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CSR E SRI: I VANTAGGI DELLA SOSTENIBILITA’ PER LE IMPRESE (E IL PROBLEMA DEL COD)

L’ INTEGRAZIONE DELLA DIMENSIONE E – EVIDENZE DA GRETA

3) Analisi di scenario e stress test

Pur riconoscendo le criticità metodologiche e di dati, l’EBA invita le istituzioni ad effettuare analisi di scenario affinché si possa verificare l’effettivo grado di resilienza dei modelli di bu- siness rispetto al cambiamento climatico (ivi inclusi rischio fisico e di transizione).

Ma al di là di tali inviti e indicazioni dell’EBA (focalizzati in particolar modo sulla valutazione dei rischi climatici), non vi sono già degli istituti bancari che agiscano in tale direzione, visti altresì i problemi di redditività del settore e la possibilità di trarne vantaggio competitivo? Ebbene, dalla già citata Guide to banking and sustainability, nonché dal rapporto “La valuta- zione di rischio fisico da cambiamenti climatici negli investimenti finanziari” di Life IRIS,406 emerge che:

 BNP Paribas ha sviluppato strumenti e politiche con le quali tenere conto dei fattori ESG nelle valutazioni dei clienti appartenenti a settori altamente sensibili, mentre negli altri casi hanno implementato un CSR screening tool a supporto del personale, affinché questo riesca ad avere una proficua discussione con i clienti rispetto a tali tematiche; inoltre, tali conside- razioni non riguardano solo l’area del credito, ma bensì anche il RAF;

 Intesa Sanpaolo ha integrato temi ambientali e sociali nella propria politica creditizia, con- siderandoli come parte integrante del rischio operativo (gli studi di fattibilità sono iniziati nel gennaio 2016), ricorrendo all’uso di un questionario analitico e fermo restando che ciò trova applicazione solo per finanziamenti pari/superiori ai 10 mln di USD, al di là poi dell’adozione di politiche di esclusione per settori diffusamente riconosciuti incompatibili;  MPS non finanzia (né a credito, né a capitale) soggetti che danneggiano l’ambiente dal 2003,

finendo con l’implementare una politica di gestione del rischio creditizio ove attraverso clau- sole e parametri ESG si punta a ridurre il rischio che le attività finanziate siano al di sotto di basilari standard ambientali;

 Unicredit – infine – ha istituito un apposito organo per lo sviluppo del suo impegno am- bientale e sociale (GESC) e predisposto specifiche politiche per i settori più a rischio; oltre a ciò, nel 2013 è stato avviato un progetto col fine di quantificare – in termini monetari – le esternalità E-S generate dalle industrie ad alta intensità di emissioni.

406 Fonte: Gasbarro, F., Iraldo, F., Daddi, T. e F. Lombardo (2019), La valutazione di rischio fisico da cambiamenti climatici negli investimenti finanziari, Life IRIS.

A ciò si può poi aggiungere le recenti iniziative sui mutui green da parte di 9 banche italiane,407

ovvero il caso del finanziamento erogato da Crédit Agricole a Prada408 e sebbene nel complesso tali informazioni siano senza dubbio interessanti (specie quella di BNP Paribas vista la norma- tiva sul controllo dei sistemi di rating interni), a questo punto sorge però spontanea un’altra domanda: e se la mancanza di una diffusa integrazione dei fattori E e S nella valutazione del merito creditizio fosse imputabile a un’incapacità di valutazione di tali tematiche e/o all’assenza di dati “certi”?

Dalla visione dei diversi documenti della letteratura è infatti emersa a più riprese la presenza di tali difficoltà, insieme a tutta una serie di fattori che mi hanno “richiamato” le conoscenze ac- quisite con l’esame di “Strategia e Organizzazione della banca”, giungendo così a pormi la seguente domanda: ma perché le banche non si rivolgono alle agenzie di rating se il problema è la valutazione dei fattori E e S?

Tale domanda è di per sé legittima per tre diversi ordini di ragione:

1. le banche si rivolgono solitamente a dei consulenti esterni per sviluppare e/o testare i propri modelli valutativi;

2. merito creditizio è “sinonimo” di rating, tant’è che in molte delle ricerche finora citate viene spesso utilizzata la locuzione “credit rating” ovvero sono stati usati i giudizi delle agenzie per analizzare il legame fra variabili esaminate e fattori ESG;409

3. l’acquisizione di risorse non possedute attraverso l’esternalizzazione.410

Ma perché ciò non accade? Ovvero: perché non vi sono molteplici notizie in tal senso?

Perché sebbene ciò sia logicamente ineccepibile, nell’odierno contesto si ha che pure il settore delle agenzie di rating – sia quello del credito che della sostenibilità – verte in una specie di fase embrionale, un anno 0 ove sono coinvolte pure le Autorità ed Organizzazioni a decorrere dal PRI, fino all’Unione Europea con la Commissione, il Parlamento, l’ESMA e la BEI. Tuttavia, per conoscere lo state of the art è necessario passare al Capitolo 4.

407 Questi 9 istituti bancari (Banco Bpm, Bnl-Bnp Paribas, Bper Banca, Crédit Agricole-Cariparma, Friulovest

Banca, Monte dei Paschi, Société Générale (filiale italiana), UniCredit, Volksbank Alto Adige) rientrano all’in- terno di un gruppo pilota di 40 banche europee per i finanziamenti “verdi” di ristrutturazioni e acquisto case (la fattispecie di riferimento è l’efficienza energetica).

Fonte: D’Angerio, V. (2019), Mutui «verdi»: 9 banche italiane finanziano prestiti per migliorare l’efficienza ener-

getica, Il Sole 24 Ore, 02/01/2019.

408 Nel caso in esame si ha che il tasso d’interesse applicato al prestito (50 mln di euro) può essere ridotto in seguito

al raggiungimento di tre specifici obiettivi di sostenibilità: numero di punti vendita con certificazioni LEED Gold o Platinum, ore di formazione per i dipendenti e l’uso di nylon rigenerato nella propria produzione.

Fonte: Redazione (2019), Prada e Crédit Agricole: accordo per un finanziamento legato alla sostenibilità, Il Sole 24 Ore, 05/11/2019.

409 Un esempio di ciò sono i citati Simpson e Kohers (2002) o Henisz e McGlinch (2019) ai quali si può aggiungere

Devalle et al. (2017) poiché nel loro articolo “The linkage between ESG Performance and Credit Ratings: A Firm-

Level Perspective Analysis” citano il fatto che i credit ratings are usually used as a proxy for the credit risk (p.

56), sebbene riprendano altresì la definizione sbagliata di quest’ultimo.

410 Oggigiorno le banche sono solite scegliere l’esternalizzazione come strategia d’espansione della propria attività

CAPITOLO 4

RATING E FATTORI ESG: CRITICITÁ E SVILUPPI