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ORIGINI, INVESTIMENTI SOCIALMENTE RESPON SABILI E COLLEGAMENTI CONCETTUAL

Grafico 2.1: Strategie SRI – classificazione di Globalance Bank

Fonte: Globalance Bank (2012), Erzielt mein Geld eine doppelte Rendite?, p. 18 – elaborazione propria. il quale consente altresì di “categorizzare” le diverse strategie.

STRATEGIE SRI influenza indiretta screening positivo Positive criteria Best-in- Class Sustainability Themes Impact Investing ESG integration screening negativo Norms- Based Screening Esclusione influenza diretta Engagement Dialogo Voto

2.3.3IM

ITI SUGLI

SRI

In chiusura del presente paragrafo sugli Investimenti Socialmente Responsabili è necessario affrontare un argomento che è tuttora oggetto d’attenzione sia da parte dell’Accademia che degli intermediari: i miti sugli SRI.

Questa tipologia di investimenti è una novità per la maggioranza degli investitori e in assenza di un’adeguata attività di informazione, si sono venuti via via a formare nel tempo tutta una serie di pregiudizi che rappresentano di fatto una minaccia allo sviluppo del settore stesso, con conseguente ricadute negative sul sistema socio-economico; ma quali sono allora questi miti? Sulla base della letteratura e di quanto divulgato dagli stessi intermediari, ne risultano in parti- colar modo quattro: underperformance, investimento di nicchia, limitate possibilità di diversi- ficazione e costi di gestione eccessivi.

U

NDERPERFORMANCE

Questo è il più diffuso dei quattro miti ed è imputabile alla non adeguata conoscenza dei possi- bili approcci SRI; invero ad oggi risulta esservi ancora l’opinione che la strategia dominate (se non esclusiva) sia lo screening negativo, percezione da cui deriva il terzo pregiudizio (limitate possibilità di diversificazione) e da lì il qui presente in esame.

Il tema delle performance è stato particolarmente studiato dall’Accademia, tant’è che gli studi prodotti in materia sono nell’ordine delle migliaia e con risultati contrastanti; pertanto, ritengo sia opportuno prendere in considerazione quanto riportato nei c.d. meta-studi visto che – ripren- dendo Revelli e Viviani (2011) – una meta-analisi completata da meta-regressioni costituisce un passo essenziale non solo per rispondere alla domanda metodologica dei determinanti della performance finanziaria degli SRI, ma anche per determinare se esista una reale relazione causale tra SRI e performance finanziaria.191

Infatti nella loro ricerca sono stati considerati 75 studi e 161 academic experimentations con- dotti nel periodo 1972-2009, dalla cui analisi sono emerse molteplici domande su temi come il modus operandi dei ricercatori o il livello di eticità dei fondi SRI, giungendo a concludere che:  le prestazioni SRI su campioni sperimentali di piccole dimensioni e periodi a lungo termine

portano a un ritorno simile al benchmark, ovvero ai portafogli convenzionali;

 i risultati variano a seconda della misura di performance scelta, tant’è che più gli studi adot- tavano metriche semplici (media-varianza, media, rendimenti grezzi), maggiore era il rendi- mento degli SRI rispetto a quello degli investimenti tradizionali.

191 Viviani, J-L. e C. Revelli (2011), Determinants of the Financial Performance of SRI: What Methods for What Effects? An International Evidence, International Conference of the French Finance Association, Montpellier, 11-

Questi risultati sono a dir poco importanti poiché danno prova di come la scelta del campione di riferimento, del range temporale e dell’unità di misura, incida sui risultati stessi che dunque possono variare anche in modo significativo.

Giusto per dare un’idea di ciò, nel 2007 Renneboog, Horst e Zhang pubblicarono uno studio192

nel quale si concludeva che mentre nei paesi anglosassoni non vi era un rendimento significa- tivamente diverso fra fondi SRI e tradizionali, in Europa e Asia sottoperformavano di un 5% annuo non a causa elementi come fattori di rischio etico, una ridotta selettività o un fallito mar- ket timing, ma bensì per il c.d. smart money effect;193 perché questi risultati sono importanti?

Perché in un successivo studio del 2008194 fu sì confermata la presenza del smart money effect,

ma con la differenza che SRI funds in the US, the UK, and in many continental European and Asia-Pacific countries underperform their domestic benchmarks by − 2.2% to − 6.5%, esclu- dendo altresì paesi come Francia, Giappone e Svezia perché le differenze lì emerse non risulta- vano statisticamente significative.

