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and empowerment: la costruzione partecipata

3.4. Il processo metodologico e scientifico

Nell’affrontare un progetto di cooperazione internazionale, il pericolo di colonizzare e esportare i propri modelli di riferimento in contesti diversi da quelli propri è molto alto: il rischio è di sviluppare uno strumento de- contestualizzato che, a partire da un modello educativo occidentale (che si presuppone più avanzato) e da tradizioni lontane di democratizzazione del- la scuola, occupi gli spazi ancora liberi delle politiche educative di un pae- se, senza tenere conto delle sue tradizioni, della cultura, delle persone che già fanno scuola quotidianamente. Allo stesso tempo, le aspettative di chi riceve supporto sono molto elevate e tuttavia si scontrano con una pluralità di soggetti e interventi, spesso sulle medesime tematiche, che rischiano di male integrarsi e di sovrapporsi. Il processo di costruzione e implementa- zione dell’Index for inclusion and empowerment si è, dunque, fondato su due premesse: l’Index è uno strumento scientificamente fondato su ricerche e sperimentazioni svolte a livello internazionale, ma anche in continua evo- luzione, proprio perché la ricerca evolve, trova nuovi risultati e contribuisce ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza sui propri sistemi educati- vi e sulle politiche ad essi correlati. Inoltre, l’Index è uno strumento che va integrato e modellato a livello locale, sulla base delle pratiche pedagogiche e didattiche delle realtà in cui viene utilizzato e dei contributi forniti dai suoi utilizzatori, continuando così quel processo di ricerca che consente la sua evoluzione.

23. L’inglese è L2 per tutti gli attori del progetto, ma la conoscenza di questa lingua tra gli insegnanti delle scuole è molto elementare e anche le traduzioni dall’arabo all’ingle- se risentivano di eccessive semplificazioni.

Su queste due premesse è stato possibile impostare un approccio che integrasse un approccio metodologico top-down dal punto di vista teorico- politico e uno bottom-up per costruire una ricerca-azione scientificamente validata e implementata localmente. Sviluppare pratiche inclusive e di em-

powerment richiede la partecipazione di tutti gli attori del contesto educa- tivo: da una parte il lavoro svolto con il MoEHE ha voluto mettere in rete diversi dipartimenti istituzionali (in primis quello di Special Education, in- sieme a quelli di Field/Follow up e di Assessment/Evaluation) per riflettere insieme e armonizzarsi con le politiche educative della Palestina, nonché per garantire sostenibilità al progetto e all’uso dell’Index. Dall’altra, il lavo- ro con le scuole ha permesso di testare sul campo l’efficacia dello strumen- to e di monitorarne l’utilizzo con azioni di sostegno concreto. In aggiunta, si è tentato di coordinarsi con altri progetti sui temi dell’inclusione portati avanti da UNESCO, dalla Cooperazione finlandese e belga, entrando a far parte dell’Inclusive Education Technical Working Group (IETWG) palesti- nese, anche se gli approcci e le metodologie sono risultati molto diversi24.

Negli incontri di presentazione al Ministero e nelle scuole, l’approccio dell’Università di Bologna ha voluto sottolineare come questa proposta si inserisse all’interno della Palestine Inclusive Education Policy del 2015 per fornire uno strumento di supporto all’analisi e alla progettazione25.

In un contesto fortemente gerarchico e direttivo, si è voluto chiarire che l’Index non rappresenta uno strumento di valutazione delle scuole, quanto piuttosto di autoanalisi per migliorare la progettazione didattica e investire in alleanze tra le scuole stesse e con il territorio.

L’Index, infatti, si configura come uno strumento dai molteplici usi fra loro integrati:

– è un sistema ragionato di indicatori che consentono di leggere e in- terpretare la situazione complessiva della scuola in relazione al tema dell’inclusione;

– è un punto di partenza per progettare e implementare azioni di migliora- mento pedagogico e didattico sulla base di letture organiche e condivise;

24. La partecipazione a IETWG è iniziata a marzo 2018 e un’ipotesi di collaborazione e rete tra le diverse NGOs partecipanti è ancora in via di definizione.

