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Il tremendo avanzamento, unitamente al significativo abbattimento dei costi, che le nuove tecnologie hanno avuto nell’ultimo decennio, ha fornito un formidabile impulso allo sviluppo di soluzioni tecnologiche sempre più flessibili e personalizzabili alle diverse necessità degli utenti. Tale sviluppo è stato particolarmente impattante nel progresso delle soluzioni tecnolo- giche assistive che mirano al miglioramento del benessere psico-fisico e della Qualità della Vita degli utenti fragili, ovvero degli utenti con diverse necessità o con disabilità. Il risultato è che oggi, grazie alla tecnologia as- sistiva, molte barriere sono state abbattute e molte potranno essere superate in futuro.

La tecnologia assistiva o tecnologia di ausilio è una terminologia gene- rale che fa riferimento a più risorse tecnologiche che vengono impiegate a favore delle persone con disabilità, nel tentativo di aiutarle ad ottenere benefici comportamentali e sociali e a ridurre l’impatto negativo delle lo- ro condizioni (Bauer et al., 2011; Brown et al., 2009; Reichle, 2011; Shih, 2011). In altre parole, con tecnologia assistiva ci si riferisce alla tecnologia che aiuta un individuo a svolgere una o più attività funzionali della sua vita quotidiana, al fine di accrescere la sua inclusione all’interno della società.

Scendendo più nel dettaglio, in accordo allo “U.S. Assistive Technol- ogy Act” del 2004 (Public Law 108-364 2004, 118 STAT. 1709-1710), il termine Assistive Technology, ovvero tecnologia assistiva, si riferisce alla tecnologia progettata per essere utilizzata in un “dispositivo di tecnologia assistiva” o in un “servizio di tecnologia assistiva”. Si noti che il termi- ne tecnologia è qui usato come “l’applicazione pratica della conoscenza, specialmente in una particolare area” e non come una macchina, un di- spositivo o una parte di equipaggiamento creato dalla tecnologia (Encar-

nação e Cook, 2017). Con il termine “dispositivo di tecnologia assistiva” o semplicemente “dispositivo assistivo”, si indica qualsiasi oggetto, parte di equipaggiamento o sistema, sia prodotto commercialmente che fuori dagli standard, modificato o personalizzato, che venga utilizzato per aumentare, mantenere o migliorare le capacità funzionali degli individui con disabilità (Bryant et al., 2010; Reichle et al., 2011). Il termine servizio di tecnologia assistiva indica qualsiasi servizio che direttamente assiste un individuo fra- gile, con diverse necessità o con disabilità, nella selezione, acquisizione o utilizzo di qualsiasi dispositivo di tecnologia assistiva.

A seconda dell’apporto tecnologico necessario per il loro sviluppo, i di- spositivi assistivi possono essere classificati in:

– dispositivi assistivi a bassa tecnologia – dispositivi che generalmente non sono elettronici (carte, cartellini, fotografie, bastoni, ecc.);

– dispositivi assistivi a media tecnologia – dispositivi che sono elettronici ma non includono componenti di calcolo (proiettori, registratori, ecc.); – dispositivi assistivi ad alta tecnologia – dispositivi che comprendono

sia hardware con capacità di calcolo, che software (personal computer, smart devices, lavagne interattive multimediali, ecc.).

I dispositivi assistivi a bassa e a media tecnologia presentano diversi vantaggi fra i quali: essere adatti alla maggior parte degli individui con fragilità, essere più facilmente reperibili sul mercato, solitamente sono a basso costo e, visto il loro ridotto contenuto tecnologico, sono più facil- mente usabili. I dispositivi ad alta tecnologia hanno il grande vantaggio di poter essere altamente personalizzati per ogni singola persona fragile, pre- sentano un numero maggiore di funzioni, sono inoltre flessibili e adattabili nel tempo, sono aggiornabili ma presentano un costo più elevato.

Le tecnologie assistive stanno diventando sempre più pervasive e di conseguenza hanno un impatto sempre maggiore sui modi in cui le per- sone con disabilità vivono e interagiscono con il mondo che li circonda. Il primo requisito per un utilizzo di successo di qualsiasi forma di tecnologia assistiva è che corrisponda alle esigenze delle persone per le quali è im- piegato, cioè si adatti alle loro caratteristiche e abilità, unitamente ai loro ambienti di vita (Bauer et al., 2011; Borg et al., 2011; Burne et al., 2011). Un secondo requisito è che la tecnologia sia utilizzata come parte di un programma di intervento esplicito e attentamente progettato per garantire che le persone imparino come usarlo efficacemente (Lancioni e Singh, 2014). Al fine di essere il più possibile efficace, la tecnologia assistiva deve essere sviluppata su misura ed inserita negli ambienti di vita del suo utiliz- zatore, per aiutarlo a superare barriere esistenti nell’ambiente o a compen- sare specifiche limitazioni funzionali, così da facilitare o rendere possibili tutte le attività della vita quotidiana. Effettivamente, l’attività svolta in un dato ambiente definisce l’obiettivo generale della tecnologia assistiva, come

