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L A STAKEHOLDER THEORY

1.1.3 G LI A NNI ’90: ACCOUNTABILITY E T RIPLE B OTTOM L INE

L’ultimo decennio del XX secolo si contraddistingue – oltre che dai sopracitati studi sulla sta- keholder theory – per due elementi: accountability e Triple Bottom Line (TBL).

Partendo dal primo, negli anni ’90 emerse la necessità di disporre di un’adeguata strumenta- zione informativa sulla CSR, sebbene questo fosse già emerso nel 1986 grazie a Parker (Zarri, 2009) che approcciò alla materia analizzando tre temi:

1) le ragioni storiche dell’affermazione delle pratiche di rendicontazione; 2) le finalità di tale attività;

3) la misurazione delle prestazioni di CSR;

ove per il primo egli affermava che essa è avvenuta a causa dell’evoluzione del rapporto fra l’impresa e i suoi interlocutori, sebbene lui non colga l’uso potenziale della rendicontazione socio-ambientale a fini gestionali.

Invero nel 1995 Gray, Kouhy e Lavers definirono la rendicontazione come il reporting effet- tuato da terzi e l’attività di self-reporting aziendale con cui le informazioni sugli effetti socio- ambientali dell’attività aziendale sono trasmesse – attraverso vari canali – a un gruppo più am- pio di interlocutori sociali; tuttavia fu nel successivo studio di Gray (con Adams ed Owen) del 1996 che si giunse ad interpretare la rendicontazione come il processo di comunicazione degli effetti dell’attività d’impresa e ad affermare la necessità di ripensare la rendicontazione conta- bile per poter considerare gli ambiti ambientale, etico e sociale.70

Inoltre, loro hanno altresì elaborato una prima definizione di accountability che però porta ine- vitabilmente a trattare il tema del bilancio sociale, per il quale si rinvia al sottoparagrafo 4.3 del

70 Il lavoro di Gray, Adams e Owen propone il concetto di “neo-pluralism and partecipative democracy”, cioè

vedono la società come un insieme di gruppi aventi sì un potere, ma il cui corretto esercizio richiede una maggior trasparenza; le imprese devono dunque rendere conto degli effetti della loro attività sul contesto socio-economico- ambientale in cui essa viene svolta.

Fonte: Gray, R., Owen, D. e C. Adams (1996), Accounting & Accountability: Changes and Challenges in Corpo-

Capitolo 4; quindi in chiusura di argomento si riporta che quanto testé affermato è noto in let- teratura come approccio informativo, dal quale si distingue quello educativo.71

Passando invece alla Triple Bottom Line (TBL), tale teoria fu ideata dall’economista e socio- logo Elkington nel 199472 e successivamente da lui formalizzata in “Cannibals with Forks: the Triple Bottom Line of 21st Century Business” (1997).

Nota anche come approccio delle tre P (people, planet e profit), in ragioneria l’espressione bottom line indica la linea del risultato di Conto Economico, cioè il profitto/perdita conseguita durante l’esercizio; tuttavia in ciò vi è un rischio di non poco conto: la visione focalizzata sul solo risultato economico.

Infatti il management potrebbe essere portato ad ignorare i costi ambientali e sociali dell’attività d’impresa, il che invece verrebbe meno con la TBL data l’introduzione (figurativa) di due ulte- riori linee: ambientale e sociale; andando però oltre all’ulteriore sviluppo rappresentato dalla c.d. QBL,73 qual è l’obiettivo perseguito da Elkington?

La Triple Bottom Line vuole integrare il tradizionale sistema di reporting aziendale affinché nella relativa documentazione si tenga conto non solo della dimensione economico-finanziaria, ma anche degli aspetti socio-ambientali, mettendo così gli stakeholders nelle condizioni di poter conoscere meglio l’impresa con cui essi intrattengono dei rapporti, il che d’altrocanto era già stato affermato precedentemente da Spreckley (1981):

A successful business is undoubtedly good news. What is not so clear is what constitutes success […] companies can give rise to social and environmental cost which are not recorded on the balance sheet as a business cost. These costs are borne by the workers and the wider community whilst not reflecting on the ostensible ‘success’ of the company.74

Ma qual è il framework teorico dietro alla teoria di Elkington?

Il concetto di sostenibilità è senza alcun dubbio il fondamento dell’intero impianto, cercando dunque di generare valore per gli stakeholders attraverso l’equilibrato bilanciamento delle tre

71 Qui Zarri (2009) fa riferimento al lavoro di Bebbington e Thomson “Social and environmental reporting in the UK: a pedagogic evaluation” (2005), per i quali l’accounting può essere visto come un processo di educazione

per gli stakeholders interni ed esterni.

Ciò lo renderebbe potenzialmente oggetto di valutazione pedagogica, tant’è che l’odierno reporting socio-ambien- tale (SER) sarebbe a loro avviso debole rispetto a tale accezione e ciò, non agevolerebbe la creazione di un dialogo fra le parti visto che la sola conoscenza delle organizzazioni e dei loro impatti sono un elemento di per sé insuffi- ciente all’interno di un processo di cambiamento; il SER dovrebbe infatti "porre problemi" sulle situazioni del mondo reale affinché i soggetti interessati possano sviluppare una visione critica della realtà, il che lo porterebbe a passare dall’essere un semplice mezzo di comunicazione, a far parte di un atto politico.

Per ulteriori informazioni si rinvia direttamente alla fonte: Thomson, I. e J. Bebbington (2005), “Social and envi- ronmental reporting in the UK: a pedagogic evaluation”, Critical Perspectives on Accounting, 16, pp. 507-533.

72 The Economist, Triple bottom line, 17 novembre 2009.

73 La Quadruple Bottom Line tiene conto di un ulteriore dimensione: purpose. Esso può essere qualificato con un

approccio orientato al futuro, nel senso che si va a tenere conto anche dell’impatto sulle nuove generazioni e di temi come l’equità intergenerazionale.

74 Spreckley, F. (1981), Social Audit: A Management Tool for Co-operative Working, Beechwood College, Leeds

sopracitate dimensioni, con people ad indicare la CSR in senso stretto75 e planet l’ambiente;

attenzione però: la TBL ha diverse criticità, delle quali emerge in particolar modo il tema della misurazione delle prestazioni socio-ambientali.

Di ciò ne era altresì consapevole lo stesso Elkington che a tal proposito segnalava come criticità proprio la misurazione e l’aggregazione, con Sridhar e Jones (2013)76 che riconoscono come le

tre P non abbiano de facto una comune unità di misura, le quali spaziano dalla monetizzazione (come valutarne però correttamente il prezzo?) alla valutazione tramite indici (che solleva però il problema del peso in sede di aggregazione); tutto ciò influenza fortemente la qualità dei do- cumenti77 e delle attività associate alla sostenibilità d’impresa (vedasi infra).

1.2L

A

C

ORPORATE

S

OCIAL

R

ESPONSIBILITY E L

’U

NIONE

E

UROPEA

Dall’analisi della letteratura testé conclusa ritengo sia chiaramente dimostrata quell’assenza di unanimità sul tema della CSR affermata ad inizio Capitolo, una tal carenza (se possiamo così definirla) che porta a chiedersi quali siano i suoi effetti a livello normativo, ovvero come venga considerata la Corporate Social Responsibility da parte delle Istituzioni visto che essa è stata affrontata a più riprese – nel corso degli ultimi tre decenni – da parte dell’Unione Europea.