and empowerment: la costruzione partecipata
4. Prospettive future
Il percorso di progettazione, sperimentazione e ricerca presentato è in continua evoluzione e, come sottolineato, non sono poche le criticità che la sperimentazione dell’Index for inclusion and empowerment ha evidenziato nel contesto palestinese. Al di là delle oggettive difficoltà, si intende coin- volgere nel processo di sperimentazione un numero maggiore di scuole, per definire meglio lo strumento sulla base degli elementi culturali locali e consolidare la funzione formativa e riflessiva dell’Index piuttosto di quella valutativa. Quest’ultima è spesso limitata alla raccolta standardizzata di dati “freddi”, non in grado di restituire le indicazioni, invece necessarie, per monitorare e modificare le dinamiche contestuali in chiave inclusiva. In questa prospettiva e in base a quanto emerso, si ritiene strategica l’at- tività di capacity building rivolta agli insegnanti e ai dirigenti scolastici su come utilizzare l’Index affinché abbia ricadute concrete sulla proget- tazione didattica, a partire da un’analisi e riflessione pedagogica sulle problematiche e al tempo stesso sulle potenzialità e sulle risorse presenti. Una formazione, capace di preparare i docenti a rispondere alle sfide del contesto in modo competente, richiede una proposta formativa che non si esaurisca nella teoria, spesso distante dalla pratica, ma che si basi, invece, su una metodologia di ricerca-azione che sappia riconoscere ed includere i numerosi elementi in gioco nell’agire educativo, evidenziando la dinamica complessiva all’interno della situazione scolastica.
L’altra grande sfida della sperimentazione è quella di attivare l’alleanza scuola/extra-scuola affinché i docenti riescano ad attingere dal ricco patri- monio di professionalità presenti nel territorio, troppo spesso escluso dalla cooperazione con il sistema educativo formale.
La sperimentazione dell’Index for inclusion and empowerment in Pa- lestina può, inoltre, porre le basi per successivi progetti con l’obiettivo di testarlo attraverso un approccio flessibile in altri contesti per continuare a riflettere sul contributo che lo strumento può offrire, in situazioni di forte vulnerabilità, alla trasformazione delle pratiche, delle culture e delle politi- che inclusive.
La vulnerabilità è una condizione che interroga sempre più Paesi e sem- pre più contesti: anche l’Italia si trova ormai da tempo ad affrontare una instabilità sociale, politica, economica e culturale dentro e fuori la scuola che richiede urgentemente una riflessione strutturata sulle pratiche e sulle politiche adottate nell’ambito dell’inclusione.
Anche in Italia l’Index for inclusion and empowerment potrebbe, quin- di, essere uno strumento da cui ripartire per lavorare all’interno della scuo- la con progettazioni finalizzate ad uscire dalla logica, tuttora dilagante, dei “bisogni educativi speciali”. Con progettazioni orientate alla costruzione di contesti scolastici in grado di rispondere a tutti gli alunni, anche a quelli in situazione di “presunta normalità”, per formare cittadini consapevoli in una società sempre più complessa e sempre più incerta sul futuro. La si- tuazione della scuola italiana dimostra come gli insegnanti oggi si trovino “ad affrontare l’eterogeneità nelle classi, la richiesta pressante dell’ambiente circostante verso il raggiungimento di standard” e come questo comporti un’interpretazione prevalentemente negativa delle differenze degli alunni (Dovigo, 2017). Non a caso, i dati dimostrano che l’Italia presenta uno dei più alti tassi di abbandono scolastico in Europa.
Di fronte al panorama descritto, diventa quanto mai opportuno confron- tarsi con uno strumento, come l’Index, che costituisce un sistema di indica- tori e di competenze non solo da adottare nella scuola primaria ma anche nella scuola secondaria che evidenza ancora maggiori elementi di criticità a proposito di inclusione.
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