definito dal modello “Human Activity Assistive Technology (HAAT)” in- trodotto da (Cook e Hussey, 1995). In tale contesto, le attività possono es- sere classificate in attività della vita quotidiana (come ad es. vestirsi, curare l’igiene personale, mangiare, comunicare); attività lavorative e produttive (comprese le attività di gestione domestica, educativa, professionale e di cura degli altri); e attività ricreative (Canadian Association of Occupational Therapists, 2002). La stessa attività per persone diverse o in contesti diver- si può essere inserita in una categoria diversa. La selezione di una tecno- logia assistiva dipende quindi da una profonda comprensione dell’attività (Encarnação e Cook, 2017). Per questo, a seconda dell’ambito in cui vengo- no impiegate, le tecnologie assistive possono essere classificate in:

– tecnologie per l’ascolto (sia a bassa/media tecnologia, come ad es. alto- parlanti, che ad alta tecnologia, come ad es. software di riproduzione automatica dei suoni);

– tecnologie per l’apprendimento (sia a bassa/media tecnologia, come ad es. correttori ortografici, che ad alta tecnologia, come ad es. penne per la lettura istantanea);

– tecnologie per la comunicazione (sia a bassa/media tecnologia, come ad es. simboli e figure, che ad alta tecnologia, come ad es. software di riconoscimento vocale);

– tecnologie per l’informatica (sia a bassa/media tecnologia, come ad es. tastiere e mouse speciali, che ad alta tecnologia, come ad es. software per il riconoscimento ottico dei caratteri);

– tecnologie per la manipolazione (sia a bassa/media tecnologia, come ad es. impugnature per matite, che ad alta tecnologia, come ad es. mani Robotiche);

– tecnologie per la mobilità e la riabilitazione (sia a bassa/media tecnolo- gia, come ad es. sedie a rotelle non motorizzate, che ad alta tecnologia, come ad es. sedie a rotelle motorizzate);

– tecnologie per il supporto comportamentale e cognitivo (sia a bassa/me- dia tecnologia, come ad es. schede fotografiche, che ad alta tecnologia, come ad es. smart watch);

– tecnologie per la visione (sia a bassa/media tecnologia, come ad es. lenti di ingrandimento, che ad alta tecnologia, come ad es. software di lettura automatica).

Nell’ambito delle tecnologie assistive, la Robotica assistiva sta ricopren- do un ruolo rivoluzionario e sempre più significativo. Per interpretare tale fenomeno, è necessario comprendere le caratteristiche che rendono i Robot assistivi utili e, a volte quasi indispensabili, alle persone fragili e con disa- bilità. Effettivamente, un Robot assistivo è in grado di rilevare, elaborare le informazioni sensoriali, e di eseguire attività a vantaggio delle persone fra- gili e con disabilità. Un Robot “capace di eseguire compiti rilevando il suo

ambiente e/o interagendo con fonti esterne e adattandone il comportamen- to” è definito “Robot intelligente” (ISO, 2012). Da questo punto di vista, i Robot assistivi costituiscono una nuova categoria di Robot, scollegata dal concetto di Robot industriale a cui siamo portati e abituati a pensare. In effetti, i Robot assistivi condividono un’area di lavoro e interagiscono di- rettamente con gli esseri umani. La loro caratteristica distintiva è la capa- cità di percepire il proprio ambiente e le persone con l’ausilio di sensori e algoritmi intelligenti, di comunicare con le persone in modo multimodale, di navigare autonomamente e di prendere decisioni in modo indipenden- te, fornendo servizi assistivi del tutto innovativi. Effettivamente, i recenti progressi del machine learning (Wang, Ma e Zhou 2009) consentono a un Robot di “imparare” dalle sue precedenti esperienze. Questa è una caratte- ristica importante nella Robotica assistiva perché massimizza la corrispon- denza tra la tecnologia di assistenza e l’utente, evitando così l’abbandono della tecnologia (Encarnação e Cook, 2017). In base all’area di impiego e di intervento, la Robotica assistiva può essere classificata quindi in:

– Robotica di servizio – un Robot di servizio è un Robot che esegue atti- vità utili per gli uomini (Feil-Seifer e Matarić, 2005; Brose et al., 2010), sia attraverso una interazione fisica (Robot fisicamente assistivi), sia attraverso una interazione sociale (Robot socialmente assistivi), eccetto applicazioni industriali (ISO, 2012).

