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RATING E FATTORI ESG: CRITICITÁ E SVILUPPI RECENT

E CCLES E S TROEHLE (2018): V IGEO E IRIS , MSCI, O EKOM E S USTAINALYTICS Il lavoro dei due autori si basa su una primaria distinzione degli approcci delle agenzie tra:

2) le origini delle agenzie

Una delle criticità sollevate da Windolph (2011) è il c.d. bias, cioè il fatto che un’agenzia en- fatizza una dimensione piuttosto che un’altra. Ma quale sarebbe la causa di ciò?

La risposta andrebbe ricercata nell’origine stessa delle agenzie, il che è stato analizzato da Ec- cles e Stroehle (2018); considerando per esempio il caso di Vigeo EIRIS, la prima è stata fon- data da un segretario di uno dei principali sindacati francesi, mentre EIRIS deriva da un’azione religiosa, il che si è tradotto in una focalizzazione sulla dimensione S. Se invece si guarda al caso di Oekom, lì emerge l’originaria specializzazione sul tema ambientale e la successiva espansione alla governance, mentre MSCI ESG Research è stata fortemente influenzata dalle società di cui MSCI ha acquisito il controllo prima di creare il gruppo (leggasi KLD e Innovest).

462 Fonte: ESMA (2019), Technical Advice – ESMA Technical Advice to the European Commission on Sustaina- bility Considerations in the credit rating market, p. 10

463 Fitch nel 2017 aveva chiaramente affermato: the shortage of standardised ESG metrics also makes peer analysis challenging. Fonte: Fitch Ratings (2017), Fitch Ratings Approach to Capturing Environmental, Social and Go- vernance Risk in Credit Ratings.

Ma a livello metodologico come si manifesta tale discrepanza?

Secondo la ricerca di Berg et al. (2019) – oltre che a confermare l’analisi di Eccles e Stroehle (2018) – sono tre gli elementi da considerare:

 scope: qui viene considerata la differenza d’ambito, la quale comporta l’utilizzo di diversi set di attributi; per esempio un’agenzia può includere il tema dell’efficienza energetica, men- tre un’altra no, il che impatta sul risultato finale;

 misure di valutazione delle categorie/attributi: si consideri il tema dei dipendenti nella dimensione S: come misurare i diversi aspetti? Turnover, infortuni o altro? E a che livello? Che strumenti di rilevazione utilizzare? Si deve considerare anche la supply chain?;

 peso delle categorie/attributi;

e dalle loro analisi,464 risulta che il 53% della differenza è imputabile al tema della misurazione, mentre lo scope spiega il 44 % e il peso il 3%, con la somma di quest’ultimi due che va inter- pretata come divergenza nelle regole d’aggregazione dei dati;465 a ciò, si aggiungerebbe poi la

presenza di un c.d. rater effect: se un’impresa ha una buona performance in un dato ambito, è allora molto probabile che ciò accada anche per le altre categorie valutate dalla stessa agenzia. Ciò spiegherebbe dunque la discrepanza metodologica, la quale però in ogni caso non dovrebbe sussistere perché è lo stesso concetto di CSR a dirci che la Responsabilità è formata da tre dimensioni integrate tra loro e che quindi non può esservi una focalizzazione selettiva, ma bensì solamente una visione/analisi congiunta (Windolph, 2011); ciò a mio avviso è logico e corretto sia teoricamente che metodologicamente parlando, poiché ogni problema di sostenibilità che si manifesta al di fuori dell’impresa come esternalità negativa (ambientale e/o sociale) ha neces- sariamente un’origine interna alla stessa (in particolar modo da S o G).

A fini di chiarezza, proviamo a porci la seguente domanda esemplificativa: un’industria petrol- chimica è definibile sostenibile se pone massima attenzione alla salute dei dipendenti, ma non fa investimenti per ridurre le emissioni inquinanti? Certamente avrà ottimi risultati in termini di dimensione S rispetto alla fattispecie dei lavoratori, ma ciò non può dirsi né su quella E, né sulla terza fattispecie della dimensione S (rapporto con gli stakeholders).

Infine, a chiusura di paragrafo sono altresì riportabili i risultati di Olmedo et al. (2019) che nel loro studio hanno analizzato dell’integrazione dei fattori ESG in due diversi anni rilevanti per il settore delle agenzie ESG (2008 e 2018), dimostrando come il loro peso nelle valutazioni sia cambiato nel corso del tempo.

Guardando alle singole dimensioni, nell’Environmental si registra l’impatto degli Accordi sul clima di Parigi, poiché mentre l’attenzione nel 2008 era focalizzata su aspetti come le politiche e i sistemi di gestione ambientale, nel 2018 è emerso non solo un maggior interesse verso i temi ambientali, ma altresì un incremento dell’enfasi su criteri come emissioni, gestione dei rifiuti e

464 Attenzione: loro assumono che le agenzie cercano di misurare gli stessi attributi usano però indicatori diversi. 465 Le agenzie di rating divergono anche su aspetti quali benchmark (Standard Ethics è l’unica a usare integral-

mente standard esterni fissati a livelli internazionali, mentre MSCI ESG Research usa benchmark industriali; gli altri sono ibridi) e strumenti utilizzati (algoritmi, KPI, indici, dati qualitativi e quantitativi in diverse %).

protezione della biodiversità, un cambiamento certamente dovuto alla contingenza (lotta ai cambiamenti climatici) e che è rappresentato in Figura 4.6:

Figura 4.6: Evoluzione criteri dimensione E (2008-2018)

Fonte: Olmedo et al. (2019), op. cit., p. 11.

Passando alla dimensione Social, anch’essa è stata oggetto di cambiamenti visto che si è andati da un’attenzione focalizzata su temi come formazione, diritti umani e relazioni con la comunità, a una su criteri come labor management, diritti umani, condizioni di lavoro, salute e sicurezza, il che è probabilmente dovuto (tra i possibili motivi) all’adozione degli SDG nel 2015, evento che ha altresì portato a prestare attenzione al tema del contrasto delle disuguaglianze.

Inoltre risultano essere entrati in considerazione anche i criteri valutativi sulla catena di approv- vigionamento, scelta che riflette il cambiamento dei paradigmi produttivi con le filiere di di- mensioni crescenti e imprese sempre più interconnesse fra loro.

Figura 4.7: Evoluzione criteri dimensione S (2008-2018)

Fonte: Olmedo et al. (2019), op. cit., p. 11.

Dall’analisi della dimensione Governance è invece emerso che i criteri relativi al board (comi- tati, funzioni, struttura, politica di remunerazione) hanno mantenuto la loro rilevanza, ma al contempo sono divenuti importanti quelli inerenti alla prevenzione della corruzione e la traspa- renza, il che è probabilmente dovuto alle indicazioni dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD); l’unico punto di perplessità ad emergere in tal sede, è il fatto che i criteri relativi alla strategia o alla gestione del marchio non sembrano aver peso:

Figura 4.8: Evoluzione criteri dimensione G (2008-2018)

Fonte: Olmedo et al. (2019), op. cit., p. 12.

In conclusione, Olmeno et al. evidenziano che le agenzie non hanno comunque integrato per- fettamente tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile nella valutazione della sostenibilità azien- dale, poiché tutte seguono uno stakeholder approach, ma solo una parte considera temi come la prospettiva intergenerazionale o il life-cycle thinking.