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ORIGINI, INVESTIMENTI SOCIALMENTE RESPON SABILI E COLLEGAMENTI CONCETTUAL

FINANZA TRADIZIONALE FINANZA ETICA

Misure di valutazione

esclusivamente economiche e in maggioranza quantitative (IRR,

NPV, CAGR ecc)

economiche, ambientali, so- ciali e di governance, sia qualitative e quantitative.

Strumenti a supporto della valutazione

bilanci economici delle società e rating creditizi

bilanci di sostenibilità delle società e rating etico Fonte: Tomasi e Russo (2012), op. cit., p. 6 – elaborazione propria.

Sulla base di ciò ritengo si possa concludere che la finanza etica adempie in toto alla funzione sociale della finanza, divergendo però dalla tradizionale in termini di approccio in quanto essa non si limita a considerare le variabili economico-finanziarie, ma bensì utilizza anche criteri di natura extra-contabile visto che:

“un buon tasso di interesse, pagato però con danni ambientali o sociali, ha in realtà un prezzo molto alto poiché questi danni prima o poi si ritorceranno contro di noi”122

Invero i presupposti su cui poggia la finanza etica sono così riassumibili:

 gli investitori voglio sapere sia il rendimento che le modalità di impiego del capitale, giudi- cando come buoni solamente quegli investimenti finanziari in cui vi è un profitto sia per loro (shareholder value) che per tutti i portatori d’interesse (stakeholder value);

 l’orizzonte temporale dell’investimento non è di breve (c.d. shorterismo), ma bensì di lungo termine;

 gli investimenti – coerentemente col stakeholder value – devono essere sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale, coniugando ciò ad una più corretta e trasparente gover- nance aziendale;123

 la speculazione è sostituita dall’equa remunerazione.124

Ma quand’è che nasce la finanza etica? E quali sono le attività che la costituiscono?

121 Tomasi, di F. e A. Russo (2012), Il Rating Etico: un’analisi Empirica del Modello Standard Ethics, Standard Ethics, Standard Ethics – Research Office, Londra, novembre 2012.

122 Tomasi e Russo (2012), op. cit., p. 7.

123 Carlini, V. (2011), In Borsa l'etica ripaga chi ha pazienza, Il Sole 24 Ore, 17/01/2011.

124 Il riferimento alla speculazione andrebbe in realtà meglio specificato perché esso – al pari dell’arbitraggio –

sfrutta le inefficienze di mercato (sebbene a differenza di quest’ultimo non consideri quelle spaziali, ma bensì quelle temporali), ergo è funzionale al sistema stesso.

2.2.1L

E ORIGINI DELLA FINANZA ETICA

Questo sottoparagrafo è importante perché al di là di quanto detto in precedenza sulla confu- sione tra finanza etica e “etica nella finanza”, dà chiara evidenza di come la prima non sia affatto una rivoluzione, ma bensì una realtà secolare di origine religiosa, sebbene alcuni ritengano che essa sia addirittura millenaria.

Infatti autori come Von Wallis e Klein (2015)125 individuano le origini della finanza etica nella legge ebraica, visto che in essa vi è un lungo trattamento della business ethics; in particolar modo (e fermo restando la complessità del tema, visto l’incrocio delle prescrizione della Torah e del Talmut),126 sono sei i principi guida fondamentali (Water e Liviu, 2016):127

1) the legitimacy of business activity and profit; 2) the divine origin and ordination of wealth;

3) the preeminent position in decision making given to the protection and preservation of hu- man life;

4) the protection of consumers from commercial harm;

5) the avoidance of fraud and misrepresentation in sales transactions; 6) the moral requirement to go beyond the letter of the law.

Tuttavia è mia opinione che qui non vi siano riferimenti tali da poter qualificare ciò come ori- gine della finanza etica, siano esse le previsioni sull’uso del denaro (ove si parla del c.d. inganno monetario nell’ambito del commercio e dell’usura), ovvero le implicazioni per la comunità e le sue esigenze.128

Chiarito ciò, in letteratura vi è la tesi secondo cui la finanza etica abbia le proprie origini nella proliferazione delle abbazie benedettine avvenuta alla fine del XI secolo d.C.,129 visto che il consolidamento dell’ordine cistercense fece sorgere tre diverse questioni di ordine economico relative ai monasteri stessi:

1. la disciplina dell’agire economico per evitare l’accumulo improduttivo di terreni e risorse; 2. l’organizzazione interna: autarchia o specializzazione con rete di scambi?

