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ORIGINI, INVESTIMENTI SOCIALMENTE RESPON SABILI E COLLEGAMENTI CONCETTUAL

S TORIA DELLA SOSTENIBILITÀ ( CENNI )

L’odierna concezione di sostenibilità nasce e si sviluppa all’interno dell’ecologia.

Lo stesso termine è stato infatti elaborato dal tedesco Hans Carl von Carlowitz nel “Sylvicultura Oeconomica oder Naturmässige Anweisung zur Wilden Baum-Zucht”,213 opera relativa alla si- vicoltura che si inseriva nel dibattito sulle conseguenze (XVII secolo) della deforestazione in Europa; senza però entrare ulteriormente nel merito dell’ecologia, ritengo sia opportuno foca- lizzarsi sulle tappe fondamentali dello sviluppo sostenibile a decorre dalla pubblicazione – nel 1962 – del documento “Silent Spring”, con il quale l’autore (Rachel Carson) voleva denunciare il devastante impatto ambientale della c.d. Rivoluzione verde.214, cioè lo sviluppo della mo- derna agricoltura industriale basato sull’uso di fertilizzanti e pesticidi che aveva provocato in- genti danni alla fauna selvatica rurale.

Passando invece agli anni ’70, tale decennio è stato importante per due ragioni; la prima sono i due eventi che hanno caratterizzato il 1972:

- la pubblicazione del “Rapporto sui limiti dello sviluppo”, realizzato dal MIT su commissione del c.d. Club di Roma;215

- la Conferenza ONU sull’Ambiente Umano (alias di Stoccolma), consesso in cui viene uffi- cialmente riconosciuta l’influenza dei problemi ambientali sugli standard di vita, nonché la necessità di uno sforzo cooperativo globale vista la sua dimensione internazionale, il quale trova dunque qui il suo inizio.216

Il secondo motivo – invece – sono state le due Crisi energetiche (1973 e 1979), le quali dimo- strando il livello di dipendenza della comunità globale alle fonti energetiche non rinnovabili, aiutarono a sviluppare una coscienza sui temi della sostenibilità.

212 Fonte: United Nations (1987), Report of the World Commission on Environment and Development – Our Com- mon Future, p. 37.

213 L’odierna concezione di sostenibilità (di lungo termine) deriva dal suo “Nachhaltigkeit”.

214 Il massiccio uso di fertilizzanti e pesticidi alla base della c.d. agricoltura industriale aveva infatti provocato

ingenti danni alla fauna selvatica rurale.

215 Fondato nel 1968, la mission di questo think tank è l’analisi di futuri cambiamenti globali e l’elaborazione di

possibili soluzioni.

216 Fonte: CASTELLUCCI, Stoccolma, conferenza di (voce), in Treccani – Dizionario di Economia e Finanza,

Successivamente una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU portò all’istituzione nel 1983 della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo; presieduta dal norvegese Brundtland, essa era stata creata al fine di elaborare un’agenda globale per il cambiamento con cui porre fine a quella visione conflittuale del rapporto tra tutela dell’ambiente e sviluppo; ciò porò alla presentazione del già citato Rapporto Brundtland nel 1987.

A ciò seguiranno poi gli anni ’90, i quali si contraddistinguono per tre eventi: 1. Summit della Terra (Rio de Janeiro, 1992)

Basata sulla Dichiarazione di Stoccolma del ’72, la “Conferenza sull’Ambiente e sullo Svi- luppo delle Nazioni Unite” fu un vertice in cui si analizzò i temi critici non solo in ambito ambientale, ma anche sociale, al fine di ampliare la suddetta; il risultato principale della Conferenza (replicata poi a Johannesburg nel 2002 e nuovamente a Rio nel 2012) è la c.d. Agenda 21, un programma d’azione per lo sviluppo sostenibile a livello mondiale durante il XXI secolo.217

2. Aalborg 1994 (1ª Conferenza Europea sulle Città Sostenibili)

Questo consesso è legato all’Agenda 21, poiché nella c.d. Carta di Aalborg (altrimenti nota come “Carta delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile”) è sancito che i partecipanti assumono l’impegno ad attuare l’Agenda a livello locale, elaborando piani d’azione a lungo termine per uno sviluppo durevole e sostenibile, avviando altresì una cam- pagna per uno sviluppo delle città europee con avesse tali caratteristiche; a questa conferenza seguiranno poi quella di Lisbona 1996 e Hannover 2000.

3. Protocollo di Kyoto (1997)

Tale documento è lo strumento attuativo della “Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici” (New York, 1992); infatti il suo scopo era impegnare le 169 nazioni sottoscrittrici a ridurre del 5% le emissioni di gas serra – nel periodo 2008-2012 – rispetto ai livelli registrati nel 1990 (anno di riferimento).

