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Aree protette private

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 87-91)

Capitolo 3 Un linguaggio comune: classificazione, distribuzione e modelli di governance

3.6 La governance delle aree protette

3.6.3 Aree protette private

La governance da parte di privati è un ritorno al passato, richiama alla mente le Riserve di caccia dei re e degli aristocratici che furono molto diffuse in Europa e che in parte, come abbiamo visto, si tradussero in Parchi Nazionali. Non sono quindi una nuova forma di territorio di conservazione, ma piuttosto sono il riaffermarsi di uno schema già esistente. Le aree private, atualmente, sono in espansione e tale incremento può essere dovuto a tre diversi fattori. Il primo riguarda la maggiore consapevolezza della società sull’importanza della conservazione della biodiversità; il secondo è relativo ai diversi fallimenti che i governi hanno subito nella salvaguardia della natura e che hanno disatteso le speranze dei cittadini; il terzo è espressione dell’espansione dell’industria del turismo naturale la quale stimola il mantenimento di alcuni ecosistemi o di paesaggi di pregio sfruttabili commercialmente186.

Nella letteratura sulla conservazione, un forte riferimento ai Parchi privati è rappresentato dalla decima raccomandazione del Primo Congresso Mondiale sui Parchi187. Tale raccomandazione rilevava che molte Riserve al mondo erano possedute da privati, ma che ugualmente a quelle “convenzionali” erano dedicate alla perpetua conservazione della fauna selvatica e delle risorse naturali. La raccomandazione affermava inoltre che sarebbe stato utile incrementare il numero e le tipologie di tali aree. In tempi più recenti, il V Congresso Mondiale sui Parchi, ha creato un piano d’azione per le aree private. Nel relativo documento tali aree sono definite come porzioni di territorio possedute da individui, comunità, organizzazioni non governative o corporations senza il riconoscimento formale dei Governi nazionali188 e nelle raccomandazioni viene posto l’accento su alcuni punti che necessitano di un rafforzamento o di una ulteriore analisi. In primo luogo si sottolinea l’esigenza di un rafforzamento delle aree protette private dal punto di vista legislativo anche tramite una maggior sicurezza dei diritti di proprietà, che potrebbero stimolare ulteriori investimenti nel campo. Inoltre viene suggerito che vengano adottati dei meccanismi di incentivazione economica.

In ogni caso è importante sottolineare che la gestione privata delle aree protette non è esente da polemiche: diverse organizzazioni non governative stimolano i loro soci o i simpatizzati ad acquistare terreni di varie metrature sia nei Paesi in via di sviluppo che nei

186 Langholz J., Seven myths about private protected areas, in "Parks", 2005, 15, 2, pp. 14-16.

187 Adams A. B., 1962, op. cit.

188 Borrini-Feyerabend G., J. Johnston e D. Persky, Governance of Protected Areas, in

Paesi occidentali. Il World Land Trust, ad esempio, propone, tramite il suo sito internet189, l’acquisto di 4000 metri quadri di foresta per 50 Sterline o di 2000 metri quadri per 25 Sterline e dichiara che con queste operazioni di acquisizione ha “salvato” più di 152.000 ettari di ambiente naturale (figura 3.1). Un’altra organizzazione, Cool Earth190, vende lotti di foresta pluviale a 70 Sterline ed afferma di aver comprato circa 15.000 ettari di terreno. E’ stata proprio Cool Earth a causare alcune proteste da parte del governo brasiliano, secondo il quale tali iniziative rappresentano una forma di eco-colonialismo. Dal punto di vista geopolitico le acquisizioni private possono essere considerate come una potenziale minaccia alla sovranità nazionale degli Stati in cui esse si verificano. Abbiamo visto che, ferme restando le Convenzioni internazionali, le legislazioni in materia di conservazione restano di competenza degli Stati centrali oppure delle loro diverse agenzie sub regionali. In ogni caso, tramite i già citati siti internet, le organizzazioni che utilizzano l’acquisto di terreni a fini conservativi tengono a precisare il loro rispetto per le culture e le popolazioni locali: il World Land Trust, ad esempio, afferma di attuare una rigorosa politica che include la popolazione locale. Prima di iniziare un nuovo progetto, il World Land Trust si lega ad un’organizzazione locale con la quale stipula un accordo. La popolazione locale viene di norma assunta con la qualifica di “guardia parco” e, quando possibile, anche gli scienziati locali sono coinvolti nei progetti di ricerca. Il coinvolgimento delle comunità coinvolte da progetti di acquisizione privata si limita, in gran parte, all’impiego delle persone, ma non si estende al loro coinvolgimento nei processi decisionali, quindi di fatto la governance è appannaggio esclusivo dei privati. Oltre alle Organizzazioni internazionali ed alle ONG, anche i singoli cittadini sono molto attivi nell’acquistare grandi appezzamenti di terreno ad uso conservativo. Magnati della finanza o della moda come Ted Turner, fondatore della rete televisiva CNN, o Luciano e Carlo Benetton, dell’omonima casa di moda, hanno acquistato notevoli estensioni di terreno. In particolare Ted Turner, nel 2007, è diventato, con 51.000 ettari, il più grande proprietario terriero dell’Argentina ed ha assicurato che utilizzerà questi terreni in modo ecologico191. Anche in quest’ultimo caso il problema assume risvolti geopolitici in quanto parte del territorio acquistato da Turner contiene uno dei maggiori bacini idrici argentini e di conseguenza il magnate è stato imputato di voler controllare questa importante risorsa naturale, con il