3. il rapporto tra l’abbazia madre e le satelliti: competizione o cooperazione?

Invero da esse traspaiono alcuni dei temi oggi centrali nella gestione delle imprese come l’uso efficiente ed efficace delle risorse, ovvero la scelta del paradigma produttivo e una prima rispo- sta a tali quesiti, la si ha con la “Carta Caritatis” (1098), la quale da una parte fissò il principio

125 Von Wallis, M. e C. Klein (2015), “Ethical requirement and financial interest: A literature review on socially

responsible investing”, Business Research, 8, pp. 61-98.

126 La Bibbia ebraica (altrimenti detta Tanàkh) è divisa in tre testi principali di cui la Torah (alias Pentateuco –

sono 5 libri) è il primo; il Talmùd è l’opera che nasce dall’unione degli insegnamenti della Torà orale e dai com- menti a quest’ultima.

127 Fonte: Warter, I. e L. Warter (2016), “Jewish Business Ethics. Tradition and Modernity”, Journal of Applied Ethics and Biolaw, 1, pp. 49-57.

128 In realtà quest’ultimo riferimento è forse quello più importante tra i due, poiché in esso si parla di businesses engaged in philanthropic activities e ciò è da interpretarsi in termini sì aziendali, ma non di impresa.

129 Fonte: Dal Maso, D. e G. Fiorenti (2013), Creare valore a lungo termine. Conoscere, promuovere e gestire l’investimento sostenibile e responsabile, EGEA, Milano.

che la propria ricchezza non può essere ricava dall’altrui impoverimento,130 mentre dall’altra

sostituì il termine elemosina con “beneficentia”.131

Ciononostante i primi veri e propri casi di finanza etica risalirebbero in realtà al XV secolo con la fondazione dei Monti di Pietà da parte dell’ordine francescano, su ispirazione delle Prediche Volgari di San Bernardino da Siena (1427) e basandosi sull’idea di finanziare:

- i più poveri per aiutarli a uscire dalla loro condizione; - chi avesse progetti da realizzare;

dando così vita a un sistema finanziario, il quale è requisito necessario sia per contrastare la piaga dell’usura (vera criticità all’epoca) che per consentire uno sviluppo.132

Invero questo è il modello da cui trae origine la banca moderna e a conferma di ciò, la fonda- zione Finanza Etica – insieme a Fundación Finanzas Éticas (entrambe facenti parte della rete di Banca Etica) – indica come delle diverse caratteristiche dei Monti di Pietà, ve ne sono tutt’oggi di ravvisabili nelle banche a vocazione sociale come:

 stretto legame col territorio e coinvolgimento nelle attività sociali locali;  accessione di mutui ipotecari con privati;

 funzione di tesoreria per gli istituti assistenziali della comunità;

ricordando poi che l’evoluzione dei Monti di Pietà sono le Casse di Risparmio, le quali nel nostro Paese hanno rivestito un ruolo importante insieme alle Popolari e alle c.d. Casse Rurali, fermo restando che tutte e tre le tipologie di istituto bancario hanno origine tedesca.133

2.2.2

F

INANZA ETICA

:

ATTIVITÀ E DIFFERENZE CON LA FINANZA SOSTENI-

BILE

(

RINVIO

)

In chiusura del presente paragrafo rimane infine un ultimo argomento da trattare: le attività che costituiscono la finanza etica.

Quest’ultimo passaggio è importante al pari di quanto finora delineato, proprio a causa di quella confusione terminologica/concettualistica – precedentemente segnalata – sul tema in esame; infatti in un primo momento si potrebbe essere portati a pensare che la finanza etica sia attinente

130 L’economia deve essere un gioco a somma positiva, cioè il processo produttivo deve essere organizzato in

modo tale da generare un sovrappiù che consenta a tutte le parti in causa di trarne un guadagno, sebbene non necessariamente eguale; il contrario di ciò è il c.d. gioco a somma zero: una parte guadagna la perdita dell’altra.