25. Le quattro sezioni dell’Index sviluppate con gli indicatori nelle premesse fanno ri- ferimento ai 10 impegni (Policy commitments) sanciti dal MoEHE nel Palestine Inclusive

Education Policy (2015), ossia: 1. Implement international and national commitments;

2. Promote understanding and attitude change; 3. Promote access to education for all; 4. Ensure participation and achievement for all; 5. Provide individualised support via a

twin-track approach; 6. Develop inclusion-oriented human resources; 7. Participatory de-

velopment of sustainable inclusive education; 8. Inclusive life-long learning; 9. Safe, pro-

tective learning environment; 10. Embedding principles of inclusive education throughout

– consente di monitorare e valutare puntualmente le innovazioni introdot- te progressivamente nella scuola;

– fornisce un elenco sistematico di temi verso i quali orientare la forma- zione iniziale e continua di tutti gli attori scolastici.

Per implementare un uso dell’Index come strumento di monitoraggio e autovalutazione interno, da un iniziale utilizzo degli indicatori secondo scale di valutazione da 0 a 3, che poteva sottolineare un uso esclusivamen- te di misurazione degli indicatori e di “bravura” sui temi di inclusione ed

empowerment, si è passati ad eliminare i punteggi e introdurre specifiche richieste di esemplificazioni delle azioni svolte. In altre parole, se nella prima fase per ogni indicatore andava segnato il suo valore (da poco a molto), nella seconda fase andava segnalata la presenza o meno fornendo esempi su quanto fatto in quell’ambito. In questo modo gli insegnanti sono stati sollecitati a confrontarsi e a ricercare nelle proprie pratiche la presen- za di questi indicatori esplicitandoli, rendendoli visibili. Nella formazione questo aspetto è stato ampiamente indagato, sia fornendo esempi di attività improntate su inclusione ed empowerment, sia progettando insieme nuove attività.

Ancora, durante la formazione si è reso necessario lavorare con gli insegnanti sul linguaggio e condividere un glossario comune sui termini inclusione ed empowerment: in questo modo questi due concetti sono sta- ti allargati oltre il campo della disabilità (e di un certo tipo di disabilità: in Palestina esistono tuttora alcune scuole speciali) e hanno permesso di introdurre nuove categorie di studenti a rischio di esclusione ed emargina- zione, offrendo punti di vista inconsueti, nuovi ruoli e responsabilità per le scuole e implementando nuove pratiche di supporto all’apprendimento e alla partecipazione.

Lo svolgimento della ricerca-azione ha previsto così un processo circo- lare che seguiva lo schema:

– raccolta di informazioni attraverso lo strumento Index; – riflessione condivisa sulle informazioni raccolte;

– progettazione di attività innovative per migliorare il livello di inclusività nelle scuole e promuovere empowerment;

– sperimentazione delle attività progettate;

– nuova raccolta dati per verificare i cambiamenti prodotti.

In linea con l’Index nella sua versione italiana, il gruppo di ricerca ha fortemente sottolineato che “Ciò che importa è infatti soprattutto:

– la sistematicità con cui viene condotta la ricognizione rispetto alle te- matiche individuate come sensibili;

– l’attività di controllo e verifica ricorsiva degli elementi acquisiti e delle considerazioni che da essi scaturiscono;

– l’attenzione a lavorare attraverso categorie di analisi che rimangono ab- bastanza aperte e modificabili così da incorporare nuove osservazioni e risultanze che emergono dalla raccolta sul campo” (Dovigo, 2008, p. 28).

Il coinvolgimento attivo delle scuole, tuttavia, ha risentito sia del po- co tempo a disposizione nei due progetti, sia di un carico di lavoro ec- cessivo degli insegnanti, coinvolti anche in altri progetti; i cambiamenti hanno bisogno di tempi lunghi e di continuità e certamente due progetti di emergenza non sono sufficienti a produrre cambiamenti durevoli e a promuovere la diffusione di inclusione ed empowerment attraverso pratiche didattiche. Vediamo, dunque, quali sono stati i principali risultati della spe- rimentazione.