Ad ulteriore conferma si può poi prendere in considerazione il meta-studio di Kim (2019),195 il quale ha dimostrato come l’effect sizes (ES)196 sia – nel contesto gli Stati Uniti – influenzato da variabili quali:

 economic crisis, control group, investment universe, screening procedure, and mutual funds per la generazione dell’effetto; mentre

 publication year, author type, and control group incidano per il suo valore assoluto che è altresì influenzato da methodological issues, risk adjustment, weighting scheme, data refi- nement, benchmarkmodel, and matching procedure.

Quali sono invece i risultati delle analisi condotte dagli intermediari?

Anch’essi confermano che gli SRI – comparati rispetto a indici e fondi d’investimento – non sono fonte di underperformance per il proprio portafoglio; a dimostrazione di ciò, nel 2015 gli analisti della Deutsche asset & wealth management (in collaborazione con l’Università di Am- burgo) pubblicarono sul Journal of Sustainable Finance & Investment uno dei più grandi (se non il più grande) meta-studi mai condotti: ESG and financial performance: aggregated evi- dence from more than 2000 empirical studies. Le conclusioni a cui giunsero – considerando i 2250 studi condotti tra gli anni ’70 e il 2014 – sono così riassunte nell’abstract:

192 Renneboog, L, ter Horst, J.R. e C. Zhang (2007), The Price of Ethics: Evidence from Socially Responsible Mutual Funds, ECGI - Finance Working Paper No. 168/2007, TILEC Discussion Paper No. 2007-012, CentER

Discussion Paper Series No. 2007-29, WBS Finance Group Research Paper No. 81.

193 Essa è la capacità degli investitori nei fondi comuni di prevedere la sua performance a breve termin, spostando

di conseguenza i propri investimenti da soggetti con scarsi risultati a buoni.

194 Renneboog, L, ter Horst, J.R. e C. Zhang (2008), “The price of ethics and stakeholder governance: The perfor-

mance of socially responsible mutual funds”, Journal of Corporate Finance, 14, pp. 302-322.

195 Kim, C-S (2019), “Can Socially Responsible Investments Be Compatible with Financial Performance? A Meta-

analysis”, Asia-Pacific Journal of Financial Studies, 48, pp. 30-64.

196 L’ES è una misura standardizzata con cui misurare l’impatto della diversità (fra gli studi) di treatment e control groups (indici, fondi); nello studio in esame è emerso che il weighted average ES non è diverso da zero, ergo che

Roughly 90% of studies find a non negative ESG–CFP relation. More importantly, the large majority of studies reports positive findings. We highlight that the positive ESG impact on CFP appears stable over time. Promisingresults are obtained when differentiating for portfolio and non portfolio studies, regions, andyoung asset classes for ESG investing such as emerging mar- kets, corporate bonds, andgreen real estate.

Ulteriori studi qui considerabili sono poi quelli di:

 MSCI che in una ricerca pubblicata nel 2017197 ha dimostrato – analizzando l’impatto delle

dimensioni ESG su performance, rischio e valutazioni azionarie – come le società con un profilo ESG più forte abbiano una maggiore redditività e un rischio sistematico più conte- nuto, oltre che a una minor frequenza di eventi di forte ribasso;

 Morningstar che col “European Sustainable Funds Landscape” (giugno 2019) ha rilevato come la maggior parte dei sustainable funds analizzati si collochi – nell’ambito dell’ultimo quinquennio – all’interno dei migliori quartili delle categorie di appartenenza;198

 Morgan Stanley che nel “Sustainable Reality – Analyzing Risk and Returns of Sustainable Funds” (2019) ha dimostrato l’assenza di un trade-off in termini di rendimento (nonché un minor downside risk), analizzando 10273 fondi comuni nel periodo 2004 – 2018.

L’importanza di questi risultati non solo per gli investitori, ma anche per gli intermediari finan- ziari è maggiormente comprensibile dal fatto che venendo meno il mito dell’underperformance, sparisce anche quello conseguente della violazione del c.d. dovere fiduciario (agire nel miglior interesse del proprio cliente).199 Infine, vi sono due ulteriori aspetti da evidenziare:

1. in un contesto ove vi è un’attività guidata da criteri ESG o con un meccanismo di sharehol- der activism attivo, il management tiene maggiormente conto dei dati e agisce con più atten- zione, al fine di salvaguardare le capacità economico/finanziarie dell’impresa;

2. i sondaggi svolti negli ultimi anni evidenziano un crescente numero di investitori nel com- parto, ma non per ragioni etiche o di sostenibilità.