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Strategie di scrittura e destinatari

2. La Kompendienliteratur dopo Epicuro

2.5. Gli Epicurei romani

2.6.2. Strategie di scrittura e destinatari

Rappresentante di un epicureismo geograficamente e culturalmente ‘periferico’, pre- vedibilmente caratterizzato da un profilo meno esposto all’influsso di tendenze inno- vatrici, Diogene ripropone sostanzialmente invariate, quantomeno nelle intenzioni, le forme compendiarie inaugurate da Epicuro (epistola, epitome, massima). Non è certo se i testi epigrafici identificati (o identificabili) come ἐπιτοµαί derivino dalla conden- sazione, curata presumibilmente da Diogene stesso, di altre opere,473

o siano piuttosto da considerarsi epitomae rei tractatae (vd. Cap. 1, 1.1), ma è chiaro dal ricorso a una to- pica distintiva del genere l’intento di ricalcare da vicino, ai limiti dell’aemulatio, le im- _____________ 469 Cf. Smith 1993, 545; Smith 2003, 125. 470 Vd. supra, 1.2.1.2. 471 Smith 2003, 131. 472

Cf. Schenkeveld 1997, 232. Per una valutazione complessiva del trattato alla luce di opere consi- mili, tra cui il De senectute ciceroniano, vd. ora Hammerstaedt 2015.

473

pronte del Maestro.474

Il messaggio di Diogene è, al pari di quello di Epicuro, un mes- saggio di salvezza,475

rivolto, in metafora e non, all’‘uomo della strada’,476

purché dispo- sto a fermarsi per leggere ed apprendere (cf. fr. 30 col. 3,5-14 Smith). Si apre in questa chiave lo scritto sulla fisica (fr. 2 col. 2,11-3,4 Smith):477

χρηστοῦ δέ | τινος ἡγησάµην ἀν|δρός, ὅσον ἔστ’ ἐφ’ ἡµεῖν, | τοῖς εὐσυνκρίτοις αὐ||τ[ῶν φιλανθρώπως βοη]|θε̣ῖν̣. Τ̣[οῦτο δὲ πρῶτον] | τῆς γρα[φῆς αἴτιόν ἐσ]|τιν.

Ho ritenuto dovere di un uomo onesto venire in soccorso con spirito di benevolenza, per quanto sia in mio potere, di quanti tra loro (scil. tra gli uomini) dispongano di una buona costituzione (atomica). È questa la ratio primaria del mio scritto.

È possibile che Diogene stia introducendo tanto il trattato specifico di fisica quanto, da- ta la posizione di quest’ultimo, il programma paideutico rappresentato dall’iscrizione intera.478

La metafora medica, cui già prelude qui l’infinito βοηθεῖν, domina il frammento subito successivo,479

che è ancora parte del prologo e rimarca, consapevolmente racco- gliendo l’eredità di Epicuro, la funzione salvifica dello scritto (fr. 3 col. 4,3-6,4):

ἐπεὶ δέ, | ὡς προεῖπα, οἱ πλεῖστο̣ι |5 καθάπερ ἐν λοιµῷ | τῇ περὶ τῶν πραγµάτων | ψευδοδοξίᾳ νοσοῦσι | κοινῶς, v γείνονται δὲ | καὶ πλείονες v (διὰ γὰρ |10 τὸν ἀλλήλων ζῆλον | ἄλλος ἐξ ἄλλου λαµ|βάνει τὴν νόσον ὡς | [τ]ὰ̣ πρόβατα), v δίκαι̣ο̣ν̣ | [δ’ ἐστὶ καὶ] τοῖς µ̣[εθ’ ἡ]||µᾶς ἐσοµένοις βοη|θῆσαι v (κἀκεῖνοι γάρ | εἰσιν ἡµέτεροι καὶ εἰ | µὴ̣ γεγόνασί πω), v πρὸς |5 δὲ δὴ φιλάνθ̣ρωπον | καὶ τοῖς παραγεινοµέ|νοις ἐπικουρεῖν ξέ|νοις. vv ἐπειδὴ οὖν εἰς | πλείονας διαβέβη|10κε τὰ βοηθήµατα | τοῦ συνγράµµατος, | ἠθέλησα τῇ στοᾷ ταύ|τῃ καταχρησάµενος | ἐ̣ν κοινῷ τὰ τῆς σωτη||ρίας προθεῖ̣ν̣[αι φάρµα]|κα, ὧν δὴ φαρ̣µ[άκων] | πεῖραν ἡµε[ῖ]ς̣ π̣[άντως] | εἰλήφαµεν.