Nei primi anni 2000 vi furono invece due eventi di rilievo: il “Global Compact” (2001) e il Vertice Mondiale Sullo Sviluppo Sostenibile (2002).

Partendo dal primo, il “Global Compact” è un documento che fu proposto nel 1999 da Kofi Annan al Forum di Davos, consesso in cui egli infatti dichiarò: propongo che Voi, i business leader riuniti a Davos, e Noi, le Nazioni Unite, avviamo un Patto Globale di principi e valori con- divisi, che darà un volto umano al mercato globale.218

Perché è così importante? Perché è uno dei punti di riferimento della responsabilità sociale, data la finalità di risolvere i problemi derivanti dalla globalizzazione tramite la cooperazione; invero questa è ritenuta la più ampia iniziativa volontaria di corporate citizenship al mondo, portando

217 L’Agenda 21 è stata il primo manuale sullo sviluppo sostenibile in cui fossero indicate delle precise azioni da

eseguire (40 capitoli divisi in 4 sezioni), coinvolgendo gli stakeholders a livello internazionale, nazionale e locale; in ogni caso questo è uno solo dei cinque documenti ufficiali della Conferenza, i quali de facto costituiscono tutt’ora il principale quadro di riferimento internazionale sul tema dello sviluppo sostenibile.

alla creazione di un network globale in cui sono coinvolti governi, imprese, agenzie delle Na- zioni Unite e la società civile, il cui obiettivo è la promozione – a livello mondiale – della cittadinanza d’impresa, creando altresì delle linee guida sulla gestione di politiche economiche sostenibili. Attenzione però. Tale Patto non è:

- legalmente vincolante;

- una forma di controllo dei partner; ovvero - uno standard di confronto;

ma bensì si tratta di un modo per consentire alle imprese di relazionarsi con gli stakeholders, attraverso comunicazioni annuali, fermo restando il rispetto dei principi elencati dallo stesso.219

Per quanto riguarda il Vertice Mondiale Sullo Sviluppo Sostenibile (alias Johannesburg 2002 o Rio+10), la sua rilevanza è dovuta al fatto che con esso sono stati fissati dei principi di raccordo tra crescita e sviluppo economico, quali:

 crescita e sviluppo vanno distinti;

 crescita economica non è alla base dello sviluppo e questo è prioritario rispetto alla prima;  bisogna valutare i costi sociali e ambientali delle politiche.

In conclusione, degli eventi più importanti del decennio qui in conclusione mi limito a consi- derare quelli accaduti nel 2015: Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici; partendo dal primo, tale documento fu lanciato dall’ONU il 25 settembre, inglobando al suo interno i c.d. Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) individuati il mese precedente.

Questi 17 macro-obiettivi di sostenibilità sostituiscono i c.d. 8 Obiettivi di Sviluppo del Mil- lennio (2000) e sono stati adottati non solo dai Paesi membri dell’Organizzazione,220 ma anche

da venti organizzazioni internazionali; infatti nel Preambolo della Risoluzione è scritto:

I 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e i 169 traguardi che annunceremo oggi dimostrano la dimensione e l’ambizione di questa nuova Agenda universale. Essi si basano sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e mirano a completare ciò che questi non sono riusciti a realizzare. Essi mirano a realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze. Essi sono interconnessi e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, sociale ed ambientale.221

La rilevanza di tali obiettivi emerge poi anche dal settore finanziario, visto che i grandi investi- tori istituzionali hanno deciso di integrarli nel proprio processo d’investimento, giungendo per- sino a parlare di SDGs finance (Di Turi e Viscovi (2017); ma quali sono i 17 macro-obiettivi?

219 Le fonti di tali principi sono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Dichiarazione dell’Organizza-

zione Internazionale del Lavoro, la Dichiarazione di Rio (1992) e a Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite contro la Corruzione.

220 A differenza degli 8 Obiettivi del Millennio qui non viene operata alcuna distinzione tra Paesi sviluppati e in

via di sviluppo.

221 Fonte: A/RES/70/1, Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 [senza riferimento a una Commissione Principale (A/70/L.I)] – 70/1. Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Figura 2.5: I 17 SDGs

Fonte: ONU (2019), Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, Dipartimento per la

Pubblica Informazione Nazioni Unite, slide 2.

L’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici – invece – è un documento siglato da 196 Paesi per la riduzione delle emissioni climalteranti e il contenimento dell’aumento delle temperature medie del pianeta, al fine di contrastare il climate change.

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E DIMENSIONI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE E IL RAPPORTO TRA LE DIMEN-