131 La sostituzione serve ad affermare il principio dell’aiuto “sensato”, cioè che l’elargizione deve essere propor- zionata all’intensità e alla gravità del bisogno, valutandolo quindi con quella necessaria intelligenza che invece

manca nell’elemosina, poiché con quest’ultima spesso si ignora anche l’identità del soggetto destinatario.

132 Il prestito era garantito da dei beni che sarebbero stati messi all’asta in caso di mancato rimborso.

133 La prima Cassa di Risparmio è stata fondata nel 1778 ad Amburgo, mentre gli altri due istituti nascono a metà

Ottocento su scia del movimento cooperativo; nello specifico le Popolari nascono da un’idea dell’avvocato prus- siano Hermann Schulze-Delitzsch, mentre la prima Cassa Rurale fu fondata nel 1862 da parte Friedrich Wilhelm Raiffeisen che voleva portare il sistema bancario cooperativo nelle campagne.

Fonte: Cavallito, M., Isonio, E. e M. Meggiolaro (2019), La finanza etica e sostenibile in Europa, II ed, Finanza Etica e Fundación Finanzas Éticas (una pubblicazione di).

al solo mondo degli investimenti finanziari comunemente intesi, quando in realtà è ormai palese che ciò non è assolutamente vero.

Al fine quindi di delineare con chiarezza la sua “composizione”, ritengo sia possibile prendere qui a riferimento quanto indicato da Borsa Italiana,134 la quale individua tre differenti attività: microfinanza, microcredito e investimento etico; tuttavia l’utilità di ciò è qui limitata, nel senso che essa mi traspare più come una definizione strumentale, cioè delle vie tramite cui la finanza etica agisce. Per questo ritengo sia allora più utile una definizione per tipologie, la quale con- sente di distinguere tra:

- finanza solidale; - finanza religiosa; - finanza sostenibile.

Perché giudico tale criterio classificatorio maggiormente adeguato?

Per il semplice fatto che esso consente di comprendere immediatamente come associazioni con- cettuali del tipo “finanza etica = finanza sostenibile” siano a dir poco sbagliate, se non in forza di specifici assunti, il che però è comprensibile solamente trattando la finanza etica in quella che Tomasi e Russo (2012) qualificano come la sua accezione più ristretta: gli Investimenti Socialmente Responsabili.

2.3G

LI

I

NVESTIMENTI

S

OCIALMENTE

R

ESPONSABILI

(SRI)

Noti negli Stati Uniti come Socially Responsible Investing (SRI), definiti Ethical Investment nel Regno Unito e conosciuti come Triple Bottom Line Investing nei Paesi Bassi,135 anche la fattispecie degli IRS è contraddistinta da fraintendimenti, poiché non si trattano di un nuovo strumento finanziario, ma bensì di uno storico approccio alternativo d’investimento privo di una definizione universalmente riconosciuta.

La letteratura sul tema – ivi inclusi i documenti prodotti da intermediari, organizzazioni inter- nazionali e associazioni di categoria – è infatti caratterizzata da una tale eterogeneità di sigle, definizioni, strategie e pratiche (Yan, Ferraro e Almandoz, 2018)136 che lo stesso acronimo

“SRI” è il risultato di una progressiva (seppur lenta) sostituzione della più antica espressione “ethical investing” (von Wallis e Klein, 2015);137 si consideri infatti ad esempio la definizione

data da Tomasi e Russo (2012):

134 Borsa Italiana, Che cos’è la finanza etica? – I principi fondamentali, 5 ottobre 2007.

135 Il caso dei Paesi Bassi lo ritengo interessante poiché tale denominazione sembrerebbe una chiara ripresa della

teoria della Triple Bottom Line delineata nel precedente capitolo.

136 Yan, S., Ferraro, F. e J. Almandoz (2018), “The Rise of Socially Responsible Investment Funds: The Parado-

xical Role of the Financial Logic”, Administrative Science Quarterly, 64, pp. 466-501.