Ma poiché, come ho detto, i più soffrono tutti – quasi fosse una pestilenza – della co- mune malattia delle false opinioni sulle cose, e ancora aumentano di numero (per la foga di emularsi si trasmettono il morbo, come pecore) e poiché è giusto, d’altronde, venire in soccorso a quanti vivranno dopo di noi (anche loro ci appartengono, benché non siano nati ancora) e, da filantropi,480 accorrere in aiuto anche degli stranieri che sono giunti qui; dato, dunque, che in questo modo i rimedi del testo scritto si diffondo- no tra un maggior numero di persone, ho voluto servirmi di questo portico ed esporre in pubblico i farmaci per la salvezza, farmaci dei quali noi stessi abbiamo fatto piena esperienza.

La ψευδοδοξία, la piaga dell’opinione falsa, è un λοιµός che si abbatte sugli uomini sen- za distinzione, fomentato da un vano spirito di competizione che accelera il contagio. _____________

474

Cf. Clay 1990, 2526-2532.

475

Cf. fr. 29 col. 3 + NF 207 col. 1,9-10 (in Hammerstaedt/Smith 2014, 185): σ//ωτήριον οὖ|10σαν ὑµε//[ῖ]ν

(sull’uso di σωτήριον vd. Hammerstaedt/Smith 2014, 189). 476 Smith 1993, 132-133; cf. Hammerstaedt 2016, 263. 477 Cf. Hammerstaedt 2014, 139-145. 478 Vd. Smith 1993, 432; Roskam 2015, 154. 479

Sulla ripresa dell’analogia medica in Diogene vd. Luchner 2004, 163-169.

480

Come su una mandria di bestie ignare di ogni rischio imperversa il male,481

a fronte del quale la filosofia offre un βοήθηµα e un φάρµακον (vd. supra, 1.5 sul linguaggio medico), accorre in aiuto: non è lasciata al caso, ma è parte dell’imitatio, la scelta del verbo ἐπικουρεῖν.482

Suona simile, nella forma di un noi inclusivo o quantomeno implicita- mente esemplare, l’esordio dello scritto di etica (fr. 29 col. 1,8-2,3):483

οὐχ ἵ|να οὖν τι τῶν εἰρη|10µένων καὶ ἡµεῖν γέ|νηται, πρὸς τὴν αὐ|τὴν ὡρµήσαµεν πρᾶ|ξιν, ἀλλ’

ὅπως εὐδαι|µονήσωµεν τὸ ἐπι||ζ̣η̣τ̣ούµενον ὑπὸ τῆς | φύσεως κτησάµενοι | τέλος.

Non perché anche noi otteniamo qualcuna delle cose dette (scil. πλοῦτος καὶ δόξα) ci siamo mossi alla stessa impresa (scil. al progresso nella filosofia), ma per vivere una vita felice grazie al possesso del fine che la natura stessa ricerca.

La ripresa della topica prefatoria delle epistole laerziane, dove l’utilità universale del testo ne legittima la composizione e ne giustifica la rilevanza, è evidente. Inoltre, ri- volgendosi indistintamente a chiunque decida di impegnarsi in una lettura, rapida o meditata, l’iscrizione realizza in concreto, e forse con uno spirito di cosmopolitismo ancora più marcato (cf. fr. 31 col. 2,5-11 Smith), il principio di estensione indefinita del- la παράδοσις che è proprio dello stile comunicativo di Epicuro (vd. supra, 1.3).484

La ten- sione verso l’universalizzazione del messaggio permane malgrado la limitazione im- plicita agli εὐσύγκριτοι, i destinatari ideali, ‘atomicamente ben disposti’, della Fisica, e agli στόµα κόσµιοι (fr. 31 col. 1,11-12 Smith), il pubblico rispettoso del decorum cui l’Etica in primo luogo si appella.485

Il recupero della forma, di comprovata efficacia didattica, della Kondensatschrift elaborata ad hoc da Epicuro per i suoi allievi si presenta a Diogene come una scelta quasi obbligata oltre che dettata dalla costrizione spaziale del supporto, già sfruttato oltre misura tramite l’impiego di una mise en page non comune. Ma la forma breve in- contra anche l’esigenza di varietas di un pubblico che, perché lo raggiunga l’invito alla lettura, va innanzitutto attirato visivamente dalla promessa di trovare ricompensa, sul piano del dulce oltre che dell’utile, del tempo investito: e ricompensa immediata pro- mette soprattutto il formato della massima, agile a sufficienza perché il lettore non ri- prenda, dopo una sosta certo non lunga, il suo cammino ‘a mani vuote’.486