189 Per ulteriori informazioni sulla struttura e sulle iniziative dell’organizzazione si rimanda al sito:

http://www.worldlandtrust.org/ (accesso: 5/08/2008).

190 Per ulteriori informazioni sulla struttura e sulle iniziative dell’organizzazione si rimanda al sito:

http://www.coolearth.org/ (accesso: 5/08/2008).

rischio di poter mettere in difficoltà gli agricoltori che da quel bacino attingono l’acqua necessaria all’irrigazione.

Il grande numero ed i numerosi tipi di aree protette create e gestite da privati hanno posto alcuni problemi anche dal punto di vista della classificazione: per un certo periodo, l’IUCN classificava tali aree come facenti parte della IV categoria gestionale, attualmente non vengono incluse in nessuna categoria, ma Lassoie e Langholz192 hanno proposto uno schema per classificarle (Tabella 3.3). Anche questo modello si basa sulle finalità gestionali.

Figura 3.1. Localizzazione dei progetti di acquisizione ad opera del world land trust (fonte www.worldlandtrust.org)

192 Lassoie J. e J. Langholz, Perils and promise of privately owned protected areas, in

Tabella 3.3 Schema proposto da Lassoie e Langholz per le aree protette private. (fonte: Lassoie J. e J. Langholz, 2001, op. cit.)

Tipo Categoria Obiettivo di gestione I Parco

formale Proteggere la natura, come un’unità formalmente riconosciuta in un sistema di aree protette: il parco deve essere legalmente riconosciuta tramite legislazione o decreto esecutivo. E’ previsto il monitoraggio e la valutazione da parte del Governo.

II Programma partecipativo

Partecipare in un formale, volontario programma d’incentivi destinato alla promozione della conservazione della biodiversità su terreni privati. Il programma include restrizioni all’uso del suolo. Questa categoria non necessita di riconoscimento formale.

III Riserva ecoturistica

Coniugare la conservazione della natura con il turismo. Il turismo è una principale forma di guadagno e interessa una parte o l’intera tenuta.

IV Stazione

biologica Coniugare la conservazione con la ricerca scientifica. Le Riserve hanno la funzione di laboratori all’aperto. La categoria può incorporare il turismo scientifico o di altra natura, come ad esempio quello culturale-educativo.

V Riserva ibrida

Proteggere la natura come componente di una diversa strategia di uso del suolo. Spesso è formata da larghi ranches che uniscono l’agricoltura, la silvicoltura l’allevamento di bestiame con Riserve utili alla protezione degli spartiacque e di altri elementi.

VI Proprietà di

agricoltori Salvaguardare, a livello individuale o famigliare, le risorse idriche ed altri servizi ambientali locali. Solitamente informali e piccole (< 20 Ha), non coinvolgono l’industria turistica.

VII Eremo personale

Mantenere, a livello individuale o famigliare, un’area naturale come paradiso personale. Solitamente posseduta da cittadini che acquistano o ereditano un’area rurale e che non la utilizzano come fonte di reddito. Spesso è utilizzata come seconda casa.

VIII Riserva di una ONG

Porre un’area protetta, sotto gli auspici di una organizzazione non governativa locale, nazionale o internazionale.

IX Riserva di caccia

Mantenere un’area naturale con il proposito dell’utilizzo sostenibile della fauna selvatica. Gli animali sono catturati come trofei o come fonte di carne. Queste Riserve includono i club della caccia.

X Riserva

aziendale Proteggere la natura come mezzo pubblicitario. Spesso è di proprietà di società multinazionali, specialmente quando la primaria attività delle stesse contribuisce al degrado della natura.

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