– Robotica riabilitativa – è una branca speciale della Robotica che si con- centra su Robot che possono essere utilizzati per fornire benefici e mi- glioramenti funzionali alla persona e per aiutarla a riprendersi da gravi traumi fisici.

– Robotica medica – i Robot medici sono definiti come apparecchiature e sistemi elettromedicali che vengono utilizzati per diagnosticare, curare o riabilitare i pazienti da condizioni mediche.

– Robotica non medica – i Robot non medici sono definiti come macchi- ne per l’esecuzione di azioni che contribuiscono direttamente al mi- glioramento della qualità della vita delle persone, eccetto applicazioni mediche.

Dal concetto di tecnologia assistiva sin qui introdotto, sia esso erogato in forma di ausilio che in forma di servizio, appare evidente come l’avan- zamento tecnologico abbia dato un grande impulso al suo sviluppo, eppure, molte sfide sono ancora aperte e dovranno essere affrontate molto presto per permettere a tutti coloro che ne hanno bisogno di beneficiarne appieno.

Un approccio sempre più centrato sull’utente è una sfida primaria nello sviluppo di tecnologie assistive. È importante comprendere appieno le ne- cessità dell’utente e la sua percezione dei bisogni come punto di partenza nel processo di sviluppo e nell’erogazione di ausili e di servizi assistivi. Tuttavia, ciò che può sembrare una buona idea per uno sviluppatore po-

trebbe non essere una realtà di fatto quando una persona con fragilità cerca di utilizzare la tecnologia. La tecnologia che non riesce a soddisfare le esigenze o le aspettative dell’utente non sarà utile per il miglioramento della qualità della sua vita. Effettivamente, “il reale valore di una tecnolo- gia assistiva si misura nel miglioramento della qualità della vita di chi la utilizza” (cit. Monteriù). Per le suddette ragioni, la sfida che risulta ogni giorno più importante, è quella di sviluppare tecnologie assistive mettendo sempre più al centro l’utente e i suoi bisogni e non la tecnologia, così da renderle costantemente più semplici da utilizzare e più immediate da ac- cettare.

In aggiunta, le tecnologie assistive dovranno essere tali da raggiunge- re un numero crescente di persone con fragilità e, per questo, dovrebbero essere sempre più accessibili, ovvero a basso costo. Questa sfida risulta cruciale per la diffusione delle tecnologie assistive e, allo steso tempo, problematica perché si contrappone all’attuale Legge di mercato che, anche nello sviluppo di soluzioni assistive, vorrebbe attuare una vera e propria produzione di massa. Eppure, l’utenza delle tecnologie assistive richiede lo sviluppo di complesse soluzioni altamente personalizzate e centrate sulle specifiche e, spesso, uniche necessità degli utenti con fragilità. Il risultato è che attualmente molte delle tecnologie assistive sono ad appannaggio di pochi: la vera sfida è invertire questa tendenza. In verità, le tecnologie assi- stive hanno un profondo impatto nell’abbattimento di molti dei costi che la società deve sostenere a favore delle persone con fragilità. Pertanto, il reale valore economico della tecnologia assistiva non deve essere esclusivamente percepito dal punto di vista dello sviluppo e della produzione, quanto piut- tosto a quello che impatta indirettamente sulla società: per questo serve un cambio di mentalità. In aggiunta, le tecnologie assistive non possono e non devono essere ricondotte solo al mero valore economico, quanto piuttosto al loro enorme valore che rappresentano nell’accrescimento della qualità della vita delle persone con disabilità.

Nel contesto produttivo, la sfida non è soltanto quella di creare tecnolo- gie assistive ad hoc, quanto anche quella di sviluppare tecnologie in gene- re, pensando che queste possano e debbano essere utilizzate da un numero crescente di utenti, includendo fra questi anche le persone con difficoltà e fragilità: una tecnologia sarà davvero grande se sarà in grado di migliorare la vita di tutti.

La tecnologia assistiva rappresenta una importante opportunità, ma an- che un dovere, che questa società deve cogliere per rendere migliore la vita di molte persone e, in maniera transitiva, di tutti: questa è certamente la vera sfida, la sfida più importante che ognuno di noi dovrà affrontare, che non è tanto tecnologica, quanto piuttosto culturale.

Vivere in una società più inclusiva, significa semplicemente accogliere la disabilità come risorsa che genera valore, supportarla attraverso scelte strategiche, tecnologiche ma non solo, con la consapevolezza che “le diffi- coltà non sono mai superate con gli occhi di chi guarda, ma con la forza, il coraggio, la volontà e il cuore di chi le affronta” (cit. Monteriù).

Riferimenti bibliografici

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I Social Robot e il Disturbo dello Spettro