Il compen- dio diogeniano sta quindi in rapporto di continuità con la tradizione letteraria della scuola (mi pare plausibile l’ipotesi di un riuso della Μεγάλη ἐπιτοµή come fonte di dot- trina e modello formale)487

ma dipende, nel contempo, dai limiti imposti dalla scrittu- _____________

481

Cf. Thuc. 2,51,4-5: ἕτερος ἀφ’ ἑτέρου θεραπείας ἀναπιµπλάµενοι ὥσπερ τὰ πρόβατα ἔθνῃσκον· καὶ τὸν πλεῖστον φθόρον τοῦτο ἐνεποίει; Lucr. 6,1144: inde catervatim morbo mortique dabantur. 1235-1237: Quippe

etenim nullo cessabant tempore apisci / ex aliis alios avidi contagia morbi, / lanigeras tamquam pecudes et bucera saecla (con Commager 1957). Cf. Hoffman 1976, 162-163.

482

Vd. Smith 1993, 439; Hoffman 1976, 166.

483

La parte originariamente mancante della col. 3 del fr. 29 è ora pubblicata come NF 207 in Ham- merstaedt/Smith 2014, 183-192. 484 Smith 1993, 139-140; Roskam 2015, 151-153. 485 Roskam 2015, 154-155. 486 Vd. Roskam 2015, 157-158. 487 Smith 1993, 141.

ra epigrafica. Non minore tributo alle forme del testo predilette dal Maestro costitui- scono le Lettere.488

A livello retorico, specie nelle epitomi di fisica e di etica, Diogene è attento a una scrittura fortemente strutturata, costellata di notazioni autoreferenziali (anticipazioni e riferimenti incrociati). Nei testi copiati su volumen, l’apparato di Steuerungsbemerkun-

gen489

è in genere parte fissa dello strumentario didascalico (come nelle epitomi di Epi- curo) o, in ogni caso, un mezzo per compensare il rischio di ambiguità in una situazione comunicativa di per sé virtualmente indipendente dal contatto concreto tra chi produce e chi riceve il messaggio.490

Secondo Roskam, che illustra con argomenti stringenti il senso dell’operazione ‘mediatica’ di Diogene, l’epigrafe persegue invece, tramite lo stes- so dispositivo, un fine ancora più immediato: facilitare innanzitutto, per quanto possibi- le, una lettura altrimenti faticosa (presumibilmente in piedi, sull’Esplanade antistante il portico)491

se condotta senza alcun ‘appiglio’ interno al testo.492

_____________

488

Cf. Smith 1993, 133-135.

489

Per il termine tecnico vd. Asper 2007, 55.

490

Cf. Asper 2007, 12.

491

Roskam 2015, 165; sulla posizione dell’iscrizione vd. Smith 1993, 46.

492

La Kompendienliteratur filosofica antica

οὐ γὰρ ὑποφέρουσιν τὴν ἀκρίβειαν αἱ τῶν πρωτοπείρων ἀκοαί. (Simp. in Cat. 1b25 p. 67 Kalbfleisch)

Comprendere appieno il significato dell’apporto dei compendi epicurei alle forme del- la scrittura filosofica e della παιδεία antiche non sarebbe possibile senza gettare alme- no un rapido sguardo sulla produzione delle altre scuole filosofiche. La Kompendienli-

teratur, lo si è detto, non fu prerogativa assoluta del Κῆπος pur conoscendo, in quel

contesto, una ‘(ri)funzionalizzazione’ che ha tratti senza dubbio rivoluzionari. Ciascu- na delle grandi filosofie sistematiche d’età classica ed ellenistica si confronta – se- guendo, è chiaro, modelli divergenti di ortodossia – con l’interpretazione, la trasmis- sione, l’apologia di testi o corpi dottrinari ‘canonici’ riconducibili, se non direttamente ai fondatori, ad esponenti che della scuola definirono nuclei teorici centrali e ne se- gnarono, più o meno esplicitamente, le linee future di sviluppo.1

E originano recta via dal rapporto variegato con la διαδοχή le tipologie testuali che di questa tradizione de- vono garantire tanto la corretta comunicazione in contesti didattici quanto, ove ne- cessario, la possibilità di ricezione tra un pubblico di non specialisti. Il capitolo si arti- cola schematicamente per scuole (aristotelica, stoica, platonica) pur nella consapevo- lezza della difficoltà di stabilire, in casi specifici, una ‘marca di appartenenza’ univoca. In aggiunta ad una ricognizione delle testimonianze superstiti saranno brevemente presentate o semplicemente menzionate, a complemento e contestualizzazione della sezione precedente e senza l’intento di fornirne una trattazione dettagliata, opere che esemplarmente attestano l’esistenza di un filone di letteratura filosofica a carattere compendiario che acquista, secondo le scuole, modi, scopi e destinatari differenti.