137 von Wallis, M. e C. Klein (2015), “Ethical requirement and financial interest: A literature review on socially

selezione e gestione di asset finanziari tradizionali condizionata da criteri di natura sociale, ambientale e di corporate governance.

ovvero quella elaborata dal Forum for Sustainable and Responsibile Investment (USSIF):

is an investment discipline that considers ESG criteria to generate long-term competitive finan- cial returns and positive societal impact.138

nonchè quella proposta dal Forum per la Finanza Sostenibile nel 2014 che lo definisce come l’investimento volto a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso attra- verso una strategia d’investimento orientata nel medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon go- verno (Viscovi e Di Turi, 2017).139

Quest’ultima – includendo al suo interno quella che è stata l’evoluzione degli SRI140 – sarebbe

stata altresì presa a riferimento al di fuori dei confini nazionali, ma al di là di questa certamente rilevante informazione ritengo si possa giungere alla conclusione che nonostante tutto vi siano comunque degli elementi in comune tra le diverse definizioni, cioè gli SRI sono un approccio d’investimento:

 che include criteri non finanziari (ESG e/o etici) all’interno del proprio processo;  di lungo termine;141 e

 il cui obiettivo è generare un rendimento non solo economico, ma anche socio-ambientale; il che è de facto la definizione di SRI data dall’Eurosif142 nel 2016, la quale a mio avviso è forse considerabile non solo come un perfezionamento di quella data dal nostro Forum, ma anche come quella più valida in termini di correttezza e completezza concettuale.

Infatti nella prima metà di quell’anno (Eurosif, 2016)143 fu raggiunto un accordo per superare la storicamente nota diversità delle interpretazioni nazionali europee,144 ponendo così in essere

un lavoro definitorio multi-obiettivo145 dal quale è emersa la seguente definizione di SRI: Sustainable and Responsible Investment (”SRI”) is a long-term oriented investment approach, which integrates ESG factors in the research, analysis and selection process of securities within an investment portfolio. It combines fundamental analysis and engagement with an evaluation

138 Fonte: USSIF, SRI Basics, sito internet.

139 Fonte: Viscovi A. e A. Di Turi (2017), Manuale di finanza sostenibile e responsabile, ForFinance, Milano. 140 Ciò comporta che la stessa definizione di SRI si sia evoluta nel corso del tempo.

141 Ciò è dovuto proprio al fatto che qui vengono integrati criteri extra-finanziari, i quali costringono ad andare

oltre alle oscillazioni di breve periodo del mercato; invero non dobbiamo dimenticare che gli SRI sono una delle fattispecie della finanza etica.

142 L’Eurosif è il forum sulla finanza sostenibile a livello europeo e persegue la finalità di promuovere gli investi-

menti sostenibili e responsabili in Europa, appoggiandosi per questo ai forum nazionali (ivi incluso quello italiano); a tal proposito esso pubblica – con cadenza biennale – un c.d. Market Study (il più recente è quello del 2018).

143 Eurosif (2016), European SRI Study 2016.

144 Al di là dei motivi culturali e storici dietro esse, l’assenza di un accordo per una definizione unitaria (special-

mente sul fatto che questa dovesse focalizzarsi sui processi, le strategie o gli obiettivi) era già stata segnalata nell’European SRI Study 2012.

145 Ggli obiettivi principalmente perseguiti erano due:

 definire a high-level framework di che cosa significhi SRI;

of ESG factors in order to better capture long term returns for investors, and to benefit society by influencing the behaviour of companies.146

Risolto quindi il problema definitorio, è ora possibile procedere con l’analisi dei diversi aspetti relativi agli Investimenti Socialmente Responsabili quali storia, principi guida e strategie (alias approcci SRI), miti, fattori ESG (e il tema della sostenibilità), nonché la differenza tra essi e quest’ultimi (ergo il rapporto tra finanza etica e sostenibile), visti gli errori e la pericolosa su- perficialità talvolta ravvisata durante le ricerche.

2.3.1L

A STORIA DEGLI

SRI

Al pari della finanza etica in generale, anche per gli Investimenti Socialmente Responsabili vi è la diffusa convizione che si tratti di una realtà finanziaria nata e sviluppatasi negli ultimi anni, in seguito alla crescente presa di coscienza dell’impatto socio-ambientale delle attività umane. Tuttavia ciò è vero solamente in minima parte, poiché l’origine degli SRI risale a oltre tre secoli fa e – ancora una volta – in ambito religioso.