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RATING E FATTORI ESG: CRITICITÁ E SVILUPPI RECENT

5) Standard Ethics

Standard Ethics è un caso a sé stante fra tutte le agenzie di rating.

Nata nel 2003 da uno spin-off della holding di partecipazioni di diritto italiano AEI S.p.A.,440 è contraddistinta sia a livello di governance che di attività da un “carattere peculiare”: gli elevati standard di indipendenza; partendo dalla prima, la proprietà della società è detenuta dallo stesso management (al fine di garantire la piena autonomia rispetto ai mercati e clienti) che opera secondo cinque principi di indipendenza:

 non include tra i suoi azionisti società o investitori potenzialmente in conflitto di interessi;  non fornisce attività di consulenza a società o gestori qualora siano stati emessi rating o

comunque delle valutazioni ESG, né ha rapporti proprietari con essi e non trasmette i dati acquisiti a terzi;

 non accetta alcun processo di certificazione esterno che possa influire e limitare l'indipen- denza della metodologia;

 non fa parte di lobby o di organismi di certificazione, non è membro di gruppi di opinione e non partecipa a forum permanenti sulla finanza sostenibile (o la responsabilità sociale) fina- lizzati alla redazione di nuove proposte da presentare alle istituzioni internazionali;

 il Consiglio di Amministrazione è conforme alle linee guida internazionali sulla diversità rispetto a nazionalità, competenze professionali e parità di genere, nonché è principalmente formato da amministratori indipendenti.

Standard Ethics – per quanto riguarda invece l’attività – produce rating e indici, ma l’analisi del suo metodo di calcolo dei primi è rinviata al prossimo sottoparagrafo.

Con Standard Ethics si conclude la disamina – generale – delle principali agenzie di rating ESG, sebbene questa non sia la lista completa, visto che oltre ad esse vi sono società come Thomson Reuters (nato come data provider, li fornisce dal 2013), RobecoSAM o l’italiana ECPI Group.

4.1.2R

ATING

ESG:

TIPOLOGIE E INTEGRAZIONE DEI FATTORI

Le agenzie di rating ESG forniscono – oltre a tutta una serie di servizi complementari441 – due diverse tipologie di giudizio a seconda del fatto che il richiedente della valutazione ne risulti essere anche l’oggetto:

 declarative rating: è richiesto dall’investitore (ovvero dalla società d’investimento) che dun- que ne sostiene anche il costo; ciò dovrebbe aumentare la sicurezza del rating grazie all’as- senza di conflitti d’interesse, ma il prezzo di ciò è una valutazione necessariamente condotta

440 Fondata nel 2001, si è occupata di gestione di fondi SRI fino al 2003, quando ha cessato tale attività per occu-

parsi esclusivamente di rating sostenibili (2002) e ricerca scientifica; l’odierna denominazione societaria risale al 2014, mentre prima era nota come Standard Ethics Aei EEIG e aveva sede a Bruxelles fino al 2012, anno in cui quest’ultima è stata trasferita a Londra.

441 Questi spaziano dalle diverse tipologie di rating (green bond, portafogli ecc), alla costruzione di indici e alle

sulla base di documenti pubblici, dato che l’impresa “bersaglio” non è coinvolta nel processo e quindi mancano le informazioni interne di carattere riservato, con la conseguenza (per- tanto) di una potenziale alterazione della qualità dell’analisi;442

 requested rating: l’impresa oggetto dell’analisi ne è anche il richiedente, con quest’ultima che potrebbe riguardare l’intera sostenibilità aziendale, quanto solo alcuni suoi aspetti; lo svantaggio è la potenziale compromissione dell’imparzialità visto che ne sostiene il costo. Di per sé un’agenzia può offrire entrambe le tipologie di valutazione, ma in tal caso dovrà porre in essere un sistema di regole, processi e procedure col quale garantire la scissione tra le due attività, dato il potenziale conflitto d’interesse.443

In ogni caso, il costo di tale attività dipende poi fortemente dalla disclosure aziendale, perché se l’impresa non dispone/fornisce documentazione in materia di sostenibilità, ciò implica l’as- senza – all’interno dell’organizzazione – di unità dedite al tema della CSR e alla sua rendicon- tazione, una criticità (tipica delle PMI) che costringe le agenzie di rating a doversi attivare per la necessaria raccolta dei dati, ergo un maggior costo e tempi procedurali più lunghi.

A questo punto sorge però la questione: ma qual è il metodo adottato dalle agenzie per produrre le proprie valutazioni?

Ragionando in termini generali, la valutazione di sostenibilità parte dall’analisi delle singole dimensioni E, S e G, attraverso l’uso di indicatori analizzanti le diverse fattispecie che le for- mano (vedasi Capitolo 3) e che:

 possono fare riferimento a standard internazionali;  dipendono dal tipo d’impresa o dal settore;

operando una contestuale analisi del c.d. agire d’impresa (prestazioni, strategie ecc) da cui in- fine si determina una serie di punteggi la cui somma ponderata è il rating ESG; ma che cosa emerge da una più approfondita analisi del settore?

Che ad oggi – come già riportato implicitamente in precedenza – non esiste un modello larga- mente condiviso e utilizzato dalle agenzie, un’eterogeneità che si estende poi ad altri aspetti come le valutazioni periodiche o le modalità di comunicazione degli stessi rating; incentrandoci qui solo sul primo aspetto, la disamina è effettuata prendendo a riferimento non soltanto quanto indicato nei siti delle sopracitate agenzie, ma anche il già citato Tomasi e Russo (2012) e il WP di Eccles e Stroehle (2018)444 che hanno analizzato – rispettivamente – il metodo di Standard Ethics e le altre quattro agenzie qui considerate.

442 Sono i c.d. rating unsolicited; la normativa europea consente alle agenzie di emettere dei rating su propria

iniziativa, ma tale attività è svolta con cautela visto che potrebbe figurare come pressione su clienti potenziali per farli acquisire il servizio offerto (Sironi, 2005).

443 Per esempio la società potrebbe sostenere una maggiore spesa, o promettere di acquisire ulteriori servizi, se in

cambio l’agenzia rilascia un rating migliore.

444 Fonte: Eccles, R.G. e J. Stroehle (2018), Exploring Social Origins in the Construction of ESG Measures, di-