa e più accessibile.21

Secondo le studiose, se il passaggio dal volumen al

codex non ha direttamente determinato, nel tardoantico, un incremento di forme te-

stuali ‘condensate’ o di stampo antologico, assai più decisivo è stato il ruolo ricoperto sia dalle condizioni materiali, diverse per Oriente e Occidente, di conservazione e ac- cesso ai testi. Vi si aggiungono due fattori apparentemente in contraddizione: da una parte il progressivo mutare del Sitz im Leben dell’educazione letteraria all’interno della società – da patrimonio di tradizione riconosciuto nella sua continuità con le radici antiche a segno di status ridotto alla superficie dell’allusione decontestualizzata; dall’altra, tra le élites intellettuali e pagane e cristiane, lo sforzo di preservare un pa- trimonio di conoscenza (nella forma di un “world of words”) evidentemente a ri- schio.22

In generale, dietro la produzione di breviaria ed ἐπιτοµαί può essere ricono- sciuta la necessità, sentita in ogni epoca, di un “easy and reliable access to informa- tion”.23

Chiarisce bene il contesto teorico-comunicativo entro il quale si innesta la produ- zione di scritti compendiari lo schema elaborato, a metà degli anni ’90, da W.RAIBLE.

Se il tentativo di classificazione di Opelt è incentrato principalmente sulle tipologie di fonti (epitoma rei tractatae - epitoma auctoris - Epitome aus dem eigenen Werk, vd. su-

pra, 1.1), il principio di ordinamento adottato da Raible muove da considerazioni di

tecnica compositiva e si rivela particolarmente fertile per la delimitazione di quelle che si potrebbero definire ‘costanti di genere’. In un contributo dedicato ai concetti di ‘comprensione attraverso transcodificazione’ (verstehen als Umcodieren) e di ‘interte- stualità tra generi’ (generische Intertextualität), Raible si è servito di uno schema euri- sticamente assai efficace (vd. Fig. 1). Al centro di un incrocio tra un asse orizzontale e un asse verticale, Raible pone il testo come punto di partenza di diversi modelli di rie- laborazione. Alla sommità dell’asse verticale stanno le Reduktionsformen, alla base le

Amplifikationsformen; all’estremo sinistro dell’asse orizzontale i testi ricavati dalla

combinazione di altri testi, all’estremo destro i testi che si sviluppano in parallelo ri- spetto a un testo dato. Tra i possibili esempi di queste quattro macrocategorie Raible riporta rispettivamente l’epitome, il commento, il florilegio, la parodia.24

Se ci atte- niamo allo schema, dovremo riconoscere lo spettro coperto dalla letteratura compen- diaria pressappoco a metà del quadrante superiore di sinistra, in una zona d’intersezione tra le Reduktionsformen e le forme testuali di tipo compilativo.25

Sono _____________ 21 Horster/Reitz 2010b, in part. p. 3-14. 22 Horster/Reitz 2018, 432-433. 23 Horster/Reitz 2018, 436. 24 Raible 1995, 59. 25

queste, infatti, le due tipologie in cui si articola la definizione di Kompendienliteratur che qui propongo. La bipartizione è innanzitutto incentrata, come ho detto, sulla valu- tazione del metodo specifico di condensazione adottato. Da un lato si trovano testi che implicano un procedimento di estrazione, che avviene, quindi, per selezione di parti del testo di partenza la cui forma originaria rimane per lo più integra; le sezioni interessate dalla selezione sono quelle ritenute, secondo criteri estetici, pratici o teori- ci, degne di essere conservate e ricontestualizzate non soltanto affinché siano rese meglio accessibili e più agevolmente consultabili, ma anche perché ne risulti facilitata la diffusione. Gli stessi criteri possono determinare, d’altra parte, la decisione di inter- venire sul testo in maniera più radicale, sottoponendolo a una rielaborazione originale che gli conferisca una forma nuova e diversa.26

In casi simili, all’intento di conservare nella sua integrità ciò che del testo conta, in ragione del gusto o degli interessi di una società, si associa la necessità di comunicarne efficacemente il contenuto; non soltan- to, quindi, trasmettere il testo in sé, ma ciò che esso vuole dire.27

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26

Cf. n. 18.

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Da ciò consegue, ad esempio, che la condensazione come rielaborazione, molto più chiaramente che la condensazione come antologizzazione, mostrerà i segni di una reinterpretazione del discorso di partenza.